Aggressioni all’Asp di Vibo, Mammoliti (PD) scrive al ministro della Salute Schillaci

Il consigliere regionale del Pd, Raffaele Mammoliti ha presentato «un’apposita denuncia politica» al ministro della Salute, Orazio Squillaci, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto e al prefetto di Vibo, Paolo Giovanni Grieco, in merito alle aggressioni all’Asp di Vibo Valentia.

Allo stesso tempo, ha chiesto alla presidente della Commissione sanità Calabria, Pasqualina Straface, «di voler calendarizzare al più presto un’apposita seduta della III Commissione per affrontare alla presenza ed insieme a tutti i soggetti coinvolti nel governo della sanità vibonese, la grave situazione dell’Asp di Vibo Valentia».

1Ho l’impressione, ma ormai sta diventando sempre di più certezza – ha detto il consigliere regionale – che a Vibo Valentia ogni spinta propositiva (anche quelle oggettivamente urgenti e improcrastinabili) si infranga, inesorabilmente, contro un muro tanto invalicabile quanto “invisibile”. In questo senso ritengo sia lecito, oltre che doveroso, chiedersi se l’Asp di Vibo Valentia sia da considerarsi sotto il controllo dello Stato o invece ubbidisca ad altre ignote logiche».

«Ormai le aggressioni agli operatori sanitari – ha aggiunto – si ripetono ed il rischio peggiore che di fronte ad episodi gravi ed inqualificabili si registra una preoccupante assuefazione. Considero assolutamente inaccettabile questa situazione».

«È del tutto evidente – ha concluso – che le continue aggressioni rappresentano eventi sentinella e quindi sintomo di forte criticità dell’organizzazione sanitaria dell’azienda. Solo andando fino in fondo si riuscirà ad individuare la causa radice consentendo, così, a chi possiede ruoli di responsabilità di assumere i più urgenti ed appropriati provvedimenti». (rvv)

Malattie rare, pubblicato bando per ricerca e cura finanziato con fondi del Pnrr

Il settore Prevenzione del Dipartimento Salute della Regione Calabria, in questi giorni sta coordinando una massiccia campagna divulgativa sul secondo bando finanziato con fondi del Pnrr. Si tratta di un bando del ministero della Salute, dedicato alla ricerca e la cura.

Nello specifico, l’Avviso verte sulle seguenti tematiche: 1. Proof of concept (PoC); 2. Tumori Rari (TR); 3. Malattie Rare (MR); 4. Malattie Croniche non Trasmissibili (MCnT) ad alto impatto sui sistemi sanitari e socio- assistenziali: 4.1 Innovazione in campo diagnostico, 4.2 Innovazione in campo terapeutico; 5. Malattie Croniche non Trasmissibili (MCnT) ad alto impatto sui sistemi sanitari e socio- assistenziali: 5.1 Fattori di rischio e prevenzione, 5.2 Eziopatogenesi e meccanismi di malattia.

Le procedure di presentazione sono iniziate il 27 aprile 2023. La proposta progettuale deve essere trasmessa esclusivamente tramite piattaforma informatica (Workflow della Ricerca – WFR), accessibile tramite l’identità SPID del soggetto proponente al seguente link https://ricerca.cbim.it. II bando prevede scadenze intermedie: 11 maggio 2023 accreditamento ricercatori; 16 maggio 2023 presentazione Letter of Intent (LOI); 23 maggio 2023 accettazione e conferma Loi. (rcz)

La sottosegretaria Nesci: Serve soluzione strutturale per l’assunzione di nuovi medici

La sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, ha ribadito che serve una soluzione strutturale per l’assunzione di nuovi medici, e che «il ministero della Salute sta lavorando da tempo ad una soluzione alla carenza di medici e di altre figure professionali, tanto per la Calabria quanto per le altre regioni».

«Credo che si possa ragionare su norme che, tramite incentivi economici e un inquadramento di garanzia – ha aggiunto – favoriscano le assunzioni di lungo periodo dei sanitari disposti a prestare servizio nelle aree disagiate o a bassa densità abitativa. Avevamo già varato una misura simile per le zone montane. In Italia ci sono territori poco popolati, come la Calabria, che richiedono ulteriori interventi strutturali in tempi brevi, sia per potenziare l’assistenza ospedaliera e territoriale, sia per evitare le fratture che si sono registrate sulla vicenda dei medici cubani, in merito alla quale auspico che prosegua il dialogo tra il presidente Roberto Occhiuto, gli Ordini dei medici e i sindacati di categoria».

«Ai malati – ha ammonito Nesci – servono risposte concrete. Sto spingendo per la riferita soluzione, che, con un governo ed un Parlamento coesi, potrebbe addirittura determinare una più ampia riforma del diritto alla salute che renda giustizia alle regioni, specie del Mezzogiorno, con meno abitanti e tanti piccoli Comuni, spesso isolati».

«Non bastano le iniziative dello Stato, però, se – ha avvertito la sottosegretaria per il Sud – il management sanitario calabrese non dà evidenze di un cambio di passo radicale. Infatti, la sanità della Calabria paga un prezzo altissimo a causa di una reputazione che tiene lontani i medici, pure quelli calabresi, operanti al Nord e altrove, i quali a ragione si rifiutano di sottostare a vecchie e persistenti logiche che, a Vibo Valentia come nelle vicine province, rappresentano – ha concluso Nesci – il muro di gomma dell’assistenza sanitaria». (rrm)

L’Istituto Superiore di Sanità: La Calabria è l’unica regione a rischio basso

Fa tirare un sospiro di sollievo, ma non deve far abbassare la guardia, il fatto che l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute, abbiano indicato la Calabria come l’unica regione a rischio basso, come emerso dal monitoraggio settimanale.

«I dati confermano una gestione virtuosa della campagna vaccinale – ha dichiarato il delegato del soggetto attuatore per l’emergenza Covid, Fortunato Varone – ma anche l’attenzione che i calabresi stanno dimostrando. Anche se tutto ciò non significa che bisogna abbassare la guardia, anzi, occorre continuare a rispettare le regole indicate a livello ministeriale e, soprattutto, vaccinarsi, il solo strumento che abbiamo per tornare alla normalità».

E, infatti, la campagna vaccinale prosegue a pieno ritmo. In questi giorni la Protezione Civile Calabria, in collaborazione con le Aziende Sanitarie Provinciali e le Aziende Ospedaliere, ha lanciato gli Open Vax Days, fortemente voluti dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, per agevolare il richiamo del vaccino anti Covid ma anche per chi deve ancora ricevere la prima vaccinazione.

Sino a domenica 14 novembre, quindi, sarà possibile presentarsi nei punti vaccinali distribuiti sul territorio regionale, senza bisogno di prenotazione.

Si ricorda che, al momento, i soggetti che possono ricevere la terza dose di vaccino anti Covid-19 sono gli over 60, il personale sanitario e le persone particolarmente fragili che risultano avere le seguenti patologie: malattie respiratorie, cardiocircolatorie, neurologiche, epatiche, cerebrovascolari, diabete, emoglobinopatie, fibrosi cistica, sindrome di down, grave obesità e disabili con legge 104/1992 art.3 comma 3.

I dettagli possono essere consultati su rcovid19.it (https://www.rcovid19.it/aggiornamento-delle-indicazioni-sulla-somministrazione-di-dosi-addizionali-e-booster-nellambito-della-campagna-vaccinale-anti-covid-19/)

Potranno presentarsi anche coloro che non hanno avuto ancora la prima dose di vaccino o che hanno fatto il vaccino J&J 6 mesi fa. Inoltre, in alcuni punti vaccinali sarà possibile ricevere nella stessa giornata e in contemporanea il vaccino antinfluenzale, come autorizzato dal Ministero della Sanità. (rcz)

 

Fondi Pnrr, alla Calabria 301 milioni per rilanciare la sanità

Sarebbero 301 milioni di euro la somma destinata alla Calabria provenienti dai fondi Pnrr. È quanto ha reso noto la Gazzetta del Sud, in un articolo a firma di Antonio Ricchio, in merito alla bozza di ripartizione del Ministero della Salute e in esame alla Conferenza delle Regioni

Dunque, alla nostra regione toccherebbero «301 milioni sugli 8 miliardi messi a disposizione della Mission 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza».

«E tuttavia, al netto di una distribuzione che destina al Sud il 40 per cento dei fondi – ha scritto Ricchio – appare evidente come il criterio utilizzato non tenga in debita considerazione le condizioni attuali dei diversi Servizi sanitari regionali».

Anche Il Quotidiano del Sud, in un articolo a firma di Vincenzi Dàmiani, scrive che la Calabria «riceverà per la sua sanità più fondi di Friuli-Venezia Giulia, Marche e Liguria».

«Se i numeri inseriti nella bozza preparata dai tecnici del ministero della Salute saranno confermati – ha scritto – per l’Italia e il Mezzogiorno si tratterà di una mezza rivoluzione. Per la prima volta dopo venti anni, infatti, nella spartizione dei soldi destinati al finanziamento del settore “sanità” verrà superato il meccanismo perverso della spesa storica che danneggia le regioni meridionali».

«Il riparto – si legge nella bozza ministeriale – tiene conto, in via generale, della quota di accesso al Fondo sanitario nazionale (2021) e il criterio che prevede che al Mezzogiorno venga destinato almeno il 40% del totale delle risorse».

«Come detto – ha scritto ancora Dàmiani – si tratta di una bozza che dovrà essere confermata, però è un primo segnale di inversione di rotta dopo anni di definanziamento della sanità del Sud. Anche nel 2021, infatti, nonostante sul fondo sanitario nazionale siano stati immessi 2,7 miliardi in più rispetto al 2020, le Regioni del Mezzogiorno, in proporzione, come già accaduto negli ultimi 20 anni, hanno continuato a incassare una fetta più piccola della torta». (rrm)

Sanità, il neo presidente Occhiuto ha incontrato il ministro Speranza

Il neo presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha reso noto di aver incontrato il ministro della Salute, Roberto Speranza, per discutere della situazione della sanità in Calabria.

«Dopo oltre dieci anni di commissariamento – ha evidenziato – è giunta l’ora che la responsabilità di questo delicatissimo settore torni ai calabresi, in capo al presidente che i cittadini hanno votato poco più di due settimane fa».

«Per raggiungere questo obiettivo incontrerò presto anche il ministro dell’Economia e delle finanze, Daniele Franco» ha spiegato il presidente, che ha evidenziato come «con il Governo nazionale, ne sono certo, ci sarà una concreta e proficua collaborazione». (rrm)

Il Coordinamento uniche Strutture Psichiatriche chiede l’intervento del ministro Speranza

Il Coordinamento uniche Strutture Psichiatriche ha inviato una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, chiedendo l’immediato intervento non solo del ministro, ma anche del presidente del Consiglio, Mario Draghi, per le problematiche che incombono nel settore della psichiatria in Calabria.

Ciò affinché si convinca «il Commissario ad accettare nelle immediatezze l’incontro e, soprattutto, ad adottare, di concerto con Regione ed ASP, tempestivamente i provvedimenti richiesti. In mancanza si chiede al governo di provvedere alla nomina immediata di un commissario ad acta».

Il Coordinamento, inoltre, ha ricordato che «ad oggi permane lo stato di agitazione che proseguirà con tutti gli strumenti di protesta civile non essendo tollerabile la scellerata sufficienza con cui le istituzioni hanno sinora risposto alle gravissime problematiche create dall’ente pubblico. Si preannuncia altresì che si è dato avvio alla raccolta delle tessere elettorali che, in vista delle prossime tornate, saranno restituite al Presidente del Consiglio a sottolineare la totale mancanza di fiducia ingenerata dai comportamenti sinora tenuti dalle istituzioni».

«Il Ministero della Salute – si legge in una nota – guidato dal ministro Roberto Speranza, ha indetto, pochi giorni fa, una conferenza: Per una salute mentale di comunità. Importantissimi gli obiettivi enunciati : riaffermare il principio, come sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che non c’è salute senza salute mentale, e che essa è condizione per lo sviluppo economico e sociale delle comunità; ribadire la responsabilità pubblica delle politiche per la Salute Mentale, per garantire in modo uniforme sul territorio nazionale il diritto alla cura e all’inclusione sociale; analizzare in maniera partecipata e trasparente il funzionamento dei servizi per la salute mentale, i modelli organizzativi, le risorse umane ed economiche impiegate, la qualità delle risposte ai bisogni di salute della popolazione e le pratiche per il rispetto dei diritti di cittadinanza; ripensare le politiche future, anche alla luce delle vulnerabilità emerse nel corso della pandemia, valorizzando le buone pratiche e assumendo come cornice di riferimento la salute mentale di comunità».

«Principi sacrosanti che, purtroppo – continua la nota – stridono, in diverse circostanze, con una gravissima ed imbarazzante realtà. Come quella dell’affidamento della gestione della sanità, quindi della psichiatria, in Calabria, ad opera del governo Conte e dello stesso ministro Speranza, trasformatasi in una farsa tragicomica degna delle migliori rappresentazioni messe in scena dal mitico Eduardo. Alla fine dal “cilindro magico” del governo e del Ministro è uscito il nome del commissario: Guido Longo. A questi il compito (così ingrato da essere oggetto di diversi e clamorosi rifiuti) di risollevare le sorti della Sanità in Calabria, compreso, se non in particolare, il settore della psichiatria che certo costituisce una sorta di “cartina al tornasole” per misurare il livello della qualità della pubblica amministrazione in un territorio».

«E non vi è dubbio alcuno che, sul versante dell’assistenza psichiatrica – prosegue la nota – la Calabria recita il ruolo di cenerentola sul panorama nazionale, potendo al più risultare in competizione con i paesi del terzo mondo. Come si può giustificare, in un paese civile, il blocco dei ricoveri nelle strutture psichiatriche nell’Asp di Reggio Calabria che perdura da 6 anni?  Un atto di estrema inciviltà, accompagnato da altre gravissime omissioni: il blocco delle spettanze ai soggetti che erogano le prestazioni, la scarsa o nulla considerazione verso gli utenti, i parenti ed i lavoratori che operano in questo delicatissimo settore».

«Con parametri dei servizi erogati (per numero e qualifiche degli operatori impiegati) fermi all’era ante Basaglia – dice ancora la nota –. Eppure, basterebbe poco per rimettere le cose in sesto: i pagamenti delle spettanze, così come lo sblocco dei ricoveri, rientrano nell’ambito delle prerogative costituzionalmente riconosciute, pertanto vanno attuati immediatamente e senza indugio.  È necessario portare a termine il processo di accreditamento in capo ai soggetti che da 30 anni gestiscono il servizio. Per la riconfigurazione dei servizi resi basterebbe ispirarsi ai modelli delle Regioni virtuose, attraverso un copia-incolla con ogni probabilità non confacente agli occulti obiettivi che hanno generato il teatrino dell’inefficienza, ma di certo sin troppo semplice da adottare».

«In atto gli interlocutori della vicenda – spiega la nota – sono il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, il Commissario dell’Asp, Gianluigi Scaffidi, ed il commissario alla Sanità della Regione Calabria, Guido Longo. Il coordinamento delle strutture psichiatriche ha chiesto più volte ai tre un incontro simultaneo, ai fini di stilare in unica riunione un documento programmatico condiviso sui temi in questione per la soluzione immediata delle problematiche emergenti».

«Ad oggi – conclude la nota – mentre i primi due interlocutori almeno hanno dato la loro doverosa disponibilità, permane il rifiuto all’incontro da parte del Commissario Longo. Non può essere accettato da questo coordinamento tale atteggiamento, proprio perché costituisce compito essenziale da parte del Commissario coordinare e rendere efficace ed efficiente l’azione della pubblica amministrazione nel settore. E la psichiatria in Calabria, proprio per colpa dei tre enti chiamati in causa, proprio per colpa del governo, compreso gli ultimi due esecutivi con Ministro alla Salute Roberto Speranza, è allo sfascio». (rrm)                                  

Sanità allo sbando: domani l’incontro di Oliverio col ministro della Salute Speranza

In nomen omen: c’è rimasta l’ultima Speranza per la gravissima crisi della sanità in Calabria, quello del ministro della Salute il cui cognome invita all’ottimismo. L’incontro di domani al Ministero della Salute tra il Governatore Mario Oliverio e il titolare del dicastero assume, in verità tratti serissimi su cui è difficile scherzare: la situazione è ormai di natura emergenziale e il Decreto Calabria, varato in pompa magna del Governo Conte I, in realtà, non ha risolto nessuno dei problemi che affliggono la gestione della sanità nella regione.

Si dice che Oliverio porterà con sé numerosi faldoni a sostegno delle sue ragioni, con in primo piano la carenza del personale medico e sanitario (sono a rischio oltretutto più di 1200 precari se a fine anno non vedranno il rinnovo del contratto) e l’assurdo fardello dell’emigrazione sanitaria che ha raggiunto livelli inaccettabili per una Regione in perenne crisi finanziaria nell’ambito della salute. Quanti sono i calabresi costretti a rivolgersi all’esterno della regione per cure mediche e interventi? La cifra fa paura, i costi superano i 300 milioni l’anno, ma come si fa a dire a un malato resta a curarti qui, quando poi le strutture sono inadeguate (per mancanza di manutenzione) le aziende sanitarie funzionano a singhiozzo, mancano farmaci, apparecchiature e persino il minimo indispensabile per la gestione quotidiana? Il Commissariamento ha provocato ulteriori guasti con il blocco delle assunzioni e la Calabria è ormai al collasso nella gestione della sanità.

Occorre dunque uscire dal commissariamento che dura da troppo tempo, considerato che la Calabria è in Piano di Rientro dal debito dal 2009 ed in gestione commissariale dal luglio 2010. «Il mio grido d’allarme – ha scritto Oliverio al ministro Roberto Speranza – non solo è rimasto inascoltato ma alla fine la risposta del Governo è stata il cosiddetto “Decreto Calabria” che, come avevamo ampiamente previsto, a distanza di oltre sei mesi dalla sua entrata in vigore ha soltanto moltiplicato i problemi, causando addirittura la paralisi gestionale del sistema sanitario con una ulteriore grave caduta della qualità e della quantità dei servizi. Su questa questione rappresento la necessità di una positiva interlocuzione con Lei, ritenendo che sia giunta l’ora di affrontare sul serio i nodi irrisolti e gli ulteriori problemi causati dalle gestioni commissariali, le quali hanno fallito gli obiettivi fissati dal Piano di Rientro e da ben tre piani operativi, l’ultimo dei quali, quello 2016/2018, prevedeva il pareggio di bilancio e la fuoriuscita dal piano di rientro al 31 dicembre 2018. In realtà il commissariamento è stato reiterato e siamo in attesa del quarto piano operativo! Il quadro generale di precarietà che si è determinato, dovuto in larga parte al blocco del turn over del personale, è stato tamponato nel corso degli anni attraverso il ricorso, da parte delle Aziende del SSR, all’assunzione di personale (OSS, infermieri, tecnici, medici ecc…) con contratti a tempo determinato. Oggi che i lavoratori titolari di tali contratti a tempo determinato hanno cominciato a raggiungere i 48 mesi di anzianità,Le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della regione hanno già licenziato le prime unità di personale e da qui a dicembre si preannunciano circa mille ulteriori procedure di licenziamento! Per farle un esempio, su iniziativa del Collegio di Direzione dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro è stata compiuta una ricognizione che prevede, all’atto del licenziamento del personale a tempo determinato, la chiusura di Sezioni o riduzione del 50% dei posti letto e delle attività dell’Emergenza-Urgenza e di Unità Operative quali Medicina, Gastroenterologia, Geriatria, Nefrologia e Dialisi, Dermatologia, Diabetologia, Malattie Infettive».

«Una vera e propria situazione di pericolo di emergenza sanitaria. – ha indicato Oliverio nella sua lettera al Ministro – A tutti i disagi per la cittadinanza si aggiunge la drammaticità dell’emergenza sociale determinata dalla perdita del lavoro per centinaia di operatori, per altro già formati (molti di essi hanno accumulato più di cinque anni di servizio) e quindi da considerare una risorsa per il sistema. Anche grazie a tali figure la sanità pubblica calabrese ha garantito assistenza e prestazioni ai cittadini. Questo personale, la cui carriera professionale è stata impedita dal blocco pluriennale dei concorsi, ha superato o sta via via raggiungendo i 48 mesi di servizio senza aver potuto beneficiare, spesso per poche settimane, dei processi di stabilizzazione previsti dalla Legge Madia. Per tutte queste ragioni occorre intervenire sulla sanità calabrese con rapidità ed efficacia. Conoscendo la sua sensibilità, ho ritenuto necessario chiederLe un incontro urgente, al fine di pervenire a decisioni atte a superare l’attuale fase di grave difficoltà».

Seonco la consigliera regionale Flora Sculco l’incontro di domani fra il presidente Oliverio e il neo ministro per la Sanità Roberto Speranza «sarà decisivo per la soluzione dei tanti problemi urgenti che angustiano la Calabria ormai da troppo tempo. La sanità è di tutti e tocca la qualità della vita di ciascuno, perciò è necessario fronteggiarne le emergenze con buon senso, lucidità politica e responsabilità. Non può essere trasformata, come purtroppo è accaduto, in terreno di scontro e speculazione politica.  Dobbiamo individuare le soluzioni, anche attraverso iniziative stralcio, per sbloccare anzitutto  le assunzioni, visto che le lacune in ogni comparto sono diventate insostenibile e mettono a rischio il diritto alla salute del cittadino. L’attenzione per la  stabilizzazione dei lavoratori precari deve essere massima! Inutile dire – conclude Sculco –  che la serie di istanze proposte dal presidente Oliverio, finalizzate a rendere normale un settore così delicato, vanno prese in seria  considerazione e tradotte in atti formali. Sarà questo nuovo modo di agire a dare il segno del cambiamento. La Calabria ha bisogno che si reimposti una programmazione puntuale su tutte le questioni sanitarie che veda finalmente  operare sinergicamente le Istituzioni nazionali e regionali con il contributo di tutti i soggetti che in questo settore hanno titolo e ruolo per occuparsene. Sono fiduciosa che attraverso il dialogo proficuo che manda all’aria supponenze e prevaricazioni contrarie alla Costituzione otterremo i risultati sperati». (rp)