L’OPINIONE / Nicola Fiorita: La mia candidatura alla Provincia non era nei programmi

di NICOLA FIORITA – Ho accettato, dopo una lunga riflessione, la candidatura alla Presidenza della Provincia di Catanzaro. È stata, come si può immaginare, una decisione sofferta e non facile. Solo tre mesi fa sono stato eletto Sindaco della mia Città, impegnandomi con i miei concittadini a portare avanti per cinque anni una profonda opera di rinnovamento.

Non era nei miei programmi una candidatura alla Presidenza della Provincia, anche perché ci sono molti Sindaci ben degni di ricoprire questo delicato ruolo. Non sono potuto, però, restare indifferente alla forte pressione che è venuta da numerosi amministratori dei nostri ottanta Comuni, alla loro richiesta di un mio impegno diretto per risollevare la Provincia da una pesante crisi finanziaria e da una costante perdita di peso politico e istituzionale.

Forse, a convincermi a compiere questo passo molto delicato, sono stati i tanti dipendenti dell’Amministrazione che, esasperati per la loro condizione di precarietà, mi hanno chiesto di metterci la faccia. Funzionari e impiegati che, per la prima volta nella loro vita lavorativa, hanno subito l’umiliazione del rinvio del pagamento degli stipendi, causato da una situazione finanziaria dell’Ente ai limiti del fallimento. Non ho la bacchetta magica, né sarà facile mettere mano ad un disastro come quello registrato alla Provincia, ma posso sicuramente dire che non trascurerò nulla pur di rimettere in carreggiata un Ente che è stato, in passato, molto importante per la vita delle nostre popolazioni, assicurando ai dipendenti il rispetto dei loro sacrosanti diritti.

Ma c’è un altro aspetto che, nelle ultime ore, ha contribuito a vincere le mie comprensibili resistenze. Il sogno di una grande area centrale della Calabria, collocata tra Jonio e Tirreno nel punto più stretto della Penisola, è oggi più attuale che mai. Non saranno piccole polemiche, probabilmente scaturite da incomprensioni facilmente superabili, a fermare un processo che – l’ho scritto chiaramente nelle mie linee programmatiche – è inarrestabile e deve solo essere governato dalle classi dirigenti con intelligenza e lungimiranza.

C’è bisogno di un salto di qualità oserei dire culturale. Sarà un bel giorno – e io lavorerò perché arrivi presto – quando i cittadini di Catanzaro o di Guardavalle diranno “le nostre Terme di Caronte” o quando i cittadini di Lamezia o San Mango d’Aquino diranno “la nostra Università Magna Graecia”. Dovremo pensare unitariamente ad un territorio straordinario che ha delle potenzialità incredibili che potrebbero generare sviluppo, occupazione e ricchezza.

La partita si giocherà molto sull’asse Catanzaro-Lamezia Terme e so già che – se eletto – troverò un interlocutore prezioso nel Sindaco Paolo Mascaro e nei Sindaci dell’Istmo. Ma non basterà perché lo sviluppo dovrà interessare anche le due coste e le aree interne, così ricche di patrimoni ambientali e culturali.

Nell’auspicio che il Governo nazionale riporti al centro della discussione la dignità e la centralità degli enti di area vasta – in termini di riassetto istituzionale e sostenibilità finanziaria – ritengo che la Provincia, non avendo più molte competenze gestionali, debba soprattutto puntare a programmare, coordinare e armonizzare lo sviluppo urbanistico dei suoi Comuni in un unico grande progetto unitario. Oltre a garantire l’efficienza e la sicurezza nella viabilità provinciale e negli istituti scolastici della provincia, sono infiniti i terreni su cui la nuova Provincia dovrà cimentarsi: la difesa dell’ambiente, le politiche del turismo culturale, il potenziamento del sistema dei trasporti, la valorizzazione delle due coste e delle aree interne. Un ruolo, quello dell’ente intermedio, che assume un’importanza strategica anche sul campo dell’assistenza tecnica ai piccoli Comuni per l’attuazione degli interventi finanziati dal Pnrr.

È un lavoro che andrà portato avanti con determinazione e passione, attraverso una consultazione stringente con i Sindaci che sono i veri protagonisti di questa nuova stagione, ma anche con una forte interlocuzione con la Regione. Nei prossimi giorni, dopo un confronto con i Sindaci che hanno sottoscritto la mia candidatura, ma anche con altri Amministratori ancora indecisi, presenterò delle linee programmatiche in cui espliciterò meglio la nuova visione di Provincia.

Nel ringraziare tutti coloro che hanno voluto fortemente questa mia discesa in campo, le forze politiche riformiste e progressiste del centrosinistra e le forze civiche disseminate nel territorio provinciale, posso solo assicurare che nella mia attività di Sindaco di Catanzaro, come è naturale che sia, continuerò a rappresentare i bisogni della mia Città, ma in qualità di Presidente della Provincia sarò assolutamente imparziale, nell’interesse di tutti i Comuni che ne fanno parte, senza farmi condizionare dall’altro ruolo. Vorrò essere veramente il Presidente di tutti, perché la Provincia è una sola. (nf)

Scalese (Area Vasta): Fiorita convochi tavolo di concertazione per sviluppo di Catanzaro

Il segretario generale di Cgil Area Vasta CZ, KR, VVEnzo Scalese, ha invitato il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, a convocare un tavolo di concertazione per discutere dei temi cardine per lo sviluppo di Catanzaro.

«I tanti problemi rilevati, dall’emergenza idrica alla depurazione passando per i rifiuti – ha detto Scalese – complicati dalla partita della presidenza del Consiglio comunale la cui chiusura si è protratta per settimane, hanno indotto il sindaco Nicola Fiorita a stilare una scaletta di priorità nell’urgenza amministrativa, certamente plausibile. Ma avendo molto apprezzato la scelta di incontrare i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil per la presentazione del suo programma, che ha definito “aperto ai contributi soprattutto ai corpi intermedi proprio per sottolineare il valore della concertazione”, riteniamo opportuno appuntare un promemoria dei temi da affrontare alla ripresa autunnale».

«Come sottolineato dal segretario regionale della Cgil, Angelo Sposato, voler aprire un confronto con le parti sociali è un valore – ha detto –. Ma dobbiamo passare al più presto dalle parole ai fatti, sono troppe le emergenze da affrontare, complicate dal clima pre-elettorali, dalla pandemia e dalla guerra che rallentano la ripresta, dall’incremento dell’energia e delle materie prime, dall’inflazione più alta dal 1986 ad oggi».

«Torniamo a parlare di Pnnr, di fondi di coesione, fondi complementari – ha proseguito – che devono avere una unica cabina di regia e la firma di un protocollo di legalità: serve un confronto con le categorie per indirizzare la spesa pubblica. Perché individuare finanziamenti significa progettare, costruire un percorso di cui questa città sia capofila, come succede in altri ambiti e in altri settori. Ricordiamo il valore della programmazione per le periferie, e il recuperare della partecipazione dei cittadini nella vita amministrativa. Questa città è ricca di potenzialità che non sono mai state valorizzate».

«Quello che auspichiamo come sindacato, quindi – ha concluso – è di aprire al più presto un confronto costruttivo su temi cardine: sulle periferie abbandonate e su come concretizzare l’inclusione sociale, sul rilancio del centro storico, sulla creazione delle condizioni necessarie a risollevare le sorti delle attività commerciali ma anche sulla tanto attesa e discussa realizzazione del Polo sanitario che parte dalla reale integrazione tra l’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e l’azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini”. È arrivato il momento di allestire un tavolo per ragionare tutti  insieme dello sviluppo vero di questa città». (rcz)

Il sindaco Fiorita firma l’appello per il clima: Entro qualche anno Catanzaro esempio virtuoso di città green

Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha firmato l’appello lanciato dagli scienziati del clima, «perché la crisi climatica venga posta al primo posto dell’agenda politica in vista del voto di settembre», ha detto il primo cittadino, confermando l’impegno di «fare Catanzaro entro qualche anno un esempio virtuoso di città green».

«Ho ritenuto di condividere questo grido di allarme – ha spiegato il sindaco – anche alla luce della bella intervista rilasciata alcuni giorni fa su “La Repubblica” dal nostro concittadino Stefano Mancuso, uno dei massimi esperti mondiali di neurobiologia vegetale, che come si ricorderà si è detto pronto a darci una mano nei programmi di potenziamento del verde. Sono convinto, così come i colleghi Sala, Decaro, Nardella, Lepore, Gualtieri, Gori e tanti altri, che l’appello degli scienziati rappresenti un’ultima chiamata per evitare che i cambiamenti climatici sconvolgano il Mediterraneo e le nostre vite».

«Poiché alle enunciazioni e agli appelli devono seguire i fatti – ha proseguito – confermo la mia volontà, espressa in campagna elettorale, di fare di Catanzaro nel giro di qualche anno un esempio virtuoso di Città green. Su un primo obiettivo, richiamato anche dagli scienziati, siamo già partiti: la riduzione delle perdite idriche che sottraggono alla popolazione una risorsa essenziale e irripetibile come l’acqua. Il paziente lavoro di individuazione degli allacci abusivi, che continua senza tregua, ha dato risultati inaspettati, come testimonia il livello di acqua nei serbatoi».

«Non basta e dovremo fare tanto di più – ha detto ancora – utilizzando anche le nuove tecnologie per la rilevazione delle perdite. A settembre concretizzeremo l’impegno di varare un piano per le energie rinnovabili, ipotizzando per l’inizio del 2023 le prime sperimentazioni di Comunità Energetiche. Poi c’è la sfida di ridurre le emissioni prodotte dalle automobili e qui sarà decisivo l’approccio con la metropolitana di superficie che dovrà scoraggiare l’uso dei mezzi privati. Bisognerà favorire anche l’uso dei mezzi elettrici. E quindi la salvaguardia e la valorizzazione delle grandi pinete, Siano e Giovino, e di tutti di spazi verdi di cui dispone la Città. Con Stefano Mancuso penseremo anche ad un ambizioso progetto di forestazione urbana che coinvolga tutti i quartieri».

«Un impegno molto pressante – ha concluso – è il recupero delle zone della pineta di Siano devastata dall’incendio del 2021. Verificheremo lo stato dei lavori concordati dalla passata Amministrazione con Calabria Verde e l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali per la prima messa in sicurezza degli alberi e delle piante instabili. È solo un primissimo passo e serviranno consistenti risorse che cercheremo di ottenere da Stato e Regione, nella consapevolezza che Siano e Giovino sono due autentici scrigni verdi fondamentali per il futuro della Città». (rcz)

Sede Rai Calabria, il sindaco Fiorita: Faremo battaglia con il futuro Governo

Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha evidenziato come la «questione della sede Rai e della sua debole presenza nel Capoluogo, è estremamente importante anche perché rappresenta plasticamente la fragilità di Catanzaro e la sua impalpabile rappresentatività politica».

«Si ricordi che la nostra Città – ha detto Fiorita – esprime oggi un solo Consigliere Regionale, sia pure chiamato alla Presidenza dell’Assemblea. C’è una forte crisi di identità e di rappresentatività che oggi dobbiamo tentare di colmare con fatti concreti e non solo con le pur utili rivendicazioni. Le anomalie calabresi sono tante, alcune delle quali molto antiche, come la Rai che fu istituita a Cosenza ben 64 anni fa, altre molto più recenti, come la Direzione dell’Agenzia delle Dogane e altri Enti dello Stato».

«Ho trovato una Città isolata e debole – ha spiegato il primo cittadino – mentre altre realtà urbane si stanno organizzando istituzionalmente e politicamente, come Cosenza-Rende che potrebbero essere chiamate presto ad un referendum per l’unificazione. Noi pensiamo di avere le idee chiare. Ci sono due questioni, da me avanzate in campagna elettorale, che potrebbero riequilibrare l’asse politico-istituzionale. La prima è una Legge speciale per Catanzaro Capitale che fissi in maniera inequivocabile le competenze del Capoluogo e stabilisca senza tentennamenti o spinte localistiche che tutte le articolazioni dello Stato centrale abbiano sede a Catanzaro. Una legge che assegni anche consistenti risorse per il potenziamento dell’assetto urbano della Città, per la sua accessibilità e per l’incremento dei servizi pubblici a livello regionale e sovraregionale. Conto di parlarne nei prossimi giorni con il Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, che sicuramente non sarà insensibile a questa esigenza e che potrebbe farsi promotore, assieme al Sindaco, di questa iniziativa legislativa».

«La seconda è rappresentata dal progetto della Grande Catanzaro – ha proseguito – che ha già preso forma in campagna elettorale e che già a settembre vedrà un primo step con la riunione dei Sindaci di tutti i Comuni limitrofi o prossimi al Capoluogo. Vogliamo formare una Città Metropolitana di fatto che possa migliorare la qualità della vita dei suoi 140.000 abitanti e proporre ambiziosi progetti coordinati in tema di ambiente, turismo, trasporti, energie rinnovabili, cultura».

«Uniti saremo sicuramente più forti – ha ribadito il primo cittadino – e potremo dire la nostra perché la nostra potrà essere una voce più robusta e autorevole. Quanto alla questione specifica della Rai, che si inserisce in questo delicato contesto, voglio dire che a me piace combattere le battaglie che si possono vincere e non limitarmi alla protesta. La richiesta di spostare a Catanzaro la sede regionale della RAI, istituita come dicevo 64 anni fa e poi rafforzata dalla costruzione di una nuova e costosissima sede nel 1992, mi appare, sia pure legittima sul piano formale, non facilmente percorribile».

«Invece è molto percorribile – e mi impegnerò al massimo in tal senso con il futuro Parlamento e il futuro Governo – l’ipotesi che Catanzaro possa avere una prestigiosa ed efficiente sede/redazione della Rai – ha detto ancora Fiorita – con la dotazione di giornalisti, tecnici e tecnologie avanzate, in modo da coprire con facilità ogni evento. L’Amministrazione comunale può fin d’ora impegnarsi ad individuare una sede ampia, funzionale e soprattutto prestigiosa, tale da affermare la presenza del servizio pubblico in Città. Sono certo che questa battaglia, se supportata dalla rappresentanza parlamentare e regionale, potremo vincerla».

«Infine, per quanto riguarda la sottovalutazione del Magna Graecia Film Festival da parte del TgR Calabria – ha concluso – non posso che stigmatizzare l’accaduto e avanzare una formale protesta ai vertici della RAI Calabrese». (rcz)

Mancuso risponde alle proposte di Fiorita: Il sindaco di CZ renda operativa la sua Giunta e il Consiglio comunale

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, rispondendo alle proposte del sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha ricordato che «è indispensabile, per impostare una collaborazione tra Istituzioni che sia efficace e utile per la città, è che il sindaco renda rapidamente operativa, soprattutto sui problemi di stringente attualità che affliggono i cittadini, la sua Giunta e lo stesso Consiglio comunale».

«Affronti, e lo dico senza alcun tono polemico – ha detto Mancuso – le criticità vecchie e nuove e lasci perdere temi e questioni da campagna elettorale, come la Grande Catanzaro e addirittura l’ipotesi della Città Metropolitana, che appaiono – in un frangente di crisi economica del Paese che sprigiona effetti più gravi sulle aree svantaggiate come la Calabria e in un contesto di accelerate trasformazioni geopolitiche internazionali – come meri diversivi».

«Intenti, sebbene lodevoli sul piano teorico – ha proseguito – del tutto astratti, rispetto alle azioni più urgenti e d’impatto concreto sulla vita delle persone e sull’organizzazione urbanistica di una città che oggi appare sgretolata persino nella coesione sociale. E che ha bisogno di una guida sicura, leale nei comportamenti politici. Non ideologica o che proceda per asserzioni generaliste o campanilistiche, ma che abbia una visione dei problemi realistica e pragmatica, se si vuole dare la svolta che Catanzaro invoca da anni».

«Nello slancio di valorizzare i punti di forza, istituzionali, economici, sociali e culturali della città – ha detto ancora – la Regione non si sottrarrà. Anzi, alla condizione che l’interlocuzione non sia casuale o estemporanea ma continua e sistematica, e le proposte non siano solo enunciate, ma articolate e programmate fin nei dettagli, indicando le dinamiche attuative, gli strumenti normativi, i mezzi e le risorse che occorrono, la Regione sarà sempre accanto alla città. Sia per far emergere la funzione di guida istituzionale della capitale della Calabria assegnatale dallo Statuto, che per contribuire a far vincere alla città le importanti  sfide della digitalizzazione e dell’innovazione, della transizione ecologica e dell’inclusione sociale». (rcz)

Il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita ha incontrato Coldiretti Calabria

Nella sede di Coldiretti Calabria, il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha incontrato l’Associazione di categoria, rappresentata – per l’occasione – dal direttore regionale, Francesco Cosentini, dal direttore interprovinciale (Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia), Pietro Bozzo, dal presidente dei Consorzi di Bonifica, Fabio Borrello e da Vincenzo Speziali.

All’incontro era presente come ospite Donato Veraldi, già deputato europeo e senatore della Repubblica, nonché ex Presidente della Regione Calabria.

Il direttore Cosentini, portando i saluti del presidente Franco Aceto, ha, assieme al dott. Bozzo all’avv. Borrello, ha illustrato alcuni ufficiali spunti di interlocuzione e di prospettiva, a fronte di stimolo per l’azione del sindaco Fiorita, a cui si guarda con sincero interesse, ma anche con ufficiale e rispettosa attenzione.

Il direttore Cosentini ha ribadito come Coldiretti intende rappresentare al meglio la propria categoria – nel pieno rispetto delle altre organizzazioni – facendo però presente la riconosciuta e notoria dinamicità incisiva della Coldiretti stessa, la quale non si sottrarrà al continuo confronto istituzionale e sociale.

L’avv. Borrello, dal suo canto ha ribadito la vocazione agricola del territorio cittadino e ha svolto una riflessione circa la questione del Mercato di Piazza Mercato a Lido, mentre il dott. Bozzo ha illustrato ulteriori punti di interesse per lo sviluppo e la rappresentanza stessa degli associati.

Speziali in chiosa, ha richiamato il ruolo storico dell’Organizzazione Coldiretti a cui Fiorita per motivi di formazione politica, identitaria e familiare non è estraneo, e lo stesso Sindaco ha assicurato un continuo scambio e vera volontà di dialogo  – al pari delle altre organizzazioni di categoria – prendendo nota delle varie tematiche affrontate. (rcz)

Ecco la Giunta di Catanzaro guidata da Nicola Fiorita

«Questa non è la Giunta dei migliori, perché per me non esistono i migliori». È così che Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro, ha presentato la sua nuova Giunta.

Una Giunta, composta da persone «che ritenevamo giuste in questo momento storico, per dare un senso forte di discontinuità, ma anche per dare subito le risposte che a questa città serve. Quindi abbiamo scelto sicuramente per le loro competenze, ma non credo che bastino le competenze, ma anche per la loro operatività, per la loro professionalità e per la loro passione civile».

La Giunta Fiorita, quindi, è una squadra coesa, in cui «il gruppo conta più del singolo», di cui faranno parte anche altre figure che aiuteranno la Giunta per lavorare per Catanzaro.

«Sono convinto che con questo spirito di squadra possiamo raggiungere gli obiettivi prefissati» ha detto Fiorita, che ha assicurato che «mi impegnerò a favorire questo spirito di squadra anche attraverso un’approccio collegiale, interdisciplinare. perché loro devono essere in grado di lavorare con me, tra di loro, con gli uffici. Sanno che chiedo una dedizione totale al lavoro, perché questi primi dieci giorni ho visto quante cose ci sono da fare, quanto lavoro c’è da fare, quanto tempo c’è da dedicare a Catanzaro. E tutti loro mi hanno assicurato un impegno assoluto».

«Io credo che una giunta, per lo più formata da tecnici, persone che possano essere in grado di raggiungere gli obiettivi, dovrà essere valutata dai cittadini ma anche da loro stessi proprio per la capacità di raggiungere dei risultati. Non è una giunta a tempo, ma è esattamente la continuazione di quello che abbiamo detto in campagna elettorale: noi siamo pronti a essere giudicati e a essere giudicati per i risultati che conseguiremo».

A comporre questa squadra, i medici Giusy Iemma (Urbanistica, Politiche del mare, Porto di Lido, Rapporti con il sistema sanitario) e Venturino Lazzaro (Servizi Sociali e Tutela degli animali), la professoressa dell’Umg Donatella Monteverdi (Cultura, Pubblica Istruzione e Relazioni con l’Unicz), il funzionario d’azienda Antonio Borelli(Attività economiche, Turismo e Patrimonio), l’ex dirigente della Polizia di Stato Marinella Giordano (Sicurezza e Personale), l’ingegnere Raffaele Scalise, il già presidente della Lnd Nino Cosentino (Sport), l’avvocato Aldo Casalinuovo (Affari Generali e Servizi demografici) e la funzionaria regionale Marina Mongiardo (Bilancio e Tributi).

I consulenti, che sono quattro, sono: Enrico MazzaMarco Stigliano MessutiIrene Colosimo e Paola Giglio(rcz)

 

Lettera aperta al sindaco Fiorita dalla Ra.Gi. e Associazione “PerLe Demenze”

Riceviamo e pubblichiamo

Le auguriamo buon lavoro signor Sindaco, ma le auguriamo principalmente di riuscire a scrivere grandi narrazioni e di poter stare dentro agli universi così tanto frammentati di questa città in cui vivono tanti “acrobati della sopravvivenza” e dove, per loro, l’indifferenza è stata a volte, più feroce dell’intolleranza.

Sarebbe forse ingannevole pensare che linee di frattura sociale così profonde, possano rimarginarsi in fretta e che l’economia così come il territorio e la nostra comunità tutta, riescano a tornare velocemente alla normale dignità. Ma i cittadini si aspettano molto da lei e dalla squadra che sceglierà di schierare per poter imprimere quella forte impronta sociale che abbia l’obiettivo di colmare le disuguaglianze, di rilanciare il lavoro di qualità, di garantire i diritti sociali e quelli di cittadinanza che sono inscindibili, perché insieme garantiscono giustizia sociale e libertà individuale.

I catanzaresi vogliono essere accompagnati nella grande transizione che ci aspetta. Come RaGi, abbiamo molto apprezzato la sua risposta alla lettera da noi inviata ai candidati a sindaco quando chiedevamo alla nuova giunta comunale un “Punto e a Capo”.

Adesso, su quel nuovo rigo bianco vorremmo poter iniziare a raccontare un’altra storia. Una storia che può andare finalmente avanti senza affanni e senza timori, riaprendo così la partita e seguendo la strada della coerenza, della giustizia e principalmente del rispetto. Vede, nel momento in cui abbiamo deciso di proteggere le persone con demenza, noi abbiamo rispettato la sola legge che conosciamo come esseri umani. L’uomo non ha né potere, né privilegi, ha solamente responsabilità.

Nascere uomo su questa terra è un incarico sacro e la mancanza di profondo rispetto per gli esseri viventi, specialmente per quelli più fragili, conduce in fretta alla mancanza di rispetto per tutti gli uomini. Non crediamo esistano ricette preconfezionate, né crediamo che il pensiero di un solo uomo possa essere la bussola per il cambiamento di un sistema. Noi crediamo nelle invasioni di campo e di pensiero, nella cooperazione, nella costruzione di reti di dialogo, nel rispetto dei ruoli, nella chiarezza delle decisioni che si assumono, nella liberazione della stessa libertà da chi di questa libertà ne ha fatto un mercimonio.

Le auguriamo che lei possa portare avanti il suo progetto per il bene di tutti affinché il futuro di questa città non sia la continuazione ma un nuovo inizio.

L’aspettiamo nel nostro Centro Diurno per un caffè insieme all’assessore alle Politiche sociali da lei designato dr. Venturino Lazzaro. Questo non è ancora il tempo del raccolto. Questo è il tempo della buona semina. Buon cammino, signor Sindaco. (Associazione Ra.Gi e Associazione “PerLe Demenze” Famiglie Unite Calabria

È BALLOTTAGGIO TRA DONATO E FIORITA
IL CDX DIVISO HA PENALIZZATO SALVINI

di SANTO STRATI – A conti fatti le consultazioni amministrative, cui nessun politico nazionale, per abitudine o scaramanzia, assegna un grande ruolo, consegnano due elementi ben precisi in Calabria: il centrodestra diviso non va da nessuna parte (e penalizza in modo pesante la Lega e Salvini) e il Movimento 5 Stelle rivela tutta la sua fragilità (già fin troppo evidente). E poi c’è la “sorpresa” del voto disgiunto, quello che ha fatto la differenza anche se non ha portato la “rivoluzione” che ci si poteva aspettare. Nei fatti emerge un elemento chiarissimo: Donato facendo la somma dei voti della sua coalizione doveva poter contare – sulla carta – sul 52,7 % dei voti, invece (sul campione di 42 sezioni scrutinate sul totale di 137) si ferma al 43,7%. Nove punti in percentuale frutto, evidentemente, del voto disgiunto, che hanno un peso notevole. Difatti, per contro, Fiorita che sulla carta aveva 25,8% ha superato il 31%. I dati sono ancora provvisori, alle 21, mentre scriviamo queste note, ma gli scostamenti saranno minimi.

In poche parole se la vasta ed eterogenea coalizione che sosteneva Valerio Donato avesse votato compatta, probabilmente domenica sera si sarebbe festeggiato il nuovo primo cittadino di Catanzaro, eletto al primo turno. Invece si va al ballottaggio, con veleni che prim’ancora che siano chiusi gli scrutini (ma perché ci vuole così tanto a conteggiare le schede?) vengono sparsi dall’una e dall’altra parte.

Il prof. Valerio Donato che qualche settimana prima delle candidature era schierato con il PD, ha cambiato le carte in tavola, mettendo insieme, a suo sostegno, un inverosimile (ma c’è) mix di schieramenti trasversali che, comunque, non è riuscito a farlo eleggere al primo turno. Se si fanno due conti, difficile che Fiorita raccolga nel ballottaggio i voti di Fratelli d’Italia e della destra che ha presentato Talerico, sarebbe un mescolare diavolo e acqua santa, e altresì è poco credibile che Donato riesca a disperdere i capitale di voti raccolto, sprecando una opportunità che appare, almeno sulle carte, vincente. La verità è che Giorgia Meloni che ha voluto fare la voce grossa (e in solitaria) con Wanda Ferro ha mostrato di avere i numeri che, invece, Salvini sta vedendo ogni giorno di più assottigliarsi, con perdita di consenso non solo a livello regionale-

La venuta a Catanzaro di qualche big ha fatto capire che Catanzaro, per qualcuno, rappresenta la cartina di tornasole per capire dove butta il vento, ma, nello specifico, la città esce frantumata da queste elezioni, con fin troppi rammarichi e qualche livore, che, di certo, non lasciano intravvedere un governo della città tranquillo. Se Fiorita, che punta a convincere gli astenuti e quanti non digeriscono il nuovo corso dell’ex piddino Donato, tutto il centrodestra cittadino deve cominciare a fare un serio e onesto esame di coscienza sui troppi errori commessi. Queste due settimane che ci dividono dal domenica 26, non saranno all’acqua di rose, con dispettucci ed evidenti rancori tra le parti. Si è arrivati impreparati – politicamente parlando – a queste consultazioni, senza tener conto del territorio: un errore gravissimo che si farà notare a chiunque andrà a Palazzo de Nobili. La città mostra insofferenza per la politica (non quella vera di cui si sono perse letteralmente le tracce), ma per questa parvenza di intesa stravaganti e “niet” (giustificabili) sulle indicazioni per il ballottaggio. Come andrà a finire lo scopriremo presto, due settimane passano in fretta. (s)

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I NUOVI SINDACI

Nel Catanzarese:

Nel Cosentino:

 

Nel Crotonese:

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Nel Vibonese:

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nel Reggino:

Lucano ha lasciato Riace, non può restare nel paese che ha bisogno di lui

17 ottobre – È partito da Riace questa mattina presto, poco dopo le 6, Mimmo Lucano, diretto a un paese del circondario, a seguito della decisione del tribunale del riesame di Reggio che ieri ha revocato gli arresti domiciliari, disponendo, però, la misura del divieto di dimora. Da un lato un’attenuazione delle misure restrittive, dall’altro il provvedimento appare come un “esilio” amaro che lo allontana dal paese dove tutto è cominciato dieci anni fa. Il modello Riace per l’accoglienza ha lasciato sicuramente il segno, ma, obiettivamente, bisogna proprio pensare che si si stia facendo di tutto per cancellarlo.
Perché Mimmo Lucano dà fastidio? La domanda ha troppe implicazioni per trovare una risposta semplice. Il fatto è che gli tolgono gli arresti (domiciliari) e lo esiliano dal paese dove hanno bisogno di lui. Il divieto di dimora è una misura cautelare obbligatoria prevista dall’art. 283 del codice di procedura penale. Al di fuori dell’ambito territoriale Lucano ha piena libertà di circolazione: evidentemente i giudici del riesame ritengono “pericolosa” la presenza dell’ex-sindaco (il prefetto lo ha sospeso) a Riace (inquinamento delle prove o reiterazione del reato?). (rrm)

Per chi lo avesse perso, segnaliamo il bel servizio di ieri di SkyTg24

 

Su Facebook il prof. Nicola Fiorita (Unical) ha diffuso il 5 ottobre scorso un suo intervento, che riteniamo utile far conoscere anche ai nostri lettori:

«Ho atteso alcuni giorni prima di intervenire pubblicamente sull’arresto del sindaco di Riace. Ho voluto prima leggere l’ordinanza del Gip, ho voluto riflettere su tanti commenti, ho voluto lasciar sedimentare le mie emozioni. Per diverse ragioni – non ultimo, il mio ruolo di docente di materie giuridiche che insegna ai propri allievi il valore della legge, il diritto della critica e dell’impegno per cambiare le norme ingiuste ma anche il dovere di rispettarle finché vigenti – ho ritenuto di non poter confinarmi in uno slogan (io sto con Mimmo Lucano, questo è certo) ma di dover articolare il mio pensiero, distinguendo alcuni profili, a mio avviso i più rilevanti, della vicenda.
C’è innanzitutto l’aspetto giuridico-formale. Posto che il Gip liquida molti dei capi d’accusa (e inviterei tutti a soffermarsi su questo dato: è abbastanza raro che un Procuratore capo sia così clamorosamente smentito in sede di valutazione delle richieste di misura cautelare) e che la vicenda dei matrimoni combinati è risibile (è davvero incredibile che per un (1) matrimonio forse combinato e un (1) matrimonio suggerito e nemmeno celebrato si parli di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina) l’unica accusa rimasta in piedi è quella relativa all’affidamento diretto del servizio di raccolta differenziata a cooperative prive dei requisiti richiesti.
Rispetto a questa accusa Mimmo Lucano è un cittadino come tutti gli altri. Dovrà difendersi secondo le regole, ha diritto ad essere considerato innocente fino all’ultimo grado di giudizio e dovrà pagare nel caso abbia sbagliato. Si può e si deve aggiungere che non gli viene contestato nessun arricchimento personale, che l’affidamento riguarda un servizio erogato in un piccolissimo centro abitato e quindi per importi molto contenuti e che è del tutto evidente la sproporzione dei mezzi d’indagine utilizzati e della misura cautelare applicata, ma chiunque – anche se vittima di un accanimento investigativo – deve essere giudicato come tutti gli altri.
Accanto a queste considerazioni ci sono quelle più propriamente politiche. Le dichiarazioni di Salvini (e anche di alcuni deputati 5 stelle) sono inaccettabili in qualunque contesto democratico. La criminalizzazione delle idee altrui, la volontà di annientamento degli avversari, l’odio sparso a piene mani, la strategia di estremizzazione delle posizioni ravvivano ancora una volta l’allarme sullo scivolamento di questo paese verso una democrazia svuotata dei propri valori e riempita di autoritarismo. Allo stesso modo, l’azione sempre più dura di pezzi della magistratura e dell’apparato statale in Calabria sta conducendo verso l’azzeramento di esperienze scomode e alternative, con il rischio (o la volontà) di sterilizzare i fermenti positivi che ancora si sviluppano in questa Regione. Tra scioglimenti dei comuni, interdittive antimafia e ordinanze di custodia cautelare poi annullate si sta colpendo – da Cortale a Gioiosa a Riace – sempre più spesso chi non è allineato.
Guardare alla magistratura e/o alle prefetture con la massima fiducia e con la speranza che da loro venga lo sradicamento della ‘ndrangheta e della mala politica non può significare accettare acriticamente che esse si posizionino oltre la legge.
Ma non è ancora questo il punto.
Se si inscrive la vicenda di Mimmo Lucano dentro un perimetro esclusivamente legalitario o politico non si può comprendere quello che è accaduto in questi anni a Riace.
Riace è stato un modello si è chiesto qualcuno in questi giorni? Penso di si, penso anche che forse lo abbiamo rivestito di una retorica eccessiva e non abbiamo voluto vederne alcuni limiti (ad esempio, si dovrebbe riflettere sulla capacità o meno di generare sviluppo economico duraturo una volta ripopolati i borghi), ma Riace ha parlato al mondo della possibilità di salvare le vite degli ultimi, di dargli una speranza, di costruire incontri, di privilegiare l’umanità invece del denaro. E soprattutto Mimmo Lucano è stato un uomo, un uomo che ha caparbiamente e generosamente dedicato le proprie energie verso uomini e donne che non conosceva, che avevano un altro colore dal suo, che scappavano da guerre lontane. Un uomo che ha fatto indubbiamente, evidentemente, costantemente del bene.
E’ per questo dato – l’umanità che trionfa in un minuscolo paesino della Locride mentre soffre nel resto del mondo – che Mimmo Lucano dovrebbe essere candidato per il premio Nobel della Pace. Anche, o forse soprattutto, se avesse violato qualche norma procedurale o non avesse osservato qualche disposizione di legge. Per i suoi eventuali errori dovrebbe pagare, ma allo stesso tempo per i suoi evidenti e straordinari meriti dovrebbe essere riconosciuto per quello che è: un uomo speciale, un eroe.
Qualche giorno fa, prima di questa vicenda, all’inizio del mio corso ho chiesto ad alcuni studenti di leggere un libro di Natalia Ginzburg (Serena Cruz, o la vera giustizia) per poi discutere del rapporto tra legge e giustizia. La tensione tra legge e giustizia affonda nella notte dei tempi e sappiamo anche che non sempre chi sta dalla parte della giustizia ottiene ragione. Ma questo non è un motivo sufficiente per non continuare a stare dalla parte degli indiani, come direbbe il mio amico Giancarlo Rafele.
Chi, come me, insegna diritto nelle aule universitarie, insegna – deve insegnare – anche a non trasgredire la legge. Ma se mai mi capitasse di essere sindaco della mia città e di trovarmi dinanzi ad una regola che sento profondamente ingiusta e dalla quale può dipendere la vita di una persona, proprio come Mimmo Lucano non esiterei, assumendomene tutte le responsabilità, a trasgredirla. Non viviamo per essere salvi, viviamo per essere giusti». (Nicola Fiorita)