Trame 11, i Trent’anni di guerra alla ‘ndrangheta di Gratteri

Nel volume scritto a quattro mani con Antonio NicasoLa costituzione attraverso le donne e gli uomini che l’hanno fatta, si affronta un excursus storico che parte dalla Rivoluzione francese per giungere fino alla nomina di Pertini: “solo conoscendo la storia si può comprendere il presente”.

Si è trattata di una lunga chiacchierata intercorsa tra il giornalista Arcangelo Badolati e il procuratore Nicola Gratteri che ha restituito l’immagine di un uomo stanco nel corpo, ma non nello spirito. La conversazione ha fin da subito toccato alcuni punti cruciali delle più recenti vicende legate alla figura del magistrato: la scoperta di un possibile attentato la cui autorizzazione ha ricevuto gli echi di assensi americani.

Si tratta di situazioni ormai note, ma non per questo meno terribili, ma ci si abitua a pensare che talune circostanze potrebbero presentarsi. Una affermazione si auto-impone, usando un tono leggermente più alto nell’esposizione: “che vita sarebbe se decidessi di cambiare mestiere?”Alle domande riferite alle recenti riforme e al referendum della scorsa settimana, la dichiarazione è netta e precisa: in un momento storico in cui il governo è di larghe intese e non presenta praticamente opposizione è possibile concepire modifiche normative relative al CSM, ma in riferimento al referendum si è trattata di una enorme perdita di tempo.

La priorità del governo non può essere l’improcedibilità o la patente a punti per i magistrati. Gli interrogativi che si pongono sono se sia questa la dote che si porta alle commemorazioni dai trent’anni delle stragi di mafia e se fossero questi i cambianti a cui personalità del calibro di Falcone e Borsellino ambissero. Interrogativi retorici che lasciano chiaramente intendere quale sia l’orientamento dell’attuale Governo: un esecutivo che si è espresso sui temi della mafia solo dopo più di un anno dall’insediamento e in risposta alla presenza televisiva del procuratore ad una nota trasmissione televisiva.Ed è sulle scomode verità che ricade la conversazione: un ricordo all’attentato di via d’Amelio, alle immagini brutali segnate dall’odore acre di morte che si respirava in quel momento; corpi martoriati, il ronzio insistente nelle orecchie di chi si trovava nei paraggi e la freddezza di un uomo ancora sconosciuto che ha la lucidità di sottrarre dal cruscotto la famosa agenda rossa di Paolo Borsellino.

Solo in seguito si capirà perché quell’agenda sia stata tanto temuta e sottratta, sarà la vedova Borsellino a dichiararlo: si trattava del diario del magistrato ucciso, gli appunti personali delle memorie di ogni singolo suo incontro. Finché questa agenda scomoda non sarà restituita, l’Italia non deve avere pace. Eppure le priorità dell’Italia pare siano altre, come trovare circa 28.6 milioni euro per la costruzione di alloggi posizionati in corrispondenza delle case circondariali che permettano gli incontri privati della durata di 24, ore con cadenza mensile, tra i detenuti e i propri coniugi.

Un monito viene rivolto anche contro la propria regione, immensamente amata e proprio per questo altamente criticabile: un luogo che vanta ben tre facoltà di giurisprudenza e che sforna un numero sproporzionato di avvocati e che nel contempo non ha nessun indirizzo di studi che punti al turismo.Per concludere, riprendendo il libro oggetto della presentazione La costituzione attraverso le donne e gli uomini che l’hanno fatta edito da Mondadori, Nicola Gratteri sottolinea come sia importante conoscere la storia, perché solo attraverso la sua comprensione si può dare una giusta interpretazione della contemporaneità.

Per questo il libro parte dalle vicende della Rivoluzione francese e giunge fino alla carica del presidente Sandro Pertini: un uomo di elevata taratura morale che nella sua totale integrità ha rimproverato la madre che aveva cercato una raccomandazione per salvarlo da morte certa durante il conflitto. La storia ci insegna che lui si salverà ugualmente, forse proprio per riprendere la madre e lasciarci un insegnamento che è quello di non scendere a compromessi, neanche a costo della propria vita, una storia che ha il sapore del déjà-vu. (Daniela Caprino)

LE LACRIME SONO CORAGGIO, NON PAURA:
È L’AFFOLLATA SOLITUDINE DI GRATTERI

di GIUSY STAROPOLI CALAFATI – Ci sono lacrime che, negli ultimi tempi, più delle parole costruite con accenti e con suoni, ci hanno costretti a una profonda riflessione, carica di trattative morali. Al centro la specie umana, sempre più insolente e irrequieta. Quasi reminiscente verso la sua stessa genesi. Sono quelle di Nicola Gratteri che, sono certa, molte altre sono state le volte che dai suoi occhi sono traboccate miste a sangue, seppure in scortato segreto. Quelle secrezioni liquide che abbiamo visto rivestire le superfici congiuntivali del procuratore della Repubblica di Catanzaro, appena qualche giorno addietro, nel famoso salotto romano di Maurizio Costanzo, le cito e non perché, e qui scredito di fatto la versione bastarda e irregolare dei falsi stakanovisti, hanno certo portato allo scoperto la debolezza dell’uomo né la sua fragilità, ma perché hanno messo in risalto senza alcuna fanatica ostensione, la purezza della paura. Che non è mancanza di coraggio, o stato di assoluto avvilimento, ma naturale stato emotivo.

Il pianto, che nell’uomo è l’espressione della commozione o del dolore, in botanica, è l’emissione della linfa ascendente dalla ferita praticata su una radice o alla base del fusto. Ma non sono forse la stessa cosa il pianto dell’uomo e quello della botanica? L’uomo e la botanica, non sono, forse, due elementi che coincidono perfettamente?

Nicola Gratteri è uomo, è albero ed è radice. Tutti lo siamo. E tutti piangiamo alla maniera dell’uomo e della botanica.

Ma ci sono lacrime, e qui sta la vera questione, che fanno male più di molte altre. Hanno un peso specifico più eccedente rispetto alle altre. E nel momento dell’attrito con il viso lasciano sulla pelle segni più profondi delle altre. E solcano senza potervi in quei solchi piantare nulla. Fendono l’anima incavandola fino all’estremo, e raggelano il sangue nelle vene, metastatizzino la sconvolgente umana inquietudine.

Io non ho visto piangere Nicola Gratteri, il procuratore, dietro lo schermo del mio televisore, qualche sera fa, ho assistito, invece, alla commozione di Nicola e basta. Nicola, nato a Gerace, in Calabria, il 22 luglio 1958, terzo di cinque figli, e un amore e un rispetto innati nei confronti della propria terra. Nicola che è figlio, appunto, è marito, è padre, è amico, è missionario totus tuus in una Calabria pellegrina, sempre poco fiduciosa in se stessa, e invece più fiduciaria negli altri. In una terra a tratti asciutta a tratti umettata, nella quale o ci rimetti la vita, o ci rimetti il cuore. E se non sai scegliere, ce li rimetti entrambi.

Nicola è uno di quelli che ha deciso di rimanere in Calabria. Uno di quelli che nella terra della nascita ha deciso di investire tutto ciò che ha. Persino le lacrime. Tanto che il pianto neppure lo discute. Succede. Capita piangere. E va bene così.

Sulle lacrime di Gratteri che, sì, è vero, si sono fermate sul suo viso, ma hanno altrettanto veramente bagnato il viso di molti, abbiamo riflettuto in tanti, e non perché esse vadano spiegate, o forse censite, messe agli atti come elementi probatori, ma capite sì. Concepite, come dai i grembi i figli, sì.

Caro, Nicola Gratteri, e parlo all’uomo, che se lo facessi al procuratore sarebbe pura retorica, questa terra chiede il doppio di quello che dà. E lei lo sa bene.

Ti dona un sorriso e ti chiede in cambio due lacrime; ti dona una mano e da te ne pretende due; ti offre la sua casa ma ti costringe al tuo viaggio; ti regala la sua vita, ma non ti concede di vivere la tua. Ti prepara l’orto ma non ti consente di lavorarlo libero.

È amara, la Calabria. È subdola, selvaggia, è una grandissima figlia di puttana. Ma la terra siamo noi, noi che di questa Calabria siamo il bello e il brutto, il buono e il cattivo, la pecora o il lupo.

E il pianto suo è anche nostro. Degli uomini, i mezzi uomini, gli ominicchi, i ruffiani, i piglianculo, i quaquaraqua. Di tutta questa categoria di scimmie, è il pianto dell’uomo.

Il pianto suo è colpa della nostra incapacità di volerci bene, dando al pane più valore che alla preghiera, al vino più importanza che all’acqua.

Il pianto suo, caro Nicola, non è paura, è affollata solitudine. E quella che si vede intorno a lei è una solitudine che mette paura. Porta i brividi. Delude e disillude, e forse certe volte anche corrompe. Nicola Gratteri è uno e non ha nessuno, se non i famosi cento anni di solitudine già a 63 anni di età.

La questione sociale di cui è protagonista Antonello dell’Argirò, in Gente in Aspromonte, il capolavoro di Corrado Alvaro, si ripete. E proprio per colpa della solitudine ingarbugliata a cui alcune volte anche lo Stato costringe, continuerà a proliferare. Una moltiplicazione che più che paura, fa terrore, sconvolge ogni genere di morale.

Non oso immaginare quante volte, Nicola Gratteri, abbia ripetuto a memoria le parole di Antonello, che chiosano il racconto: «Finalmente potrò parlare con la Giustizia. Ché ci è voluto per poterla incontrare e dirle il fatto mio». Una pagina di letteratura e di vita che racconta l’amara solitudine dei luoghi e di chi li abita. Di chi li difende. Di una Calabria che quando è culla è già sepolcro.

Non la chiamo eroe, caro Nicola Gratteri, ai tempi della Magna Grecia lo sarebbe stato davvero. Figlio degli dei lo avrebbero considerato. Ne sono certa. Ed essi le avrebbero concesso la forza per sconfiggere la paura. Ma noi siamo uomini, e le verità degli dei non sono nostre. La storia, però, sì.

E lei è il mito di Davide, il giovane studente del Liceo Scientifico G. Berto di Vibo Valentia, e forse anche di Golia. Il riferimento certo di Abele e, sotto sotto, anche di Caino.

Per questo il suo pianto non lo chiamo paura, ma coraggio.

“L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza”. (Giovanni Falcone)  (gsc)

Nicola Gratteri al corso “Le mafie ai tempi dei social” alla Luiss di Roma

Molto partecipato il corso “Le mafie ai tempi dei social” organizzato a Roma da Fondazione Magna Grecia e ViaCondotti21 con il Gruppo Pubbliemme, Diemmecom, LaC Network e l’Università LUISS, che ha visto protagonista il Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri.

Insieme al Procuratore, Paola Bottero, Direttore strategico del Gruppo Pubbliemme\Diemmecom e di LaC Network, con il Presidente della Fondazione Magna Grecia Nino Foti e lo storico delle mafie della Queen’s University Antonio Nicaso.

Nel suo discorso di apertura, il Procuratore ha evidenziato come «nel suo discorso di insediamento Draghi non ha detto una sola volta la parola mafia. Ha un piano? Una visione? Vorremmo sapere se ha delle proposte per contrastare le mafie, ma credo che la giustizia e la sicurezza non interessino a questo Governo e che Cartabia non sia il Ministro che serviva all’Italia». 

«Appena nominata ha incontrato il Garante dei detenuti e Nessuno tocchi Caino, i magistrati li ha incontrati dopo un mese. Non cambia nulla? Forse. Ma la forma è sostanza. E questo fa capire l’indirizzo di questo Governo», ha spiegato.

«Hanno trovato più di 28 milioni di euro per costruire le Case dell’Amore, un luogo dove i detenuti possono incontrarsi per 24 ore con moglie, marito e amanti. Avete idea – ha proseguito – dei messaggi che possono essere mandati all’esterno grazie a questa idea? Questo abbiamo portato a Palermo nel 30esimo anniversario della strage di Capaci, quando tutta la politica è andata a onorare Falcone, le Case dell’Amore».

«Le mafie, oggi – ha spiegato ancora – sono mimetizzate nel tessuto sociale ed economico, ma non esisterebbe la mafia senza la relazione con le classi dirigenti, sarebbe criminalità comune. La mafia ha bisogno del territorio e del consenso popolare, il boss ha bisogno di pubblicità, è un imprenditore. Così la ‘ndrangheta si è presa la Calabria e un quarto di Milano. Certe cose bisogna dirle. Io mi sono creato una vita da recluso, ma sono libero di dire quello che voglio perché non appartengo a nessuna corrente. Il silenzio è complicità».

Il Generale Pasquale Angelosanto, Comandante dei Carabinieri del ROS ha raccontato come alcuni esponenti del clan degli Scissionisti di Secondigliano siano stati catturati grazie alle loro attività su Facebook e di come, tra le mafie italiane, la Camorra sia la più incline a mostrarsi sui social: «È costruzione del consenso – ha detto – un modo per costruirsi un’immagine vicina alla gente».

Anche Alessandro Barbera, Comandante Scico della Guardia di Finanza, ha parlato dei cambiamenti degli ultimi anni: «Le mafie hanno cambiato volto e si sono mimetizzate, sono silenti e opache. Ma guai a pensare che siano sparite. Ci sono. E noi lo dobbiamo gridare forte».

«La mafia oggi è stata indebolita dai processi e dalla cattura dei grandi latitanti, oggi la ‘ndrangheta è quello che Cosa Nostra era 30 anni fa. È potentissima. La Camorra invece è magmatica, non ha vertice, è più complicato sconfiggerla», ha detto il Prefetto Francesco Messina, Direttore Anticrimine della Polizia di Stato.

«La soluzione è solo una – ha detto ancora – attaccare i patrimoni. Se togli i soldi alle mafie non pagano più gli avvocati, non pagano più gli stipendi. Bisogna colpire i soldi». Marcello Ravveduto, Docente dell’Università di Salerno ha parlato della nuova comunicazione della criminalità organizzata: «Le mafie sono sistemi di comunicazione, i territori virtuali devono essere controllati esattamente come quelli reali». 

«Le mafie cercano di controllare il territorio senza la violenza – ha continuato il Professore Antonio Nicaso –. La violenza si usa solo quando serve, i metodi sono altri, senza il concorso esterno di apparati dello Stato non c’è mafia». Ha chiuso l’evento Nino Foti, Presidente della fondazione Magna Grecia: «Per sconfiggere le mafie dobbiamo unire il controllo del territorio con la formazione. Bisogna ricostruire un nuovo civismo». (rrm)

Giornata della Legalità, a Nicola Gratteri la Laurea Honoris Causa in Diritto dall’Università di Ancora

di PINO NANOPer le Marche la giornata del 23 maggio nasce e si sviluppa quest’anno all’insegna di Nicola Gratteri, della sua vita, della sua esperienza magistrale di giudice, del suo impegno quotidiano contro le organizzazioni criminali più potenti e organizzate del mondo.

Doppia festa, dunque, questa volta per il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri. Nel giorno in cui nel Paese e nel mondo torna alla memoria il ricordo di Giovanni Falcone e della Strage di Capaci, la città di Ancona lo proclama Cittadino Onorario e l’Università delle Marche gli conferisce il Dottorato Honoris Causa in Diritto

Un riconoscimento solenne dietro l’altro per il magistrato calabrese, dopo la decisione presa dal CSM di escluderlo dalla corsa alla guida della Direzione Nazionale Antimafia. Se non fossimo rispettosi del diritto e del senso dello Stato come lo siamo, diremmo che da ogni parte d’Italia si leva forte la protesta corale verso questa decisione cha ha tutto il “sapore politico” di un sistema che difende sé stesso. Di certo è che da ogni parte d’Italia Gratteri viene chiamato a gran voce per ricevere premi e riconoscimenti che il “sistema” della magistratura italiana, così tanto ben descritto da Luca Palamara e Alessandro Sallusti nel loro libro, certamente non ha mai immaginato di conferirgli. 

Lunedì 23 maggio sarà quindi il sindaco della città marchigiana di Ancona Valeria Mancinelli a consegnargli a nome della sua amministrazione comunale la pergamena di cittadino onorario. A presiedere la doppia manifestazione in onore del Procuratore Antimafia di Catanzaro ci saranno anche Francesco Acquaroli, Presidente della Regione Marche e Marco Ugo Filsetti, Direttore Generale URS Marche. Ad introdurre il dibattito sarà l’avvocato Laura Versace.

Secondo cerimonia ufficiale per Nicola Gratteri nel pomeriggio alle ore 16 nell’aula magna dell’Università delle Marche, dove Nicola Gratteri riceverà dal Rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gianluca Gregori anche il Dottorato Honoris Causa in Diritto, più precisamente in “Management and Law”, conferitogli dal Senato Accademico e dalla Assemblea della Facoltà di Economia “Giorgio Fuà” su proposta del Consiglio del Dipartimento di management.

La Lectio Magistralis prevista dal protocollo d’onore di ogni ateneo, lezione che Nicola Gratteri terrà invece di mattina agli studenti di Ancona presenti in aula magna, avrà però una variante rispetto alla tradizione accademica universitaria italiana ed europea: per la prima volta infatti il neo “Dottore in Diritto” non si limiterà soltanto alla sua tradizionale prolusione accademica, ma Gratteri ha chiesto di poter rispondere anche alle domande che gli verranno dagli studenti, e se questo da una parte riduce la solennità di una Lectio Magistralis, dall’altra parte invece apre un momento di confronto che allarga i confini del dibattito e delle pure relazioni schematiche e scritte del caso. Ma Gratteri è fatto così. Chi lo conosce sa bene che è senza rete, e comunque sempre e in maniera totale al servizio della libertà del linguaggio. 

Ricordiamolo anche noi, il 23 maggio 1992, ore 17 e 58 svincolo Capaci-Isola delle Femmine, cinque quintali di tritolo fanno saltare un tratto dell’autostrada Palermo-Mazara del Vallo esattamente nel momento in cui la macchina del giudice Giovanni Falcone e quelle della sua scorta transitano in direzione di Palermo. Nell’attentato di stampo mafioso perderanno la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, mentre altre 23 persone rimarranno ferite.

Il 19 luglio dello stesso anno perderà la vita in via D’Amelio a Palermo, sempre per mano delle organizzazioni mafiose, anche il giudice Paolo Borsellino insieme agli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Tutto questo 30 anni fa. (pn)

Scorta Civica per Gratteri, Legambiente CZ: Il Procuratore determinante anche nel contrasto alle ecomafie

C’era anche Legambiente Catanzaro al sit-in a sostegno del procuratore Gratteri organizzata dal Movimento civico “Noi”, in Piazza Matteotti a Catanzaro, davanti agli uffici della Procura, e ha ribadito che «Non vogliamo che il procuratore venga isolato o si senta in alcun modo abbandonato».

«Grazie alla legge contro le ecomafie, ottenuta dopo 20 anni di battaglie che hanno visto Legambiente quale capofila, oggi è possibile essere più incisivi nel contrasto ai crimini ambientali e l’opera del dottore Gratteri è stata determinante in Calabria», ha spiegato l’Associazione. (rcz)

 

Solidarietà dai tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria a Nicola Gratteri

Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria, hanno incontrato il Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, esprimendo grande sostegno all’attività di contrasto alla ‘ndrangheta finalizzata ad estirpare definitivamente questa malapianta da tutto il territorio regionale.

Durante l’incontro, durato un’ora, sono state affrontate diverse problematiche dalla lotta alla criminalità organizzata alla promozione della cultura della legalità, passando per la necessità di mettere in sicurezza il lavoro e per il controllo della spesa dei fondi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.  I Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria hanno convenuto con il Procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, di addivenire in tempi rapidi alla formulazione di un Protocollo di tracciabilità della spesa comunitaria che coinvolga direttamente gli imprenditori e le associazioni di categoria.

Durante il colloquio con il Procuratore Nicola Gratteri, poi, è stato aperto il capitolo delle ricadute nefaste della pandemia da Covid-19 che, fra le altre cose, ha evidenziato la crescita esponenziale di gravissimi fenomeni criminali di natura usuraria, per denunciare i quali, nei prossimi giorni, verrà organizzata un’iniziativa in collaborazione con le Associazioni dei consumatori di Cgil, Cisl e Uil. I Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria, poi, hanno ribadito al Procuratore capo di Catanzaro il massimo sostegno delle Organizzazioni sindacali rappresentate in quella che è, senza ombra di dubbio, la battaglia decisiva per le calabresi ed i calabresi.

Per Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, infine, è stato un piacere trovare Nicola Gratteri sereno, sorridente e fortemente motivato nella sua azione di contrasto alla criminalità organizzata, cosa che ha rincuorato i Segretari generali e ha rafforzato in loro la fiducia nel poter cambiare, con il sostegno deciso e diretto all’opera di risanamento sociale della Calabria, il destino di questa terra. (rcz)

L’Università di Urbino conferisce a Nicola Gratteri lo storico sigillo d’Ateneo

di PINO NANOIl conferimento del Sigillo di Ateneo al giudice Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, figura di grande spicco nella lotta alla criminalità organizzata equivale ad una Laurea Honoris Causa, e forse molto di più. È una sorta di consacrazione ufficiale delle sue conoscenze, della sua formazione, del suo livello di conoscenza della materia trattata.

Nel suo caso, parliamo di lotta alla Ndrangheta, di guerra-aperta alle più potenti organizzazioni criminali del mondo, di traffico internazionale della droga, di scandali di Stato e di soprusi di ogni genere, temi di cui Nicola Gratteri è diventato ormai uomo-simbolo nel mondo, ma anche terminale reale in Italia di chi affronta temi così complessi e delicati. 

Un “numero uno” in assoluto, perché nessuno meglio di lui conosce la mafia, e nessuno meglio di lui sarà mai in grado di decodificare e tradurre in soluzioni pratiche il grande potere criminale che avviluppa la vita del Paese. Nicola Gratteri come Giovanni Falcone o come Paolo Borsellino. Questo è il vero dato di fatto, oggi assoluto e incontestabile. Peccato che il CSM in questi giorni non abbia capito quale sia il vero valore aggiunto di questo magistrato, e non lo abbia ritenuto sufficientemente adatto per guidare la Procura Nazionale Antimafia. Ma l’uomo è ancora giovane, e ha un futuro ancora tutto da vivere. Chi lo conosce profondamente bene ci parla comunque di un magistrato che nonostante tutto ha ancora grande lucidità di analisi e soprattutto grande senso dello Stato. E questo è quello che il Paese si aspetta da lui.

La cerimonia che l’Università di Urbino ha organizzato per lui si terrà alle 10.30 del prossimo 24 maggio nell’aula Magna Paolo Volponi dell’Università e sarà il Magnifico Rettore dell’Università Giorgio Calcagnini a conferire a Nicola Gratteri la massima onorificenza d’Ateneo, appunto il Sigillo dell’Università. Ma prima ancora del conferimento del Sigillo d’Ateneo Nicola Gratteri terrà, come protocollo impone, la sua lectio magistralis che avrà per titolo Storia segreta della ‘Ndrangheta.

Nel 2020, prima della pandemia lo stesso riconoscimento era toccato al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, e anche in quella occasione la motivazione riguardava l’attenzione dello Stato sul fronte della criminalità organizzata. Per la Calabria, la notizia di questa festa così solenne in onore di Nicola Gratteri ha un valore doppio, perché è la prima volta che l’Università di Urbino -che passa per essere una delle Università storiche più prestigiose d’Italia- premia un figlio di Calabria.

Sarà curioso sapere se alla fine per la sua Lectio Magistralis il Rettore dell’Ateneo gli imporrà l’ermellino rosso sulle spalle, e conoscendo la modestia del personaggio non crediamo che Gratteri salirà mai sul podio dell’aula magna con la stola rossa sulle spalle. Ma è ancora presto per dirlo. (pn)

Saccomanno (Lega): Domani tutti a “Scorta Civica” per sostenere Nicola Gratteri

Il commissario regionale della LegaGiacomo Saccomanno, ha invitato i cittadini calabresi a partecipare alla manifestazione indetta a Catanzaro a sostegno del Procuratore Nicola Gratteri, «per dimostrare che in Calabria vi sono tantissime persone per bene che vogliono contrastare e liberarsi dalle mafie».

«Un momento importante – ha evidenziato – per non lasciare solo Nicola Gratteri e per far sentire la voce e la vicinanza di una Calabria che vorrebbe, veramente, che ci fossero 100, 1.000, 10.000 procuratori della sua levatura e del suo spessore morale. Se la mafia lo attacca e cerca di eliminarlo vuol dire che sta facendo bene e che sta colpendo nel segno, contrariamente a coloro che cercano di delegittimarlo e che sono, sicuramente, espressione del malaffare e, sicuramente, solo dei ciarlatani. Oggi, se la regione comincia a respirare, quasi liberamente, è, sicuramente, merito del dottor Nicola Gratteri e della sua Procura che è stata organizzata perfettamente e che ha colpito e, speriamo, colpirà la criminalità e le lobby di potere che si annidano nella politica, nella imprenditoria, nelle stesse istituzioni e che cercano, in tutti i modi, di depredare le risorse calabresi».

«È sufficiente – ha proseguito – guardare le grandi opere o la sanità per rendersi conto di come ci vogliano in Calabria mille Nicola Gratteri e di come senza di lui appare ardua la battaglia contro la ‘ndrangheta violenta e quella dei colletti bianchi. Se vogliamo una Calabria libera, dignitosa, autonoma, legale, sviluppata dobbiamo tutti combattere contro il malaffare, sostenere chi denuncia, e, in particolare, stare accanto a chi sta combattendo questa battaglia storica che ha rivalutato la possibile crescita, morale, economica e occupazionale della regione».

«La Lega è accanto a Nicola Gratteri – ha concluso – e chiede che possa autonomamente portare avanti le tanti inchieste che hanno e stanno bloccando pesantemente la crescita della Calabria per la evidente corruzione, collusione, incapacità e incompetenza esistente e che, naturalmente favoriscono il potere ‘ndranghetistico-mafioso». (rcz)    

 

L’Ansi e l’Associazione per onorare la memoria dei Caduti nella lotta alla mafia a Catanzaro per Nicola Gratteri

Domani mattina, alle 11, davanti alla Procura di Catanzaro, l’Associazione nazionale Sottufficiali d’Italia (ANSI) e l’Associazione per onorare la memoria dei Caduti nella lotta contro la mafia, saranno presenti per esprimere piena e incondizionata solidarietà al magistrato Nicola Gratteri.

«È un dovere morale e civico – si legge in una nota congiunta – essere presenti e dare un segnale tangibile alle mafie, in modo che possano comprendere che se si tocca un uomo di Stato, ligio al proprio dovere, ci saranno migliaia di persone decise a insorgere al fine di opporsi ai loro propositi criminali. Non lasceremo da solo il magistrato di Catanzaro Nicola Gratteri e siamo pronti a partecipare attivamente sull’intero territorio italiano affinché le coscienze di tutti siano toccate e si alzino con una voce sola».

«Dalla Sicilia e dalla Puglia – continua la nota – ci siamo attivati immediatamente per aderire alla manifestazione così come richiestoci da Adriana Musella, figlia di Gennaro, l’imprenditore ucciso dalla criminalità che fece esplodere la sua autovettura nel 1980». (rcz)

 

Minacce a Gratteri, la solidarietà e vicinanza delle Istituzioni calabresi

Tanta solidarietà è stata espressa dalle istituzioni e politici calabresi, al Procuratore Nicola Gratteri per le minacce che gli sono state rivolte dalla ‘ndrangheta.

«Quanto riportato dal ‘Fatto Quotidiano’ è grave e inquietante. Fa bene il Copasir a voler approfondire. Al procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, la solidarietà della Giunta che ho l’onore di guidare. La Regione Calabria è al suo fianco nella lotta contro la ‘ndrangheta», ha scritto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

Anche il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha evidenziato come «le notizie riportate dal Fatto Quotidiano circa le minacce rivolte dalla ‘ndrangheta al procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri destano forte preoccupazione».

«Sicuro che non si stia trascurando nulla per garantirgli la massima protezione, esprimo la solidarietà mia e dell’Istituzione che rappresento ad un uno dei maggiori protagonisti del contrasto alla criminalità organizzata», ha concluso.

Il segretario regionale del Partito Democratico, Nicola Irto, ha espresso la vicinanza del PD al Procuratore Gratteri. «Il Procuratore Gratteri senta la vicinanza di tutta la Comunità calabrese, per la quale si è speso senza sosta negli ultimi anni, delle Istituzioni e della politica che sono al suo fianco anche in questo difficile momento. Siano svolti tutti gli opportuni approfondimenti – la posizione del Pd della Calabria – e si mettano in atto tutte le necessarie precauzioni. Per il resto siamo certi che Gratteri proseguirà, come sempre ha fatto, il suo indispensabile lavoro per la Calabria e per il Paese».

«Le notizie riportate dalla stampa e non smentite dal Procuratore Nicola Gratteri sono di una gravità inaudita e dimostrano, ancora una volta, di come la ‘ndrangheta sia sempre pericolosissima», ha dichiarato il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno.

«Un tentativo di alzare il tiro e colpire il più prestigioso paladino alla lotta contro le mafie – ha aggiunto –. La valenza del Procuratore Gratteri è ormai riconosciuta in tutto il mondo per le sue coraggiose battaglie nei confronti dei clan e del traffico internazionale di stupefacenti».

«Sin dai primi anni, appena superato l’esame per essere immesso in magistratura – ha ricordato – ha dato la sua vita per combattere, senza se e senza ma, la criminalità organizzata e qualsiasi altra condotta illecita, venendo a scoprire intrecci impensabili. Una vita blindata che ha accettato con spirito di sacrificio avendo nel profondo del suo cuore questa indispensabile lotta, anche a livello internazionale, per la liberazione della Calabria e dell’intero mondo da un sistema di lobby di potere e di controllo illecito del territorio. Le importanti indagini, portate avanti con coraggio e dedizione, hanno, nel tempo, consentito di scoprire situazioni incredibili che hanno dimostrato di come le mafie si siano integrate con pezzi dello Stato e della politica. A Nicola Gratteri il più ampio sostegno, la più sentita solidarietà, il più pieno appoggi che non possono, però, limitarsi a sole affermazioni di rito, ma devono, invece, declinare poi in fatti concreti. La politica tutta deve interrogarsi su cosa stia succedendo e fornire al procuratore Gratteri tutti quegli strumenti necessari per poter portare avanti una battaglia di civiltà e giustizia che non può, assolutamente, arretrare di un solo millimetro».

«La Lega – ha concluso – ha sempre lottato per la legalità, è stata sempre accanto ai magistrati valorosi, ha sempre sostenuto coloro che hanno a cuore la liberazione della Nazione da condizionamenti criminali, lasciando agli altri i proclami sterili e senza costrutto. Sarà, pertanto, sempre accanto a Nicola Gratteri nella battaglia che sta portando avanti e che sono indispensabili per la Calabria e per l’Italia intera».

Il consigliere regionale di Italia al Centro, Francesco De Nisi, ha espresso la sua vicinanza al Procuratore Gratteri,  il cui «indefesso impegno e la sua costante battaglia di legalità – aggiunge De Nisi – lo collocano tra i più illuminati servitori dello Stato».

«Con caparbietà, coraggio e alto senso delle istituzioni  ha aggiunto – si batte da anni per restituire vero civismo alla Calabria.  Una terra che ha bisogno di pilastri solidi e ideali fermi». Il consigliere regionale, nel riaffermare la piena solidarietà all’uomo delle istituzioni giudiziarie, conclude dicendosi convinto «che non sarà l’ennesima minaccia a scalfire la sua volontà di proseguire nella lotta contro la criminalità organizzata. Sarà, invece, l’amore per la Calabria e per i calabresi a indurlo a proseguire con maggiore determinazione e fermezza nella consapevolezza che non mancherà mai il nostro totale appoggio».

La senatrice di Forza Italia, Michela Caligiuri, ha evidenziato «quanto i nostri servizi di intelligence hanno fatto emergere riguardo a un piano per attentare alla vita del Procuratore Nicola Gratteri è preoccupante e agghiacciante». 

«Esprimo – ha concluso – la mia totale solidarietà al Procuratore Gratteri chiedendo maggiore protezione e ringrazio il comparto intelligence per il lavoro che ogni giorno svolge anche per tutelare l’incolumità di chi lavora per sconfiggere uno dei mali della nostra terra: la ‘ndrangheta».