Nei giorni scorsi, il Consiglio comunale di Cosenza, dopo un dibattito, ha approvato la localizzazione del nuovo ospedale, che nascerà a Vaglio Lise.
«L’atto che portiamo in discussione e in votazione – ha esordito l’assessore all’Urbanistica Pina Incarnato – non riguarda solo la localizzazione del sito dove sorgerà il nuovo Ospedale, ma è soprattutto una presa di coscienza e di responsabilità volte a dare risposte concrete alle esigenze sanitarie dei cittadini che devono essere indirizzate e modulate verso un sistema ospedaliero compiuto ed efficiente».
L’Assessore Incarnato ha poi elencato le criticità che affliggono la struttura ospedaliera dell’Annunziata.
«Una struttura vetusta – ha detto l’esponente della Giunta del sindaco Franz Caruso – che a stento riesce a garantire standard minimi di assistenza sanitaria, mentre noi abbiamo l’obbligo di aspirare a standard di alta qualità ed efficienza. A tal dine, non bastano gli sforzi del nostro personale medico che, nonostante le emergenze quotidiane, dimostra grandissima professionalità».
Incarnato ha, inoltre, ricordato le carente dell’impianto edilizio dell’Annunziata, risalente al 1939 con una struttura «che – ha detto ancora l’Assessore all’urbanistica di Palazzo dei Bruzi – presenta obsolescenza di impiantistica di base, delle reti idriche ed elettriche, mentre la collocazione dei blocchi operatori necessita di una più netta distinzione dei percorsi sporco-pulito al fine di garantire una maggiore prevenzione delle contaminazioni. Inoltre, l’attuale sito ha una costretta collocazione urbana che non consente progetti di espansione. Tutte queste ragioni hanno anche spinto la nostra Amministrazione ad inserire, già nel programma elettorale, l’indicazione di Vaglio Lise quale migliore sito dove collocare il nuovo presidio ospedaliero».
«Questa scelta strategica – ha continuato Pina Incarnato – ci consentirà di ricucire con una zona della città spesso emarginata perché per avitare le periferie bisogna smettere di crearne altre. Con Vaglio Lise – ha spiegato inoltre l’Assessore – si sceglie un’ubicazione che risulta essere baricentrica perché al servizio non solo dei due centri più popolosi e più frequentati da flussi esterni, il capoluogo con circa 65.000 abitanti e Rende con circa 34.000, ma, soprattutto, agevolata da un sistema viario facilmente percorribile dai comuni più distanti e al servizio di un bacino più ampio che guarda anche alla Presila».
Pina Incarnato ha poi ricordato anche le altre ragioni che hanno fugato ogni dubbio sulla scelta della localizzazione. «Dagli studi eseguiti – ha precisato – Vaglio Lise risulta il sito più adatto, in quanto non esposto alle criticità presenti, invece, negli altri siti (le altre ipotesi localizzative prese in considerazione dallo studio di fattibilità commissionato dalla Regione Calabria nel 2016 erano, insieme a Vaglio Lise, la Collina di Muoio e via degli Stadi)».
«L’area di Vaglio Lise – ha spiegato ancora Pina Incarnato – ha un’idoneità maggiore in quanto l’orografia del territorio consente una flessibilità per un possibile ampliamento futuro”. Tra i punti a favore Incarnato ha indicato anche una maggiore accessibilità, grazie alla vicinanza con la stazione ferroviaria, con la SS 107, la viabilità provinciale e la stessa rete autostradale. Quanto alle aree, pina Incarnato ha chiarito che si tratta di aree pubbliche in quanto aree dismesse di Ferrovie dello Stato e che pertanto l’acquisizione risulta essere più vantaggiosa. “Mi chiedo – ha concluso Incarnato-, se non ora, quando? Il presidente della Regione ha già dimostrato una sensibilità al tema della sanità ed è ora, da commissario, in una posizione privilegiata, conoscendo, da cosentino, il problema dell’Ospedale. Dimostriamo oggi che siamo in grado di passare dalle diatribe alle soluzioni. La sfida non è portare gli ospedali vicino alle Università, ma creare ricerca universitaria all’interno degli Ospedali».
«Oggi – ha detto il presidente della Commissione Urbanistica, Francesco Turco – discutiamo di un punto fondamentale per il futuro della città, ma soprattutto di una questione centrale per il benessere dei cittadini e che riguarda il loro diritto alla cura ed alla salute pubblica. Un tema ed una questione che ci ha visti impegnati in maniera netta e determinata in campagna elettorale e sin dal nostro insediamento al governo della città».
«Dopo pochi mesi, quindi – ha proseguito Turco – grazie alla determinazione del Sindaco Franz Caruso, della Giunta, in particolare dell’assessore Pina Incarnato e grazie anche al Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Mazzuca, ci accingiamo oggi a votare una pratica che rappresenta l’inizio di un iter che dovrà rimodulare l’intero sistema sanitario della provincia di Cosenza per renderlo più efficace ed efficiente. La realizzazione del nuovo Ospedale Hub regionale di Cosenza deve costituire, una priorità anche per l’intero sistema sanitario calabrese».
«Con la realizzazione del nuovo ospedale HUB di Cosenza – ha aggiunto Francesco Turco – si conseguiranno molteplici effetti positivi: i cittadini cosentini, di tutta la provincia (e non solo), avranno a disposizione una struttura sanitaria sicura, di moderna concezione e all’avanguardia per la tipologia di apparecchiature sanitarie. In questo contesto riteniamo che la scelta di Vaglio Lise sia la più giusta».
«Non voglio, oggi – ha proseguito – alimentare polemiche, ma voglio sottolineare che l’individuazione del sito è una prerogativa di questo consiglio comunale e che la scelta di Vaglio Lise è scaturita anche in considerazione del fatto che il sito è posto in prossimità di un’arteria principale, la SS 107 Paola-Crotone, a scorrimento veloce, prossima al comune di Rende (oggi accogliamo con piacere la convergenza sulla scelta espressa dall’assessore De Rango del comune di Rende a cui va il nostro ringraziamento), ai comuni presilani (ringrazio i sindaci che, con lungimiranza, ci hanno incoraggiato a proseguire in questa direzione), alla rete ferroviaria e, comunque, baricentrica nell’intero contesto territoriale provinciale».
«In questo è intrinseco, dunque – ha detto Turco – il valore strategico e funzionale del sito di Vaglio Lise. Noi tutti riteniamo, quindi, che la scelta operata dall’Amministrazione comunale vada nella giusta direzione per come indicato nello studio di fattibilità commissionato dalla Regione Calabria che individua, appunto, in Vaglio lise il luogo migliore su cui far sorgere il nuovo ospedale”. Turco ha tenuto, inoltre, a sottolineare che anche le pratiche di acquisizione del terreno risultano facilitate, rispetto agli espropri, dal fatto che si tratta di terreni pubblici, di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana, con cui sono state condotte diverse interlocuzioni dall’Assessore all’urbanistica Pina Incarnato che infondono notevole tranquillità sul prosieguo spedito delle pratiche».
«Interlocuzioni che sia il Sindaco Franz Caruso che il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Mazzuca hanno avuto anche con il Governatore della Calabria Roberto Occhiuto che, ci tengo a ricordarlo, è anche commissario della Sanità Calabrese. Sono certo, che l’azione del governatore Occhiuto è indirizzata a migliorare la sanità calabrese, la cui situazione – nota a tutti – non riesce neanche a garantire i livelli essenziali di assistenza, e quindi darà impulso alla realizzazione del nuovo ospedale HUB Regionale di Cosenza. Rendiamoci protagonisti – ha concluso Turco – del nostro presente e del nostro futuro. Decidiamo di scegliere, insieme, di realizzare il nuovo ospedale di Cosenza dimostrando di preferire i fatti alle parole ed alle polemiche che, invece, sull’argomento hanno primeggiato per oltre trent’anni lasciando i cittadini con un pugno di mosche in mano. Cambiamo registro e consegniamo ai nostri concittadini la possibilità di avere il nuovo ospedale. Noi stasera, insieme, possiamo fare la storia. Facciamola!».
Il presidente della commissione consiliare sanità Giuseppe Ciacco ha considerato preliminarmente l’individuazione del sito per la realizzazione del nuovo Ospedale «un atto politicamente rilevante e significativo, che archivia, definitivamente, una stagione triste e indecorosa».
«Per 10 anni, e negli ultimi 5, ancor di più, la collocazione del nuovo ospedale – ha spiegato Ciacco – è stata, strumentalmente, agitata per far lievitare interessi di bottega, tornaconti elettoralistici, ambizioni personali. Manifestando l’infida volontà di remare, sfacciatamente, contro la realizzazione del nuovo ospedale. E così, con strafottente disprezzo, finanche verso le risultanze degli elaborati tecnici, il sito è stato, scriteriatamente, spostato in giro per la città, alcune volte, spedito, anche oltre il perimetro della città; sono stati assunti impegni mai rispettati; sono state sfornate delibere come carta straccia, non è mai stato firmato nessun protocollo di intesa. Insomma – ha detto ancora Giuseppe Ciacco – uno scenario indecente, che qualcuno, anche oggi vorrebbe tentare di riprodurre».
Ciacco ha definito quella di Vaglio Lise «l’opzione, saggiamente selezionata dal governo municipale e convintamente condivisa dalla maggioranza consiliare che lo sostiene. Una opzione – ha aggiunto – che non è figlia, né di un capriccio, né di interessi partigiani. E’, viceversa, l’opzione, che asseconda – come è giusto che sia – l’accurata, comparata e, scientificamente solida, valutazione stilata dallo studio di fattibilità, che individua, proprio, nell’area di Vaglio Lise, l’allocazione più idonea».
«La scelta di Vaglio Lise – ha continuato – inaugura una vicenda politica e amministrativa, profondamente innovativa, che parla, innanzitutto, il linguaggio del processo di fusione dell’area urbana, che, proprio, dall’ubicazione del nuovo Ospedale a Vaglio Lise, ricaverà nutriente linfa vitale. Una ubicazione questa – ha rimarcato il Presidente della commissione sanità – che consente di saldare, sotto il profilo dei servizi e delle infrastrutture, il territorio dell’area urbana. E anche le valutazioni logistiche e urbanistiche rafforzano e irrobustiscono l’opzione di Vaglio Lise».
«Infatti, a parte il posizionamento baricentrico rispetto al nucleo essenziale dell’area urbana e, a parte l’ampiezza della superficie disponibile, l’opzione di Vaglio Lise, da un lato – secondo Giuseppe Ciacco – permette di riqualificare e di ridisegnare un’ampia fetta di periferia urbana, oggi caratterizzata da un evidente degrado e, dall’altro lato, candida l’attuale sede dell’Annunziata ad area ove impiantare, non solo l’efficiente Cittadella della salute, ma anche una straordinaria esperienza di rigenerazione e di ricucitura urbana, che, per vastità, non si è mai verificata prima a Cosenza, e che porta con sè ricadute positive su tutto il territorio cittadino, centro storico incluso».
Tra le ricadute positive della scelta, Ciacco ha indicato anche il fatto che «Vaglio Lise si trova al centro di un articolato reticolo di vie di comunicazione, che ben collegheranno il nuovo Ospedale con la Presila e la Sila a est; con le Serre a ovest: con il Savuto a sud e con l’area Destra Crati a nord. Insomma, Vaglio Lise è l’ubicazione, strategicamente, ideale».
Quindi ha invitato il governo regionale alla chiarezza e all’assunzione di responsabilità: «si dica se c’è la reale volontà di realizzare il nuovo presidio ospedaliero nella città di Cosenza. Anche perché nessun alibi può essere avanzato in ordine alla copertura finanziaria dell’opera. Le risorse finanziarie necessarie per l’investimento sono state, debitamente, allocate e sono perfettamente capienti».
Ciacco ha invitato a non tergiversare: «nonostante la straordinaria abnegazione del personale medico e infermieristico, l’Ospedale civile dell’Annunziata, nelle condizioni date, non garantisce, neppure i Livelli Essenziali di Assistenza. Questa è la cruda e drammatica realtà. E, allora, adesso, i 49 milioni che non sono stati utilizzati vanno spesi e subito, rispettando, rigorosamente, il relativo vincolo di destinazione».
«La delibera che si approva stasera – ha infine concluso Giuseppe Ciacco – è, per davvero, la pietra fondativa di un tratto, eminentemente, identitario del progetto “Cosenza 2050”, trionfalmente, convalidato dal corpo elettorale, esattamente, 8 mesi fa».
Dai banchi della minoranza sono poi intervenuti i consiglieri Francesco Cito e Francesco Spadafora.
Francesco Cito ha posto l’accento sulla problematica della carenza di personale «diventata – ha precisato – una vera e propria emergenza ed ora anche qualcosa di più. Tra il 2016 e il 2019 si sono succeduti due fatti importanti: quota 100 che ha inciso in maniera determinante sull’uscita dal servizio di molti dipendenti e la problematica del Covid».
«Nonostante la crisi del personale l’Annunziata – ha detto Francesco Cito – è stato l’unico baluardo contro la pandemia per tutta la provincia di Cosenza. E allora, va bene discutere dell’ospedale nuovo, ma l’emergenza vera è quella del personale. Da qui a 15 anni avremo l’ospedale nuovo, ma adesso? I pazienti dicono che questa è la vera emergenza».
Sull’ubicazione della nuova struttura Cito ha sollevato perplessità «perché per noi il sito per noi era quello di Muoio” ed anche rispetto ad un depauperamento della zona a Sud ha espresso più di un dubbio. “C’è il rischio che, nonostante la Cittadella della Salute la zona venga abbandonata. E che fine faranno – si è chiesto – il Mariano Santo e l’Ospedale di Rogliano?».
Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Spadafora, intervenuto subito dopo, ha ricordato la scelta che era stata operata dal precedente Consiglio comunale, «quella in cui insiste l’attuale nosocomio cittadino e la collina di Muoio, cosi come indicato nel PRG e nel Piano strutturale comunale adottato nel 2017».
«Oggi come allora – ha detto Spadafora – resto dell’idea che quella è l’indicazione più giusta dal punto di vista urbanistico ed economico, perché mantiene viva la città e l’area a Sud. La scelta di Vaglio lise non convince del tutto me, ma anche il gruppo di Fratelli d’Italia. E le motivazioni sono dovute al fatto che lo spostamento verso Nord comporterà l’impoverimento del centro storico».
«L’attuale esecutivo – ha aggiunto – ha prospettato l’idea di convertire l’Annunziata in cittadella della salute, da destinare alle attività ambulatoriale, alla diagnostica e a quelle che afferiscono alla ricerca. Apprezzo la proposta, ma a mio avviso, è necessario che l’Amministrazione comunale si interfacci con la Regione, perché la competenza di questa conversione ricade in capo alla regione Calabria. E poi c’è tutta la questione del Polo oncologico il Mariano Santo. È bene pertanto riflettere bene prima di deliberare per Vaglio lise. Occorrerà poi avviare l’iter che consentirà la realizzazione, una volta per tutte, dell’ospedale».
Anche Spadafora ha evidenziato le molteplici carenze strutturali e funzionali in cui versa attualmente l’Ospedale di Cosenza e le lacune nell’erogazione dei servizi a causa della mancanza di personale. La Regione Calabria con il Presidente Occhiuto che è anche commissario alla sanità sta lavorando alacremente per potenziare il personale medico e paramedico.
«Auspico che questo possa concretizzarsi prima possibile. La salute è il bene primario della collettività e non può conoscere alcun colore politico. Il nostro gruppo – ha concluso Spadafora – è disponibile a dare un contributo serio e fattivo per una sintesi efficace tra le diverse posizioni. Non vogliamo ingaggiare alcun braccio di ferro né essere di ostacolo a nessuno. Non ci piacciono le primogeniture. Vogliamo la realizzazione dell’opera nella nostra città».
È, poi, intervenuta nel dibattito la consigliera Concetta De Paola, Presidente della commissione conciliare Lavori pubblici.
«L’area di Vaglio Lise – ha subito sottolineato – non viene individuata sulla base di una arbitraria preferenza di un luogo rispetto ad un altro, ma sulla base di uno studio di fattibilità commissionato dalla Regione Calabria e che è costato ben 700.000 euro e lo studio evidenzia in modo chiaro come Vaglio Lise rappresenti la scelta migliore rispetto alle altre zone a suo tempo individuate per le caratteristiche proprie che la contraddistinguono».
E Concetta De Paola le ha ricordate: idoneità del sito dal punto di vista idrogeologico; più semplice applicabilità di un modello sanitario e dimensionale flessibile e predisposto ad ampliamenti futuri; maggiore accessibilità dei luoghi data dalla posizione strategica alla quale si raccordano i principali collegamenti stradali che servono la città; minor costo complessivo e migliore sostenibilità economico-finanziario ed economico-sociale dell’intervento.
«La città di Cosenza – ha proseguito De Paola – ha bisogno di un nuovo ospedale e ne ha bisogno al più presto: l’attuale struttura dell’Annunziata, che risale agli anni ’30 del secolo scorso, deve assicurare le funzioni di alta specializzazione legate all’emergenza/urgenza e coordinare un’ampia attività di rete: terapia del dolore, oncologia, cardiologia, trasporto neonatale, stroke unit, radiologia, internistica, neouroradiologia, interventistica. La rete ospedaliera, di cui fa parte l’Azienda Ospedaliera di Cosenza in qualità di HUB di riferimento nell’ambito territoriale, corrispondente al bacino di utenza della vasta provincia Cosentina, prevede il collegamento con gli ospedali Spoke di Castrovillari, Rossano/Corigliano, Cetraro/Paola, con gli ospedali di San Marco Argentano, Mormanno, Lungro, Trebisacce, Cariati e Praia, e dispone al momento di circa 460 posti letto».
«Questi dati – ha rilevato – sono sufficienti per comprendere come la struttura ospedaliera dell’Annunziata non sia ormai da lungo tempo in grado di offrire pienamente ai pazienti che vi accedono i servizi sanitari necessari, primo fra tutti un’adeguata accoglienza dei pazienti stessi. Assistiamo ogni giorno al disagio che vivono medici e operatori sanitari, di elevato ed indiscusso valore professionale, nello svolgere la loro attività in spazi spesso non adeguati».
«Noi tutti oggi – ha continuato – nel ruolo di amministratori di questa città, dobbiamo dare forza a questa delibera, dobbiamo impegnarci affinché questo atto amministrativo non rimanga fine a sé stesso ma sia davvero l’inizio della realizzazione del nuovo ospedale della città di Cosenza che sia di riferimento per la sua area urbana e per la provincia e che possa costituire un nodo fondamentale della rete sanitaria regionale».
«Non c’è più tempo – ha concluso Concetta De Paola – per portare avanti discussioni sterili a discapito dei cittadini e di chi ogni giorno si impegna e lavora nell’attuale struttura ospedaliera. Alcuni amministratori dei comuni dell’area urbana continuano ancora e inutilmente a discutere di siti per i quali non sussistono i requisiti tecnici solo per una mera posizione campanilistica e politicamente opportunistica. Un plauso va a quei sindaci che si sono espressi favorevolmente alla scelta di Vaglio Lise; essi hanno ben compreso che non si può più stare a guardare ma bisogna lavorare insieme e da subito».
Anche per la consigliere Caterina Savastano, intervenuta subito dopo, «occorre mettere da parte i campanilismi. È importante avere una struttura nuova che risolva, una volta per tutte, la difficile situazione sanitaria che si è determinata nei confronti di una comunità che ha pagato a caro prezzo la scarsa assistenza, acuita dalla carenza di posti letto e di personale. La città ha pagato un grosso tributo e lo ha pagato a sue spese».
E Caterina Savastano ha, infine, in chiusura di intervento, chiesto all’assemblea «di essere unti e determinati e di votare unanimemente, così come ha poi chiesto che ci sia un confronto dell’Amministrazione comunale con la Regione e il governatore Occhiuto che porti alla concretezza dell’obiettivo».
È stata, poi, la volta della consigliera Bianca Rende che ha indicato tre questioni sul tavolo. «La realizzazione del nuovo Ospedale – si è chiesta Rende – viene prima o dopo la realizzazione di buone politiche sanitarie?»
E si è data la risposta: «le due cose camminano insieme perché utilizzare i fondi a disposizione o reclamare la costruzione di un nuovo nosocomio efficiente e funzionale, non significa rinunciare a pretendere la dignità delle cure, che al momento manca in larga parte nei reparti di emergenza-urgenza. Siamo tutti personalmente a conoscenza (e non solo per sentito dire) delle drammatiche condizioni in cui versa il nostro pronto soccorso e non retrocediamo un solo passo dall’invocare le risorse e le assunzioni necessarie per garantire una risposta adeguata ai bisogni di cura di una popolazione così vasta ed oggi terrorizzata all’idea di lunghe attese e di mancanza di posti letto sufficienti».
«Ma non si può sottacere – ha aggiunto Bianca Rende – come la sicurezza degli spazi sia una componente fondamentale dell’assistenza sanitaria e rappresenta un elemento imprescindibile per l’erogazione di prestazioni di elevata qualità. Si parla ormai da anni di umanizzazione degli spazi di cura, guardando alla reazione psico emotiva del paziente (Renzo Piano ha di recente dichiarato: “In Uganda ho voluto fare un ospedale scandalosamente bello. Là dove andiamo a curare la nostra salute, abbiamo bisogno di assorbire la serenità dell’ambiente”), ma è innegabile l’incidenza di un minor fattore di rischio anche per gli operatori e l’incidenza di un minor tempo nell’interazione tra i due».
La seconda questione posta da Bianca Rende ha riguardato l’esistenza dei fondi per finanziarne la realizzazione. E su questo aspetto ha ribadito la richiesta, già formulata in conferenza dei capigruppo, per lo svolgimento di un Consiglio comunale aperto alla rappresentanza parlamentare e regionale, «perché – ha spiegato – la questione sia portata all’attenzione del Governo centrale. È grave che dopo la richiesta di interlocuzione avanzata dal presidente di questo onorevole Consiglio, il Governatore Occhiuto, altresì commissario per la sanità, non abbia ritenuto di potere fornire una risposta puntuale e inequivocabile in merito alla disponibilità dei fondi annunciati. Un gesto della solita noncuranza che conferma la necessità che sull’argomento intervenga la parola autorevole del Governo nazionale, magari sollecitato da interrogazione ad hoc, non escludendosi la nomina di un commissario ad acta, come fatto per altre grandi opere».
Terza questione, il perché della localizzazione a Vagliolise. Per Bianca Rende «oggi è il sito più funzionale. Fermo restando il mantenimento dei servizi sanitari all’interno della vecchia sede dell’Annunziata, è il sito più baricentrico e accessibile, grazie alla stazione ferroviaria e agli altri mezzi di collegamento ecosostenibili. Resta altresì quello più prossimo all’Unical. Dove gli iscritti al corso di Laurea in Medicina e tecnologie digitali svolgono addirittura a Germaneto diverse attività laboratoristiche. Le cose potrebbero cambiare in un’ottica di città diffusa (citando ancora Renzo Piano) già costituita, con una diversa distribuzione degli elementi di direzione strategica, ma ad oggi così non è per cui si trasformerebbe, fuori da un discorso organico, di pesi e contrappesi, in una semplice spoliazione di quanto previsto e ottenuto da decenni in sostituzione del vetusto nosocomio bruzio».
Un passaggio del suo intervento Bianca Rende lo ha riservato poi al dialogo tra Cosenza e Rende «che da sempre si svolge in forma competitiva – ha detto – e non cooperativa. Al netto di intitolazioni solo simboliche e dal sapore propagandistico, persino di fronte alla debolezza politica raggiunta procedendo singolarmente, i due nuclei urbani continuano a restare amministrativamente divisi e politicamente confliggenti».
«Ora che sulla “polpetta” della Sanità territoriale si torna in modo maldestro – ha detto ancora – come già ieri sui giorni festivi di chiusura commerciale e persino sulla Fiera di San Giuseppe, o la disponibilità a una grande ospedalizzazione privata concorrenziale, diventa legittimo il sospetto di un’ennesima rendita elettorale conseguita attraverso l’ennesimo tentativo di progressiva spoliazione, come già avvenuto con Unical e Seminario arcivescovile, al di fuori di un qualsiasi comune riconoscimento amministrativo e rappresentativo di una conurbazione senza egemonie o vittimismi».
Bianca Rende ha ancora affermato che «la vera questione è rimasta politica ossia tra e chi e come gestirà il nuovo equilibrio e incremento di potere locale sulla Sanità pubblica che ne deriverà all’area urbana».
E la consigliera comunale invita a parlarne subito “senza furbizie dialettali, se non vogliamo proseguire la “paesanizzazione” della “Atene di Calabria”.
«Non c’è solo un quartiere di 20 mila abitanti (via Popilia) che ha problemi di ghettizzazione politica e tentazioni di liste “paesane”, facilmente imitabili domani nel quartiere San Vito e via degli Stadi e anche a Rende storica o altrove nel prossimo futuro. Anche il Quartiere San Vito – Campagnano di altri 20 mila abitanti, soffre di emarginazione e ha chiuso il Quartiere fieristico dopo avere rinunciato al grande Centro polivalente di formazione professionale gestito dai Salesiani», ha proseguito Rende.
«Ma così il capoluogo e Rende diventeranno un paesone di frazioni incomunicabili attento solo alle buche e alla quantità di servizio idrico notturno – ha evidenziato – ma indifferente alle funzioni di quaternario o terziario pubblico avanzato, come dimostra la delusione della raffinata ma emarginata Stazione delle Ferrovie dello Stato di Sara Rossi, diventata, nell’indifferenza generale, un rifugio incontrollato per piccoli e grandi forme di inciviltà. Non c’è più e solo l’esempio di Corigliano e Rossano dove già si avverte negli equilibri politici regionali la crescita del loro peso economico e politico in tutti i partiti, sindacati e associazioni di categorie. Dov’è già corrisposto non solo un contributo speciale del Ministero degli interni, bensì un premio morale di felice inizio effettivo dei lavori del nuovo Ospedale regionale che non corre più , come il nostro, finora pretesto di polemiche elettorali e protagonismi solitari, il rischio abbastanza sottovalutato e irresponsabile di revoca dei finanziamenti, nell’assenza di ogni procedura ad iniziativa governativa o parlamentare».
«Siamo qui, oggi e ora – ha concluso la consigliera Rende –. Siamo la calasse dirigente a cui la città guarda con fiducia e che è chiamata ad un gesto di serietà e responsabilità politica alto, a costituire, nei fatti, le condizioni perché la qualità della vita dei nostri figli sia, per certi aspetti, migliore e più sicura della nostra. Ed il nuovo Ospedale di Cosenza, moderno, efficiente e tecnologicamente avanzato, rientra tra queste condizioni. Ma è tempo, soprattutto, di concludere una filastrocca da dormiveglia prima che il bambino si svegli da solo».
Nell’intervento successivo, il consigliere comunale Antonello Costanzo ha ripercorso le diverse tappe che hanno caratterizzato la discussione sul nuovo Ospedale.
«Se ne sente parlare – ha detto Costanzo – da oltre 50 anni, quando negli anni 70, l’allora giunta regionale guidata dalla Democrazia Cristiana, individuò la zona designata per la costruzione del plesso sulle colline del Comune di Mendicino. L’opera non venne mai realizzata e vennero sperperati decine di miliardi di lire, risultando uno spreco di denaro pubblico causato anche allora da scelte scellerate sull’ubicazione del sito. Tutto questo, arrivando agli anni nostri quando nel 2016 l’allora presidente della Giunta Regionale on. Mario Oliverio, con senso di responsabilità, avviò l’iter burocratico attraverso una pubblica manifestazione relativamente al progetto di fattibilità per la costruzione del nuovo plesso ospedaliero di Cosenza, pratica fondamentale al fine di non ripercorrere gli errori storici che la politica aveva commesso su un argomento tanto importante e delicato».
Per Antonello Costanzo, altrettanto «importante è tenere presente il contesto attuale in cui versa la sanità pubblica calabrese e cosentina in particolare, a maggior ragione dopo gli eventi pandemici di questi ultimi 3 anni nel corso dei quali sono balzate all’evidenza tutte le difficoltà dell’attuale struttura dell’Annunziata».
«Vanno evitati gli errori del passato – ha evidenziato Costanzo – per perseguire quello che non è solo un progetto e una visione politica, ma il compimento di un atto civile e democratico che sia di servizio della comunità cosentina e di tutta la sua provincia».
Quanto all’individuazione del sito di Vaglio Lise come quello più indicato Costanzo rimarca «l’esistenza di una rete di collegamento ( su ferro e su gomma) che le permettono di essere meglio servita rispetto alle altre soluzioni. Questa, che agli occhi di pochi può rappresentare una sfida ardua, è frutto di una reale riqualificazione sotto il profilo sociale e umano, ma soprattutto di qualità della vita di due zone che per anni sono state oggetto di abbandoni totali e di etichettature. Se l’area Sud storicamente ha rappresentato l’area ospedale, l’area nord ha vissuto all’ombra della città ricevendo la sola considerazione di periferia. La Politica ha la funzione di volàno che tende al miglioramento cittadino e non a creare ulteriori barriere e ulteriori differenziazioni».
Per Antonello Costanzo «il tema vero è la realizzazione dell’opera di grande importanza che va a vantaggio di tutti i cittadini, a prescindere dalle loro latitudini di residenza e chi si ostina a voler sostenere diversificazione, parli chiaro e lo dica una volta per tutte che non è interessato alla realizzazione del nuovo ospedale, assumendosene le responsabilità verso tutti i cittadini della provincia».
Subito dopo ha preso la parola il consigliere comunale Francesco Graziadio. «Oggi questo Consiglio – ha affermato – sta scrivendo una pagina di straordinaria importanza per la città di Cosenza. La Sanità è un tema centrale per la vita di tutti noi».
«Quando siamo in salute non ne abbiamo percezione – ha spiegato – è una condizione che siamo abituati a considerare normale; quando non siamo in salute, invece, noi o i nostri affetti più cari (i nostri figli, i nostri genitori, i nostri fratelli e sorelle) è la paura il sentimento predominante. La paura che non ci siano risposte al dolore, alla sofferenza che con prepotenza entra nelle nostre vite. Di fronte alla malattia riscopriamo tutte le nostre fragilità».
«Oggi, a quasi un secolo dalla sua inaugurazione – ha sottolineato ancora Graziadio – l’Ospedale civile dell’Annunziata non è più nelle condizioni di rispondere alle esigenze dei cittadini di Cosenza e della sua provincia. Lo sperimentiamo tutti i giorni, da troppo tempo, sulla nostra pelle».
«È per questo che la realizzazione di un nuovo Ospedale – moderno, efficiente – si rende assolutamente necessaria. Senza perdere altro tempo. E il nuovo Ospedale può e deve sorgere nell’area di Vagliolise. Abbiamo un Studio di fattibilità che ce lo dice ma, sinceramente, sarebbe bastato chiedere ai cosentini e risparmiare un sacco di tempo e di soldi, ma la legge è legge e ben venga un parere tecnico che certifichi nero su bianco il sentimento popolare. Non esiste in tutto il territorio comunale – ha rimarcato il consigliere Graziadio – un’area che si presti allo scopo meglio di quella intorno alla Stazione ferroviaria e questa è percezione diffusa e comune. Un Hub moderno ha bisogno di ampi spazi, di collegamenti, di un respiro che l’Annunziata non è più in grado di assicurare. L’Annunziata, ma nemmeno l’area di Contrada Muoio, che era stata individuata dalla precedente Amministrazione».
«Vaglio Lise – ha spiegato ancora – è in grado di accogliere il nuovo Ospedale senza alcuna difficoltà. Ci sono gli spazi adeguati, è completamente in pianura, è facilmente raggiungibile da Sila e Presila e dal Tirreno grazie alla Ss 107, non è distante dallo svincolo autostradale e si colloca in una posizione straordinariamente baricentrica rispetto al territorio comunale. E poi – ha continuato Graziadio – Vaglio Lise si trova esattamente difronte al quartiere più popoloso della città, via Popilia, che ne trarrebbe anche inevitabili e positivi vantaggi economici, è facilmente raggiungibile dal Centro storico, certamente più delle altre soluzioni indicate e darebbe un segnale di attenzione verso la parte Sud della città troppo spesso trascurata nell’inseguimento verso il Nord che ha caratterizzato gli ultimi decenni di sviluppo urbanistico».
«Diverso, il caso dell’Unical – ha detto –. Il dibattito mediatico di questi mesi ha sollevato in modo ipocrita e pernicioso una contrapposizione fra Ospedale di Cosenza e Università della Calabria che non esiste nei fatti. Anzitutto perché quando si è iniziato a parlare del nuovo Ospedale di Cosenza, la Facoltà di Medicina dell’Unical non esisteva proprio. Era un sogno. E poi perché contrapporre l’Ospedale di Cosenza all’Unical? Forse che a Catanzaro, o in decine di altre città italiane, non ci sono un Ospedale ed un Policlinico universitario? Vogliamo riaprire tavoli tecnici? Commissionare altri studi di fattibilità? Vogliamo rimettere in discussione tutto adesso?».
«Io dico di no. Dico che non possiamo più aspettare – ha rimarcato – che abbiamo il dovere di fare in fretta. Oggi l’amministrazione di Cosenza fa la sua parte perché individua la sede del nuovo Ospedale secondo quanto richiesto dalla Regione anni fa. Domani, quando i tempi saranno maturi, quando la Facoltà di Medicina sarà cresciuta come tutti noi auspichiamo, sarà pronta a sostenere la realizzazione di un Policlinico all’Unical. La sete di Sanità pubblica – e scusate se dico pubblica – è tanta e tale che una cosa non esclude l’altra».
«Con questo atto – ha concluso Graziadio – possiamo dire di aver fatto tutto quanto era di nostra competenza e di aver rispettato un preciso impegno preso in campagna elettorale dal sindaco Franz Caruso. Il tempo dell’attesa è finito, ed è durato fin troppo. E’ il momento di aprire i cantieri e di restituire alla Sanità pubblica la centralità che merita».
Apprezzamento per la discussione che ha definito “di alto spessore e corretta” è stato espresso poi dal consigliere comunale Mimmo Frammartino che non ha lesinato parole di apprezzamento anche per la minoranza «che – ha detto – è maturata molto ed ha assunto consapevolezza di aver votato una scelta diversa. Stasera – ha aggiunto Frammartino – ci hanno fatto intendere che si guarda al di là. Stasera, finalmente si chiude una vicenda. Per troppi anni si è parlato di siti. Viene finalmente posta una pietra miliare. E io mi compiaccio».
«Dopo sei mesi dall’insediamento della nuova Amministrazione, questo – ha sottolineato Frammartino – è il consiglio più importante. Se penso che in 11 giorni la giunta ha deliberato sulla localizzazione del sito e una settimana dopo la commissione urbanistica ha fatto altrettanto, dopo di che il Presidente del Consiglio ha convocato l’assemblea, possiamo ritenerci soddisfatti perché stasera licenzieremo un atto importante».
«E questa sera – ha proseguito Frammartino – emerge con chiarezza quanto sia idoneo e funzionale Vaglio Lise». E sull’attuale Ospedale: «l’Annunziata non viene abbandonata, sarà sostituito dalla cittadella della salute, anche perché non è più riqualificabile. Il nuovo Ospedale dovrà essere all’avanguardia. Stasera la palla passa alla Regione. Noi dovremo avere compiti di vigilanza. È la Regione che dovrà procedere a tutti gli adempimenti che le competono. Necessariamente ci si dovrà rapportare con il Presidente della giunta regionale».
Il consigliere Francesco Caruso che ha preso la parola subito dopo ha sottolineato che «la responsabilità delle scelte è della politica e non dei tecnici. A decidere cosa deve essere realizzato e la localizzazione dell’opera è la politica. I tecnici sono bravi nel come e nello stabilire l’efficienza della progettazione e nella collocazione nell’ambiente e del territorio, ma il resto lo fa la politica».
«Ci vuole una riflessione – ha affermato Francesco Caruso –. La politica non può abdicare, né usare un paravento tecnico per giustificare una scelta. E’ giusto che il Comune eserciti la potestà di adottare delle determinazioni però se guardiamo al passato e agli scenari e ai teatrini noi avevamo una determinazione chiara non come sostenuto nelle sue insinuazioni dal consigliere Ciacco. La sanità non ha colore politico, però l’urbanistica ha diverse visioni. Quando si adottano delle scelte bisogna essere oculati. Lo studio di fattibilità non prevedeva la valutazione costi-benefici né di creare un vuoto nell’area di Cosenza sud che diventerà a rischio degrado e abbandono. Era necessario anche migliorare il sistema di prossimità. E la Cittadella della Salute è scaturita dalla necessità di creare delle opere complementari e compensative».
«Errori urbanistici – ha aggiunto Francesco Caruso – possono provocare effetti irreversibili che non si possono recuperare. Ecco perché è necessario riflettere. Sono sicuro che ci sarà un’interlocuzione con il Presidente Occhiuto Politicamente deve, però, risultare che la nostra soluzione è differente rispetto alla scelta che è stata fatta».
In sede di dichiarazioni di voto, nel corso delle quali sono poi intervenuti, i consiglieri Francesco Luberto, Alfredo Dodaro, Raffaele Fuorivia, Giuseppe d’Ippolito, Gianfranco Tinto e Ivan Commodaro, sono state presentate due risoluzioni, la prima da parte di Fratelli d’Italia, illustrata da Giuseppe d’Ippolito, e l’altra da Francesco Caruso. Le due risoluzioni sono state poi poste in votazione.
Nella risoluzione illustrata dal consigliere d’Ippolito per il gruppo di Fratelli d’Italia si demandava al Sindaco l’opportunità di avviare preliminarmente ogni interlocuzione utile a sottoscrivere l’Accordo di Programma, per la realizzazione del nuovo Ospedale di Cosenza e della Cittadella della Salute sull’attuale area dell’Ospedale, così come di tutte le opere connesse. E di comunicare le risultanze di tali decisioni al Consiglio Comunale affinché possa esprimere un più compiuto parere sull’ubicazione dell’ospedale.
Nella risoluzione illustrata dal consigliere Francesco Caruso si impegnava il Sindaco e la Giunta a reclamare, in sede procedimentale e nelle idonee sedi istituzionali, un’adeguata e certa programmazione di interventi che compensino sul piano urbanistico la delocalizzazione del plesso sanitario, attraverso idonei interventi complementari e di compensazione adeguatamente trattati sotto i vari profili (tecnico, economico, urbanistico e sociale) in maniera integrata ed organica con l’intervento principale, che tengano conto di un approccio sistematico al problema, in particolare per quanto riguarda i suesposti rischi che riguardano l’intera area vasta a sud di Cosenza, e che siano analiticamente definiti nei progetti e nelle fonti di finanziamento. (rcs)