Calabria e Basilicata unite per il Pollinorienteering

Nei giorni scorsi, al Parco Nazionale del Pollino, è stato presentato in anteprima il progetto PollinoRienteering, una manifestazione sportiva internazionale di corsa orientamento, in programma dal 23 al 27 aprile.

L’importantissima manifestazione è stata affidata dalla Federazione Italiana Sport Orientamento a: ASDSportleader, Asd Estrema Outdoor e Polisportiva Valle Argentino, tre associazioni sportive di riconosciuta esperienza organizzativa a livello nazionale che pur residenti in regioni diverse hanno già raccolto con successo nel 2019 i frutti di una sinergia tecnico-organizzativa. 

Si tratta di un evento di altissimo livello con due gare inserite nel calendario ufficiale Fiso che coinvolgerà centinaia di atleti italiani e accompagnatori e culminerà con la 30esima edizione del Latinum Certamen  – Coppa dei Paesi Latini, la cui organizzazione è stata assegnata all’Italia.

Presenti all’incontro il presidente del Parco del Pollino, Valentina Viola; il presidente del Gal Pollino, Domenico Pappaterra, il direttore del Gal La Cittadella del Sapere, Gaetano Mitidieri, il presidente della Federazione Italiana Sport Orientamento, Sergio Anesi, i rappresentanti dei comuni; il delegato Sport e Salute Basilicata, Matteo Trombetta e numerosi operatori del territorio.

Angelo Napolitano e Sandro Passante, responsabili del comitato organizzatore, hanno ribadito che la riuscita di un evento complesso come questo, passa dalla condivisione con le Istituzioni direttamente interessate, Ente Parco Nazionale del Pollino in primis, Regioni Calabria e Basilicata, Gal, Province di Cosenza e di Potenza, oltre ai Comuni di Rotonda, Saracena, Mormanno, deputate alla tutela, alla promozione  e alla valorizzazione del territorio in collaborazione con gli operatori del luogo.

«Il 2025 sarà un anno importante per il nostro territorio – ha dichiarato Valentina Viola, presidente del Parco del Pollino – perché avremo l’onore di ospitare due gare Fiso e la XXX edizione del Latinum Certamen. La Fiso ha scelto il Parco del Pollino che sarà protagonista insieme ai comuni di Saracena, Rotonda, Mormanno, a tutto il territorio e alle realtà imprenditoriali». 

«Devo esprimere la mia gratitudine alla Fisoe al suo presidente per aver scelto il nostro territorio  – ha dichiarato Domenico Pappaterra, presidente del Gal Pollino – Grazie anche al generale Sandro Passante, Armando Nuzzone e ad Angelo Napolitano perché attraverso le loro associazioni si potrà realizzare questo primo grande obbiettivo che noi supporteremo».

«Queste attività – ha evidenziato Gaetano Mitidieri, direttore del Gal La Cittadella del Sapere – possono essere un vero attrattore per un possibile sviluppo dell’area. Supporteremo questo evento inserendolo nella nuova programmazione che avrà inizio a gennaio 2025».

«Ho visto tanto entusiasmo, tanta preparazione, un alto livello di competenza – ha dichiarato Sergio Anesi, presidente della Federazione Italiana Sport Orientamento – ma, soprattutto, ho visto il territorio che è vicino a questa proposta della Fiso, una proposta che vedrà tre gare con centinaia e centinaia di persone provenienti da tutta l’Italia e da 21 nazioni estere che garantiranno al territorio una visibilità notevole nei giorni dell’evento ma che poi saranno anche dei buoni testimonial. Un’opportunità dunque per la Basilicata e la Calabria di richiamare l’attenzione sui propri territori».  

L’orienteering è una disciplina sportiva che si svolge nei boschi e nei borghi e rappresenta uno strumento strategico per la promozione e la valorizzazione di territori come il Parco Nazionale del Pollino in quanto permette di estendere la stagione turistica tradizionale, distribuire la domanda sportivo-turistica più ampiamente nell’area, attrarre nuovi flussi di visitatori e creare o consolidare un’immagine favorevole per un determinato territorio. 

La CCoppa dei Paesi Latini nasce nel 1994 per promuovere lo sport come elemento trainante nei processi di integrazione e contribuire in modo efficace a diffondere la cultura del rispetto e della convivenza fra persone provenienti da paesi e culture diverse, accomunati, in questo caso, dal fatto di avere, come lingue ufficiali e predominanti, degli idiomi di derivazione latina. Attualmente sono 21 i Paesi componenti della Coppa dei Paesi Latini:Spagna, Francia, Italia, Portogallo, Romania, Belgio, Brasile, Colombia, Mozambico, Argentina, Venezuela, Svizzera, Uruguay, Cile, Costarica, Paraguay, Perù, Guatemala, Ecuador, Messico, Repubblica Dominicana. (rcs)

Il Parco del Pollino confermato nella rete globale dei Geoparchi Unesco

Prestigioso riconoscimento per il Parco Nazionale del Pollino, che è stato confermato Geoparco internazionale, inserito nella Rete dei Geoparchi Europei e nella ancora più prestigiosa Rete Globale dei Geoparchi sotto l’egida dell’Unesco.

La conferma è avvenuta nel corso della decima Conferenza internazionale sui Geoparchi Globali dell’Unesco 2023, che si è tenuto in Marocco, a Marrakech, dal 7 al 9 settembre scorso. Hanno partecipato alla conferenza di Marrakech i due funzionari responsabili, il dr. Calabrese e il dr. Luigi Bloise, accompagnati da un membro del consiglio Direttivo dell’Ente il sig. Troiano.

«Tale riconoscimento – formalizzato sulla base del positivo esito della visita ispettiva avvenuta qualche mese fa – evidenzia come il Geoparco del Pollino abbia messo in pratica, nel corso degli ultimi quattro anni, efficaci e convincenti progetti ed iniziative – ha scritto in una nota Paolo Pappaterra, sindaco di Mormanno – per la tutela e la valorizzazione del patrimonio geologico e, più in generale, per lo sviluppo e la promozione del territorio di propria competenza».

Il primo cittadino, inoltre, ha espresso ringraziamenti al dott. Bloise «e alla Governance Politica che ha guidato questo maestoso e bellissimo parco al fine di raggiungere tali obiettivi».

«Grazie agli operatori turistici che credono il Parco un valore aggiunto, alle Guide, alle Associazioni, a tutti coloro che contribuiscono alla crescita e vivibilità di questo luogo», ha detto ancora Pappaterra, sottolineando come sia «indubbio che i numeri di presenze e l’attenzione della stampa nazionale ed internazionale verso il nostro territorio siano il frutto di una governance attenta e responsabile, capace di progettare azioni di sistema e a lungo termine, che da qualche anno a questa parte ha saputo rimettere il nostro territorio sotto gli occhi di tutti. Se oggi esiste una rete capillare di ristorazione di qualità e di strutture dedicate all’accoglienza sul territorio sono anche il frutto del valore aggiunto che il Parco e la sua strategia di promozione hanno rappresentato per tutti coloro che credono nello sviluppo possibile e sostenibile».

Unico rammarico, per il primo cittadino, è che «questo riconoscimento, che è una riconferma del buon lavoro fatto, sia stato poco pubblicizzato a livello regionale».

«A noi istituzioni del territorio il compito di tenere vivo l’interesse per il Pollino insieme all’Ente – ha detto ancora – e lavorare in sinergia con gli operatori e le nostre comunità per la salvaguardia e la crescita della nostra area protetta».

«Questa splendida notizia per il Pollino – si legge in una nota dell’Ente – è stata purtroppo funestata dal noto evento tellurico accaduto negli stessi giorni in Marocco. L’ente esprime solidarietà e vicinanza al popolo marocchino». (rcs)

 

Al Parco del Pollino la tavola rotonda dell’Ispra per tutela della trota mediterranea

Nella Catasta Pollino di Morano Calabro sono state presentate le “Linee guida nazionali per la conservazione della trota mediterranea e del suo habitat promosse dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra).

La trota mediterranea, specie inserita nell’allegato II della Direttiva Habitat 92/43/Cee, versa oggi in uno stato critico di conservazione (IUCN), sottoposta com’è agli effetti di molteplici pressioni antropiche, dalle immissioni di trote alloctone alle captazioni idriche e alle alterazioni degli habitat fluviali. Le alterazioni dovute all’impatto umano e i cambiamenti climatici, infatti,stanno mettendo in grave pericolo gli ecosistemi acquatici interni, che ad oggi rappresentano il bioma più minacciato del pianeta.

Le popolazioni di vertebrati d’acqua dolce stanno decrescendo ad un tasso più del doppio rispetto a quello dei vertebrati terrestri e marini e l’Europa attualmente si trova in una crisi di estinzione che colpisce con severità i pesci d’acqua dolce (almeno il 37%), insieme ai molluschi d’acqua dolce (44%) e agli anfibi (23%), soprattutto nella parte più meridionale del continente.

Le Linee guida nazionali per la conservazione della trota mediterranea e del suo habitat rappresentano un importante strumento per fornire indicazioni tecniche e metodologie di per il ripristino dell’habitat della specie e della mitigazione delle minacce, al fine del raggiungimento di uno stato di conservazione favorevole nelle zone biogeografiche nazionali nelle quali la specie è presente. Tali Linee guida, infatti, costituiranno la base per la definizione di un Piano di Azione nazionale per la conservazione della trota mediterranea.

L’incontro odierno è stato un’importante opportunità di confronto e scambio di conoscenze ed esperienze tra relatori e i partecipanti intervenuti sia in presenza che da remoto. L’obiettivo era identificare le migliori pratiche e le soluzioni più efficaci per la protezione della trota nativa e del suo habitat.

«Questo momento di consultazione pubblica tra relatori, stakeholder ed enti pubblici, finalizzato all’applicazione delle Linee guida Life Streams rappresenta una tappa cruciale – ha sottolineato Valentina Viola, presidente f.f. del Parco Nazionale del Pollino –. L’incontro è stato estremamente proficuo, poiché ha consentito di esplorare approfonditamente, insieme a esperti provenienti da diverse discipline e da varie parti d’Italia, tematiche di grande importanza legate a una specie fondamentale negli ecosistemi acquatici».

«La trota mediterranea riveste, infatti – ha aggiunto – un ruolo di primo piano nelle reti trofiche dei corsi d’acqua. Durante la terza tavola rotonda Streams, si sono identificate sfide e opportunità legate alla gestione delle risorse naturali, ponendo particolare attenzione alla conservazione di questa specie e alla necessità di ripristinare la funzionalità fluviale, soprattutto all’interno dei Parchi e dei Siti Natura 2000».

La prossima tavola rotonda è in programma a Cagliari il 26 giugno. (rcs)

La Calabria destinazione cicloturistica a partire dal passaggio in Rivera dei Cedri del Giro d’Italia

La Riviera dei Cedri e il Parco Nazionale del Pollino come destinazione cicloturistica alla Bit di Milano grazie a Ecotur, consorzio di operatori turistici calabresi.

Nello spazio dedicato, dove sono stati ospitati circa 50 operatori turistici tra tour operator, consorzi turistici e strutture ricettive calabresi, hanno fatto gli onori di casa il governatore Roberto Occhiuto, “l’ambasciatrice nel mondo” Elisabetta Gregoraci, il presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, e l’assessore regionale al Turismo e Marketing, Fausto Orsomarso

«La nostra – ha avuto modo di dire l’assessore – è una terra di molte opportunità, soprattutto turistiche: enogastronomia, cammini, mare e montagna, entroterra, cultura, borghi, archeologia e le esperienze di turismo slow. Queste ultime sono pensate con particolare attenzione agli amanti della bicicletta in ogni sua declinazione, dalla strada allo sterrato, fino alle ciclovie e alle piste ciclabili».

«Su tutto questo – ha aggiunto Fausto Orsomarso – costruiamo costantemente una nuova narrazione, Calabria Straordinaria, appunto, e un fitta programmazione in cui accoglienza turistica fa rima con marketing, mobilità, comunicazione, strutture ricettive moderne e funzionali e operatori qualificati». 

E tra questi, sempre nello spettacolare ed accogliente spazio allestito in fiera dalla Regione, c’era anche Giancarlo Formica, presidente ECOtur, a stretto contatto con gli oltre 1.000 espositori, i tanti  buyer provenienti da 47 Paesi, gli enti e le realtà italiane affiancate da Enit, agenzia nazionale del turismo.

«Ci siamo dati da fare – ha detto – per promuovere la Riviera dei Cedri e il Parco nazionale del Pollino come destinazione clicloturistica e penso che si possa essere soddisfatti per aver intrapreso la strada giusta. La Bit è stata una grande opportunità in tal senso, per via delle centinaia di operatori italiani e internazionali incontrati e con i quali siamo riusciti a trarre conclusioni positive. Da molti di loro abbiamo riscosso pareri lusinghieri sulla nostra offerta di vacanza».

«Voglio sottolineare – ha aggiunto il presidente ECOtur – come in questo processo abbia giocato un ruolo molto importante lo stand allestito dalla Regione Calabria, che ci ha ospitati in questa tre giorni. Non solo per la sua bellezza, ma anche perché innovativo e molto funzionale. Ha suscitato molta curiosità anche per il suo essere caratterizzato da elementi ecosostenibili e ha attirato operatori che magari non erano partiti con interesse verso il prodotto Calabria. ‘Calabria Straordinaria’, insomma è servita anche ad aumentare il numero di connessioni con gli addetti ai lavori».

«Ora – ha concluso Formica –, sotto con il lavoro già avviato, perché c’è da mettere in campo strategie e iniziative per rendere i nostri territori protagonisti, come in occasione dell’imminente sesta tappa del Giro d’Italia edizione 2022, la Palmi – Scalea Riviera dei Cedri, in programma il 12 maggio prossimo e che organizziamo come consorzio in collaborazione con Regione Calabria, Parco nazionale del Pollino e Comune di Scalea».

Dopo la presenza all’altro grande evento di settore, Discover Italy (Sestri Levante, 7 e 8 aprile 2022), ECOtur ha dunque lavorato anche alla Bit di Milano per la promozione della Riviera dei Cedri e del Parco nazionale del Pollino, tracciando anche per questi territori una via da perseguire per incrementare lo sviluppo turistico locale. (rrm)

In copertina, da sinistra, il presidente Roberto Occhiuto, l’assessore Fausto Orsomarso e Giancarlo Formica

Le faggete di Aspromonte e Pollino sono patrimonio dell’Umanità

Le faggete di Aspromonte e Pollino sono patrimonio dell’Umanità. È quanto ha reso noto il Ministero della Transizione Ecologica, spiegando che lo ha deciso oggi la 44/a sessione del Comitato del patrimonio mondiale che, in occasione dei lavori tenuti a Fuzhou in Cina, ha riconosciuto «i caratteri ecologici peculiari di ulteriori faggete vetuste mediterranee nei parchi nazionali di Aspromonte, Gargano e Pollino».

Il Mite spiega che il Comitato del patrimonio mondiale ha accolto “la raccomandazione favorevole espressa dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn)” per l’estensione ai nuovi complessi forestali di Pavari-Sfilzi, Pollinello e Valle Infernale.

L’Italia «è tra i pochi Paesi che hanno ottenuto, dall’organismo di valutazione prima e dal comitato Unesco oggi, un giudizio pienamente favorevole su tutte le estensioni proposte, senza raccomandazioni specifiche sulla relativa gestione o sullo stato di conservazione» osserva il Mite. Si tratta di un riconoscimento «che suggella l’iniziativa internazionale seguita dal ministero della Transizione ecologica, con il coordinamento operativo del Parco nazionale Lazio, Abruzzo e Molise, in cooperazione con altri Paesi europei (Bosnia-Erzegovina, Francia, Macedonia del Nord, Montenegro, Polonia, Repubblica ceca, Serbia, Slovacchia, Svizzera), per l’estensione del sito transnazionale naturale delle Antiche faggete d’Europa. – spiega il dicastero – L’estensione, infatti, ha permesso l’inclusione nel sito seriale Unesco di ecosistemi forestali mediterranei dominati dal faggio collocati nei settori più meridionali (Aspromonte), oro mediterranei /subalpini (Pollino) e di più a bassa quota (Sfilzi) della rete delle ‘Faggete vetuste d’Europa’».

Grandissima soddisfazione, è stata espressa dalla sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci: «La mia terra straordinaria da oggi ha uno dei riconoscimenti più prestigiosi del mondo e rientra tra i pochi beni che godono di una tutela particolare. Grazie all’Unesco, agli operatori del settore e ai calabresi tutti che hanno saputo preservare queste bellezze incontaminate della natura».

«Un bellissimo risultato per la mia Calabria, che con le faggete aggiunge un riconoscimento di Lista per i siti del Patrimonio Mondiale al riconoscimento di Lista della Varia di Palmi sulla Convenzione Unesco 2003 per il patrimonio culturale immateriale» ha scritto su Facebook Patrizia Nardi, dell’Unesco.

«Mi ritorna in mente – ha scritto ancora – il rumore delle foglie secche sotto le mie scarpe di bambina, i silenzi dei nostri boschi rotti soltanto dal canto degli uccelli, le acque limpide, le cascate scroscianti e il sole del pomeriggio che filtra tra i rami, illuminando d’oro le foglie degli alberi. Ad majora Calabria, merita tanto la tua antica e infinita bellezza».
«L’unicità della faggeta vetusta di Valle Infernale – ha spiegato il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, Leo Autelitano – è  legata anche al substrato geologico metamorfico e ai processi tettonici che caratterizzano il paesaggio selvaggio d’Aspromonte creando un ambiente unico nell’area di distribuzione del faggio. L’ingresso nel sito seriale “Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe”, certifica l’unicità ecologica di Valle Infernale, quale scrigno di biodiversità che sarà possibile conservare per le generazioni future nonostante i cambiamenti climatici in atto. Grazie all’integrità dell’ecosistema forestale e alla protezione integrale dell’area questo inestimabile patrimonio sarà conservato per le generazioni future come richiesto dalla convenzione Unesco».
«Esprimo più vivi compiacimenti e fervide congratulazioni per il riconoscimento ottenuto –ha dichiarato il Comandante del Reparto Carabinieri Biodiversità di Reggio Calabria, Ten. Colonnello, Alessandra D’Amico –. L’inserimento della  faggeta vetusta di Valle Infernale nella rete Unesco, riconosce l’importanza di uno dei luoghi più pregiati del nostro territorio e conferma l’importanza dell’enorme e unico patrimonio di biodiversità salvaguardato dal costante impegno costante del Reparto».
«È decisamente un momento magico quello che sta vivendo il Parco del Pollino – ha dichiarato Domenico Pappaterra, presidente del Parco Nazionale del Pollino –. Nel giro di pochi anni prima l’ingresso nella Rete Geoparchi Unesco, successivamente la proclamazione quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità della Faggeta Vetusta di Cozzo Ferriero nel comune di Rotonda in Basilicata, poi la scoperta di Italus il Pino più vecchio d’Europa con i suoi 1230 anni e adesso l’ingresso nella prestigiosa famiglia Unesco della Faggeta vetusta del Pollinello nel Comune di Castrovillari, in Calabria, incastonata in un contesto territoriale unico tra le cime del Pollino e del Dolcedorme vicina ai secolari esemplari di Pino Loricato».
«Grazie agli studi effettuati con i fondi messi a disposizione dal Ministero dell’ambiente – ha spiegato – con la Direttiva Biodiversità è stato possibile attivare una collaborazione con il prof. Piovesan dell’Università Tuscia di Viterbo il quale avvalendosi a sua volta di collaborazioni con l’Unical e l’Unibas e lavorando fianco a fianco con i tecnici del parco ha portato alla candidatura di questa Faggeta in cui ci sono esemplari che hanno un’età di 620 anni circa e sono considerati tra i più vecchi d’Europa».
«Questo risultato – ha proseguito il presidente Pappaterra – ci inorgoglisce e, nello stesso tempo, ci carica di ulteriori responsabilità in ordine alla valorizzazione della straordinaria Biodiversità di cui è detentore il Parco Nazionale del Pollino. Nei prossimi giorni programmeremo una grande iniziativa per festeggiare questo prestigioso riconoscimento e sarà l’occasione per ringraziare tutti i protagonisti che hanno contribuito al raggiungimento di questo importante traguardo».

L’unicità della faggeta vetusta del Pollinello è legata al particolare contesto bioclimatico presente nel Parco del Pollino dove il faggio incontra il pino loricato. In questo ambiente integro i faggi nascono, crescono e muoiono seguendo complessi cicli naturali sfidando così il passare del tempo sino a raggiungere età massime che possono superare i 600 anni, come per Italus il loro decano. Quindi la storia ecologica di un’area dalle caratteristiche ecologiche uniche ed integre rendono la faggeta vetusta del Pollinello un vero scrigno di biodiversità che sarà possibile conservare per le generazioni future nonostante i cambiamenti climatici in atto. Grazie alla protezione integrale dell’area garantita dal Parco, al lavoro instancabile dei suoi dipendenti (in primis il dr. Giuseppe De Vivo e il dr. Aldo Schettino) e alla indispensabile collaborazione di studiosi di fama internazionale come il prof Piovesan, questo inestimabile patrimonio mondiale sarà custodito e valorizzato dal Parco per le generazioni future come richiesto dalla convenzione Unesco. (rrm)

È nata la rete dei parchi del Centro-Sud Italia

È nata la Rete dei Parchi del Centro-Sud. Si tratta di un protocollo d’intesa firmato tra la Camera di Commercio di Cosenza, il Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese, il Parco Nazionale del Pollino e il Parco Nazionale della Sila.

Oltre al presidente della Camera di Commercio, Klaus Algieri, erano presenti, Giovanni Cannata, presidente del Parco Abruzzo, Lazio, Molise, il Commissario Giuseppe Priore del Parco Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese, Domenico Pappaterra, presidente del Parco Pollino e Francesco Curcio, presidente del Parco Sila.

«La Camera e i Parchi firmatari dell’accordo – ha sottolineato il presidente Algieri – condividono l’intento di rimarcare l’importanza e la necessità d’innescare percorsi di animazione territoriale di interesse, di svolgere eventi culturali, oltre che turistici, legati alla valorizzazione di tutte le risorse di beni e di luoghi, che favoriscano una stretta collaborazione tra tutte le istituzioni coinvolte, per programmare, in seguito, attività formative e di sviluppo socio economico e turistico, tese ad un fattivo sviluppo di produzione e diffusione artistico – culturale – ambientale».

«Grazie alla collaborazione dei Parchi e alla loro conoscenza delle potenzialità delle nostre zone interne – ha aggiunto – ci proponiamo di approvare al più presto, misure specificamente dirette a sostenere le imprese e i territori che ricadono nel loro perimetro, consapevoli dell’importanza del loro contributo alla crescita dell’intero meridione».

Tutti i partecipanti ritengono importante condurre una precisa analisi tramite strumenti micro e macro economici, capaci di prevedere l’impatto delle norme turistico – incentivanti e di valutarne i punti di forza locali, per ottenere una situazione di allocazione efficiente delle risorse, così da giungere al punto d’incontro dove migliorare il benessere (utilità) di un soggetto non porti a peggiorare il benessere degli altri soggetti, ricercando i più validi strumenti per il perseguimento di fini superiori, quali quello del recupero e della salvaguardia del nostro patrimonio paesaggistico, ambientale, artistico, storico e culturale.

Per il prof. Cannata, «si tratta di una cooperazione istituzionale che integra il ruolo dei parchi e quello delle Camere di Commercio, con le loro importantissime funzioni per l’economia dei territori e una grande responsabilità nel settore dell’ospitalità e del turismo. L’obiettivo è quello di lavorare insieme per la costruzione di una proposta di sviluppo comune fondata, contemporaneamente, sulla conservazione delle risorse naturali e sulla sostenibilità delle iniziative economiche, sociali e istituzionali locali».

Dello stesso parere anche Giuseppe Priore, per il quale l’accordo riveste un aspetto ulteriore: «nel parco Lucano, infatti, si assiste alla presenza contradditoria di un importante giacimento petrolifero che rischia, spesso, di spostare il baricentro dell’attenzione in senso opposto a quello che è il più comune orientamento in tema di conservazione. La partecipazione all’accordo consente di mantenere vivo lo spirito che è proprio delle aree protette e di poter riprendere più agevolmente, si spera a breve, il cammino della loro valorizzazione, anche grazie all’appoggio del mondo produttivo rappresentato dalle Camere di Commercio».

«La mission dei parchi si unisce a quella della Camere di Commercio – ha dichiarato il presidente Curcio – per dare valore ai territori attraverso un sistema in cui lo scambio di attività e di buone pratiche produca ricadute positive a favore delle popolazioni che vivono all’interno dei parchi, che nella tutela del patrimonio naturalistico e nel turismo sostenibile possono sicuramente trovare importanti occasioni di sviluppo».

Come ha sottolineato il presidente Pappaterra, «i parchi che hanno aderito all’accordo sono tra i più significativi e antropizzati in Italia e, in quanto tali, devono necessariamente affiancare alla loro missione di tutela e conservazione anche la necessità di far sopravvivere un sistema economico che altrimenti rischia di scomparire. Chiederemo l’adesione all’accordo anche ai Parchi nazionali dell’Aspromonte e del Cilento e Vallo di Diano. Questo tipo di cooperazione tra istituzioni diverse rappresenta un messaggio al Paese: oggi che i temi dell’ambiente e della c.d. transizione ecologica assumono una centralità straordinaria, le aree protette italiane, e quelle del Sud in particolare, possono rappresentare un grande punto di riferimento sul quale costruire azioni di forte concretezza ma anche di grande crescita economica». (rcs)

I sindaci di Frascineto e Buonvicino nel consiglio direttivo del Parco del Pollino

Prestigioso incarico per Angelo Catapano, sindaco di Frascineto, e per Angelina Barbiero, sindaco di Buonvicino, che è sono stati eletti nel Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Pollino.

L’organo assembleare della Comunità del Parco del Pollino, che riunisce tutti i Sindaci del territorio ricadenti nell’area protetta, le Province (Potenza, Matera e Cosenza), le Regioni, Basilicata e Calabria, si è riunito a Castrovillari e attraverso votazione a scrutino segreto, ha proceduto al rinnovo per la designazione dei componenti dei rappresentanti della Comunità del Parco il seno al Consiglio Direttivo.

Hanno votato l’85,2% degli aventi diritto al voto: 21 sindaci lucani, 28 calabresi, le due province di Matera e Potenza e la Regione Calabria.

Eletti, insieme a Catapano e a Barbiero, i sindaci di Chiaramonte, Viola Valentina e di San Paolo Albanese, Troiano Mosè Antonio.

Domenico Pappaterra, presidente dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, ha espresso grande soddisfazione per la straordinaria partecipazione democratica alla votazione, della quasi totalità degli aventi diritto al voto tra Comuni, Province e Regioni, e soprattutto per aver espresso un voto che, nel rispetto delle norme statutarie, ha da un lato rispettato la legge sulla parità di genere e dall’altro l’equilibrio geopolitico che presiede ai rapporti tra le due regioni sin dall’istituzione del Parco.

Dal canto suo il presidente della Comunità del Parco, Renato Iannibelli, ha espresso soddisfazione per la nomina dei quattro amministratori calabresi e lucani, ed ha ringraziato i funzionari del Parco per la collaborazione data nel corso delle operazioni di voto. Ha augurato ai neo eletti un buon lavoro per proseguire nell’azione fin qui svolta dall’ente Parco al servizio del territorio.

Il sindaco Catapano, nell’accingersi a svolgere questo importante incarico, ha inteso ringraziare il presidente Pappaterra che, in questi anni, sta guidando con equilibrio e spirito unitario una Comunità che oggi si dimostra matura e consapevole del suo ruolo nel processo di crescita dell’intera area del Pollino, i colleghi sindaci, le Regioni Basilicata, Calabria e le provincie di Matera, Cosenza e tutte le persone che hanno sostenuto questa mia candidatura.

«Spero – ha dichiarato Catapano – di poter espletare al meglio questo mandato e di poter dare il mio contributo all’interno della comunità per sostenere sempre più i valori dell’Area Protetta e della conservazione della Natura, quali agenti di progresso e di crescita della nostra amata montagna del Pollino. È un compito di grande responsabilità quello a cui sono stato chiamato, ma darò il meglio per essere incisivo al massimo».

«Il Parco è, senza dubbio – ha aggiunto – una risorsa enorme. Dobbiamo continuare a creare ulteriori condizioni perché diventi tale per tutta la comunità, anche di Frascineto, che nel Pollino ha le sue radici, la sua storia e le sue tradizioni.  E come sia fondamentale in tale contesto, supportare l’importante azione amministrativa del Presidente, capace in questi anni di stravolgere ogni stereotipo sulla nostra montagna esaltandone gli aspetti positivi e mostrando grande vicinanza al territorio». 

«Di certo – ha concluso – non mancherà il nostro impegno e l’entusiasmo necessario per fare in modo che tutte le identità vengono valorizzate, attraverso un progetto di filiera per incrementare il turismo e nuove opportunità di sviluppo».

Infine, Catapano, ha riservato un ringraziamento particolare, ai sindaci dell’arberia, per aver sostenuto la sua candidatura e con quali, intende portare avanti un piano di lavoro unitario per la valorizzazione delle risorse culturali, religiose e della gastronomia. (rcs)

 

Parchi terrestri e marini, nasce l’idea di rete.
Le risorse più preziose, il volano della ripresa

di SANTO STRATI – Avessimo sbagliato regione? Noi e, crediamo neanche i calabresi, non eravamo abituati a una così graditissima efficienza del governo regionale. Prima i provvedimenti, poi gli annunci. Se voleva la presidente Jole stupirci con gli effetti speciali, ci sta riuscendo con i suoi assessori che stanno mostrando cosa significa “esecutivo del fare“. Qualche giorno fa  parlato della necessità di soldi veri per le imprese calabresi, il giorno dopo sono stati trovati 150 milioni, mica noccioline!, grazie all’assessore Fausto Orsomarso. La presidente Jole Santelli aveva nominato, presentandolo con un colpo di teatro a Montecitorio, il capitano Ultimo all’ambiente, e il buon Sergio De Caprio, zitto zitto, dal giorno del suo insediamento, ha preparato un altro ottimo siluro lanciando l’idea di un grande unico parco nazionale della Calabria, pur nel rispetto delle tre magnifiche realtà (Pollino, Sila e Aspromonte) e ponendo la massima attenzione alla aree protette. L’idea nella sua semplicità è straordinaria: il grande potenziamento del sistema parchi (che comprende anche le riserve marine) per mantenere l’equilibrio ambientale e costruire, nel contempo, un’offerta turistica/culturale di grande suggestione.

Certo, parlare di ambiente e sviluppo turistico mentre infuria il contagio potrebbe apparire di cattivo gusto, ma occorre cominciare a subito a pensare al dopo, mettere in atto tutto quello che serve per farci trovare preparati quando tutto sarà finito. Perché, sia chiaro, ha da passà ‘a nuttata, come diceva il grande Eduardo. Essere pronti soprattutto in un ambito, quello ambientale, che bisogno di cure e attenzioni eccezionali, visto che l’ambiente e il paesaggio, insieme con la cultura, sono le nostre più grandi risorse. Quelle che permetteranno di “ricostruire”. Quelle che potranno costituire il vero volano della crescita.

Dei 150 milioni per le aziende (messi in discussione, in maniera infelice, dal capogruppo pd alla Regione Mimmo Bevacqua sostenendo che non ci sono i fondi, senza prima informarsi) abbiamo già detto. Di questa idea di fare rete per i parchi naturali (terrestri e acquatici), invece, vogliamo approfondire oggi perché l’assessore De Caprio ha mostrato di avere le idee chiare e le ha condivise, in teleconferenza con i presidenti o i responsabili dei tre parchi calabresi

Leo Autelitano che è il presidente del Parco Aspromonte ha detto a calabria.live di essere favorevolmente impressionato dalla capacità operativa dell’assessore per potenziare il sistema parchi. Significa, in poche parole, mettere in rete le risorse e muoversi con un unicum che raccoglie ogni iniziativa e ogni provvedimento che riguardano le aree protette. Autelitano è di nuovo Presidente da appena due mesi, nominato dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa mentre stava per scoppiare l’emergenza coronavirus. Ma era già stato presidente dell’Ente Parco tra il 2007 e il 2012. Le buone idee di allora le sta rispolverando (prima fra tutte quella del “Cammino della fede”  sulle orme dei monasteri basiliani che nell’anno 1000 in Calabria erano quasi 1400 e di cui rimangono affascinanti vestigia). L’idea della spiritualità da abbinare alla montagna è suggestiva e di sicura attrazione. E soprattutto può affiancare i due grandi progetti già avviati: quello della ciclovia e quello della sentieristica sul vecchio tracciato Italia, che dal Pollino finisce in Aspromonte.

È utile sapere che dal 1968 fino al 2002 c’era un ente parco univoco che raggruppava la Sila e l’Aspromonte. Poi si è aggiunto il Pollino e i tre, meravigliosi, parchi calabresi hanno cominciato a muoversi in autonomia. Non è un ritorno al passato, anzi è il superamento di lacci e lacciuoli che potrebbero limitare le potenzialità di sviluppo dei territori legati ai parchi.

Domenico Pappaterra
Domenico Pappaterra, presidente del Parco Nazionale del Pollino

Esprime soddisfazione il presidente del Parco del Pollino, Domenico Pappaterra per l’iniziativa dell’assessore, colonnello De Caprio: «Mi pare – ha detto a calabria.live – di grande significato perché intanto esalta il ruolo delle aree protette nella nostra regione e soprattutto assegna loro un ruolo strategico rispetto anche alle politiche di crescita e di sviluppo. Oltre che naturalmente per continuare a svolgere quella che è una grande azione legata alla tutela della straordinaria biodiversità che in tutti i parchi della Calabria e nelle aree protette è detenuta e conservata. Un plauso, quindi, all’esecutivo. Soprattutto – dichiara Pappaterra – mi piace anche l’idea che – devo dire la verità – già da tempo insieme con gli altri colleghi presidenti di parco stavamo perseguendo, di far diventare quello delle aree protette un vero e proprio sistema, nel senso che ormai è anacronistico, anche alla luce dell’ultima crisi, parlare dei singoli parchi o esaltare le buone pratiche o le belle azioni che in ogni parco si sviluppano. Oggi bisogna ragionare come sistema globale e quindi, da questo punto di vista, tutta la dorsale appenninica calabrese può rappresentare, senza dubbio, un grande volano di crescita nell’ambito di un’offerta da parte della nostra regione, in cui ci sono i borghi, c’è il mare, ci sono i grandi tessuti urbani, c’è lo straordinario paesaggio, di questo grande polmone verde che dal Pollino, attraverso la Sila, le Serre, arriva fin giù in Aspromonte. Da questo punto di vista l’assessore De Caprio credo abbia colto nel segno».

– Ci sono risorse nuove per progetti già avviati?

«Come Federparchi Calabria – dice Pappaterra a calabria.live –, con la passata amministrazione, abbiamo sviluppato un importante lavoro che ha dato una forte attenzione ai parchi calabresi perché per la prima volta quasi 30 milioni di euro che erano parcheggiati senza utilizzo in una misura del Por sono stati destinati ai parchi attraverso una proceduta negoziata, quindi non abbiamo neanche dovuto partecipare ai bandi. Invece abbiamo individuato alcuni progetti strategici, come quello della grande rete sentieristica che dal Pollino arriva fino all’Aspromonte lungo un tracciato principale che era il vecchio sentiero Italia ma con una serie anche di collegamenti secondari che vanno ad esaltare tanti altri sentieri importanti della nostra regione. Un progetto che è coordinato dal Parco dell’Aspromonte. L’altro grande progetto, invece, riguarda la Ciclovia dei Parchi, che è coordinato dal Parco del Pollino: sono già state fatte le gare d’appalto, purtroppo la crisi del coronavirus ha bloccato l’avvio dei lavori, ma siamo in una fase in cui attraverso la dorsale della vecchia statale 19 delle Calabrie stiamo per realizzare questa importantissima infrastruttura verde. Il Parco della Sila, invece, ha coordinato un significativo piano di marketing territoriale: per la prima volta i tre Parchi si presentano in tutte le grandi fiere turistiche per veicolare un messaggio unitario in termini di promozione turistico-ambientale e culturale dei loro territori».

– Il presidente del Parco d’Aspromonte Leo Autelitano – che condivide il suo entusiasmo per l’iniziativa dell’assessore De Caprio – rilancia, a sua volta, un vecchio progetto, quello cosiddetto del “cammino delle fede” che vuol individuare il percorso di spiritualità e di cultura sulla traccia dei monasteri basiliani in Calabria…

«La proposta e la suggestione che introduce Autelitano – dice Pappaterra – credo debba essere colta e questa potrebbe essere una delle prime azioni che potremmo negoziare col nuovo governo regionale della Calabria, perché questo itinerario che Autelitano propone lungo i vecchi monasteri basiliani, un po’ ripristinando quella che erano le vie della fede, io credo possa avere un significato importante e merita la dovuta attenzione».

– In questa rete dei parchi entra anche la Rete marina protetta…

«Questo è un connubio che va esaltato. Noi siamo, come dire, portati a parlare un po’ per deformazione dei parchi calabresi, mi riferisco ai parchi terrestri, ma non dimentichiamo che in Calabria c’è la grande riserva di Isola Capo Rizzuto, la riserva della foce del Crati e della diga di Tarsia, e sono stati accorpati in un unico ente gli ex parchi costieri che erano quelli delle zone rivierasche. Per questa ragione, è intelligente e di grande prospettiva l’idea di mettere in campo un prodotto con due possibilità di offerta, una la montagna, l’altra la grande risorsa marina.  Il mare che nella nostra terra continua a predominare. Del resto, è evidente: più di 700 km di costa meravigliosa e un mare splendido non possono che essere oggetto di questa nostra offerta turistica, però non c’è dubbio che adesso il visitatore, il fruitore, il turista potenziale ama anche differenziare la sua vacanza e cerca anche di diversificarla. Si gode il mare e il sole, ma sappiamo che vuole anche conoscere il nostro entroterra, nella sua naturalità, nei suoi paesaggi, nei suoi borghi, nella sua enogastronomia, nelle sue attività sportive, ovviamente parliamo di sport eco-compatibili. La nostra è una terra dotata di tutte queste potenzialità. Certo, oggi, in piena emergenza sanità può apparire anacronistico parlare di tutto ciò, ma noi dobbiamo augurarci che superata la crisi avremo a che fare indubitabilmente con la necessità di rilanciare l’economia di tutti i nostri territori. Occorre pensare già da ora a come ripartire nel settore del turismo e dell’agricoltura di qualità che sono settori trainanti per la nostra terra. A quell’appuntamento dobbiamo essere tutti quanti pronti e preparati».

Autelitano nel ricordare i tesori basiliani presenti già solo nel territorio aspromontano (ma ci sono tracce in tutta la Calabria), fa presente che occorre riscoprire queste importanti radici: è un elenco straordinario che farà coniugare il sacro con la naturalità dell’ambiente. Nell’ottica di sfruttare queste risorse come volano per attrarre visitatori e creare nuova occupazione (quanti giovani potranno trovare lavoro in questo ambito?) Autelitano mette l’accento sul rapporto Ecotour del 2012 sul Parco d’Aspromonte, poche presenze in assoluto, ma fortissima percentuale di stranieri. È su di loro che andrà modulata l’offerta turistico-ambientale-culturale (e spirituale). Ne prenda nota, capitano Ultimo. Il primo ad aver iniziato, dopo appena qualche settimana, a rivoluzionare l’assessorato all’Ambiente. Ne avevamo proprio bisogno. (s)

Ultimi ciak a San Lorenzo Bellizzi: la Calabria bella di Michelangelo Frammartino

Ultimi ciak nel Parco del Pollino, tra le grotte di San Lorenzo Bellizzi: il nuovo film di Michelangelo Frammartino, regista nato a Milano da genitori calabresi, è il bellissimo racconto di una Calabria che pochi conoscono. Il buco che dà il titolo all’opera di Frammartino è quello dell’Abisso del Bifurto, che si trova a Cerchiara di Calabria, conosciuto anche come “Fossa del lupo”, una delle grotte naturali più profonde e scoscese del mondo. Ai più sconosciuta. E il cast del film è composto quasi esclusivamente da gente del luogo, figuranti eccezionali che hanno mostrato nei loro volti, nelle loro abituali pose (e non da cinema), la grande umanità della gente calabrese. Pastori, contadini, gente della terra, che ama il luogo che li ha visti nascere e considera “tesoro” tutto ciò che li circonda, nell’autentica calabresità che risiede nei loro cuori. Un bell’affresco della nostra regione, che porterà un’immagine, per lo più inedita, di straordinari paesaggi di sogno e incantevoli montagne e vallate. Una terra che merita di essere scoperta e valorizzata, che è poi l’impegno della Calabria Film Commission che sostiene il film.

San Lorenzo Bellizzi

«Tutto è nato dall’incontro con il territorio di San Lorenzo Bellizzi e in particolare con lo speleologo calabrese Nino Larocca che conosce profondamente l’Abisso del Bifurto. – ha raccontato il regista Michelangelo Frammartino, alla fine delle riprese del suo nuovo lungometraggio – Sono quattro mesi che io e la mia troupe giriamo all’interno di questa grotta. Abbiamo sfidato il buio, l’isolamento, il vuoto per raccontare l’impresa di dodici speleologi che nel 1961 decisero di scendere in Calabria ed esplorare altre profondità».

All’incontro con la stampa per annunciare la chiusura delle riprese del film con il regista Frammartino c’erano il Presidente della Calabria Film Commission, Giuseppe Citrigno; il Presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, il produttore di Doppio Nodo, Marco Serrecchia; il Presidente della Società Italiana Speleologi, Vincenzo Martinucci, il Sindaco di San Lorenzo Bellizzi, Antonio Cersosimo e i 12 speleologi che compongono il cast.

La fotografia è firmata dal grande Renato Berta che ha lavorato con maestri della cinematografia come Godard, Resnais, Rohmer, Rivette, Malle, Téchiné, Huillet-Straub, De Oliveira, Gitai, e ha ricevuto, tra gli altri, riconoscimenti anche in Italia con Martone (David di Donatello per la Migliore fotografia di Noi credevamo). L’Abisso del Bifurto, i piani del Pollino, San Lorenzo Bellizzi, le fiumare di Civita e Cerchiara sono le location dell’ultima fatica cinematografica di Michelangelo Frammartino (dopo Il Dono -Locarno Film Festival e Le quattro volte premiato a Cannes, Quinzaine). Le riprese de “Il buco” si sono concluse sabato scorso 26 ottobre.

Un ciak del film "Il Buco" di Frammartino

Frammartino ha scelto di tornare a girare all’interno del Parco Nazionale del Pollino; un sistema montuoso al confine tra Calabria e Basilicata dai picchi impervi di una bellezza immacolata, conosciuto anche come luogo d’incontro tra le uniche tipologie umane in grado di affrontarlo e abitarlo, qui dove ancora resistono i culti arborei di cui è profondo conoscitore il regista: «Dopo le Quattro volte ho deciso di raccontare la storia di un gruppo di speleologi che, in pieno boom economico, hanno deciso di scendere nel Sud ed immergersi nel buio di una grotta». Presenti all’incontro i 12 speleologi selezionati nel corso di un anno e mezzo di casting in tutta Italia. Il buco è una produzione Doppio Nodo Double Bind con Rai Cinema, in coproduzione con Société Parisienne de Production (Francia), Essential Filmproduktion (Germania), con il sostegno della Calabria Film Commission, del Mibact, del CNC, Artè/ZDF, Eurimages e con la collaborazione e il patrocinio del Parco Nazionale del Pollino. Coproduction Office è il distributore internazionale.

 

«Il progetto di Frammartino rappresenta per la Calabria Film Commission un vero e proprio fiore all’occhiello. – ha fatto notare il Presidente Citrigno – Uno dei registi più talentuosi del panorama nazionale attenzionato dalla critica internazionale. Un film che lancia un messaggio in piena sintonia con la mission di rilancio dell’immagine del territorio avviata da tempo dalla Regione Calabria e dalla Film Commission».

Entusiasta il Presidente del Parco, Domenico Pappaterra: «Siamo certi che questo film saprà raccontare l’immenso patrimonio del nostro territorio e le potenzialità del Parco del Pollino: grazie alle sinergie con la Regione Calabria, gli enti, le amministrazioni locali e la Film Commission stiamo ottenendo grandi risultati e le ricadute economiche e culturali sul territorio sono già evidenti. L’opera di Frammartino girerà il mondo e comunicherà anche il calore e l’accoglienza delle nostre comunità e lo straordinario rapporto che hanno con la natura che li circonda».

Il buco film di Michelangelo Frammartino

Il film è ispirato a una storia vera: nell’agosto del 1961, i giovani membri del Gruppo Speleologico Piemontese, già esploratori di tutte le cavità del Nord Italia, cambiano rotta e puntano al Sud, nel desiderio di esplorare altre grotte sconosciute all’uomo, immergendosi nel sottosuolo di un Meridione, che tutti stanno abbandonando. Qui, nel Pollino, in Calabria, questi giovanissimi speleologi, calandosi nel buio della terra, scopriranno la seconda grotta più profonda del mondo, l’Abisso di Bifurto.

«Per usare un termine cinematografico, potremmo dire che le grotte costituiscono un fuori campo assoluto – ha detto Frammartino – anche perché la notte eterna che regna al loro interno sembrerebbe quanto di più ostile alla macchina da presa. Eppure, chi ama il cinema sa bene che il fuori campo, l’invisibile, rappresentano la sua “sostanza” più profonda. Questo territorio ha un legame particolare con la natura in controtendenza con la cultura Occidentale. Qui, noi della troupe abbiamo scoperto che si può diventare tutt’uno con essa. Personaggio del film è, dunque, la grotta e il movimento dei corpi che si immergono al suo interno». (mp)

ORSOMARSO (CS) – Nel Pollino un esemplare di Tritone crestato italiano

La Calabria continua a stupire: è stato individuato, nel Parco del Pollino, a Orsomarso, un esemplare di Tritone crestato italiano.

«Questa specie – ha spiegato Antonio Pappaterra, cittadino di Orsomarso e cultore della materia – è il più piccolo dei 9 riconosciuti e, in base a quanto sostenuto dai ricercatori, non era certa la sua presenza nel Nord della Calabria».

«L’esemplare – ha proseguito Antonio Pappaterra – presenta, comunque, tutte le caratteristiche del tritone ‘nano’, di 7,5 cm di lunghezza, ma andrebbe studiato proprio perché alcuni ricercatori ritengono che l’aleare del Tritone Italicus, cioè la zone dove vive, è segnalata solo nel Lazio e, al massimo, in Campania e quindi se si tratta della specie Tritone Italicus, significherebbe che i dati scientifici andrebbero aggiornati e approfonditi, oppure che il Tritone dell’Argentino sia autoctono, cosa molto affascinante per gli stufiosi di anfibi».

«In ogni caso – ha concluso Antonio Pappaterra – questo rarissimo esemplare di anfibio, che ha superato ere glaciali e trasformazioni della crosta terrestre, è poco conosciuto,  conferma, ancora una volta, che la Valle dell’Argentino sorprende per la sua bellezza e per i suoi tesori nascosti». (rcs)