Peppe Voltarelli vince il premio dedicato a Nilla Pizzi

Peppe Voltarelli si aggiudica, insieme a Giovanni Truppi e Shari, il Premio Nilla Pizzi 2023. La premiazione avrà luogo sabato 11 novembre 2023 alle ore 21:00 al Teatro Comunale Ferdinando Bibiena di Sant’Agata Bolognese (ingresso gratuito fino ad esaurimento posti), durante la quale verrà premiata anche Irene Buselli, vincitrice del Premio Bianca d’Aponte, tra i più importanti del panorama nazionale dedicato alle giovani cantautrici. La serata sarà presentata da Massimo Cotto, autore, conduttore radio-televisivo e voce di Virgin Radio.

Dopo essersi classificato secondo al Premio Tenco 2023 nella categoria miglior album in dialetto con il suo nuovo disco registrato a New York “La grande corsa verso Lupionòpolis”, arriva dunque un altro prestigioso riconoscimento per il cantautore calabrese, che va ad aggiungersi ai tanti già ricevuti nel corso della sua carriera trentennale.

Nel 2019, in occasione delle celebrazioni per il centenario dalla nascita della regina della canzone italiana, l’amministrazione comunale di Sant’Agata Bolognese ha istituito il Premio Nilla Pizzi con lo scopo di premiare, nel corso degli anni, quanti abbiano saputo innovare con libertà intellettuale e spirito di solidarietà sociale i settori dell’arte e della cultura con particolare attenzione alla musica, ma anche nell’imprenditoria. L’obiettivo è mantenere vivo il ricordo di un’artista indimenticata e indimenticabile della musica italiana e internazionale, unito al desiderio di restituire lo spirito, la forza e la grazia che hanno animato la vita di questa donna straordinaria che, incarnando il costume di un’epoca, ha saputo percorrere le strade del tempo con una grande capacità di reinventarsi, oltre ad esportare, con la sua voce e la sua carica di energia, un’identità che appartiene alle nostre terre.

Nilla Pizzi è stata una donna libera dagli schemi. Sempre autentica ed appassionata, amante della musica e della vita allo stesso modo. Nilla amava la vita e l’ha vissuta. Nello stesso modo amava la musica e sapeva divertirsi. Sapeva altrettanto combattere e appassionarsi a sfide apparentemente impossibili: imprenditrice transnazionale, primo esempio di donna che partendo dalla provincia italiana conquistò Acapulco aprendo e gestendo club esclusivi in cui le star di Hollywood e le voci degli States facevano a gara per essere ospitate. Esempio di riscatto attraverso lo studio: da autodidatta imparò le lingue per poter viaggiare nel mondo. In definitiva, un’artista contemporanea sempre all’avanguardia.

Peppe Voltarelli sarà impegnato, a breve, in un tour che lo vedrà esibirsi in Italia e all’estero. Fra le date fuori dal nostro Paese ce ne saranno tre in Repubblica Ceca (dal 18 al 24 novembre) e una in Svizzera dove si esibirà in un omaggio a Sergio Endrigo, il 10 dicembre. Per quanto riguarda l’Italia, Voltarelli farà tappa a Milano, Roma, Ravenna, Trieste a altre città.

Peppe Voltarelli è un cantante calabrese, autore di canzoni, attore e scrittore. Attivo dal 1990 come fondatore, voce e leader de Il parto delle nuvole pesanti, band di culto del nuovo folk italiano. Da solista ha pubblicato sette album in studio, quattro colonne sonore e due concerti. Si è aggiudicato tre volte la Targa Tenco, con “Ultima notte a Malá Strana” nel 2010 come miglior album in dialetto, con “Voltarelli canta Profazio” nel 2016 e con “Planetario” nel 2021, entrambi come miglior album interprete. È stato attore protagonista e coautore del film “La vera leggenda di Tony Vilar” di Giuseppe Gagliardi, primo mokumentary italiano. Vanta collaborazioni con Claudio Lolli, Teresa De Sio, Silvio Rodríguez, Adriana Varela, Kevin Johansen, Sergio Cammariere, Otello Profazio, Roy Paci, Carmen Consoli, Bandabardò e Amy Denio. Un’attività concertistica da sempre intensa lo ha portato a suonare in 23 paesi in tutto il mondo e suoi dischi sono stati pubblicati in Europa, Argentina, Canada e Stati Uniti. (rcs)

Standing Ovation per Peppe Voltarelli a “UnicalFesta”

di PINO NANOPeppe Voltarelli in concerto all’Università della Calabria, tra gli ulivi del Campus di Arcavacata, rimarrà una delle pagine più belle della storia dell’Ateneo di questi anni.

Emozionante, è dire poco. Intrigante, è dire molto di meno. Elettrizzante e affascinante insieme, avvolgente e provocatorio, un fiume di musica e di parole, canzoni scritte e “parlate” molte delle quali in dialetto calabrese, una sfida alla modernità e ai falsi perbenismi di chi crede che il dialetto sia da dimenticare, un ritorno al passato ma proiettati nel mondo e nel futuro, la magia dei ricordi di un’infanzia che torna prepotente nella mente di ognuno di noi, che con quella “lingua orale” siamo cresciuti e siamo invecchiati.

Un mix straordinario di vecchio e nuovo, di passato e presente, di orizzonti che si profilano dalle piazze più piccole delle nostre periferie urbane e che come d’incanto si proiettano nelle grandi capitali del mondo, Londra, Berlino, Parigi, Roma, New York, Buenos Aires. È il mondo che in tutti questi anni Peppe Voltarelli ha visitato conosciuto, attraversato e vissuto, e di cui alla fine si è anche persino profondamente innamorato.

Il suo concerto, lunedì sera, è stato tutto questo insieme. Suoni, colori, mescolanza di culture diverse, frullato di idiomi e di tradizioni, poesia e romanzo, musica struggente e malinconica, ma anche tanta musica forte, perché Peppe Voltarelli in tutti questi anni di carriera ha saputo shakerare insieme varie scuole e vari generi.

Un’attività concertistica che lo ha portato a suonare in 23 paesi nel mondo, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Canada, Cile, Francia, Germania, Inghilterra, Iraq, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Madagascar, Messico, Polonia, Repubblica Ceca, Serbia, Spagna, Stati Uniti d’America, Svizzera, Ungheria e Uruguay. E questo gli è valso il nomignolo di “cantante emigrante”.

Il merito di tutto questo ha oggi un nome soltanto, che è quello di Patrizia Piro, donna di successo, accademica riconosciuta e profondamente amata dai suoi studenti, punta di diamante del Senato dell’Unical, formalmente lei è il Pro-Rettore del Campus universitario calabrese, ma nei fatti è l’anima complice di questo bellissimo Festival del Campus.

«Dopo il periodo dell’emergenza covid – dice Patrizia Piro – abbiamo creduto sia necessario rimettersi in gioco, proponendo momenti di socialità che aiutano la comunità a ritrovarsi e stare insieme. “UnicalFesta” è per tutti noi una sfida, un atto di coraggio che affrontiamo insieme a tanti artisti. Una comunità come la nostra che accoglie 1300 studenti internazionali provenienti da 96 paesi diversi mette al centro le persone e crea questi importanti momenti di incontro e confronto». Francamente non si poteva fare di meglio.

Dopo il concerto di Diodato, dunque, che ha aperto ufficialmente “UnicalFest” di quest’anno, anche per lui un successo senza fine, ancora un grande artista sul palcoscenico del Campus calabrese. Un musicista come pochi. Un Peppe Voltarelli che usa la sua chitarra come arma di difesa, la tiene stretta al corpo come fosse una propaggine della sua vita e della sua storia, e certamente lo è anche, ma quando poi incomincia a cantare le sue canzoni più famose, e molte di queste rigorosamente in dialetto calabrese, allora è un tripudio collettivo. Di emozioni e di ricordi.

È la musica punk-rock che diventa viaggio nel tempo, nel proprio passato e nel proprio corpo. È la musica che scandisce le stagioni della nostra vita, è la musica che detta le regole e i ritmi della nostra esistenza.
Ma soprattutto, è la musica che ti racconta quale è in fondo la vera anima della tua terra di origine, e con la grazia che solo alla musica appartiene, riempie di immensa dolcezza anche i vuoti incolmabili di una terra come questa, la Calabria, e di una generazione che per trovare lavoro vive ormai ai margini del mondo e in ogni angolo del pianeta. Quasi una seduta di psicoanalisi di gruppo, tutti insieme immersi questa volta nel fragore assordante e multietnico di un concerto d’autore.

La storia di Peppe Voltarelli è ormai un pezzo iconico della storia della musica italiana che più conta.
Artista di origini calabresi, Peppe Voltarelli nasce a Cosenza il 26 dicembre del 1969, da mamma cosentina e da padre che veniva da Mirto Crosia. Una storia d’amore, la loro, nata alle scuole elementari di Mirto Crosia dove lavorava sua madre. Ma è Mirto Crosia il vero “paese ombra” di Peppe Voltarelli, perché è qui a Mirto che lui trascorre i primi diciotto anni della sua vita. E dove incomincia a suonare le sue prime cose. Va a scuola di musica che ancora molto piccolo, e quando Peppe arriva alle scuole medie i suoi insegnanti si accorgono che il ragazzo ha delle doti musicali naturali molto spiccate.

Nel 1995 si laurea al Dams dell’Università di Bologna discutendo una tesi sul rap italiano in semiologia della musica con il Prof. Gino Stefani e sotto la supervisione di Pierfrancesco Pacoda, e questo fa di lui anche un intellettuale poliedrico e carismatico di questo mondo.

«Mirto Crosia? Eravamo un gruppo di bambini che componevamo canzoni nostre, e originali. È stato il professore di musica che ci ha formato. Non solo musicalmente, ma anche umanamente. Il nostro gruppo si chiamava “Red Devils”. Avevamo in scaletta pezzi dei Beatles, dei Pooh, di Santana, qualche vecchia hit come “Calabrisella mia”, “Romagna mia”, “Obladì Obladà”. I nostri pezzi erano canzoni d’amore che seguivano il filone degli anni settanta dei Pooh e s’intitolavano “Tutto Bimba”, “Eravamo due ragazzi sotto il sole” e roba del genere».

Dopo la scuola media Peppe si iscrive all’Istituto tecnico per geometri, e ogni mattina prende la corriera che da Mirto Crosia lo porta a Rossano. Per lui saranno gli anni della svolta, perché sono gli anni in cui l’incontro con la musica d’autore diventa per lui quasi letale, fobico, appassionato e indissolubile. Ha appena 15 anni quando mette in piedi il suo primo gruppo musicale sullo stile dei Doors e dei Pink Floyd, musica rock, «avevamo i capelli lunghi, eravamo vestiti di nero e cantavamo brani con titoli come “Bighellonare”».

Estate del 1990, per lui è l’anno degli esami di stato, ma è anche l’anno in cui Peppe lascia la sua casa di famiglia e la sua Mirto Crosia per finire a Bologna.E qui, fonda “Il Parto delle Nuvole pesanti”, una band che presto diventerà punto di riferimento del mondo della musica giovane non solo in Italia. Nasce il suo primo disco, ma da qui la sua carriera non conoscerà più parentesi di silenzio. Il disco d’esordio Alisifare e una prolifica attività concertistica fanno ben presto del gruppo una delle realtà più interessanti del folk Anni ’90. Canzoni come Raggia e Lupu e l’album 4 battute di povertà, prodotto dalla Lilium e distribuito dalla Sony Music, diventano apripista di un genere denominato Tarantella punk. Cinque anni dopo essere arrivato a Bologna Peppe Voltarelli è già una realtà della musica italiana di quegli anni.

Targa Tenco per il miglior album in dialetto per Ultima notte a Malá Strana nel 2010, Targa Tenco per il miglior album interprete per Voltarelli canta Profazio nel 2016, Targa Tenco per miglior album interprete per Planetario nel 2021, e infine finalista della Targa Tenco per migliore album in dialetto con La grande corsa verso Lupionòpolis nel 2023. È quanto basta per dare l’idea di quanta strada il “ragazzo di Mirto Crosia” abbia percorso verso il successo. Serata indimenticabile all’Unical. (pn)

Peppe Voltarelli sarà a Sanremo 2021

C’èn anche la Calabria al Festival di Sanremo, con il suo album Planetario, con cui ha vinto la Targa Tenco.

Il 21 ottobre, dunque, Voltarelli sarà sul palco dell’Ariston di Sanremo, assieme alle migliori espressioni della canzone italiana, da Enrico Ruggeri a Madame, da Samuele Bersani ai Fratelli Mancuso, per riproporre parte di questo fortunato album in cui il cantore della Sibaritide ha deciso di misurarsi con i grandi della canzone internazionale, da Jacques Brel a Bob Dylan, da Leo Ferré a Vladimir Vysotskij, offrendo una superba prova delle sue doti di interprete, capace di modulare la forza espressiva della sua voce su diversi registri narrativi, dalla canzone intimista al canto di protesta.

Ma ciò che rende unico questo suo nuovo cimento discografico, il quinto nella sua carriera da solista, è il fatto che altri giganti del dire in musica cantano assieme a lui, a due voci, i loro brani che acquistano così un sapore del tutto nuovo, da Silvio Rodríguez a Joan Manuel Serrat, da Amancio Prada ad Adriana Varela, da Joan Isaac a Luis Eduardo Aute.

«Planetario è una mappa sentimentale di incontri e grandi amicizie raccontate da canzoni senza tempo», ha dichiarato il cantautore calabrese.

«Mi ha offerto – ha aggiunto – l’opportunità di condividere tutti i miei viaggi attraverso canzoni fuori dalle mappe seriali. Con queste canzoni riassumo anni di incontri umani e artistici ma Planetario è molto di più: è un coraggioso manifesto di una libertà espressiva che va oltre confini e frontiere, appartenenze e malintese identità».

Ritagliato su misura delle esperienze di vita e di arte di Voltarelli ma ideato e avviato in Spagna nel corso di alcuni suoi concerti, Planetario è infatti un progetto ambizioso che, dalla Catalogna, si propone di rinnovare la lezione di Amilcare Rambaldi attorno alla fecondità dell’incontro  tra artisti di nazionalità diverse. Prodotto da Cose di Amilcare, muove pertanto in direzione contraria a sovranismi e colonizzazioni musicali e rimanda a una geografia dell’anima  che si estende dalle distese di ulivi della Sibaritide ai porti del Nord Europa, supportando artisti e musicisti con traduzioni di grande raffinatezza. (rrm)

In copertina, foto di Angelo Trani

CETRARO (CS) – Il concerto di Peppe Voltarelli

Domani sera, a Cetraro, alle 21, al Portoturistico, il concerto di Peppe Voltarelli, che porta il suo ultimo lavoro: Planetario, pubblicato in Italia da Squilibri Editore a maggio del 2021.

L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Lilli Funaro.

Planetario si articola in una personale e ironica teoria della canzone, densa di aneddoti e riferimenti storici. Il viaggio di Voltarelli è, perciò, fatto di incontri bizzarri in luoghi segreti e inesplorati, dove le differenze di stili e di linguaggio diventano l’anima del racconto. L’artista calabrese, apprezzato in tutto il mondo, mette in piedi un poetico e appassionante One Man Show con chitarra, fisarmonica e pianoforte, cantando e suonando brani che sono ormai dei veri capisaldi dei repertori di grandi autori moderni e contemporanei.

Peppe, come ama farsichiamare, canta, incanta e racconta perché crede nella musica che ha qualcosada dire, da raccontare, da disvelare. Ogni canzone e ogni autore, tradotti initaliano, rappresentano perciò le tappe di un percorso che è, insieme, artistico ed esistenziale. Si muove per longitudini poco battute, Voltarelli,affiggendo idealmente il manifesto della canzone armata di poesia e all’occorrenza di politica. È uno spettacolo musicale, colloquiale e militante, il suo.

Non lungo eppure abbastanza largo per trovarci dentro di tutto: leballate di Bob Dylan, le poesie di Jacques Brel, le struggenti tristezze di Leo Ferré. E poi Sergio Endrigo, Juan Manuel Serrat, Joaquín Sabina, fino a Modugno, proprio lui, che cantava “…la più bella sei tu, Lilli”, a ribadire che non è necessario perdere l’originalità e la bellezza pura solo per sembrare più moderni. Che lei è bella così, spettinata, struccata, vera. Come la Musica, come Voltarelli. (rcs)

Su Youtube Peppe Voltarelli ripropone i suoi concerti live in giro per il mondo

È una bella idea, quella del cantautore calabrese Peppe Voltarelli che, ogni cinque giorni, condividerà su Youtube le registrazioni dei suoi live in giro per il mondo.

Si comincia con il live del 2009 a Trebotov, in Repubblica Ceca, dove alcuni brani di Voltarelli sono arrivati anche ai primi posti nelle vendite.

Si proseguirà, poi, con la live a New York del 2014, a Milano nel 2012, a Zurigo nel 2019, a Dortmund nel 2010, Montreal nel 2016, Buenos Aires nel 2015, as Antananarivo nel 2019, a Montegranaro nel 2015 e a Montreal Jazz Festival del 2013.

Peppe Voltarelli, con i suoi continui viaggi da un continente all’altro, è diventato una sorta di ambasciatore della canzone d’autore nel mondo, facendone proprie le espressioni più salienti nelle sue numerose tournée in America Latina, Canada ed Europa centrale.

In queste sue esperienze transnazionali è radicato anche il suo prossimo progetto discografico che, a inizio 2021, sarà pubblicato da Squilibri con il titolo emblematico di Planetario, dove la forte espressività della sua voce animerà un affascinante melting pot musicale, inseguendo suggestioni ed emozioni suscitate dalle canzoni di autori come Leo Ferré, Jaques Brel, Joaquin Sabina, Sergio Endrigo e Domenico Modugno e molti altri esponenti di una musica senza confini. (rrm)

CON PEPPE VOLTARELLI LA CALABRIA VA A SAN DIEGO

8 ottobre – Un po’ di Calabria, grazie al cantante Peppe Voltarelli, al San Diego Italian Film Festival, una delle manifestazioni più importanti per il cinema italiano in America, diretto da Antonio Iannotta e giunto alla 13esima edizione.
Voltarelli ha partecipato a un focus sulla Calabria  con la proiezione del film “La vera leggenda di Tony Vilar”, di Giuseppe Gagliardi e prodotto da Tico Film e Avocado Pictures, dove è il protagonista.
La pellicola, un mockumentary – un musical/documentario on the road – che racconta, per metà realisticamente e per metà in forma leggendaria – la storia di Tony Vilar, star degli anni ’60 nato in Calabria e, in tenera età, trasferitosi in Argentina.
«Pur essendo una delle Regioni meno visitate d’Italia – si legge nel blog del San Diego Film Festival – la ricca cultura e il patrimonio della Calabria sono pronti per essere scoperti, e siamo lieti di presentarli, quest’anno, come punto culminante del nostro Festival. Vedremo diversi lati della regione prendere vita in “La vera leggenda di Tony Vilar”, un mockumentary musicale con il celebre cantante calabrese Peppe Voltarelli, e il film “A Ciambra”».
«Siamo davvero fortunati ad avere Peppe Voltarelli in scena al nostro Gala, la cui attenzione per la Calabria si esprimerà con un delizioso menu a cura del Civico 1845». (rrm)