Vent’anni fa la scomparsa di Riccardo Misasi, un grande politico che la Calabria ha commemorato in questi giorni con commozione e molto affetto. Calabria.Live ha chiesto al prof. Pino Nisticò, ex presidente della Regione Calabria, un ricordo dell’uomo politico.
di GIUSEPPE NISTICÓ – Ho apprezzato molto l’intervento puntuale e preciso con cui la presidente Jole Santelli ha voluto ricordare la straordinaria figura di Riccardo Misasi a distanza di venti anni dalla sua precoce scomparsa. Noi che lo abbiamo conosciuto e ci sentiamo ancora oggi fortunati allievi della Sua Scuola politica e di vita, Le siamo profondamente grati.
Sono passati venti anni dalla sua morte: il tempo è volato! Io non me ne sono accorto affatto perché ho sentito Riccardo ancora vivo e vicino a noi continuando egli dall’alto a ispirarci e illuminarci nel nostro cammino.
Di lui ho molto scritto nel mio recente libro Da un piccolo villaggio della Calabria alla scoperta dl mondo, in cui ho avuto il privilegio di avere la prefazione non solo di Gianni Letta ma anche di Carmelo Pujia, un altro uomo straordinario della vita politica della nostra regione.
Anche durante la mia esperienza europea ho ricordato come Misasi sia stato in realtà uno degli statisti più importanti del Meridione nel secolo scorso. Colto, forbito, profondo pensatore, filosofo, economista, scrittore e poeta, una personalità poliedrica che destava stupore e faceva tremare le vene e i polsi a chi aveva il privilegio di conoscerlo.
L’estate scorsa ho deciso di riaggiornare il mio libro prima che eventuali deficit della memoria mi impediscano di raccontare molte nuove esperienze.
Fra questi aggiornamenti ho raccontato del mio recente incontro con Gino Pagliuso che di Riccardo era pupillo politico nonché fedelissimo amico, un uomo di famiglia verso cui Riccardo, come ben ricordo, nutriva grande rispetto e stima. Solo a Gino Pagliuso le porte di casa Misasi erano aperte di giorno e di notte! A lui Riccardo faceva le confidenze più riservate sicuro che i suoi segreti sarebbero stati gelosamente custoditi. Era chiamato, e lo è ancora, con affetto da tutti “zio Gino” ed egli è ancora testimone di vicende personali top secret e anche di giudizi a volte severi verso altri politici.
La fede politica di Riccardo si è andata formando fin dalla prima adolescenza e giovinezza. Cattolico fervente, ha assorbito immediatamente i principi della dottrina sociale della Chiesa, che in realtà erano già impressi nel suo codice genetico, essendo stato lui un vero erede della civiltà della Magna Graecia, un vero interprete dei principi dell’Etica Pitagorica. Cresciuto nella sinistra di base della Dc, fondata da Giovanni Marcora nel 1953, Misasi dedicò la sua vita agli altri, alla gente più debole, fragile e bisognevole, verso cui prodigava tutte le sue energie. Un uomo di pensiero, che associava alla ricchezza e profondità delle sue idee, dei ragionamenti e della visione critica, una enorme affettività e comportamenti estremamente rapidi, quasi fulminei, ed efficaci nel risolvere problemi che dipendevano dal suo potere.
Ho assistito di persona, con ammirazione, rimanendo letteralmente attonito, a una telefonata da lui ricevuta da un suo elettore che in mattinata era stato a trovarlo a Cosenza e che, una volta ritornato a casa nel pomeriggio, aveva già ricevuto il telegramma di assunzione come bidello in un istituto professionale di Reggio Calabria!
Ricordo con piacere e viva emozione che anche nei miei riguardi si è comportato in maniera rapida e incisiva mantenendo l’impegno di farmi realizzare nell’arco di un mese la Facoltà di Farmacia di Catanzaro e quella dell’Università della Calabria.
Difatti, in mia presenza telefonò al ministro Giovanni Galloni dicendogli che nella tarda mattinata sarei andato a illustrargli le ragioni per la preparazione di un decreto con cui fossero istituite due facoltà di Farmacia in Calabria, una a indirizzo clinico-ospedaliero a Catanzaro dove c’era il Policlinico universitario e una a Cosenza, a indirizzo chimico-farmaceutico, dove erano presenti eccellenti docenti.
Dalle parole ai fatti!
Così ho confidato a Gino che per rendere un tributo e onore a Riccardo Misasi nel ventesimo anniversario della sua scomparsa mi era venuta in mente l’idea di curare con lui e altri protagonisti della vita politica della DC la pubblicazione di un libro su Riccardo. Gino mi ha ricordato l’affetto e la stima che Riccardo aveva nei miei confronti fin da quando, alla fine degli anni Ottanta, aveva capito prima degli altri che la Dc era arrivata alla fine della sua storia, perché i suoi uomini era diventati uomini di potere, attaccati alle poltrone e non avevano consentito il ricambio generazionale per permettere a giovani meritevoli di entrare nei circuiti della politica.
Riccardo era un uomo dalle intuizioni geniali, a volte quasi profetiche. Fin dalla nascita della Lega Nord si era schierato apertamente contro Bossi e i suoi seguaci perché non condivideva la loro politica volta alla protezione egoistica della gente del Nord, della Brianza e di altre vallate, già ricche, opulente, e incuranti degli enormi bisogni della gente del nostro Meridione.
Inoltre, Riccardo aveva previsto lucidamente, già dopo la vittoria di Berlusconi del 1994, che il suo potere si sarebbe esaurito dopo una ventina di anni e che la Dc, con alcuni suoi uomini, compreso il presidente della Repubblica, sarebbero tornati al governo nel Paese!
Gino, che ha assorbito l’arte del Maestro e cioè di essere e non di apparire, è un uomo umile e intelligente, cui non piace fare la primadonna sul palcoscenico, ma lavorare in silenzio. Per questo, probabilmente, non ha ancora preso una decisione in merito alla pubblicazione di un libro in onore a Riccardo Misasi.
Tuttavia, nel frattempo, sentendo altri amici avevo ottenuto parere favorevole sulla pubblicazione da parte di Carmelo Pujia, il quale mi ha anticipato che sarebbe ben lieto di pubblicare finalmente in questa occasione, prima che vadano perdute, una serie di lettere personali inedite della corrispondenza con Riccardo Misasi (“un pezzo di storia”) nel periodo di più grande competitività e di maggiore tensione nei loro rapporti.
Uomo schietto, passionale, vissuto in mezzo alla gente nei più remoti villaggi della Calabria, amato e temuto, Carmelo Pujia. Uomo di ingegno, pensatore, statista, con una visione politica nazionale e internazionale, amato e venerato dalla gente Riccardo Misasi. Entrambi molto intelligenti avevano capito che, per il bene della Calabria, cui erano entrambi profondamente legati da radici indissolubili, la loro opera non poteva che essere sinergica. Fra di loro, nonostante una sana competitività e una rivalità alimentata più dai loro collaboratori, c’era un enorme reciproco rispetto perché, come di recente mi ha confessato l’amico Carmelo Pujia, egli aveva riconosciuto a Riccardo il ruolo nazionale da lui svolto ed era cosciente che soltanto collegando il territorio da lui rappresentato, in quanto conosciuto paese per paese e oserei dire vicolo per vicolo, avrebbe potuto ottenere i massimi benefici per la sua Calabria.
D’altro canto, altri consensi per la pubblicazione del libro su Misasi sono venuti da Ettore Bonalberti, uno dei massimi storici e politologi viventi della DC, e da Franco Cimino, giornalista fine, poeta e scrittore, che per la sua intelligenza e il suo dinamismo giovanile era stato scelto da Riccardo come segretario regionale della DC in un momento in cui si imponeva un turnover degli uomini e c’era bisogno di nuove energie per una svolta nella politica in Calabria.
Certamente, al libro sarebbero lieti di contribuire l’amico Franco Covello, ancora brillante nella sua vita sociale e nei rapporti politici, il quale conserva ricordi unici di Riccardo essendo stato il suo delfino a livello regionale, prima, e successivamente a livello nazionale, come pure Ciriaco De Mita, suo fraterno amico che Riccardo ha voluto imporre come leader della DC a livello nazionale.
Vorrei chiudere questo articolo ricordando il fascino che Riccardo esercitava su di me e sui suoi amici, quando teneva prima delle elezioni cinque, sei comizi al giorno nei paesi più remoti della Calabria, mettendo in evidenza con grande lucidità politica le ragioni della crisi economica del nostro Paese e, in particolare, della Calabria, ma anche con immagini suggestive dei vizi e della corruzione della classe politica. D’altro canto, non mancavano slanci lirici in cui esaltava il desiderio di libertà della gente, recitando con grande emozione i versi di una famosa poesia:
Un uomo sopra un cavallo,
sotto i piedi del cavallo la terra bruciata del deserto
sopra l’uomo un grande sombrero
e sopra il sombrero un cielo stellato infinito!
Infine, non posso non ricordare le sue conversazioni piacevoli durante le cene quando incantava tutti noi raccontando con dovizia di particolari la storia dei faraoni, di Ramses II, della sua conquista della Nubia e della sua giovanissima sposa di 15 anni Nefertari, ancora oggi considerata il simbolo della bellezza. Sono sicuro che il presente ricordo sarà apprezzato da tutti gli uomini politici della Dc e di altri partiti che hanno conosciuto e lavorato con Riccardo Misasi, come pure dalla rete straordinaria di amici che ancora oggi incontro nelle varie aree della Calabria e che conservano di lui l’immagine di un gigante buono e generoso che ha prodigato tutte le sue energie e ha dato la vita per il bene della nostra Calabria. (gn)
(Giuseppe) Pino Nisticò già presidente della Regione Calabria, è oggi Commissario del nascente Renato Dulbecco Institute di Lamezia Terme