di SANTO STRATI – Spiccano i nomi di Caffo e Callipo tra le eccellenze italiane selezionate dall’edizione italiana del prestigioso magazine americano Forbes per la sua tradizionale classifica dei Top 100 Italia. Due marchi, orgogliosamente calabresi, che hanno conquistato i mercati mondiali per la qualità dei prodotti, ma soprattutto per la preparazione e la qualità del management che ha saputo condurre le due aziende calabresi verso risultati sorprendenti.
La Distilleria Caffo e l’industria conserviera Callipo, entrambe situate nel Vibonese (nella provincia più povera e disastrata d’Italia) hanno una storia ultracentenaria, segnata da successi continui che hanno travalicato gli ambiti regionali. Due storie diverse, ma rappresentative di una storia di eccellenze del territorio. Sono questi i testimonial più autentici di una Calabria che si muove, cresce e guarda, nonostante le mille difficoltà, al suo futuro. Fare impresa in Calabria è – permetteteci il calembour – un’impresa, ma non solo le famiglie Caffo e Callipo hanno sfidato la quasi impossibilità di fare e riuscire in qualsiasi intrapresa, ma soprattutto hanno deciso di restare, mantenendo occupazione e indotto, sviluppando un’idea di azienda a sapore sì familiare ma costruita secondo criteri di innovazione e tecnologia. La vera sfida, infatti, non è stata quella di avviare due aziende di successo, ma decidere di continuare a marcare il territorio, pur avendo respiro internazionale. Sono un modello per imprenditori coraggiosi che vorranno cogliere le opportunità della Zes e, soprattutto, del retroporto di Gioia Tauro che aspetta solo una vera valorizzazione e un utilizzo produttivo di altissimo livello.
La classifica di Forbes sulle 100 aziende d’Italia al top è – dice Pippo Callipo – «Un riconoscimento che premia il nostro impegno e il nostro lavoro». È una medaglia al valore della produzione industriale che permette una narrazione diversa della Calabria: non più terra di conquista, povera e derelitta, ma fucina di imprenditori e fabbrica (ahimè) di cervelli che il mondo intero continua a sottrarci, in assenza di vere opportunità di impiego sul territorio. I nostri giovani devono poter restare in Calabria, vicino agli affetti, a respirare l’aria che hanno nei polmoni sin dalla nascita, quell’aria che alimenta poi il senso di orgoglio e di appartenenza. E sono davvero l’orgoglio della Calabria Caffo e Callipo per quanto hanno fatto e quanto faranno ancora.
La storia di Callipo (110 anni) parte nel 1913 con Giacinto Callipo che apre un’impresa conserviera di tonno, seguendo la tradizione pizzitana delle tonnare e della pesca del tonno. Oggi è guidata da Pippo Callipo che, dopo la mancata conquista (missione impossibile) della presidenza della Regione Calabria e una brevissima parentesi in Consiglio, è tornato a quello che sa fare benissimo: l’imprenditore, illuminato e attento alle esigenze dei suoi dipendenti, rigoroso nella scelta della qualità dei prodotti, senza lasciarsi lusingare da facili scorciatoie per ridurre i costi e alzare i profitti. Del resto, il successo del tonno Callipo, commercializzato dovunque nel mondo, si deve alla qualità della lavorazione e del prodotto. Per la cronaca, nel 2019 l’azienda Callipo è stata inserita nel Registro delle Imprese Storiche Italiane di Unioncamere, come pubblico riconoscimento e premio “per aver esercitato ininterrottamente l’attività da oltre 100 anni nell’ambito del medesimo settore merceologico e per aver trasmesso nel tempo alle generazioni successive un ricco patrimonio di esperienze e di importanti valori imprenditoriali”.
Altro percorso quello della distilleria Caffo, fondata nel 1915 da Giuseppe Caffo, provetto mastro distillatore che alla fine dell’800 lavorava per diverse aziende del settore. Il capostipite dell’azienda prese in affitto una distilleria nel Catanese, a Santa Venerina, per poi rilevarla e renderla una delle più attive del Meridione. È il figlio Sebastiano a ripristinare con i fratelli tornati dall’Australia un’antica distilleria a Limbadi, nel Vibonese, che ha una grande tradizione di buon vino rosso: si lavorano i derivati del vino e con l’alcol si sperimentano liquori che presto raccolgono ampi consensi. Dall’antica distilleria dei Fratelli Caffo ai successi planetari di oggi (l’attuale amministratore delegato Nuccio – Sebastiano – Caffo ha rilevato marchi famosi ampliando notevolmente la sua presenza nel mondo degli amari, delle grappe e dei liquori) è stata, si può dire una passeggiata, irta sì di difficoltà, ma sono prevalsi la capacità, l’intuito, il fiuto per gli affari per conquistare uno spazio internazionale.
Grande soddisfazione, ovviamente è stata espressa dal mondo produttivo della regione. Il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, ha espresso, a nome di tutto il mondo confindustriale e degli industriali calabresi, le più vive congratulazioni a entrambe le aziende. «Il prestigioso riconoscimento tributato alle due aziende calabresi – ha detto Ferrara – non può certamente suscitare stupore tra coloro i quali conoscono le realtà imprenditoriali in questione, la loro storia, la loro tradizione e il loro percorso. Tuttavia, questo ennesimo riconoscimento ufficiale circa la qualità nella produzione, la capacità imprenditoriale, il valore che hanno saputo generare per i territori di appartenenza e per i rispettivi mercati conferma ancora una volta che la Calabria è terra fertile dove sviluppare e far crescere business di alto profilo. Le due realtà imprenditoriali sono un orgoglio per la nostra terra così come lo sono per il mondo confindustriale Sebastiano Caffo e Pippo Callipo il cui contributo al sistema associativo calabrese e nazionale è sempre stato e continuerà ad essere fondamentale».
Anche il Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha voluto rimarcare l’orgoglio calabrese per questo prestigioso riconoscimento. « Un plauso a questa eccellenza calabrese che ci rende orgogliosi, non solo per la provenienza, ma anche per la qualità. Infatti i prodotti Caffo sono 100% “made in #Italy”, con l’utilizzo di gran parte delle materie prime a chilometro zero. Un vero e proprio orgoglio calabrese». Così come per il re del tonno, Occhiuto ha voluto sottolineare che i calabresi si sentono «Orgogliosi del gruppo Callipo, una delle prime aziende in Italia ad aver inscatolato il tonno del Mediterraneo».
Questa è la Calabria vera che il mondo ha cominciato a guardare con occhio diverso e con la dovuta attenzione. Ci sono tanti elementi che lasciano immaginare un futuro in positivo per chi resta, chi torna, chi viene a investire: lo dobbiamo ai nostri giovani, a cui, fino ad oggi, con malagrazia è stato troppo spesso rubato il futuro. (s)