Lo scrittore e ambientalista Bevilacqua: Istituire area protetta nell’area Reventino e Mancuso

Creare un’area protetta nell’area del Reventino-Mancuso, le montagne appena all’interno del Golfo e della Piana di Sant’Eufemia. È la proposta avanzata, nuovamente, dallo scrittore e ambientalista Francesco Bevilacqua, autore di molti libri sui parchi, sul viaggio in Calabria, sulla letteratura calabrese e sul rapporto fra uomo e natura.

Per Bevilacqua, l’area – sulla quale egli scrisse un’apposita guida storico-naturalistica ed escursionistica nel 2008 per Rubbettino – ha grande importanza per i suoi paesaggi e per la sua biodiversità, riconosciuta anche dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Catanzaro, alla cui redazione egli partecipò nel gruppo di lavoro diretto dal prof. Pierluigi Cervellati.

Ma l’area fu individuata sin dal 1979 come una di quelle di maggior pregio nell’Appennino Meridionale, dagli insigni naturalisti Franco Tassi (allora direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo) e Fulco Pratesi (allora presidente del WWF Italia), che la descrissero con toni entusiastici nella loro “Guida alla natura di Puglia, Basilicata e Calabria” edita da Mondadori. La dorsale dei monti Reventino e Mancuso, che si distende da Nocera Terinese ad ovest, sino a Gimigliano ad est, comprende vari comuni, oltre quelli appena citati, fra cui Falerna, Gizzeria, i due Martirano, San Mango d’Aquino, Platania, Motta Santa Lucia, Conflenti, Soveria Mannelli, Decollatura, Serrastretta, Carlopoli, San Pietro Apostolo, Cicala, Miglierina, Tiriolo. Anche Lamezia Terme ne fa parte poiché il territorio dell’ex Comune di Sambiase arriva sino al crinale dello stesso Monte Mancuso.

Secondo Bevilacqua vi è l’urgenza di istituire un parco regionale ovvero più riserve regionali secondo la legge regionale sulle aree protette n. 22 del 2023 per tutelare i paesaggi e la biodiversità dell’area, ma anche per mettere fine al pericolo che si realizzino i molti progetti di impianti eolici che da decenni incombono sulla zona e per prevenire tagli scriteriati dei boschi, anche monumentali, che ricoprono le montagne e le valli.

Per altro, dice Bevilacqua, proprio la Conca di Decollatura e di Soveria Mannelli è entrata, per le sue caratteristiche ambientali ed economiche (la presenza di industrie manifatturiere), nella Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI), con la quale il Governo intende fermare lo spopolamento e creare sviluppo sostenibile.

Senza contare le diverse zone di interesse comunitario che sono state individuate dalle università lungo la dorsale montuosa e le tante bellezze naturali (boschi, cascate, cime, valli, gole, canyon) che sono divenute meta, negli ultimi anni, di un turismo eco-esperienziale rispettoso dell’ambiente e delle popolazioni, grazie alle diverse associazioni di riscoperta del territorio che in questi anni sono sorte.

Per questo motivo, Bevilacqua chiama a raccolta cittadini, associazioni ed amministrazioni affinché si torni a chiedere alla Regione Calabria l’istituzione dell’area protetta, anche approfittando di quanto prevede la Strategia Europea per la Biodiversità e cioè che entro il 2030 gli stati membri dovranno sottoporre a tutela almeno il 30% dei loro territori.

Il paesaggio, conclude Bevilacqua, è la prima e vera attività produttiva di un’area come quella del Reventino-Mancuso: tutelandolo realmente possiamo far innescare l’unico vero sviluppo di cui la Calabria ha bisogno. (rcz)

Organizziamo a Rende una fiaccolata per dire no alla ‘ndrangheta

di CARLO PETRASSI – In risposta ai gravissimi fatti mafiosi che emergono dall’inchiesta della magistratura del 1 settembre, visto anche il silenzio assordante della “politica che conta”, sarebbe opportuno che tutti i cittadini di Rende e dell’intera area urbana cosentina si mobilitassero organizzando insieme una manifestazione simbolica e pacifica per dire, senza sé e senza ma, un grosso No alla ‘ndrangheta e a qualsiasi forma di criminalità organizzata e mafiosa.
Si potrebbe organizzare, per esempio, una marcia silenziosa con delle fiaccole simboliche che partendo dal piazzale davanti al Seminario Diocesano attraversi tutta la via Rossini per fermarsi in silenzio per qualche minuto davanti alla casa comunale. Una breve e simbolica manifestazione per dire semplicemente che la città di Rende è contro la mafia e che i loro cittadini vogliono difenderla a tutti i costi. È chiaro che la manifestazione non dovrà assumere significati giustizialisti e accusatori rispetto alle indagini in corso, in quanto è bene che le inchieste della magistratura facciano il loro corso.
La proposta trova la sua ratio nel fatto che dal 2011, anno delle dimissioni del sindaco Cavalcanti, la città del primo piano regolatore in Calabria, dello sviluppo urbanistico ordinato, del verde attrezzato, della cultura, della solidarietà, dello sviluppo economico, la città che fino a quel momento aveva rappresentato un modello per l’intera Calabria è salita alla ribalta nazionale non più per i suoi virtuosismi bensì per inchieste di mafia, purtroppo.
In questi stessi anni abbiamo assistito in città al crescere di episodi chiaramente intimidatori e mafiosi: automobili incendiate di professionisti e politici, vetrine di negozi spaccate, saracinesche di esercizi commerciali fatte saltare in aria mediante ordigni esplosivi. Questi episodi chiaramente mafiosi non sono mai stati stigmatizzati a sufficienza, soprattutto da parte della politica, lasciando immaginare purtroppo una certa permeabilità della stessa. Probabilmente non a caso, negli stessi anni, abbiamo assistito ad un oggettivo e inesorabile degrado della gestione amministrativa della città cui solo i cittadini di Rende possono porre un freno responsabilizzandosi.
Da qui l’appello rivolto a tutti i cittadini di Rende, alle associazioni cattoliche, alle parrocchie della città, all’associazionismo culturale e a tutte le persone di buona volontà ad organizzare insieme una marcia silenziosa con le fiaccole per dire no alla criminalità, ma anche per dare un segnale positivo di rinascita della città.
L’appello è rivolto anche alla politica di buona volontà, ai consiglieri comunali, alle associazioni politiche cittadine a cominciare da quelle che hanno dato prova di grande coraggio in questi giorni organizzando assemblee pubbliche o presenziando alle stesse.

A tutti questi dico svestiamoci dei nostri simboli, mettiamo da parte le appartenenze politiche e le primogeniture e lavoriamo insieme almeno per un solo giorno per la nostra Rende affinché la città tutta reagisca in massa e ci sia una speranza di rinascita.
Una marcia, una fiaccolata o qualsiasi cosa che abbia un significato purché la città dimostri di voler reagire, dando prova di voler uscire finalmente da anni di commissariamento politico ed economico. (cp)