Rischio sismico in Calabria tra prevenzione e consapevolezza

Consapevolezza e prevenzione. Sono le due parole d’ordine che sono emerse nel corso del convegno sul rischio sismico in Calabria svoltosi in Cittadella regionale, dalla Regione Calabria in occasione della Settimana della Protezione Civile.

Per la regione sono intervenuti l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici, Mauro Dolce, il dirigente generale del Dipartimento, Claudio Moroni, il direttore della Protezione civile della Calabria, Domenico Costarella.

Dopo i saluti istituzionali in cui sono intervenuti il prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, e il direttore regionale dei vigili del fuoco della Calabria, Maurizio Lucia, che hanno sottolineato l’importanza di fare sistema con tutti i soggetti preposti alle emergenze per realizzare una prevenzione efficace soprattutto in una regione come la Calabria caratterizzata dall’alto rischio sismico, si è aperta la prima fase del convegno incentrata essenzialmente sulla fase della conoscenza del rischio e del monitoraggio dei fenomeni sismici.

In particolare sono stati analizzati dal punto di vista storico i terremoti in Calabria, anche in considerazione della loro origine e intensità. Gianluca Valensise, dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, si è soffermato ad esempio sulla sismicità dell’Arco Calabro che trae origine dalla convergenza tra le placche Africana e Eurasiatica.

A seguire sono stati trattati lo studio e il monitoraggio delle sorgenti sismogenetiche, gli scenari previsionali da effetti indotti sul terreno dal terremoto e la valutazione del rischio sismico, attraverso gli interventi dei professori Maurizio La Rocca dell’Università della Calabria, Gabriele Scarascia Mugnozza dell’Università Sapienza di Roma e Sergio Lagomarsino dell’Università di Genova.

La seconda parte del convegno è stata invece dedicata quasi interamente alla prevenzione strutturale con particolare riferimento alla normativa sismica, alle prospettive legate all’evoluzione delle normative e sulle nuove tecniche costruttive, oltre che sulla promozione di percorsi educativi per la diffusione della cultura della protezione e della prevenzione del rischio sismico. Su tali argomenti si sono alternati i professori Eugenio Chiocchiarelli dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Fabio Mazza dell’Università della Calabria e Andrea Prota dell’Università di Napoli Federico II.

La Calabria è la regione italiana più esposta al rischio sismico, infatti nella nostra regione si sono concentrati più della metà dei terremoti catastrofici avvenuti in Italia negli ultimi 350 anni caratterizzati dai valori di magnitudo più levati. Tra questi eventi, che hanno causato più di 200.000 vittime, si ricordano le sequenze sismiche del 1638 (Imax=XI e M= 7) nella Calabria Centrale, del 1783 che devastò la Calabria centro-meridionale con tre scosse principali caratterizzate da Imax=X-XI e Magnitudo fino a 7.1, del 1905 dello Stretto di Sant’Eufemia (Imax=X-XI e M=6.9) ed infine del 1908 di Messina-Reggio Calabria (Imax=XI e M=7.1) che rase al suolo il reggino causando oltre 120.000 morti. 

Dopo una breve pausa, l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici, Mauro Dolce, il dirigente generale del Dipartimento, Claudio Moroni, il direttore della Protezione civile della Calabria, Domenico Costarella, si sono confrontati sulla prevenzione strutturale e sugli interventi strutturali per la riduzione del rischio sismico in Calabria.

«La storia dei terremoti in Calabria – ha affermato l’assessore Dolce – , oltre che tutti gli studi scientifici degli ultimi decenni, ci dicono che è una regione ad elevata pericolosità sismica in cui si possono verificare terremoti di notevole violenza» 

«Tutti i Comuni della Calabria sono, infatti – ha spiegato Dolce – classificati in zona 1 e 2 su quattro zone. Sulla base dell’Ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri n. 3274/2003, la delibera della Giunta regionale della Calabria n. 47 del 10.02.2004, ha classificato il 100% dei Comuni calabresi nelle zone 1 e 2 a elevata pericolosità sismica».

«Tuttavia – ha proseguito –  i recenti terremoti in Italia e nel mondo hanno dimostrato quanto sia complesso limitare il rischio sismico. L’elevata densità di popolazione che vive nelle aree a maggior rischio, la vetustà e vulnerabilità delle infrastrutture e del patrimonio edilizio pubblico e privato, la vulnerabilità sociale legata ad una comunità non preparata a tali evenienze rallentano l’efficacia delle leggi e ritardano l’applicazione di adeguamenti antisismici e urbanistici a salvaguardia delle popolazioni». 

«Pertanto – ha proseguito – il tema del convegno di oggi è prioritariamente incentrato sulla conoscenza e sulla prevenzione dei rischi, che non sono solo sismici, ma anche idrogeologici, idraulici e gli altri ben noti». 

«Non si fa mai abbastanza prevenzione – ha detto ancora –. Occorre pertanto uno sforzo da parte di tutti, cittadini e amministratori pubblici, perché si faccia prevenzione a 360 gradi: non solo strutturale ma anche comportamentale, basata sulla conoscenza del territorio e sulla consapevolezza del rischio sismico, per essere più preparati ad affrontare il terremoto». 

«Il nostro dipartimento dei Lavori pubblici – ha riferito infine l’assessore Dolce – segue il Programma nazionale della prevenzione del dipartimento nazionale della Protezione civile che è iniziato nel 2010, dopo il terremoto dell’Aquila, ed è stato finanziato con 1 miliardo di euro in 7 anni e che continua ad essere sovvenzionato con 50 milioni di euro l’anno. Sono valori assolutamente insufficienti». 

«La Calabria ha ricevuto circa 130milioni di euro utilizzati per avviare interventi di prevenzione strutturale su circa 250 edifici – ha detto ancora – ma anche per fare microzonazioni sismiche in tutti i Comuni calabresi. Per quanto riguarda la conoscenza del rischio sta partendo un piano che riguarda l’analisi della vulnerabilità dei ponti che interesserà non solo il rischio sismico ma anche la prevenzione rispetto agli altri rischi, tenendo conto del deterioramento della struttura nel tempo».

Domenico Costarella ha assicurato che «il sistema regionale di Protezione civile ha in campo le sue strutture operative che reagirebbero in caso di terremoto. Il terremoto non si può prevedere ma si deve prevenire. É necessario fare prevenzione strutturale e non strutturale».

«La Protezione civile – ha spiegato – si occupa in particolare di quella non strutturale per la quale è importantissima la pianificazione, a tutti i livelli: di tipo nazionale, come il piano Campi Flegrei, il Piano Vesuvio in cui la Regione è attiva avendo stipulato dei gemellaggi con due Comuni della Campania in caso di evacuazione di determinate aree, mentre a livello regionale, la Calabria è una delle poche regioni che ha approvato il Piano di soccorso sismico, al cui interno sono inseriti gli elementi conoscitivi, territoriali e operativi che occorre attuare in caso di eventi sismici». «L’altra pianificazione fondamentale è quella comunale – ha detto ancora – che scaturisce da direttive nazionali e regionali. La Calabria ha approvato tali direttive a fine 2019, e costituiscono lo strumento principale di definizione dei modelli di intervento e prima ancora di analisi dei rischi di un determinato territorio». 

«Pertanto – ha concluso – l’incontro di oggi parte dall’analisi di quella che è la pericolosità sismica della nostra regione in tutti i 405 comuni che, secondo l’ultima classificazione sono in zona rischio di livello 1 e 2. Dobbiamo essere tutti consapevoli di questo».

Infine, il dirigente regionale della Protezione civile ha ricordato alcuni appuntamenti in programma nei prossimi giorni invitando i cittadini «a recarsi nelle piazze calabresi il prossimo sabato e domenica, 15 e 16 ottobre, dove si svolgerà la campagna ‘Non rischio. Buone pratiche di Protezione civile’, a breve sulla nostra pagina facebook saranno indicate i Comuni dove si svolgerà l’iniziativa». 

«Un altro importante appuntamento– ha evidenziato – sarà l’esercitazione del 4 e 6 novembre “Exe dello Stretto 2022” a Reggio Calabria durante la quale saranno coinvolti 39 comuni e sarà impegnato tutto il sistema nazionale e regionale di Protezione civile con il fine di testare tutte le procedure di prevenzione del rischio nella simulazione di un terremoto d’intensità 6.2 di magnitudo».

Il dirigente Moroni si è soffermato su quanto è stato fatto in Italia e in Calabria in questi anni per la mitigazione del rischio e sulle risorse effettivamente impegnate per l’edilizia antisismica. 

«Inoltre –  ha anche aggiunto – che la Regione sta finanziando con oltre 3 milioni di euro la campagna di verifica di oltre mille ponti. Nei prossimi giorni uscirà il primo bando a carattere sperimentale per mettere a punto le procedure con le quali operare successivamente a larga scala».

All’evento sono intervenuti anche rappresentanti degli Ordini delle province calabresi degli Ingegneri, degli Architetti, dei Geologi; il presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria; i rappresentanti dei Collegi dei Geometri delle province calabresi, dell’Anci Calabria. (rcz)

Domani in Cittadella con il convegno sul “Rischio Sismico in Calabria”

Domani, in Cittadella regionale, alle 9.15, è in programma il convegno dal titolo Rischio sismico in Calabria: valutazione e prevenzione, organizzata in occasione della Settimana della Protezione Civile.

L’iniziativa, organizzata dalla Regione Calabria, rappresenta un’occasione di confronto tra tutti i soggetti coinvolti nelle fasi di definizione e mitigazione del rischio sismico: dallo studio e dal monitoraggio delle sorgenti sismogenetiche, alle azioni messe in campo dallo Stato e dalla Regione per la riduzione del rischio, dalle prospettive future legate all’evoluzione normative e alle nuove tecniche costruttive, oltre che la promozione di percorsi educativi per la diffusione della cultura della protezione e della prevenzione al fine di aumentare a consapevolezza nei cittadini calabresi del rischio sismico.

Dopo la registrazione dei partecipanti si inizierà con gli interventi dei professori G. Valensise, dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, M. La Rocca dell’Università della Calabria, G. Scarascia Mugnozza dell’Università Sapienza di Roma, S. Lagomarsino dell’Università di Genova. Dalle ore 11 sono previste le relazioni dei professori E. Chiocchiarelli dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, F. Mazza dell’Università della Calabria, A. Prota dell’Università di Napoli Federico II.

Si proseguirà, alle ore 12, 30, con la tavola rotonda nel corso della quale si confronteranno l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici, Mauro Dolce, il dirigente generale del dipartimento, Claudio Moroni, il direttore della Protezione civile della Calabria, Domenico Costarella. Interverranno anche rappresentanti degli Ordini delle province calabresi degli Ingegneri, degli Architetti, dei Geologi e dei Periti industriali; il presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria; i rappresentanti dei Collegi dei Geometri delle province calabresi, della Città Metropolitana di Reggio Calabria e dell’Anci Calabria.

La partecipazione all’evento è gratuita e saranno riconosciuti i crediti formativi da parte degli Ordini professionali che hanno concesso il patrocinio all’iniziativa.

L’evento potrà essere seguito anche in diretta streaming sulla pagina facebook della Protezione civile della Calabria. (rcz)

Regione, Anas e Prociv insieme contro gli incendi boschivi

Si è svolta, in Cittadella regionale, la riunione di coordinamento per l’esame delle misure di prevenzione e contrasto degli incendi boschivi, che la collaborazione tra Regione, Anas e Protezione Civile.

All’incontro, presieduto dall’Assessore alle Infrastrutture, Mauro Dolce, hanno partecipato, oltre al Direttore del Dipartimento Regionale della Protezione Civile, Domenico Costarella, e al Responsabile dell’unità organizzativa rischi ed emergenze, Michele Folino Gallo, il Responsabile della Struttura Territoriale Calabria ANAS, Francesco Caporaso, e il Responsabile Area Gestione Rete Autostrada del Mediterraneo, Massimiliano Campanella, Antonio Ruffa del comando dei Vigili del Fuoco e Giovanni Greco, sindaco del Comune di Castrolibero, in rappresentanza di Anci Calabria.

La riunione si è resa utile per definire e programmare, le idonee misure preventive di monitoraggio e per migliorare l’approccio coordinato e integrato tra le varie componenti del sistema di Protezione Civile ai fini della lotta attiva e sulla prevenzione degli incendi.

Le sale operative Anas, allo scopo di prevenire o mitigare le conseguenze determinate dagli incendi di interfaccia con le opere infrastrutturali o civili, invieranno la segnalazione di ogni potenziale innesco di incendio rilevato attraverso la rete di sorveglianza e dei tecnici presenti sui cantieri, in tempo reale, alla Sala Operativa Unificata della Protezione Civile, per le conseguenti azioni dei soggetti preposti: Vigili del Fuoco, Calabria Verde e associazioni di Volontariato.

«Grazie alla collaborazione con Anas, che attraverso il proprio personale tecnico e di esercizio è presente in maniera capillare sul territorio, viene potenziato il sistema regionale di prevenzione degli incendi, contribuendo a preservare il territorio e la percorribilità delle infrastrutture», ha detto l’assessore Dolce al termine dell’incontro. (rcz)

DIFESA CIVILE, NON SIA SOLO PREVENZIONE
NON BISOGNA TRASCURARE LE PREVISIONI

di EMILIO ERRIGO – In questi primi giorni del 2022, da più parti giungono informazioni di qualificati esperti nazionali ed esteri, i quali non sempre diffondono pareri e notizie tranquillizzanti, al punto tale da generare più disorientamento generale, che informazioni particolari e puntuali .

Chi come lo scrivente, ha acquisito una cultura giuridica universitaria specialistica e maturato esperienze professionali, in un Corpo di Polizia a Ordinamento Militare, in alcune occasioni pubbliche, non ha sempre condiviso le poco chiare esternazioni di sedicenti, a volte pure poco conosciuti ai più , esperti nazionali.

La Pianificazione delle azioni strategiche, tattiche, organiche e logistiche, appartenendo alle quattro note branche dell’Arte Militare, sono considerate dagli addetti ai lavori, tematiche molto serie da manipolare con specifica cura e attenta valutazione.

In concreta buona sostanza giuridica, come è giusto che sia, prima di pianificare le azioni operative, incerte e future, sarebbe cosa buona e intelligente, approfondire gli studi multidisciplinari e le ricerche scientifiche, per potersi trovare nelle migliori condizioni di conoscenze ottimali per rappresentare al decisore legislativo, (Parlamento), ed esecutivo, ( Governo), una buona e attendibile previsione di ciò che prevedibilmente, accadrà o si verificherà nel breve o medio futuro.

In verità, pure chi scrive queste note, prima ancora di aver frequentato il previsto e ben strutturato Corso di Studi (COCIM), “Cooperazione Civile- Militare”, presso il CASD (acronimo di Centro Alti Studi per la Difesa), non aveva una adeguata conoscenza di come l’Italia e l’ Unione Europea, si fossero organizzati per prevedere, prevenire e gestire le situazioni di crisi nazionali e le emergenze NBCR.

Oggi a beneficio di quanti sono attratti dal tema, credo utile alla conoscenza e al sapere di ognuno, ricevere informazioni giuridiche sull’Organizzazione Nazionale per la Gestione delle Crisi, meglio esplicitata in articolate norme giuridiche, inserite nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri(DPCM), datato 05 maggio 2010.

Se nella nostra Costituzione al primo comma, dell’ art, 52, è scritto che “La difesa della patria è un sacro dovere del cittadino”, e che quindi come più volte scritto e interpretato, dalla Corte Costituzionale, la Difesa della Patria (Stato) sia un dovere inalienabile, imprescrittibile e immodificabile, fatto salvo il ricorso alla complessa procedura di modifica del dettato Costituzionale, ci sarà un perché o no?

In Italia se ne parla, si scrive e si conosce poco di Difesa Civile, come se si trattasse di un affare riservato a pochi esperti e non dovesse importare ai Cittadini.

Ma proprio frequentando questo importante Corso di Alta Formazione, COCIM, i frequentatori hanno modo di comprendere che la Difesa Civile,la Protezione Civile, la Difesa Militare e Sicurezza Civile, sono il pane quotidiano per le Forze Armate, le Forze di Polizia e di Sicurezza Pubblica, in primis il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e il VII Reggimento difesa CBNR “Cremona”, una vera e propria unità specializzata nella difesa Nucleare, Biologica e Chimica, considerata una “Eccellenza Operativa” dell’Esercito Italiano.

La Difesa Civile è preposta h24, a presidio degli interessi vitali dello Stato e assicura continuità delle funzioni e compiti di Governo.

Assicurare le attività economiche produttive, i trasporti multimodali, la logistica Intermodale integrata, la salute pubblica, la sicurezza sanitaria e specializzata privata, la Difesa dell’Economia, sono considerati beni primari di interesse nazionale ed europei.

La Difesa Civile è una attività di previsione e prevenzione a somma positiva, così come a somma attiva, lo è la Cooperazione tra le attività gestite dalla Pubblica Amministrazioni, sia con l’amministrazione diretta, che attraverso, il Sistema Agenziale, Enti Pubblici Economici e non.

Non si creda erroneamente, che esista un Corpo o una Forza Armata di Difesa Civile o di Protezione Civile, ma in verità è presente sin dal tempo di pace, una ben pianificata organizzazione nazionale, strutturata tecnicamente e normativamente, deputata alla gestione delle eventuali crisi nazionali, alla quale sono o possono essere chiamati a cooperare attivamente, in caso di attività esercitative, eventi straordinari, inclemenze meteorologiche o nevicare eccezionali, disastri naturali, dolosi o colposi, tutte le strutture ministeriali e dei Comandi di Forza Armata, di Difesa e Sicurezza Pubblica Interforze di Polizia, in attuazione delle previste funzioni e compiti, previste dal citato Dpcm 5 maggio 2010.

In tal senso il Dpcm in argomento, prevede organismi interni alle Istituzioni, tra le quali il Comitato Politico Strategico (COPS), del quale fanno parte il Presidente del Consiglio dei Ministri, che lo preside e alcuni Ministri del Governo interessati alla Difesa e Protezione Civile, composizione, compiti e funzioni sono indicati dall’art.4.

Altro organismo interno è il Nucleo Interministeriale Situazione e Pianificazione, (NISP), composizione, funzioni e competenze sono previsti dagli articoli 5 e 6.

Il Nucleo Interministeriale Situazione e Pianificazione, si avvale dei competenti Ministeri, del Dipartimento Informazioni per la Sicurezza (DIS), delle due Agenzie Informazione e Sicurezza Interna, (AISI), e Agenzia Informazione e Sicurezza Esterna, (AISE), del Dipartimento della Protezione Civile, del Dipartimento dei Vigili del Fuoco e del supporto importante dei Componenti della Commissione Interministeriale Tecnica della Difesa Civile (CITDC).

Dovrebbe apparire chiaro al chi legge questo essenziale scritto, che la previsione e pianificazione delle: situazione di crisi; situazione di emergenza; crisi internazionale; interessi nazionali; misure di prevenzione; misure di risposta; misure di contrasto, cui alla terminologia interministeriali e specificazioni, sono indicate all’art.2, del più volte citato Dpcm del 2010, e devono necessariamente tener conto dell’incalzare degli eventi nazionali, europei e internazionali.

Limitando la nostra esemplificazione, alla situazione sanitaria esistente nel nostro Paese, già ogni Istituzione dello Stato, del Governo, Organizzazione Amministrativa Ministeriale, Centrale o regionale, già in situazione di normalità o tempo di pace, sa bene, chi, deve, fare, cosa, come, quando e perché.

Nessuno mai deve trovarsi nelle condizioni di non sapere compiti e funzioni ad ognuno attribuite dalle norme in vigore.

È impensabile ritenere che uno Stato democratico come l’Italia, sia o possa trovarsi impreparato, nella organizzazione e gestione nazionale delle crisi e di ogni possibile stato di emergenza regionale o locale.

Ricordare ai Cittadini italiani, compresi i Calabresi, che oltre alla Sanità Civile, con gli Ospedali e Presidi di Pronto Soccorso Civili, esiste la Sanità Militare, con gli Ospedali Militari territoriali, Navi Ospedali, Aerei ed Elicotteri, predisposti o modificabili in versione emergenza sanitaria, per il trasporto feriti e malati, Ospedali Militari da campo, delocalizzabili là dove c’è bisogno di tali strutture sanitarie e ospedaliere è importante.

La crisi pandemica nazionale, ha messo in evidenza e creato non pochi momenti di crisi, alle già peraltro note criticità sanitarie della Regione Calabria.

A parte l’opera instancabile e pluri-specializzata, di Difesa Civile e Protezione Civile, assicurata del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, veri e propri “Eroi della Patria”, vi è il concorso istituzionale sia delle complesse organizzazioni Militari delle Forze Armate e Forze di Polizia e della Sicurezza Pubblica.

L’intervento assicurato dalla Sanità Militare e alcuni Reparti dall’Esercito Italiano, con in prima linea il Commissario Straordinario di Governo, il caro Generale di Corpo d’Armata, Francesco Paolo Figliulo, nella scorsa e attuale stato di emergenza Covid 19, deve far riflettere molto.

Nella Regione Calabria, già molto provata da problematiche complesse e complicate, sia sanitarie e ospedaliere, che di carenza di personale medico e infermieristico, occorre fare squadra a prescindere dall’appartenenza politica o ideologica personale.

La Calabria da tempo si trova a vivere tante emergenze amministrative e sociali, di ogni ordine e grado. Occorre cooperare efficacemente tutti, altrimenti si perde ogni possibile occasione positiva di crescita civile!

Ora non aver fatto proprie le esperienze negative e ben compreso, che la previsione è la madre di ogni attività strategica e operativa preventiva, significa non essere affatto consapevoli che le emergenze di difesa, sicurezza e salute pubblica, sono tanto più reattive e appropriate, quanto gli studi di previsione e le predisposizioni di adeguate risorse umane e mezzi sono pianificate.

La previsione e pianificazione sono attività intellettuali di fondamentale importanza per ogni organizzazione amministrativa pubblica e privata complessa, in ogni campo dell’agire umano, tanto quanto è necessario, la preventiva attenta redazione e periodico aggiornamento , dei previsti “Piani Strategici e Operativi Nazionali, Regionali e Locali di Emergenza Sanitaria Pubblica”.

Si pensi per un solo istante, al valore immenso dei Piani Nazionali di Emergenza Antiterrorismo, Aereo, Aeroportuale, Marittimo, Portuale, Nucleare, Biologico, Chimico, oppure, all’importanza dei Piani Nazionali e Regionali di Difesa Civile e Protezione Civile. Ne si devono dimenticare l’utilità al processo decisionale, dei Piani Strategici Nazionali della Portualità e della Logistica, o del Piano Strategico Nazionale dei Trasporti e della Logistica.

La previsione, la pianificazione, la sperimentazione e la puntuale ricerca informativa, sono e costituiscono le basi portanti di ogni successo operativo.

Alla redazione e aggiornamento dei Piani Nazionali di Emergenza comunque denominati e qualunque sia la finalità pubblica, seguono le irrinunciabili e non rinviabili, esercitazioni trimestrali, semestrali e annuali, a seconda della loro importanza.

I Piani Nazionali ed Europei di Gestione delle Emergenze e Crisi, vanno sempre aggiornati e tenuti in costante evidenza, custoditi presso le Centrali Operative di Emergenza, le Sale Situazione, Uffici Previsione e Pianificazione Strategica, e Unita di Crisi Nazionali ed Estere.

Inoltre una corretta previsione e pianificazione delle emergenze nazionali o regionali, deve formare il presupposto essenziale, fondante e buon motivo, per sperimentare sul territorio, nel corso delle previste periodiche esercitazioni in bianco, (in assenza di rischi e pericoli esistenti), ogni simulazione delle ipotizzabili e variabili, situazioni di crisi, testando, analizzando e valutando, le risposte ottenute dalle strutture ospedaliere e presidi sanitari civili e militari esistenti. (er)

 

Rinviata la campagna nazionale “Io non rischio” della Protezione Civile

Rinviata a causa dell’allerta meteo  Io non rischio, la campagna nazionale per le buone pratiche di Protezione Civile, giunta all’11esima edizione. Sarebbero state 44 le piazze calabresi in cui oggi si doveva svolgere l’iniziativa che punta a una maggiore conoscenza della prevenzione da parte dei cittadini. La manifestazione si terrà con le stesse modlaità previste per oggi in una delle prossime domeniche.

Fondamentale, per la Campagna, è il ruolo attivo dei cittadini che potranno informarsi e confrontarsi con l’ausilio di contenuti interattivi e dirette streaming sui social media. L’edizione di quest’anno, inoltre, si arricchisce di una nuova e importante iniziativa: un evento digitale nazionale organizzato dal Dipartimento della Protezione Civile.

La Campagna, a livello nazionale, coinvolge oltre 3000 volontarie e volontari appartenenti a circa 500 realtà associative, tra sezioni locali delle organizzazioni nazionali di volontariato, gruppi comunali e associazioni locali di tutte le regioni d’Italia.

«È una manifestazione della quale andiamo molto fieri – ha dichiarato il dirigente generale della Protezione Civile Calabria, Fortunato Varone –. Il 24 ottobre sarà una sorta di festa per la Protezione Civile durante la quale diffonderemo il nostro modo di essere e operare per la tutela dei cittadini ma, soprattutto, faremo conoscere tutti i comportamenti da adottare in caso di emergenza. Perché l’azione del singolo, se moltiplicata per tutta una comunità, può salvare intere popolazioni».

«Devo dire grazie – ha aggiunto Varone – ai volontari che rappresentano il nostro braccio operativo. In Calabria, per questa iniziativa saranno 50 le organizzazioni di volontariato a partecipare, tra associazioni e gruppi comunali, con circa 500 persone coinvolte attivamente».

«Avremo piazze digitali e fisiche – ha proseguito – in quest’ultime verranno rispettate, ovviamente, le normative anti-Covid con entrate e uscite differenziate e vari punti per la distribuzione di gel igienizzante. Non sarà consegnato alcun materiale ma ci saranno schede e pieghevoli in formato poster con codice QR. Possiamo creare un modello migliore di società grazie alle pratiche di protezione civile».

Io non rischio – Campagna nata nel 2011 per sensibilizzare la popolazione sul rischio sismico – è promossa dal Dipartimento della Protezione Civile con Anpas-Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Ingv – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Reluis – Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, Ispra-Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ogs – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, AiPo – Agenzia Interregionale per il fiume Po, Arpa Emilia-Romagna, Autorità di Bacino del fiume Arno, CamiLab –Università della Calabria, Fondazione Cima, Irpi – Istituto di ricerca per la Protezione idro-geologica, Regioni, Province Autonome e Comuni. (rcz)

 

Curcio (ProCiv) visita la sala operativa di Calabria Verde

Il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio ha visitato la Sala operativa unica permanente di Calabria Verde per rendersi conto dell’impegno richiesto alla struttura. E stata una settimana terribile per il sistema antincendio boschivo in Calabria che alla vigilia di ferragosto 2021 deve fare già i conti con un bilancio pesantissimo.

Nel riepilogo incendi del coordinamento aereo SOUP, Sala operativa unica permanente, “Calabria Verde” ha registrato nella giornata campale di mercoledì 11 agosto interventi su ben 242 incendi, 148 quelli di giovedì 12.  In due giorni insomma richieste su 390 roghi, gran parte dei quali (309) non boschivi. Un concentramento quanto meno strano di inneschi e focolai in breve lasso di tempo che delinea un quadro molto inquietante di sospetti. Ma non mancano diversi segnali confortanti capaci di infondere speranza e fiducia. Intanto l’emergenza non è più cosa ristretta in ambito regionale ma ufficialmente caso nazionale nell’agenda del premier Draghi. Lo dimostra un impegno aereo mai registrato con ben 12 canadair giovedì in azione (di cui 3 francesi) ed anche la doppia visita del capo della protezione civile Fabrizio Curcio il quale prima a Reggio Calabria in prefettura e poi ieri alla Cittadella di Catanzaro ha fatto un punto tecnico-operativo con le strutture di soccorso (Calabria Verde in primo piano, Prociv, Vigili del fuoco, Volontari e Comuni) ed istituzionale con i soggetti responsabili (presidente Spirlì, commissario  Calabria Verde Oliva, sindaci Falcomatà e Abramo, prefetti).

«Riporto al Governo questa situazione delicata che ha determinato già lo stato di mobilitazione – ha detto l’ingegnere Curcio – la filiera del bosco è lunga, e va dalla prevenzione agli interventi aerei. Vedremo se la norma, che risale al 2000, dovrà essere rivista.” Curcio ha visitato anche la SUOP, a Germaneto di Catanzaro, dove ha verificato l’estremo sforzo che sta facendo il sistema regionale e la dinamica delle priorità delle emergenze dovuta alla necessità di garantire l’incolumità pubblica».

Oltre ai danni incalcolabili, proprio dalla provincia reggina arriva una grandissima soddisfazione: la salvezza della Faggeta Vetusta, patrimonio Unesco, con la quercia millenaria Demetra ed altre due antichissime. Un risultato ottenuto anche grazie al fondamentale impiego di uomini e mezzi di Calabria Verde che assieme ai Carabinieri ambientali di Reggio, vigili del fuoco, Comune di Samo e l’Ente Parco Aspromonte hanno faticosamente ottenuto fino ad ora l’obiettivo, anche se la guardia rimane sempre alta e la concentrazione massima. Altro importante segnale di rinascita quello all’interno della pineta catanzarese di Siano. Anche qui, a fronte di una quasi completa distruzione del patrimonio, la scoperta che nel cuore del Bosco Li Comuni le fiamme hanno risparmiato la zona dell’orto botanico e quanto attorno esistente su cui ricostruire uno dei polmoni verdi cittadini. Una circostanza che non è sfuggita al primo cittadino del capoluogo di regione il quale ha telefonato al commissario per avviare le prime operazioni di un ripristino. Lo stesso Oliva ha assicurato ad Abramo che già lunedì mattina una squadra di operai comincerà con la pulizia dell’ingresso del Parco Li Comuni. (rcz)

Dal vertice Curcio-Falcomatà e Prefetto le prime misure contro gli incendi

Dal vertice subito convocato in Prefettura dal capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio che ha visto la partecipazione del sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà e del prefetto Massimo Mariani, sono emerse le prime misure per fronteggiare operativamente il fuoco.

Falcomatà, nel suo intervento, ha voluto «ringraziare il presidente del Consiglio, Mario Draghi, per aver risposto immediatamente all’appello partito da Reggio Calabria e per aver posto l’emergenza in corso in Calabria al centro dell’agenda politica nazionale. Il nostro territorio sta attraversando un momento difficilissimo e i sindaci si sono ritrovati da soli a dover agire davvero a mani nude per far fronte ad una serie di eventi tragici e di straordinaria portata».

«Con il presidente Draghi – ha poi aggiunto il primo cittadino – ho avuto modo di fare un punto generale sulle condizioni di grave emergenza in cui versa il territorio metropolitano di Reggio Calabria, con l’obiettivo di mettere in rilievo le principali esigenze manifestate dalle comunità. A cominciare dalla necessità di predisporre da subito un piano capillare di gestione e monitoraggio dell’emergenza che, è bene ricordarlo, è ancora pienamente in corso sebbene le notizie delle ultime ore provenienti dai vari fronti di fuoco e dalle unità operative impegnate che non finiremo mai di ringraziare, sembrano moderatamente incoraggianti. Nell’immediato il territorio necessita del ripristino del sistema viario, delle reti idrografiche e della sentieristica. Accanto a ciò – ha precisato il Sindaco Falcomatà – occorre continuare a mantenere altissimo il livello di guardia perché ciò che sta accadendo da giorni ha un carattere e una portata mai visti prima. In secondo luogo, crediamo sia fondamentale mettere in atto sin da ora una profonda e attenta azione di ricostruzione che deve abbracciare sia gli aspetti ambientali che quelli di natura economica e sociale. Nelle prossime settimane – ha messo in evidenza il Sindaco metropolitano – avremo a che fare senza dubbio con altre e ugualmente gravi criticità legate alla stagione autunnale e all’arrivo delle prime piogge che troveranno terreni, rilievi collinari e interi versanti montani profondamente indeboliti dai roghi che hanno incenerito intere porzioni di vegetazione, con il rischio concreto che si verifichino eventi legati al dissesto idrogeologico. Pertanto il rimboschimento delle nostre aree interne è già oggi un tema di stringente attualità che non può farci trovare impreparati in futuro. Non ultimo – ha infine puntualizzato Falcomatà – occorre intervenire concretamente e in misura rilevante per risollevare le filiere e le attività produttive danneggiate, o in alcuni casi completamente distrutte dalle fiamme, ma anche per sostenere quei residenti che hanno subito danni alle loro abitazioni».

Al termine del vertice in Prefettura, il Sindaco Falcomatà ha convocato una riunione a Palazzo “Corrado Alvaro” , per svolgere ulteriori approfondimenti, con il supporto di dirigenti e tecnici dell’Ente metropolitano e dei consiglieri metropolitani Carmelo Versace e Salvatore Fuda, circa gli aspetti legati alla organizzazione e pianificazione degli interventi nelle varie aree colpite ma anche per verificare i profili di responsabilità, rispetto alle mancate attività di prevenzione e presidio, legati agli eventi che sono accaduti in questi giorni ai danni del territorio e del patrimonio ambientale.

Sull’altro fronte, quello regionale, il presidente ff Nino Spirlì ha convocato i sindaci calabresi delle aree più colpite. Alla riunione ha preso parte l’ing. Curcio, che non ha dedicato molto tempo alle considerazioni, passando subito alla fase operativa. «Stamattina – ha detto Curcio – abbiamo prima fatto tappa a Reggio Calabria, in un territorio dove si è maggiormente sostanziata questa ondata di incendi che ha investito la Calabria, e poi ho incontrato, con il presidente Spirlì, molti altri sindaci che stanno vivendo lo stesso dramma. Stiamo verificando come chiudere questa fase operativa. Ci sono ancora incendi in Calabria, anche se sembra che adesso ci sia una moderata flessione. Oggi sono venuto a portare supporto operativo, su mandato della presidenza del Consiglio dei ministri e del presidente Draghi, che è vicino a un territorio duramente colpito e in cui ci sono state vittime».

«Per il momento – ha proseguito Curcio –, in Calabria è stato dichiarato lo stato di mobilitazione nazionale. Questo ha consentito al sistema di mobilitare risorse fuori regione e al corpo nazionale, che già aveva raddoppiato i propri turni, di mobilitare ulteriori risorse. Ha consentito inoltre ai sindaci di lavorare sulle somme urgenze. Dal punto di vista operativo, quella dichiarazione di mobilitazione nazionale ha aiutato il territorio a essere più reattivo nella gestione emergenziale».

«Spero – ha concluso il capo della Protezione Civile – che ci sarà anche un momento di riflessione sulla cura del bosco e sulla sua salvaguardia. È un nostro patrimonio e bisognerà intervenire anche sul piano normativo. Su questo darò il mio contributo tecnico. Finiamo la parte incendi e iniziamo quella relativa alle alluvioni, perché gli eventi estremi oramai ci stanno abituando a questo. Non perdiamo il filo che lega queste cose, perché un bosco bruciato significa maggiore velocità di acqua piovana che scende, e noi dobbiamo essere pronti alle situazioni più difficili».

Spirlì ha detto che «Questo è il momento del lavoro. Un lavoro che bisogna condividere tutti insieme. Dopo il confronto con il territorio, nel più breve tempo possibile organizzeremo tutto quello che dovrà essere organizzato a tutela di aziende e privati che hanno subito danni per gli incendi. C’è la massima collaborazione con Protezione civile e Governo».

«È il momento – ha aggiunto Spirlì – di intervenire in modo intelligente. Il fuoco sta interessando non solo la Calabria, ma molte altre regioni italiane, così come altri Paesi del Mediterraneo. Noi abbiamo chiesto subito lo Stato di mobilitazione al presidente Draghi che, nel giro di sei ore, ha firmato il decreto. Subito dopo, la Giunta ha chiesto lo stato di emergenza al Governo».«Sulle fiamme che bruciano in Calabria – ha dichiarato ancora il presidente –, non accetterò nessuna speculazione di tipo elettorale. Stamattina ho incontrato tutti i responsabili regionali, che mi hanno confermato che tutto quello che si poteva fare è stato fatto, ottimizzando azioni che, solo fino a poco tempo fa, non erano così efficienti. Allo stesso tempo, è necessaria una vera progettazione per il rimboschimento, perché la Calabria ha bisogno di ricostruire il suo polmone verde».«Vorrei – ha concluso Spirlì – che si desse fine, in questa fase, alle polemiche e ai processi sommari che appaiono su certa stampa e su certi social. Si facciano subito proposte di legge che aumentino le pene per i piromani: sono convinto che abbiano “pupari”, che ci sia un piromane dei piromani. Non si tratta semplicemente di folli, ma di qualcuno che ha una strategia precisa e cerca di mettere costantemente sotto scacco le istituzioni. Servono indagini e misure importanti». (rrm)

Protezione Civile: il calabrese Fabrizio Curcio di nuovo al vertice

di EMILIO ERRIGO – L’ing. Fabrizio Curcio, uomo sensibile e colto, con origini catanzaresi, è il nuovo Capo del Dipartimento della Protezione Civile in Italia. Ho conosciuto l’ing. Curcio, sul campo in teatro operativo nel 2009, durante le complesse e complicate operazioni di Soccorso e Assistenza, alla popolazioni colpite dal disastroso terremoto dell’Aquila.
Lui era già al Dipartimento della Protezione Civile, potrei senza osare di esagerazione, operativamente al fianco H24, dell’allora Capo il Prefetto Franco Gabrielli, ed io ero il Capo della Sezione Gestione Emergenze e Soccorso del III Reparto Operazioni – Centrale Operativa del Comando Generale della Guardia di Finanza.
Per poter esercitare le mie funzioni di servizio, come diciamo noi militari, “con disciplina ed onore” , avevo necessità di informazioni attendibili in real time.
In quegli anni dal 2009 in poi, il susseguirsi di eventi calamitosi ed altri disastri naturali verificatesi, da nord, centro e sud, mi portarono a trascorrere molte notti e giornate presso la Sala Italia della Protezione Civile, quale uno dei Componenti del Comitato Operativo Nazionale della Protezione Civile.
I miei occhi hanno visto e le mie orecchie pututo ascoltare, il dramma degli esseri umani colpiti dalla inclemenza degli eventi naturali calamitosi e l’impegno eccezionale delle Donne e Uomini, appartenenti sia alla Protezione Civile, Forze Armate e di Polizia, Componenti della Commissione Interministeriale Tecnica della Difesa Civile CITDC), allora Presidente il Pref. Carlo Boffi e tanta altra bella Gente dello Stato.
Fabrizio Curcio, è stato sempre un instancabile presenzialista nel vero senso costruttivo del termine, a volte abusato.
Lui da vero già ingegnere del Valoroso, Corpo dei Vigili del Fuoco, non ha mai risparmiato alcuna delle Sue energie psicofisiche per non far mancare la presenza della Protezione Civile, ovunque questa presenza, si fosse resa necessaria e urgente.
Sono veramente felicissimo e compiaciuto per aver appreso questo meritatissimo alto riconoscimento professionale alla Sua persona, sicuro che il Presidente del Consiglio dei Ministri, non poteva individuare un professionista dell’Emergenza e Soccorso in Italia e in Europa, più esperto dell’Ing.Fabrizio Curcio.
Sapere poi delle Sue origini mi inorgoglisce e mi crea emozione, certo che i Calabresi con la “C” maiuscola e non, saranno fieri di apprendere che a Capo del Dipartimento della Protezione Civile in Italia, ci sia uno dei figli migliori della Calabria. (ee)

La band calabrese Ragainerba scrive una canzone per la Protezione Civile

La band calabrese Ragainerba ha composto e registrato una canzone per aiutare, tramite una raccolta fondi, la Protezione Civile in questo momento di emergenza sanitaria.

Il gruppo, che ha registrato il video tra Roma, Palmi e Reggio Calabria, è composto da AntoniO Cogliando (voce), Vincenzo Misale (chitarra, cori), Roberto Aricò (basso), Michele Misale (batteria), ed «è dedicato a tutte quelle persone che, quotidianamente, combattono in prima linea per questa emergenza. Grazie, ce la faremo».

RENDE (CS) – La presentazione del corso base della Protezione Civile

Domani pomeriggio, a Rende, alle 16.00, nella “Sala Tokyo” del Museo del Presente, la presentazione del Corso Base organizzato dall’U.O.A. Protezione Civile, che i volontari del Gruppo Comunale sosterranno nelle prossime settimane.

«Dopo le adesioni raccolte attraverso il bando di riapertura dei termini di iscrizione al gruppo comunale di protezione civile” – ha dichiarato il sindaco di Rende, Marcello Manna – abbiamo deciso di rendere partecipe la popolazione delle iniziative a cui, a breve, i volontari prenderanno parte, iniziando dal Corso Base previsto dal Regolamento Regionale del Volontariato, che costituisce il primo passo verso l’acquisizione di competenze e conoscenze necessarie per operare in emergenza. Successivamente, calenderizzeremo anche una serie di incontri con esperti del settore affinché si possano così acquisire ulteriori nozioni in tema di protezione civile, attraverso un percorso formativo che verrà delineato in rapporto alle esigenze del nostro territorio».

«In tale ambito d’intervento – ha proseguito il sindaco Manna – sono diverse le iniziative promosse dalla nostra città che la stessa regione, non a caso, considera comune virtuoso» .

«Siamo certi che tali iniziative di formazione – ha dichiarato l’assessore alla Protezione Civile, Domenico Ziccarelli – siano necessarie in un territorio come il nostro che presenta gravi fragilità da un punto di vista sismico e idrogeologico. La prevenzione è l’unica arma a nostra disposizione per affrontare le emergenze».

Si parte con i saluti istituzionali di Marcello Manna, sindaco di Rende, di Domenico Ziccarelli, assessore alla Protezione Civile, e di Domenico Costarella, responsabile dell’Unità Operativa di Volontariato della Prociv regionale. Modera la giornalista Simona De Maria.

Intervengono Edoardo Amerise, responsabile comunale del servizio Prociv, Alfonso Vulcano, docente del dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università della Calabria e Francesco De Filippis, ingegnere esperto di rischio idrogeologico. (rcs)