IL DIRITTO NEGATO ALLA MOBILITÀ IN
SICUREZZA SULLA STRADA IONIO-TIRRENO

di FRANCESCO COSTANTINOLa galleria della Limina ha una lunghezza pari a 3200 mt,  si sviluppa  lungo il tracciato della S.S. 682 Ionio-Tirreno ed è stata aperta al traffico nel 1990 risultando pertanto dotata di caratteristiche tecniche ormai superate e tali da non consentire il transito in sicurezza per ogni tipologia di veicoli.

In prossimità dell’estate del 2023 ne fu annunciata la chiusura per 600 giorni per la necessità improrogabile di effettuare lavorazioni di manutenzione straordinaria.

Si elevarono in quei frangenti le proteste dei sindaci dei comuni interessati in quanto i percorsi alternativi ipotizzati  risultavano assolutamente inadeguati,  anche alla luce del disastro in termini di offerta ospedaliera  tanto nell’area ionica quanto nell’area tirrenica che obbligava e ancora obbliga alle interconnessioni tra i 2 ospedali di Polistena e Locri.

Il compromesso, di basso profilo fu trovato con l’impegno dell’esecutore contrattuale ad effettuare turni di lavorazioni notturne e la garanzia di percorrenza consentita in caso di emergenza.  

Voci isolate avvertivano che l’unico modo per rispettare le popolazioni sarebbe stato quello di costruire prima della chiusura annunciata una nuova galleria parallela rispondente a criteri attualizzati di percorribilità in sicurezza, adeguati al volume di traffico verificato e senza limitazione alcuna per qualsiasi tipologia di veicolo.

A nulla è valso quel che è accaduto il 23 settembre 2024 allorquando si è evitata una strage per le 20 persone in quel momento in transito all’interno della galleria in orario notturno solo per il coraggio e la voglia di vivere degli occupanti (2 giovani e i loro genitori) di una vettura andata in fiamme, oltreché del senso del dovere dei VV.FF. di Polistena e Siderno, degli operatori delle ambulanze  del 118 di Polistena e di Taurianova e della pattuglia dei carabinieri di Cinquefrondi, tutti prontamente intervenuti dopo le segnalazioni degli intrappolati  all’interno della galleria. 

Quella stessa situazione stava per essere replicata nei giorni scorsi allorquando un’altra autovettura è andata in fiamme a qualche centinaio di metri dall’uscita della galleria della Limina dal lato di Mammola con l’unico inconveniente della creazione di una coda interminabile di mezzi in transito e disagi da intossicazione per gli automobilisti bloccati all’interno della galleria.

Anche in questo caso può parlarsi di miracolo con l’avvertenza che i miracoli non potranno ripetersi all’infinito.

Quel che è accaduto già 2 volte in meno di un anno dovrebbe far riflettere chi ha pensato di aver correttamente affrontato il problema della transitabilità all’interno della galleria della Limina con la sola attività di manutenzione straordinaria della volta e l’eliminazione delle infiltrazioni di acqua e di qualche possibilità di rifugio laterale di cui peraltro non si vedono le tracce. 

Non aver nemmeno pensato di dare avvio alla progettazione di una seconda canna parallela a quella esistente per evitare il traffico bidirezionale all’interno della galleria esistente è, a mio avviso, una imperdonabile disattenzione per il diritti di mobilità in sicurezza di un territorio di importanza strategica per lo sviluppo dell’intera Calabria.

Il rinnovato interesse per la Bovalino-Bagnara, per la cui realizzazione siamo ancora al tempo delle chiacchiere, nulla toglie al diritto da sempre negato agli utenti dei territori serviti dalla Ionio-Tirreno di una mobilità in sicurezza oltreché adeguata ai volumi di traffico del tempo presente.

Stupisce che le popolazioni interessate non avvertano la necessità di una forte e inarrestabile ribellione.

Ribellione che nemmeno si è vista accennata  per ciò che accade da oltre un anno e mezzo per i lavori in corso all’interno dell’altra galleria di modesta lunghezza presente lungo il tracciato della S.S. 682,  dopo poche centinaia di metri dall’uscita della galleria della Limina in direzione Gioiosa Jonica, dove il traffico continua ad essere regolato da semafori posti prima degli imbocchi stessi della galleria e si creano disagi prolungati agli utenti.

A noi più che una grande capacità di sopportazione sembra quasi una colpevole indifferenza, sia dei cittadini che degli amministratori, e questo atteggiamento, com’è noto, costituisce un riflesso tra i più perniciosi per qualsiasi consorzio umano che voglia determinare il proprio destino.

In arrivo 56 nuovi agenti di Polizia

«Saranno 56 le nuove unità della Polizia di Stato assegnate alla Calabria, oltre a 8 nuovi funzionari, un segnale importante di attenzione e di vicinanza alle esigenze di sicurezza della nostra regione». È quanto ha reso noto il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, sottolineando come «il rafforzamento della presenza dello Stato nei territori non è uno slogan, ma un impegno quotidiano e concreto del governo Meloni».

«Questo potenziamento – ha evidenziato – rappresenta una risposta diretta alle necessità dei cittadini e degli operatori delle forze dell’ordine, chiamati ogni giorno a garantire la legalità, il controllo del territorio e il contrasto alla criminalità organizzata».

A Catanzaro verranno assegnati 4 nuovi funzionari (di cui due alla Questura e uno al Commissariato di Lamezia, e uno al Centro operativo autostradale della Polstrada), 10 agenti alle sezioni operative interne della Questura e 8 agenti al Commissariato di Lamezia Terme, oltre a 2 nuovi agenti per la Polizia Stradale e uno alla Zona Telecomunicazioni.  Per la Questura di Cosenza sono in arrivo 10 agenti destinati al Commissariato di Corigliano-Rossano – che consentiranno di rafforzare sensibilmente  la sicurezza di un territorio su cui c’è stata una costante attenzione dei parlamentari Fausto Orsomarso ed Ernesto Rapani – ai quali si aggiunge 1 unità per la Sezione della Polizia Stradale. Nella provincia di Reggio Calabria sono in arrivo 2 funzionari per la Questura e 6 nuovi agenti per il Commissariato di Palmi, 8 per quello di Cittanova e altri 8 per il Commissariato di Taurianova. È previsto inoltre un nuovo agente per il V Reparto Volo di Ravagnese. Infine, a Vibo Valentia sarà potenziato il Centro Operativo Sicurezza Cibernetica con l’assegnazione di un nuovo agente, mentre a Crotone arriveranno un funzionario per la Questura e uno per la Polizia Stradale.  «Si tratta di un intervento strutturale che, con l’arrivo di un importante contingente di personale operativo e direttivo, rafforza la capacità dello Stato di presidiare il territorio e di potenziare le attività investigative e di prevenzione, soprattutto in contesti dove è più forte la pressione della criminalità organizzata.

«Il mio ringraziamento – ha aggiunto il sottosegretario Ferro – va al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al Capo della Polizia Vittorio Pisani, per la sensibilità dimostrata ancora una volta nei confronti del territorio calabrese».

«La sicurezza dei cittadini – ha concluso – è una priorità assoluta e passa anche dal rafforzamento dei presidi delle Forze di Polizia, che restituiscono fiducia e rafforzano il legame tra lo Stato e le comunità locali». (rcz)

FERMARE LE STRAGI SUI LUOGHI DI LAVORO
CALABRIA TRA LE REGIONI “MAGLIA NERA”

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Oggi è il Primo Maggio, la Festa dei Lavoratori, ma la strada per una vera sicurezza sul lavoro è ancora lunga e tortuosa.

«Quella delle morti del lavoro è una piaga che non accenna ad arrestarsi e che, nel nostro Paese ha già mietuto, in questi primi mesi, centinaia di vite, con altrettante famiglie consegnate alla disperazione», ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della sua visita a Latina all’Azienda Bsp Pharmaceutica Spa, per la Festa del Lavoro.

Quella che sta avvenendo in Calabria e in Italia, infatti, è una strage silenziosa che non può più essere ignorata: Il 2024 è passato con tre morti sul lavoro al giorno, mentre il primo bimestre del 2025 ha registrato un aumento del 16% delle vittime. Si contano già 138 decessi, 19 in più rispetto allo scorso anno. Di queste, 101 in occasione di lavoro (10 in più rispetto a febbraio 2024) e 37 in itinere (9 in più rispetto a febbraio 2024). Questi i dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, elaborati in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro, in cui emerge come la Calabria fa parte delle sette regioni con una incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 4,2 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori).

Nell’ultimo quadriennio, dal 2021 al 2024, sono 4.442 le persone hanno perso la vita sul lavoro in Italia. Il settore delle Costruzioni è quello in cui si conta il maggior numero di decessi con 564 vittime. Le zone con il rischio più alto sono al Centro e al Sud: Basilicata e Umbria sono in zona rossa da quattro anni consecutivi, seguite da Campania e Valle d’Aosta per tre.

Gli aspetti più preoccupanti: gli over 65 sono i più vulnerabili, gli stranieri registrano un tasso di mortalità doppio rispetto agli italiani, sia sul posto di lavoro sia in itinere. 418 le donne che hanno perso la vita sul lavoro.

Per Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio, si tratta di un bilancio «più che drammatico, perché le nostre indagini sono elaborate su dati ufficiali che escludono, quindi, il mercato del lavoro sommerso in cui ovviamente risulta assai difficile indagare. Ma i dati ufficiali da soli parlano di una situazione allarmante. L’incidenza di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa non accenna a diminuire. Ciò significa che il rischio di morte per i lavoratori rimane sempre elevato e pressoché invariato negli ultimi anni».

Cosa fare, allora? Il Presidente Mattarella è categorico: «non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione», ma, come evidenziato dal segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, «ogni anno ci sono più di mille morti e 500.000 incidenti: sono numeri da guerra civile».

Anche il Presidente della Repubblica ha riconosciuto – nel corso del suo intervento – come sia «evidente che l’impegno per la sicurezza nel lavoro richiede di essere rafforzato». A tal proposito, la presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha annunciato che, in occasione della Festa dei Lavoratori, il Governo sta preparando un decreto proprio sulla sicurezza sul lavoro, «un lavoro – ha detto Mattarella – che non può essere quello di consegnare alla morte, ma che sia indice di sviluppo, motore di progresso, sia strumento per realizzarsi come persona, come poc’anzi ricordava il Presidente di Unindustria».

«Il lavoro non può separarsi mai dall’idea di persona, dalla unicità e dignità irriducibile di ogni donna e di ogni uomo. Nessuno deve sentirsi scartato o escluso», ha continuato il Presidente della Repubblica, ricordando che «la Repubblica è fondata sul lavoro» e che «il lavoro è radice di libertà, ha animato la nostra democrazia, ha prodotto eguaglianza e, dunque, coesione sociale».

«Il Primo Maggio non è solo festa. È memoria, responsabilità, impegno», ha detto categorica Mariaelena Senese, segretaria generale di Uil Calabria.

«Non si può più accettare che una giornata lavorativa si trasformi in una tragedia familiare – ha sottolineato – ogni morte sul lavoro è una sconfitta per lo Stato e per chiunque continui a ignorare il problema. Ogni giorno si muore cadendo dai tetti, schiacciati da macchine da cantiere, senza protezioni adeguate, senza controlli e senza formazione vera. È intollerabile che queste morti, evitabili, continuino a essere considerate un prezzo accettabile per il profitto».

«Non possiamo più accettare – ha proseguito Mariaelena Senese – un sistema ispettivo ridotto all’osso, in cui gli stessi ispettori devono controllare un’ azienda tessile, un cantiere edile o un’azienda agricola. Non si può vigilare sulla sicurezza senza specialisti nei settori più a rischio. Gli organi ispettivi vanno necessariamente specializzati. Punto!»

«Troppi lavoratori muoiono – ha spiegato – perché non hanno ricevuto una formazione adeguata o perché le certificazioni sono falsificate. Proprio per questo chiediamo un portale regionale digitale che renda tracciabile ogni attestato di formazione. Basta con i fogli di carta che non valgono nulla!».

La Uil Calabria invita tutte le cittadine e i cittadini, i delegati sindacali, le famiglie, le istituzioni a partecipare alla marcia silenziosa organizzata per questa mattina, alle 11, nella zona industriale di Lamezia, per ricordare le due vittime sul lavoro o avvenute nei primi mesi dell’anno proprio in quell’area industriale: Francesco Stella di soli 38 anni e Roberto Falbo di 53 anni.

«Ogni morte sul lavoro è una ferita che non si rimargina. Non vogliamo più piangere operai, madri, padri, giovani che escono di casa per guadagnarsi il pane e non tornano mai più», ha concluso Senese.

Ma non solo in Calabria: a livello nazionale, Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato in tre luoghi simbolici (Roma, Casteldaccia (PA) e Montemurlo (PO) una manifestazione dal titolo “Uniti per un lavoro sicuro”, perché è inaccettabile «che ogni giorno si muore sul lavoro», hanno tuonato Cgil nazionale e Inca. (ams)

Sottoscritto contratto d’appalto per sicurezza nelle aree industriali

Realizzare un impianto integrato di videosorveglianza di ultima generazione, esteso su un vasto territorio regionale che copre al momento 5 delle 16 aree industriali della regione. È questo l’obiettivo del contratto d’appalto sottoscritto tra la Regione Calabria e il raggruppamento composto da Leonardo spa e Novasistemi srl per l’appalto integrato sulla progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori relativi al progetto “infrastruttura per la sicurezza nelle aree Zes della Calabria”.

La Regione Calabria è il soggetto beneficiario del finanziamento del Ministero dell’Interno a valere sui fondi Pon (ora POC) sicurezza, sull’asse 2.1, che ammonta a 19.868.597,12 euro.

Si tratta di una soluzione avanzata per la sicurezza pubblica e il controllo del territorio, attraverso cui le telecamere di alta risoluzione, dotate di sensori avanzati, offrono un’alta qualità dell’immagine anche in condizioni di scarsa luminosità, garantendo un monitoraggio continuo e preciso.

Le immagini catturate vengono trasmesse in tempo reale a un centro di controllo regionale, dove gli operatori possono intervenire immediatamente in caso di necessità.
L’infrastruttura di rete è altamente sicura e resiliente, con archiviazione dei dati su server locali, per garantire un accesso rapido e sicuro alle informazioni.

Sono previste inoltre centrali di monitoraggio della qualità dell’aria che misurano, in tempo reale, la presenza di inquinati dannosi per la salute umana, per la sicurezza ambientale e saranno previste, successivamente, delle piattaforme di rilevazione e monitoraggio con i droni.

L’intervento insiste, per questo primo step, sui 5 insediamenti industriali di Gioia Tauro, Corigliano, Crotone, Vibo Valentia, Lamezia Terme, con la seguente dotazione infrastrutturale e tecnologica: 517 telecamere di cui 47 telecamere specializzate per la lettura targhe in ingresso e in uscita agli agglomerati; oltre 65 Km di Fibra ottica da posare sulle 5 aree industriali con la relativa rete di telecomunicazione; 1 Control Room prevista a Lamezia Terme presso la sede Corap/Arsai; 5 Centraline per monitoraggio qualità Aria; 415 tra corpi illuminanti e sistemi di illuminazione fotovoltaici.

Al progetto “infrastruttura per la sicurezza nelle aree Zes della Calabria”, di grande rilevanza è stato l’apporto del viceministro all’Interno Wanda Ferro durante gli step preliminari che hanno portato alla firma del contratto d’appalto.

«Quello di oggi – ha dichiarato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto – è un passaggio importante per il rilancio del nostro sistema industriale regionale. Garantire l’adeguata sicurezza agli investitori all’interno delle aree produttive della Calabria è un requisito fondamentale in un’ottica di sviluppo del comparto industriale».

«Siamo molto concentrati – ha aggiunto – nell’attrarre investimenti anche fuori dal nostro territorio e crediamo che attraverso questo progetto si possano sostenere maggiormente le nostre politiche di rilancio industriale della regione».

«L’industria – ha sottolineato l’assessore allo Sviluppo economico, Rosario Varì – può e deve rappresentare per la nostra regione un segmento produttivo di primo piano. La riqualificazione delle aree industriali rappresenta pertanto un’esigenza imprescindibile. Per questo potenziare i servizi di sicurezza, come nel caso di questo importante progetto finalizzato alla realizzazione di un sistema di controllo avanzato nelle aree produttive, significa rendere il nostro territorio più attrattivo e competitivo».

«L’intervento sulla sicurezza è, peraltro – ha concluso – il primo che verrà effetto sulle aree industriali, cui ne seguiranno altri per i quali il Governo regionale ha già stanziato significative risorse a valere sul FSC 21/27». (rcz)

Regione e ministero dell’Interno insieme per la sicurezza del territorio

Promuovere azioni integrate e progetti in materia di sicurezza urbana, coesione sociale e contrasto al fenomeno dell’abbandono scolastico. È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa sottoscritto tra la Regione Calabria e il ministero dell’Interno, grazie al quale vengono finanziati diversi sistemi di videosorveglianza da installare in aree del territorio regionale maggiormente interessate da fenomeni di degrado ed individuati dalle prefetture.

Lo ha reso noto il vicepresidente della Regione, Filippo Pietropaolo, spiegando che si tratta del terzo protocollo siglato col Ministero, «dopo quello finalizzato alla valorizzazione dei beni confiscati e quello sottoscritto con la Direzione investigativa antimafia per rendere più efficiente il monitoraggio degli appalti pubblici e prevenire il rischio di infiltrazioni criminali».

«Sono 21 i comuni ammessi ai finanziamenti: Catanzaro, Lamezia Terme (CZ), Ardore (RC), Bagnara Calabra (RC), Cittanova (RC), Polistena (RC), Roccella Jonica (RC), Rosarno (RC), Belvedere Marittimo (CS), Paola (CS), Cetraro (CS), San Giovanni in Fiore (CS), Trebisacce (CS), Altomonte (CS), Rogliano (CS), Isola Capo Rizzuto (KR), Cirò Marina (KR), Strongoli (KR), Petilia Policastro (KR), Vibo Valentia e Serra San Bruno (VV). La Regione Calabria – ha spiegato Pietropaolo – contribuisce con 1,5 milioni di euro su 4 milioni complessivi, di cui 2,6 stanziati dal Ministero dell’Interno, e ha dato disponibilità a finanziare con propri fondi ulteriori progetti individuati dalla cabina di regia istituita nell’ambito del protocollo».

«Inoltre – ha aggiunto – la Regione Calabria acquisterà 10 sistemi mobili di videosorveglianza, che verranno prevalentemente utilizzati per il controllo dei cantieri laddove richiesti dalle prefetture o dalle forze dell’ordine. Si rafforza, quindi, la sinergia tra la Regione Calabria, con il forte impegno del presidente Roberto Occhiuto, e il Ministero dell’Interno, che ancora una volta, con il ministro Matteo Piantedosi e il sottosegretario Wanda Ferro, dimostra grande attenzione verso la Calabria, considerando prioritario l’obiettivo di garantire la sicurezza del territorio e intervenire in maniera concreta sulla prevenzione e il contrasto dei fenomeni criminali». (rcz)

Il sindaco di Cassano Papasso scrive al Prefetto per un presidio fisso di Polizia a Marina di Sibari

Il sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso, ha inviato una lettera al Prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, per chiedere un presidio fisso di forze dell’ordine a Marina di Sibari dopo gli attentati avvenuti nei giorni scorsi ad alcune attività commerciali.

«La richiesta – si sottolinea – è frutto di una necessità che si presenta come viva, urgente e palpitante in questo difficile momento», in quanto «per l’Amministrazione comunale cassanese Marina di Sibari rappresenta un fiore all’occhiello del Comune di Cassano All’lonio è un complesso turistico d’eccellenza e alla luce di quanto accaduto, si teme seriamente, che tali accadimenti possano avere gravi e irreparabili ripercussioni negative sull’imminente stagione estiva, causando nocumento dal punto di vista economico, ma anche sociale e culturale».

«Ho personalmente incontrato cittadini, commercianti e operatori turistici – ha scritto il sindaco Papasso nella lettera – i quali mi hanno rappresentato uno stato d’animo di apprensione e inquietudine, pertanto, sono qui a chiederle che venga da subito istituito, per tutta l’estate e magari anche oltre, un presidio fisso delle forze dell’ordine. Tale presenza, oltre a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica, sarebbe motivo di serenità poiché sinonimo di forte presenza dello Stato».

L’amministrazione comunale e, in particolare, il gabinetto del sindaco hanno voluto sottolineare che dopo gli episodi perpetrati con una certa spregiudicatezza e violenza sul territorio «non si è stati fermi ma ci si è subito messi all’opera per garantire vicinanza e sicurezza ad imprenditori e cittadini».

«Esprimo preoccupazione per quanto sta accadendo – ha concluso Papasso – ma la fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura è massima. Invito i cittadini ad unirsi, farsi forza e collaborare: insieme usciremo anche da questo momento difficile come sempre questa comunità, fatta soprattutto di gente onesta e laboriosa, ha sempre saputo fare». (rcs)

CATANZARO – Lunedì l’iniziativa di Confcommercio Calabria Centrale sulla sicurezza digitale

Lunedì 4 marzo, a Catanzaro, alle 17, nella sede di Confcommercio Calabria, si terrà l’iniziativa Basta un click. Prevenire è meglio che curare. Aziende sicure nel mondo digitale, organizzato dal Giovani Imprenditori di Confcommercio Calabria.

Dopo i saluti e l’introduzione di Pietro Falbo, presidente Camera di Commercio Catanzaro-Crotone -Vibo Valentia, Giovanni Ferrarelli, direttore Confcommercio Calabria Centrale, Andrea Rotundo, presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confcommercio Calabria Centrale, seguiranno approfondimenti su “Creare una cultura della sicurezza. Formazione continua e Phishing Training” (Martina Paonessa – CyberDef.it), “Attacchi ransomware prevenzione e contrasto” (Gerardo Costabile – Deep Cyber), “Collaborare per la sicurezza: il ruolo della polizia postale” (con la partecipazione della Polizia di Stato. Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Catanzaro). (rcz)

Molte adesioni per il bando per i sistemi di videosorveglianza emanato dalla Camera di commercio di Cz-Kr-Vv

Intimidazioni e racket, altissima adesione al bando per i sistemi di videosorveglianza emanato dalla Camera di commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Soddisfatto il presidente Pietro Falbo che rivolge un appello alla Regione Calabria.

«La massiccia adesione – dice Falbo – è certamente indice di una richiesta di sicurezza maggiore da parte delle nostre imprese, troppo spesso e per troppo tempo esposte ad atti intimidatori e danneggiamenti. Una richiesta che non può rimanere inascoltata. È per questa ragione che rivolgo il mio appello alla Regione Calabria affinché possa entrare in rete con gli altri attori istituzionali per rispondere in maniera sinergica alle numerose istanze giunte dalle tre province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia appoggiandoci nelle attività di prevenzione e contrasto ai fenomeni criminali».

«Si è registrata una altissima adesione al bando rivolto alle piccole e medie imprese per la concessione di contributi economici finalizzato a promuovere e sostenere l’installazione di sistemi di videosorveglianza», commenta così Pietro Falbo il positivo riscontro ottenuto dall’iniziativa frutto di una collaborazione istituzionale con la Prefettura, la Questura e il Comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro.

Illustrata nelle scorse settimane alla stampa, la misura si pone quale obiettivo quello di rafforzare i presidi posti a sicurezza degli esercizi commerciali tramite l’installazione di telecamere, sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso, sistemi di video allarme antirapina per contenere e contrastare minacce a scopo estorsivo perpetrate spesso per mezzo di danneggiamenti coadiuvando così le forze dell’ordine nelle attività di investigazione.

«La partecipazione delle imprese al bando ha superato ogni aspettativa – dice il presidente – Nel giorno di apertura dell’avviso, sono giunte domande di contributi per un valore doppio alla dotazione finanziaria inizialmente messa a disposizione dall’ente camerale. È una risposta che ci gratifica ma che deve al contempo indurre a riflessione». (rcz)

L’OPINIONE / Saccomanno (Lega): «Incendio auto parroco, serve un piano per la sicurezza»

di GIACOMO FRANCESCO SACCOMANNO – Il controllo del territorio non è cosa facile in Italia, maggiormente è quasi impossibile in Calabria.

Aggressioni nel Pronto soccorso, negli ospedali, agli amministratori, al Comandi Vv.Uu., ai parroci, ai dirigenti scolastici, minacce, insulti, incendi, un crescendo di violenze che stanno mettendo a grave rischio la libertà dei cittadini e dei servizi. Pur con uno sforzo inumano delle istituzioni tutte, appare inattuabile un percorso virtuoso quando in molte zone gli impianti di video sorveglianza non funzionano o i cittadini, spesso, si fanno i fatti propri.

Quest’ultima condotta dimostra una sfiducia nelle istituzioni e il sentimento di evitare “grane”, non essendoci un sistema giustizia che funzioni adeguatamente. Le indagini, i processi e la definizione di questi passano attraverso un percorso tortuoso con anni ed anni di attività giudiziaria e convocazione di testi che spesso vengono rimandati indietro per varie ragion, che, però, creano disagi. E questo quando va bene e nei procedimenti poco importanti. In quelli, invece, di un certo rilievo il testimone riceve pressioni, quando va bene, tali da portarlo, certamente, a rimproverarsi di aver denunciato, quando, in fatti più gravi, è portato a ritrattare o a dire “non ricordo”.

Questi momenti non sono, certamente, risolvibili in tempi brevi, ma devono far riflettere sia sulla riforma del sistema giustizia e sia sulla necessità che le persone abbiamo ampiagaranzia di tutela. Quello che, invece, è insopportabile è la presenza di impianti di video sorveglianza spesso non funzionati per incuria o mancanza di fondi! È possibile accettare ciò? Certamente no. Il sistema di video sorveglianza non solo è un deterrente alla commissione di reati, ma consente di poter individuare coloro che li commettono. Se questa è la situazione attuale, devono assumersi provvedimenti urgenti e straordinari, come quelli di un finanziamento speciale o di un pianto straordinario per sistemare l’esistente e, comunque, per creare un sistema di controllo del territorio radicale, senza lasciare spazi incontrollati.

In tal modo, si potrebbero limitare le intimidazioni notturne, le aggressioni dei sanitari, degli insegnanti, dei preti e di tutte le persone che non amano la violenza e vorrebbero vivere nella serenità. Ma, a questo ci deve essere un processo rapido con condanne esemplari ed immediate, senza attendere anni ed anni, facendo dimenticare la gravità degli accadimenti, stancando le povere parti offese e consentendo, spesso, la chiusura dei procedimenti con una dichiarazione di prescrizione che è, sicuramente, un fallimento dello Stato. (gfs)

(Giacomo Francesco Saccomanno è commissario della Lega in Calabria)

La Misericordia di Scala Coeli: Sempre in prima linea per la sicurezza della Comunità

di ANTONIO LOIACONONella piccola ma vibrante comunità di Scala Coeli, la Misericordia è un faro di speranza e solidarietà, pronta ad intervenire in qualsiasi momento di necessità.

Recentemente, dopo un intenso addestramento sull’uso del defibrillatore e sul soccorso in seguito a incidenti stradali, i membri della Misericordia non hanno perso tempo nel mettere in pratica le loro competenze, dimostrando ancora una volta la loro dedizione al servizio della comunità. 

Questa volta, però, l’attenzione della Misericordia si è rivolta verso un’altra forma di soccorso: quella nel contesto dello sport. E così, mentre ancora risuonano gli echi dell’addestramento appena concluso, la Misericordia si è precipitata in campo per donare un defibrillatore vitale alla squadra di calcio locale di Scala Coeli.

L’evento è stato solenne e significativo, con la presenza del vice sindaco Michele Cataldo e del presidente della squadra di calcio, avvocato Roberto Parise, a testimoniare l’importanza di questa donazione per la sicurezza degli atleti e degli spettatori. È stato il Governatore della Misericordia, Rocco Acri, a consegnare personalmente il prezioso strumento, proprio prima dell’inizio di un importante incontro di calcio contro il Calopezzati. 

La squadra di calcio di Scala Coeli, insieme a tutta la comunità, accoglie con gratitudine questa donazione e si impegna a fare il massimo per promuovere la sicurezza e il benessere di tutti coloro che partecipano agli eventi sportivi. È evidente che la collaborazione tra la Misericordia, le istituzioni locali e le associazioni sportive può portare a risultati concreti e benefici duraturi per la comunità nel suo insieme. La donazione del defibrillatore agli spogliatoi dello stadio comunale “Domenico Bria” non è soltanto un gesto di generosità, ma rappresenta un impegno tangibile per la sicurezza e il benessere della comunità sportiva di Scala Coeli.

In un mondo in cui gli eventi sportivi sono spesso caratterizzati da un’intensa competizione e da un alto livello di esercizio fisico, è essenziale garantire che siano disponibili dispositivi medici vitali per rispondere prontamente a qualsiasi emergenza cardiaca che possa verificarsi. La Misericordia di Scala Coeli ha dimostrato ancora una volta di essere un pilastro importante della comunità locale, estendendo il suo impegno per la sicurezza e il benessere al di là delle sue consuete attività di primo soccorso. 

La formazione sull’uso del defibrillatore e sul soccorso in seguito a incidenti stradali, insieme alla donazione del defibrillatore alla squadra di calcio, evidenzia l’ampia gamma di competenze e iniziative della Misericordia per la tutela della salute pubblica. Il sostegno e la collaborazione delle istituzioni locali, rappresentati dalla presenza del vice sindaco e del presidente della squadra di calcio alla cerimonia di consegna, sottolineano l’importanza di queste iniziative per l’intera comunità.

La sinergia tra enti pubblici e organizzazioni di volontariato come la Misericordia è fondamentale per promuovere una cultura della sicurezza e della prontezza di intervento in tutte le sfere della vita quotidiana.

Infine, il gesto della Misericordia di Scala Coeli rappresenta un esempio positivo che speriamo possa ispirare altre organizzazioni e comunità a seguire il suo esempio nel promuovere la sicurezza e il benessere tramite azioni concrete e generose come questa. Grazie alla loro iniziativa e al loro spirito altruistico, la comunità di Scala Coeli può guardare al futuro con maggiore fiducia, sapendo di poter contare sulla presenza costante della Misericordia a fianco di loro, pronta ad offrire soccorso e sostegno in ogni momento di necessità.

La Misericordia di Scala Coeli merita l’elogio e il riconoscimento per l’impegno costante nel promuovere la sicurezza e il benessere della comunità locale. Ci auguriamo che questo gesto possa fungere da esempio per altre organizzazioni e ispirare una maggiore consapevolezza sull’importanza di essere preparati ad affrontare situazioni di emergenza in tutti i contesti della vita. (al)