Il trasferimento dei rifiuti radioattivi di Crotone: c’è il rischio di inquinare il suolo

di  GIOVANNI MACCARRONE Ritorniamo a parlare del Sito di interesse Nazionale (SIN) di “Crotone-Cassano-Cerchiara”. Lo facciamo a seguito della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, avvenuta il 30 aprile 2024, del  Regolamento (UE) 2024/1157 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 aprile 2024.

Il predetto regolamento è entrato in vigore il 20 maggio 2024, ma si applicherà a decorrere dal 21 maggio 2026, salvo alcune disposizioni che presentano date differite.

Nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 21 gennaio 2025 è stata poi pubblicata la rettifica nel frattempo intervenuta del Regolamento citato (la rettifica, in particolare, riguarda l’articolo 12, l’articolo 42 e l’articolo 43).

L’art. 2 prevede che il regolamento di cui sopra si applichi nelle seguenti ipotesi: a) spedizioni di rifiuti tra Stati membri, con o senza transito attraverso paesi terzi;

b) spedizioni di rifiuti importati nell’Unione da paesi terzi;

c) spedizioni di rifiuti esportati dall’Unione verso paesi terzi;

d) spedizioni di rifiuti in transito nel territorio dell’Unione nel corso del tragitto verso o da paesi terzi.

Durante il trasporto (transfrontaliero), i rifiuti, in particolare quelli classificati pericolosi, possono causare una dispersione nell’ambiente se non gestito correttamente. Questo rischio è reale a causa della possibilità di contaminazione di suolo, acqua e aria, che può danneggiare ecosistemi e la salute umana. Per questo motivo, la gestione e il trasporto di rifiuti è regolamentato dal diritto europeo e dal diritto internazionale.

A livello internazionale il trasporto transfrontaliero dei rifiuti è disciplinato dalla Convenzione di Basilea del 22 marzo 1989 sul controllo dei movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e dalla Decisione del Consiglio dell’Ocse C(2001)107/Final (entrata in vigore nel 2002) sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti destinati a operazioni di recupero.

A livello europeo, fino al 21 maggio 2026, la materia è invece governata dal Regolamento n. 1013/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 giugno 2006 che si basa su principi e procedure simili a quanto previsto nella Convenzione di Basilea del 22 marzo 1989.

Pertanto, i richiedenti che intendono esportare rifiuti in un paese membro dell’unione europea devono osservare anche il regolamento di cui sopra (in vigore dal 12 luglio 2006).

Il 21 maggio 2026 entrerà in vigore il nuovo regolamento voluto dall’Ue (Regolamento n. 2024/1157 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 aprile 2024.), il quale, oltre a modificare i regolamenti (UE) n. 1257/2013 (riciclaggio navi) e n. 2020/1056 (informazioni sul trasporto merci), ha provveduto ad abrogare anche il precedente Regolamento (CE) n. 1013/2006).

Attualmente, quindi, a livello europeo continuerà ad applicarsi il Regolamento da ultimo citato. Dal 21 maggio 2026 in poi troverà applicazione il Regolamento n. 2024/1157 che introduce nuove regole per il trasporto transfrontaliero dei rifiuti.

Nel testo di tale Regolamento, viene previsto il divieto di spedizione di tutti i rifiuti UE destinati allo smaltimento verso paesi Ue e extra Ue, tranne in casi limitati, autorizzati e debitamente giustificati. Inoltre, vengono vietate le esportazioni di rifiuti pericolosi dell’UE verso Paesi non Ocse.

Quindi, la norma a tutt’oggi applicabile consente la spedizione transfrontaliera di rifiuti destinati allo smaltimento salva la possibilità, per le autorità competenti di destinazione e di spedizione, di sollevare obiezioni motivate entro un termine determinato (cfr. art. 11 Reg. CE n.2006/1013).

Invece, la norma, applicabile a partire dal 21 maggio 2026, prevede il divieto generale di spedire qualsiasi tipologia di rifiuti se destinati allo smaltimento (art. 4 co.1 Reg. UE 2024/1157), salvo il caso in cui le autorità competenti di destinazione e spedizione rilascino l’autorizzazione a fronte della verifica della sussistenza di tutti i presupposti elencati dall’art. 11 del Reg. UE 2024/1157).

Importante notare che, a partire dal 21 maggio 2026, per poter esportare rifiuti destinati allo smaltimento, il notificatore dovrà dimostrare (tra le molte altre cose) tutte le seguenti circostanze: i rifiuti non possono essere recuperati in modo tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile o devono essere smaltiti a causa di obblighi giuridici a norma del diritto dell’Unione o di quello internazionale; i rifiuti non possono essere smaltiti in modo tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile nel paese in cui sono stati prodotti; la spedizione pianificata o lo smaltimento pianificato è conforme alla gerarchia dei rifiuti e ai principi di prossimità e autosufficienza, come stabilito dalla direttiva 2008/98/Ce, e i relativi rifiuti sono gestiti in modo ecologicamente corretto (ovvero il loro smaltimento garantisca il rispetto degli obblighi di protezione della salute umana, del clima e dell’ambiente considerati equivalenti a quelli previsti dalla normativa UE).

Stando così le cose, risulta forte e fondato il sospetto che, a seguito delle modifiche intervenute, i rifiuti provenienti dalla bonifica del sito di interesse nazionale (Sin) “Crotone-Cassano-Cerchiara” non potranno più essere smaltiti fuori dalla Calabria.

L’obiettivo dichiarato del nuovo Regolamento UE è quello di proteggere la salute umana e l’ambiente dagli effetti negativi derivanti dalla generazione, dai movimenti transfrontalieri e dalla gestione dei rifiuti pericolosi e di altri rifiuti.

Per cui, al fine di proteggere “l’ambiente e la salute pubblica”, anche i rifiuti provenienti dal Sin di “Crotone Cassano-Cerchiara” devono essere recuperati in uno degli impianti idonei più vicini al luogo di produzione o raccolta degli stessi.

Immaginate, infatti, cosa potrebbe succedere a lungo andare se si continuasse a trasportare fuori regione rifiuti pericolosi derivanti dalla bonifica del SIN di cui sopra, come ad esempio il Tenorm  (technologically enhanced naturally occurring radioactive materials) che è un materiale che presenta una concentrazione di radioattività maggiore della media delle stesse tipologie di materiali.

Considerate anche che i centri per la raccolta dei rifiuti speciali spesso sono a centinaia di chilometri dal luogo di produzione, se non addirittura all’estero e quindi, a livello ambientale, si rischia l’inquinamento di suolo, aria e falde acquifere, con danni a lungo termine per gli ecosistemi.

A dire il vero già prima dell’intervento del nuovo Regolamento (UE) 2024/1157  veniva fermamente sostenuto che l’applicazione dei principi di prossimità e autosufficienza comporta anche il divieto di spedizione transfrontaliera dei rifiuti speciali, così come previsto dal Regolamento UE n. 1013/2006.

Inoltre, la Corte Cost., con sentenza 14 dicembre 2002, n°505 aveva già sostenuto che “…il principio dell’autosufficienza locale nello smaltimento dei rifiuti in ambiti territoriali ottimali vale, ai sensi dell’art. 5, comma 3, lettera a) del citato decreto legislativo n. 22 del 1997, per i soli rifiuti urbani non pericolosi e non anche per altri tipi di rifiuti, per i quali vige invece il diverso criterio della vicinanza di impianti di smaltimento appropriati, per ridurre il movimento dei rifiuti stessi, correlato  a quello della necessità di impianti specializzati per il loro smaltimento, ai sensi della lettera b) del medesimo comma 3: a siffatto criterio sono stati ritenuti soggetti i rifiuti speciali (definiti dall’articolo 7, commi 3 e 4), sia pericolosi (sentenza n. 281 del 2000) che non pericolosi (sentenza n. 335 del 2001).

Anche sulla base di questi principi si era mosso il Prof. Gen. di Brigata (ris) della Guardia di Finanza Emilio Errigo, il quale, vista l’inerzia delle amministrazioni interessate, ha deciso di emanare immediatamente l’ordinanza n. 1/2025.

Comunque sia, è certo che, a partire dal 21 maggio 2026, “le spedizioni di tutti i rifiuti destinati allo smaltimento sono vietate” (art. 4 del Regolamento UE 2024/1157).

Quindi, sulla base di quanto sopra, dovrebbe riconoscersi “che, dal maggio 2026, il Regolamento UE 2024/1157) renderebbe impossibile spedire rifiuti pericolosi in altri Stati membri, ostacolando il completamento della bonifica” (cfr: Eni Rewird).

E’ necessario tuttavia osservare che il citato Regolamento precisa che le spedizioni di rifiuti destinati allo smaltimento sono consentite soltanto in casi eccezionali in cui siano soddisfatte determinate condizioni.

Per cui nel caso di specie, prima del 21 maggio 2026, esiste l’obbligo di accertarsi che i rifiuti derivanti dagli interventi di bonifica dell’ex area industriale di Crotone “non possono essere recuperati in modo tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile o devono essere smaltiti a causa di obblighi giuridici a norma del diritto dell’Unione o di quello internazionale” (sul punto si rinvia alla risposta data da Jessika Roswall a nome della Commissione europea in data 30.07.2025).

Inoltre, esiste l’obbligo di accertarsi che “i rifiuti non possono essere smaltiti in modo tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile nel paese in cui sono stati prodotti”. Non esistendo queste condizioni, l’esportazione di rifiuti non potrà più realizzarsi.

E questo, a ben vedere, vale non solo per il Sin di “Crotone-Cassano-Cerchiara”, ma anche per l’esportazione di rifiuti – pericolosi e non – prodotti all’interno di uno Stato e trasferiti verso il nostro Stato.

Per quanto concerne invece lo spostamento all’interno dello Stato membro troverà applicazione l’art. 36 del  Regolamento (UE) 2024/1157 il quale stabilisce che “Ciascuno Stato membro istituisce un regime appropriato di sorveglianza e controllo del trasporto di rifiuti che ha luogo esclusivamente all’interno della sua giurisdizione nazionale” e che “lo Stato membro informa la Commissione del proprio regime di sorveglianza e controllo del trasporto di rifiuti. La Commissione ne informa gli altri Stati membri”.

A quanto pare, quindi, gli spostamenti di ambito nazionale dei rifiuti, sebbene consentiti, dal 21 maggio 2026 saranno sottoposti a sorveglianza e a controlli più penetranti.

In futuro, le nuove regole permetteranno anche di combattere più facilmente la criminalità legata ai rifiuti all’interno dello Stato membro dell’UE.

Questa è una vera vittoria per le prossime generazioni.

Diamo tempo al tempo, se ci va (tratto da una canzone contenuta nell’album Vecchio realizzato dal gruppo musicale Thegiornalisti).

Speriamo bene. (gma)

SIN DI CROTONE, È NECESSARIO FERMARE
“IL TURISMO DEI RIFIUTI” IN CALABRIA

di EMILIO ERRIGO

S

olo un intervento normativo da parte del Consiglio Regionale della Calabria può mettere un freno, fino a cessata necessità e urgenza, all’afflusso di rifiuti pericolosi provenienti da fuori regione, tra cui quelli diretti verso Crotone.

Qui, nel cantiere delle discariche fronte mare, ad oggi sono circa 5.000 le tonnellate di rifiuti frammisti che, attraverso oltre 294 viaggi di mezzi pesanti, sono stati rimossi, caricati, trasportati e temporaneamente stoccati in sicurezza presso i depositi D15 all’interno dell’area protetta gestita da Eni Rewind S.p.A. Tali rifiuti sono attualmente oggetto di caratterizzazione e selezione per categoria e codice, al fine di distinguerli tra pericolosi e non pericolosi.

La stessa procedura sarà adottata, si stima, per ulteriori 500.000 tonnellate di rifiuti non pericolosi, che saranno successivamente smaltiti in discariche ubicate in altre regioni italiane, al di fuori della Calabria.

Per quanto riguarda le restanti 360.000 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi ancora presenti, solo una parte – circa 45.000 tonnellate (5.000 già partite più 40.000 in programma) – saranno destinate al trasferimento all’estero, in Svezia.

Rimangono da individuare uno o più siti di destinazione in Italia o in territorio estero, per oltre 310.000 di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi (ma senza Tenorm e Amianto).

A tal proposito, giunge notizia dell’attivazione, dell’iter operativo per la rimozione, nel più breve tempo possibile, delle oltre 160.000 tonnellate di rifiuti contenenti Tenorm e amianto (la cui rimozione richiede a monte l’autorizzazione Prefettizia) attualmente stoccate nella discarica fronte mare di Crotone.

Nel dettaglio, si stimano: 112.000 tonnellate di rifiuti contenenti TENORM e amianto; 48.000 tonnellate di rifiuti contenenti TENORM, ma privi di amianto.

Questo storico intervento rappresenta un ulteriore passo concreto verso la messa in sicurezza ambientale del sito e la tutela della salute pubblica, in linea con le recenti sollecitazioni delle istituzioni locali e regionali.

L’approvazione della legge proposta dall’on. Antonello Talerico, in questo contesto, è di fondamentale importanza poiché potrà frenare, con ovvi limiti temporanei e comunque fino alla cessata necessità, il cosiddetto “turismo” dei rifiuti in Calabria.

Nel caso specifico, disciplinerà meglio il trasporto verso la discarica e gli altri impianti, autorizzati dalla Regione Calabria, presenti a Crotone evitando di interpretare, molto estensivamente, i principi giuridici di derivazione europea, economia circolare, prossimità e autosufficienza.

Nella città pitagorica, intanto, sono previsti altri interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale, così come previsto nel Piano degli Interventi 2024-2026 del Commissario Straordinario.

Sono attualmente in fase di avanzata procedura amministrativa i progetti di intervento riguardanti l’ampia area marittima antistante il tratto costiero compreso tra il Porto di Crotone, il Fiume Esaro e il Torrente Passovecchio.

Parallelamente, si sta procedendo per le aree pubbliche a terra comprese nel Sin; qui la bonifica avverrà attraverso la rimozione dei CIC o con la messa in sicurezza permanente, seguendo le indicazioni tecnico-scientifiche e amministrative definite dagli organi competenti.

Gli interventi si svolgono in conformità con il mandato del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM del 14 settembre 2023) e sotto il coordinamento dei principali enti istituzionali e tecnici coinvolti: MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica); ISPRA-SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente); ISS (Istituto Superiore di Sanità); ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare); SOGESID S.p.A. – (Società pubblica di ingegneria ambientale); ARPACAL – (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria); Regione Calabria, Provincia di Crotone, Comune di Crotone.

Tali azioni rientrano in un più ampio programma di risanamento ambientale del territorio crotonese e rappresentano un passo concreto verso il recupero e la successiva valorizzazione sostenibile delle aree compromesse. (ee)

[Emilio Errigo,

commissario straordinario bonifica Sin Crotone-Cassano-Cerchiara di Calabria]

LA DECONTAMINAZIONE DEL SIN CROTONE
BISOGNA SALVARE IL “SOLDATO” ERRIGO

di SANTO STRATI – Nella nostra terra è molto facile, ahimè, passare dalla parte del torto pur avendo ragione, ma anche nel resto del Paese. Nel caso di Crotone e dei veleni che una folle e indisturbata industrializzazione altamente inquinante ha lasciato, nell’indifferenza e nel colpevole silenzio di tanti, c’è una vittima sacrificale che non merita tutto questo. Anzi le vittime sono due: una è il commissario del Sin di Crotone, Cassano e Cerchiara, il generale della GdF Emilio Errigo che si trova tutti contro, l’altra è la popolazione della bella Crotone che subisce una nuova ferita difficilmente curabile.

Il commissario Errigo ha dato un’accelerata agli interventi di bonifica dei terreni avvelenati dei tre Sin (siti di interesse nazionale) guardando esclusivamente agli interessi dei cittadini e del territorio, ma continua a trovare un inspiegabile muro di gomma che non solo vanifica ogni pur lodevole iniziativa, presa esclusivamente nell’unico interesse delle città contaminate e dei suoi cittadini, ma addirittura prova a minare autorevolezza e credibilità. E questo, ci sia consentito di affermarlo a gran voce, non è accettabile.

I trascorsi del generale della Finanza Errigo che ha combattuto in prima persona contro la mafia nel Palermitano, fianco a fianco con Giovanni Falcone, e rischiando più volte la propria vita, non consentono alcuna indulgenza alle ostilità che il Commissario Straordinario continua a trovare sul suo percorso di risanamento. Tanto da venire additato come nemico dei crotonesi, in un ossimoro di gratuite valutazioni che capovolgono la realtà, quando è sotto gli occhi di tutti il costante impegno dell’alto ufficiale per risanare le contaminazioni e ridare speranza di vita a una popolazione che, d’improvviso, si è scoperta debole e indifesa contro i veleni che l’ex Stalingrado del Sud ha prodotto negli anni.

Errigo, generale in riserva della Finanza, docente universitario di Diritto Internazionale e del Mare, quando venne nominato qualche anno fa dal Presidente Occhiuto commissario all’Arpacal (la società in house regionale per la difesa ambientale) mostrò subito determinazione e assoluta risolutezza nell’affrontare anni di trascuratezze e inefficienze. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e oggi l’Arpacal continua a seguire, con eccellenti risultati, il percorso avviato dal gen. Errigo.

Chiamato e nominato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con Dpcm del 14 settembre 2023, a Errigo è stato chiesto di coordinare, accelerare e promuovere gli interventi di bonifica del Sin di Crotone-Cassano e Cerchiara di Calabria, tre territori che, a norma delle attuali leggi, sono stati considerati “siti contaminati” di interesse nazional (Sin). L’impegno e la serietà con cui il gen. Errigo ha affrontato tale impegno gli hanno creato non pochi nemici, anche a livello istituzionale. Nonostante il rigore e la passione profusi (Errigo è profondamente innamorato della sua terra) il suo “decisionismo” (dopo anni di colpevole inerzia) ha cominciato a dare fastidio. Eppure, basterebbe solo considerare come, dopo silenzi e abbandono, il caso di Crotone sia esploso grazie al suo lavoro, dove emergono la competenza ambientale e il rigore militare, uniti a una straordinaria attenzione e sensibilità ai valori umani. I cittadini prima di tutto e la loro salute e quella delle generazioni che verranno su cui pesano preoccupanti timori di contaminazione ambientale.

La scelta di “mandare fuori” della Regione i rifiuti tossici (ma solo una minima parte è stata fino a oggi considerata) appare più un’operazione di immagine che produce consenso, piuttosto che una vera soluzione al problema della contaminazione, spaventosamente grande, del territorio. Le indicazioni del generale Errigo di voler trattare i rifiuti nel territorio stesso rispondono proprio alla necessità di esporre la popolazione a nuovi disagi e rischi di ulteriore contaminazione derivanti da un trasporto su gomma e un trasbordo su navi decisamente pericolosi. Sarebbero migliaia i tir impegnati a riempire navi-spazzatura destinate a sversare i rifiuti tossici in Svezia o altrove per il loro smaltimento

Di fatto, c’è una incontrovertibile verità: dopo oltre  25 anni di sostanziale inerzia amministrativa, pur volendo riconoscere meriti a tutti i soggetti politici e amministrativi cooperanti, il Commissario Errigo, ha avviato serie proposte di bonifica del territorio, forte della sua determinazione e altissimo senso del dovere istituzionale. Un’operazione all’inizio della tanto attesa bonifica delle discariche fronte mare di Crotone, contenenti rifiuti pericolosi e non pericolosi, per un totale stimato di oltre un milione di tonnellate. Rimangono ancora giacenti e ci auguriamo non dormienti ancora per altri 25 anni, le altre rimanenti diverse centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti e sedimenti, sversati in mare e sotterrati ovunque si siano trovati spazi idonei al fine dello smaltimento, nella città e provincia di Crotone e in diversi altri luoghi della Calabria (come Cassano allo Ionio e Cerchiara di Calabria).

Rimane da sottolineare il prezioso e insostituibile apporto concreto assicurato da tutti i Comandi territoriali e Reparti Specializzati Ambientali e Forestali dall’Arma dei Carabinieri, per individuare le soluzioni più idonee allo smaltimento, in totale sicurezza, dei rifiuti tossici. Ma il gen. Errigo non può essere messo da parte, né lasciato in solitudine a combattere i mulini a vento della burocrazia regionale. Dalla sua, Errigo, pur avendo trovato sponda presso il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) Gilberto Pichetto Fratin che ha posto la massima attenzione ai tre Sin calabresi, non può essere il bersaglio di un inspiegabile “fuoco amico”. Crotone e il suo territorio chiedono soluzioni rapide ed efficaci: per il bene della Calabria, “salviamo il soldato” Errigo! (s)

Lunedì al Sin di Crotone sopralluogo della Commissione parlamentare Ecomafie

Lunedì 17 una delegazione della Commissione Ecomafia, presieduta da Jacopo Morrone, farà un sopralluogo al Sin di Crotone.

Nel primo pomeriggio (ore 13.45 circa), la delegazione, composta dal presidente Morrone e dai commissari Maria Stefania Marino (Pd), Carla Giuliano (M5s), Dario Iaia (Fdi) e Nicola Irto (Pd), effettuerà alcuni sopralluoghi nella macro area del SIN agli ex stabilimenti Pertusola, Agricoltura, Sasol, Fosfotec di pertinenza della società Eni Rewind Spa.

Alle 17 è previsto l’arrivo in Prefettura a Crotone dove si svolgeranno le audizioni di Franca Ferraro, Prefetto di Crotone; Domenico Guarascio, Procuratore della Repubblica di Crotone; Paolo Grossi, Amministratore delegato di Eni Rewind, e Vincenzo Voce, sindaco di Crotone.

Sono previste per il giorno successivo, martedì 18 febbraio, dalle 8.15 alle 10, sempre nella sede della Prefettura, le audizioni di Michele Fratini, Responsabile area per le caratterizzazioni e la protezione dei suoli dei siti contaminati per il dipartimento del servizio geologico d’Italia di Ispra, e di Michelangelo Iannone, Commissario straordinario Arpacal.

«La Commissione – ha dichiarato il presidente Morrone – ha aperto uno specifico filone d’inchiesta per analizzare lo stato di attuazione delle bonifiche in alcuni Sin del territorio nazionale tra cui quello di Crotone. Il 29 gennaio scorso è stato ascoltato in audizione a Roma, a Palazzo San Macuto, il Gen. Prof. Emilio Errigo, nominato il 14 settembre 2023 Commissario straordinario delegato a coordinare, accelerare e promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito contaminato di interesse nazionale di Crotone-Cassano-Cerchiara, che ha relazionato sulla situazione e sulle criticità collegate alle attività di bonifica».

«Durante la missione – ha concluso – avremo modo di fare un sopralluogo nell’area del Sin e di ascoltare i soggetti coinvolti nel processo di bonifica e riparazione del danno ambientale per capire quali siano le varie problematiche in essere». (rkr)

CROTONE SITO DI(S)INTERESSE NAZIONALE
SERVE COOPERAZIONE E COESIONE SOCIALE

di EMILIO ERRIGODa quasi due anni vivo in Calabria, immerso nelle sfide quotidiane di una terra che purtroppo, storicamente, non ha mai conosciuto la serenità. La realtà delle famiglie meridionali in questa regione resta una delle più dure d’Italia.

La Calabria è un angolo di Sud,  per molti, ironicamente o con amarezza, è anche il Sud del Sud, un luogo che racchiude in sé  la sofferenza storica e sociale del Mezzogiorno. 

L’integrazione forzata del Meridione nel nuovo Regno d’Italia nel 1861, con la sua scia di  violenze, conflitti e disuguaglianze, non ha certo lasciato un ricordo positivo. La memoria di  quel periodo drammatico, segnato da leggi ingiuste (come la legge Pica del 15 agosto 1863  n. 1409) e da una repressione brutale ha plasmato l’anima di molti meridionalisti. Quella  memoria rivive oggi nei volti di molti calabresi che, senza prospettive, guardano al futuro con  rassegnazione.  

Non pochi intellettuali, infatti, temono che l’attuale disagio sociale possa sfociare in  pericolose tensioni popolari, come accadde durante i moti di Reggio Calabria negli anni ’70, un tristissimo ricordo passato che però al primo soffio di vento potrebbe riaccendere la brace  ancora ardente e viva, alimentando il dissenso la rivolta sociale.  

In questi due anni, ho avuto modo di confrontarmi con la realtà dei giovani calabresi, in  particolare a Crotone e provincia, dove l’insoddisfazione è palpabile. La città, che detiene uno  dei redditi pro capite più bassi d’Italia, è vista dai suoi abitanti – soprattutto dai giovani – come un luogo senza futuro. La solitudine, l’apatia e le promesse politiche mai mantenute  sono il pane quotidiano. La speranza sembra essersi spezzata, ma un gruppo di studenti ha  avuto il coraggio di denunciare questa realtà con un libro frutto di un’esperienza partecipata  di scrittura collettiva dal titolo provocatorio: Crotone: un sito di (dis)interesse nazionale.

Che fare allora? 

In un contesto così difficile, l’ottimismo tra i giovani dovrebbe essere la forza trainante, ma la  speranza dovrà essere sostenuta da fatti concreti; proprio da Crotone deve partire una nuova  rinascita. La bonifica ambientale, la riparazione del danno ambientale. la rigenerazione dei  territori, la decontaminazione dei suoli e delle acque – tutti interventi fondamentali per  restituire un futuro ai calabresi – sono oggi più che mai necessari.  

Il Sito di Interesse Nazionale (Sin), la vasta area inquinata da decenni di storica  industrializzazione chimica e metallurgica ora necessita di una bonifica urgente per  recuperare il terreno perso e restituire dignità a chi ci vive.

Il popolo di Crotone, martoriato da un tasso di patologie tumorali molto alto, deve essere  messo in grado di potersi curare subito, in loco e con dignità. 

Le prepotenza, la fame, la violenza, la criminalità, la malavita e l’indifferenza che storicamente hanno caratterizzato questi luoghi nei decenni passati, stanno progressivamente perdendo  peso anche grazie ad un cambio di passo delle istituzioni, che applicando con fermezza il diritto vigente, stanno finalmente riaffermando il valore della legalità e il primato della civiltà. 

La Calabria, con Crotone in primis, ha tutte carte in regola, le condizioni generali e  presupposti politico-istituzionali per risorgere e vincere la più importante scommessa della  storia, insieme si può superare ogni criticità e disagio nel segno della coesione sociale. 

Se i piani di bonifica e di risanamento ambientale riusciranno a superare l’impasse  burocratico, la Calabria avrà la possibilità di attrarre investimenti e dare vita a una nuova  economia. Con l’istituzione della Zona Economica Speciale (Zes) Unica del Mezzogiorno (avvenuta con Decreto-Legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito in Legge n. 162 del 13  novembre 2023), la regione potrebbe finalmente vedere il suo potenziale risvegliarsi. 

I fondi per il risanamento e lo sviluppo infrastrutturale potrebbero trasformare Crotone e il  resto della Calabria in un polo di attrazione per imprese nazionali e internazionali a beneficio  del Pil pro-capite e del benessere sociale. 

Non mancano certo le risorse per una rinascita. Il mare, il sole, le risorse minerarie e  idroelettriche, e l’agricoltura di qualità sono risorse che la Calabria ha sempre avuto.  Purtroppo, queste ricchezze non sono mai state sfruttate pienamente. 

Ora, però, con il giusto impegno e una visione lungimirante, la Calabria potrebbe diventare  un hub energetico strategico per l’Italia, grazie alle sue centrali idroelettriche, agli impianti di  energia rinnovabile e alle sue risorse minerarie. 

Penso, ad esempio, a ciò che potrebbe avvenire all’indotto economico – sociale con  l’avvenuta bonifica della vasta Area Archeologica di Crotone; circa 80 ettari di storia, l’Antica  Kroton restituita a turisti ed appassionati di archeologia. 

E al conseguente sviluppo logistico – intermodale e turistico con l’ampliamento delle infrastrutture portuali e retroportuali a partire da quelle che oggi appaiono abbandonate al  loro destino e degrado ambientale e vistosamente inutilizzate (area Ex Sasol) e con il  potenziamento ed elettrificazione della rete ferroviaria Jonica tra Taranto e Reggio Calabria,  con il potenziamento del traffico aeroportuale, l’aumento della sicurezza della viabilità  primaria e secondaria sulla nuova SS 106, migliori connessioni stradali e una moderna  Logistica Intermodale Sostenibile di supporto.

Crotone è già un hub energetico di primaria importanza, fondamentale e a costi di  approvvigionamento competitivi sul mercato delle energie rinnovabili. 

Senza bisogno di ricordare che le risorse idriche del fiume Esaro, che bagnano Crotone e  parte della Provincia di Pitagora, assicurano la produzione agricola, vitivinicola e  agroalimentare di pregio nazionale e internazionale.  

Io credo fermamente negli uomini e donne calabresi, negli amministratori pubblici e nei  rappresentanti eletti dal popolo di Calabria, senza distinzione alcuna di ideologia politica e  partitica. 

In Calabria e a Crotone soprattutto, come ho avuto già modo di rappresentare, c’è un  rinnovato interesse dello Stato e queste tante attenzioni del Governo, insieme ai segnali  positivi di crescita delle infrastrutture portuali e territoriali, porteranno benefici economici e  sociali. 

Oggi ci giochiamo il futuro di Crotone, a patto che tutte le iniziative a favore della collettività  prevalgano sugli interessi individuali e personali grazie alla creatività, l’ingegno e il rispetto  della legalità proprie di quella che io amo definire “Calabresità”.

Crotone vincerà solo con la cooperazione e coesione sociale, consentendo ai giovani di  studiare e vivere con pari diritti e doveri, nel territorio dove sono nati e cresciuti da  Meridionalisti d’Italia in Calabria! (ee)

(Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, studioso di Diritto Internazionale dell’Ambiente;  docente universitario di “Diritto Internazionale e del Mare” e di “Management delle Attività  Portuali” presso l’Università della Tuscia ricopre attualmente il ruolo di Commissario  Straordinario delegato di Governo del SIN di Crotone-Cassano allo Ionio e Cerchiara di  Calabria)

L’OPINIONE / Emilio Errigo: Il Sin di Crotone è un sito di interesse nazionale

di EMILIO ERRIGOIl Commissario Straordinario delegato dal Governo ha come mandato istituzionale quello di tutelare e far rispettare i diritti sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana.

In particolare, si fa riferimento ai diritti legati all’ambiente, alla biodiversità e agli ecosistemi (art. 9), al diritto alla salute degli esseri umani e degli altri esseri viventi (art. 32), nonché al diritto all’iniziativa economica privata, alla sicurezza dei cittadini e alla dignità umana (art. 41).

Il Governo e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dopo mesi di intenso impegno per portare a termine le complesse procedure amministrative, stanno concentrando tutti gli sforzi necessari per garantire la rapida e urgente realizzazione della bonifica e riparazione nel Sito di Interesse Nazionale di Crotone – Cassano e Cerchiara di Calabria.

Gestire questa emergenza, aggravata dalla complessità di eventi storici e ambientali dannosi, richiede una costante attenzione e un richiamo ai valori fondamentali della Costituzione, compiti che il Commissario Straordinario prova ad assolvere operando esclusivamente per la sicurezza e il benessere di Crotone e dei suoi abitanti.

Le divergenze di opinione, legittime in un sistema democratico, hanno caratterizzato sin dalle prime fasi, il dialogo costruttivo tra Enti territoriali, Regione Calabria, Provincia e Comune di Crotone, Ministero dell’Ambiente e Commissario Straordinario. Tuttavia, sebbene tali divergenze possano essere comprensibili sul piano politico – istituzionale, non possono essere giustificate quando si parla della sicurezza sanitaria dei cittadini. 

Il diritto alla salute e alla vita dei cittadini e abitanti di Crotone deve prevalere su ogni altro interesse.

Le varie posizioni espresse riguardo al rifiuto di conferire i residui dei processi produttivi industriali pericolosi – presenti da oltre 30 anni – delle aree Sin di Crotone e ancora depositati sulla fascia costiera marittima presso l’impianto Sovreco S.p.A. di Cotone, (costruito a norma di legge, autorizzato dalla Regione Calabria e in pieno esercizio nel territorio di Crotone), si contrappone all’indifferenza tenuta rispetto all’arrivo, nel medesimo impianto, di rifiuti speciali della stessa categoria e pericolosità, da altre parti della Calabria e da altre Regioni d’Italia.

Siamo in attesa dei risultati e gli accertamenti riguardanti la disponibilità e la capacità ricettiva di impianti esteri e ci auguriamo di ricevere al più presto notizie positive; resta aperta per la Regione Calabria, la Provincia e il Comune di Crotone la possibilità, come previsto dal Decreto Direttoriale n. 27 del 1 agosto 2024, di segnalare in dettaglio, potenziali siti di conferimento al di fuori della Regione, anche in territorio estero.

La Struttura Commissariale ha avviato le procedure amministrative necessarie per garantire l’attuazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale. Questo processo permetterà alla società pubblica di ingegneria ambientale Sogesid Spa., in collaborazione con Ispra-Snpa e Arpacal, di caratterizzare le aree del Sito di Interesse Nazionale (Sin) che non sono ancora state analizzate e attuare opere permanenti di bonifica e messa in sicurezza dei siti, dove sono state riscontrate significative quantità di Conglomerato Idraulico Catalizzato (Cic).

Parallelamente, sono in atto le procedure tecnico-amministrative per aggiornare e verificare la reale contaminazione e compromissione dei fondali marittimi, nonché delle risorse ittiche e biologiche marine.

La presenza in città del direttore Generale della Direzione Generale Economia Circolare e Bonifiche del Mase, Ing. Luca Proietti, non è stata, come sostenuto da taluni, una semplice passerella, ma al contrario, i due giorni di intensi incontri istituzionali, relazioni sociali, dialogo costruttivo e confronti liberi con i Presidenti e componenti delle Associazioni di Volontariato, Rappresentanze Sindacali, Movimenti di pensiero e Comitati sono serviti a ricordare anche fuori dalla nostra regione, che il Sin di Crotone è un sito di interesse nazionale.

Se qualche comitato si è sentito escluso o non rappresentato potrà esporre, in un confronto leale, costruttivo, dettagliato e particolareggiato, le proprie idee qualora ne faccia richiesta ufficialmente; insieme possiamo progettare il futuro della città e della provincia. 

Un pensiero particolare voglio dedicarlo al movimento “Crotone ci mette la faccia” e a Tina De Raffaele, orgogliosa guerriera che, attraverso il suo costante agire per l’esclusivo bene dei malati di tumore, tiene alta ogni giorno l’attenzione sui tanti morti che la città ha già pianto.

La coerenza, la ragionevolezza, la sicurezza ambientale e il diritto alla vita devono guidarci verso una vera, rapida e necessaria bonifica delle aree ex industriali pubbliche e private e di tutte le altre zone contaminate del territorio marittimo, portuale e terrestre di Crotone.

Sono fiducioso che, unendo le forze e ragionando con serietà e libertà di pensiero, senza slogan o appartenenze politiche, potremo ancora ricercare e individuare soluzioni condivise per il benessere economico, sociale e ambientale dei cittadini di Crotone. (ee)

[Emilio Errigo è commissario straordinario per gli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito contaminato di interesse nazionale di Crotone-Cassano-Cerchiara]