di FRANCESCO RAO – Una nuova autostrada, jonica, con un tracciato autonomo che si affianchi alla “maledetta” 106, ma senza nuove spese per lo Stato: è l’ambizioso progetto che sarà presentato il 26 marzo 2022 a Roccella Jonica. Da 20 anni Aurelio Misiti – ingegnere, docente universitario e politico, già Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e sottosegretario e viceministro nel Berlusconi IV e assessore in Regione con Chiaravalloti – pone molta attenzione allo sviluppo della Calabria. In tal senso, le infrastrutture rappresentano una priorità alla quale non è più possibile derogare. La Strada Statale 106 si pone al centro degli studi compiuti nel tempo dallo stesso Misiti il quale afferma: «i tempi sono maturi per realizzare una grande opera che deve segnare il superamento dell’assistenzialismo al Sud. Il Governo vuole il partenariato pubblico-privato e noi faremo proprio questo. Porterò a Roccella i rappresentanti dei privati, che confermeranno la nostra linea».
– On.le Misiti, la Calabria, contrariamente al passato, grazie ai fondi del PNRR ed a tutte le altre opportunità riconducibili ad altri fondi europei e nazionali, potrebbe ampiamente ridurre quel divario strutturale che nel tempo è stato anche causa di un mancato sviluppo socioeconomico. Parlandone con Lei, dal Suo autorevole punto di vista, potrebbe indicarci qualche anticipazione sull’iniziativa che intende promuovere a Roccella Jonica prossimamente?
«In questo momento, l’Europa ha previsto per l’Italia un finanziamento che al di sopra di tutti gli altri finanziamenti per gli altri 26 membri della Comunità Europea. L’Europa ha scelto di superare il gap tra il Mezzogiorno e il resto del Paese che sta divenendo un handicap non solo per l’Italia ma per l’intero continente. Questo fatto però provoca qualche ostacolo nella nostra incapacità tesa ad utilizzare tutti i fondi messi a disposizione.
«Per il sistema stradale si punta alla soluzione antica dei vari lotti funzionali e quindi, a un certo punto le opere vengono interrotte perché finiscono i finanziamenti. In tal senso, ricordiamo che i finanziamenti pubblici finalizzati per risolvere i problemi dei grandi assi autostradali meridionali sono limitati. Per affrontare in modo organico tali circostanze, offrendo una soluzione che potrebbe risolvere gli annosi problemi e i ritardi, bisognerebbe intervenire per far sì che oltre ai fondi dello Stato ci possano essere fondi dei privati. Si consideri che il 29 luglio del 2002, con l’accordo di programma per il sistema delle infrastrutture di trasporto, promosso dalla Regione Calabria e divenuto poi una intesa generale quadro tra la stessa Regione Calabria e il Governo di allora, si era stabilito di realizzare la Strada Statale 106 ricorrendo anche a fondi privati. Sono stato io a scrivere quell’intesa generale e il relativo accordo di programma per il sistema delle infrastrutture di trasporto. Ora è evidente che allora si erano previsti fondi tutti pubblici e si era un po’ scettici che i privati potessero intervenire con loro finanziamenti. Tuttavia, ci siamo messi all’opera e in quel momento avevamo trovato un modo per poter utilizzare oltre ai fondi pubblici che erano già stati finanziati, ma che erano pochi, in altri termini non bastavano se non per 1/3 nel finanziamento della E 90 ex 106, quindi era necessario trovare finanziamenti privati che potessero coprire il resto dell’investimento che ammontava in tutto tra i 9 e 10 miliardi di euro. Questa intesa istituzionale non si è realizzata in tutto.
«È chiaro, con la Legge Obiettivo si sono realizzati un paio di lotti funzionali, ma questa visione dei lotti funzionali era sbagliata, ed è sbagliato continuare a praticarne il metodo. Tant’è vero che in circa quarant’anni di investimenti per lotti funzionali per la 106 si sono realizzati da 50 a 60 km di nuova superstrada. Fatto che ho sempre osteggiato in quanto sostengo l’idea tesa alla realizzazione di una nuova autostrada Taranto-Reggio Calabria. Fatto dimostrato anche successivamente. Nel 2007, in Calabria Autonomie, c’è il progetto dell’autostrada jonica E 90, da me firmato, in cui è evidente l’indirizzo nuovo che io ho cercato di dare, certamente ricorrendo anche a finanziamenti privati. La progettazione deve essere di una nuova Autostrada jonica, con un tracciato autonomo, senza limitarsi ad un puro e semplice ammodernamento dell’attuale Strada Statale 106. Questa soluzione è illustrata nel suddetto progetto realizzabile con fondi dello Stato e fondi dei privati. Dall’idea progettuale illustrata nel 2007, nella quale proponevo una soluzione per la 106, oggi è mia intenzione esporre al Governo e al Presidente della Regione Calabria una progettualità tesa ad affrontare e superare l’annosa questione. Per questo motivo voglio realizzare un incontro operativo a Roccella Jonica per illustrare quanto si può fare oggi per trasformare il finanziamento a fondo perduto sia della Salerno Reggio Calabria sia delle strade che riguardano la Sicilia, mi riferisco alla Catania-Palermo e Trapani-Castelvetrano, che sono stati finanziati a fondo perduto e sono le uniche grandi autostrade che vengono finanziate dal Ministero del Tesoro e non realizzate attraverso il pagamento del pedaggio degli utenti. In tal senso, il pensionato di Cuneo pur non percorrendo l’arteria stradale, paga la Salerno-Reggio Calabria. Sfruttando questo fatto, ritengo che sia giusto trasformare il finanziamento a fondo perduto in investimento produttivo. Durante i lavori saranno svolti pubblicamente a Roccella Jonica spiegherò esattamente come è possibile realizzare tutto questo e anche recuperare la parte dello Stato anche i fondi investiti sia in Calabria che in Sicilia».
– Per quanto riguarda l’elettrificazione e la creazione del doppio binario ferroviario, sempre sulla linea jonica, volendo essere realisti, quali margini di possibilità potrebbero esserci per indurre RFI a progettare, ottenere i finanziamenti e realizzare l’opera?
«Guardi, l’occasione il poter realizzare la 106 nuova, cioè l’ex E90, in un decennio piuttosto che in 250 anni, si rende anche possibile la elettrificazione della linea jonica Taranto-Reggio Calabria. Ma non ricorrendo al raddoppio nell’attuale linea jonica. Quella deve essere abbandonata. Occorre realizzare la linea ferroviaria parallelamente alla nuova autostrada 106, evitando di pagare espropri e quant’altro in quanto si dovrà procedere alla costruzione degli stessi in parallelo. Tenendo presente che oggi non c’è più necessità di elettrificare con i pali e portare l’energia elettrica dalle grandi centrali – sperando che il futuro dopo la guerra ci riporti anche al recente passato – ma noi possiamo ritenere possibile elettrificare la linea jonica, ossia una linea nuova, parallela alla nuova 106 a doppio binario, con l’energia elettrica prodotta all’interno del treno attraverso l’uso del combustibile idrogeno. Questa tecnologia, già praticata in ambito spaziale ci consentirà di realizzare l’energia elettrica necessaria per mettere in moto i treni sulla tratta Taranto-Reggio Calabria e viceversa. Quindi, niente elettrificazione come in passato. Le spiagge devono essere liberate, le ricerche archeologiche vanno continuate. La vecchia linea jonica potrà essere utilizzata dalla Regione come ritiene più opportuno. Si potrebbero coprire i binari e realizzare una grande pista ciclabile, capace di unire da una parte all’altra la Calabria e rendendo le 33 Stazioni rifugi per i ciclisti e in prospettiva si possono realizzare delle cose meravigliose per guardare al futuro. Il futuro non può essere come il passato. La vecchia linea jonica e la vecchia 106, ricordano 150 anni di storia del passato. Oggi dobbiamo guardare ai prossimi cento anni del futuro delle nuove generazioni e senza commettere gli errori che in passato sono stati commessi, magari pensando di poter dividere l’Italia. Adesso occorre unificare l’Italia. Tutto ciò, con molta franchezza, dovrà significare che il cittadino calabrese deve sentirsi uguale al cittadino lombardo o veneto, deve avere gli stessi diritti ma anche gli stessi doveri. Se i lombardi pagano le autostrade, i calabresi alla fine lo devono fare pure. È necessario che sia nei diritti sia nei doveri i meridionali siano uguali ai settentrionali, altrimenti il divario non si può superare. Se i Meridionali aspettano la manna che viene dal cielo, non riusciranno mai a superare questo gap. Il divario si supera prendendo coscienza che i meridionali possono fare nel loro territorio tutto quello che fanno quando trasmigrano al Nord oppure nelle altre regioni d’Europa. Quindi, io ritengo che si debba dare una svolta proprio perché l’Europa ha riconosciuto che questo è uno dei danni maggiori alla visione europea unitaria che può portare a questo Continente ad essere uno dei Continenti guida della storia del prossimo secolo ma solo se l’Italia supera questo gap perché l’Italia è la palla al piede e continuerà ad essere come lo è stato nel secolo passato.
«Noi dobbiamo avere la capacità di superare questa visione assistenziale del Mezzogiorno ed essere protagonisti proprio della unificazione economica e intellettuale con l’Africa, perché l’Europa e l’Africa non possono non essere niente nel prossimo secolo. Ritornando alla domanda, noi dobbiamo fare sullo Jonio un’autostrada con le stesse caratteristiche della autostrada Salerno-Reggio Calabria, in più dobbiamo realizzare il doppio binario al di sopra dei 30 e più paesi che si affacciano sullo Jonio, autentici gioielli da utilizzare per il rilancio del turismo e per lo sviluppo economico delle aree interne potendo contare sul ruolo strategico assunto dalle trasversali, già previste dal 2002. Oggi, alcune di esse possono essere migliorate altre si devono fare ex novo.
«Io credo che sia il momento giusto per le trasversali stradali, per l’autostrada jonica e per le ferrovie con l’elettrificazione moderna ad idrogeno: possiamo realizzare in Calabria ciò che non avremmo potuto realizzare in altre regioni. In effetti, l’obiettivo di ottenere finanziamenti privati per la realizzazione dell’autostrada è fattibile, mentre oggettivamente le ferrovie sono state finanziate direttamente dallo Stato. Questo bisogna fare per non guardare indietro ma guardare in avanti e realizzare quel partenariato pubblico-privato che è possibile oggi proprio perché abbiamo la Salerno-Reggio Calabria che è produttrice di guadagni e risparmi per lo Stato. Avendo una visione geopolitica proiettata a prossimi cento anni, ed operando per promuovere la pace, sarà possibile creare anche in Calabria uno sviluppo più moderno». (fr)