La Lega si ritrova, con il sottosegretario Durigon, nella sede di Confindustria a Reggio Calabria

Lo stato maggiore della Lega si ritrova a Reggio Calabria alla presenza del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. L’occasione è stata utile anche per dare il benvenuto nel partito ad Antonino Caridi passato da Forza Italia al Carroccio. Caridi passa, di conseguenza, anche al gruppo consiliare della Lega a Palazzo San Giorgio.

«La Calabria – ha detto Durigon – è una regione fantastica dove ho tanti amici, la Lega qui è ben radicata e quindi sarò sempre più spesso in Calabria, Sicilia, Campania e credo che il nostro radicamento nel sud stia andando molto bene. La Calabria sarà sempre più forte».

Il suo tour prevede anche un appuntamento a Messina e non è un caso. Il tour sulle sponde delle due città infatti serve a ribadire quanto il Ponte sullo Stretto sia un’opera fondamentale per la Lega. In primis per il suo leader e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

«Il Ponte sullo Stretto – dice Durigon – è sicuramente l’elemento fondamentale per la crescita di tutto il Paese Italia, perché crediamo che nelle grandi infrastrutture si può sicuramente radicare un rinnovo del potenziale Italia. Noi per avere l’Italia che continua a essere nel G7 ed avere una grande forza nel G7, abbiamo bisogno di queste infrastrutture e soprattutto del sud che acceleri. Abbiamo vissuto stagioni di incentivi sul Sud, e si è evinto invece che c’è bisogno di grandi infrastrutture».

Il Commissario regionale della Lega Giacomo Francesco Saccomanno vuole far pesare la Calabria anche in vista delle prossime candidature per le elezioni europee di giugno. «È un momento importante, questo, in cui si decideranno le sorti anche a livello europeo, quindi, bisogna tutti quanti andare a occupare gli spazi per poter portare avanti quella che è la politica in questo momento del partito su quelle che sono le esigenze dei territori e in particolare delle categorie che in quel momento stanno soffrendo come gli agricoltori».

Alla luce dello scontro Succurro-Loizzo (deputata della Lega), l’Autonomia differenziata torna ad essere tema all’ordine del giorno. Ma qui Saccomanno rassicura spiegando che il provvedimento sarà un po’ diverso rispetto a quello approvato. «Tutto questo clamore – è il pensiero di Saccomanno – lo ritengo un inutile schiamazzo che poi non serve a niente, perché ai cittadini non si danno notizie precise, ma si danno invece notizie che sono soltanto slogan partitici per le elezioni. Se si dovesse riuscire a definire i lep e trovare le risorse verrà fatto quello che in 50 anni il sud non ha mai avuto. Noi ci troviamo agli ultimi posti di tutti i settori per incapacità o comunque per difficoltà degli anni passati. Io dico per mancanza di amministratori all’altezza, ed ora forse si potrà finalmente coprire questo divario che esiste tra il nord e il sud e quindi andiamo avanti con coraggio e con la speranza che veramente si possa raggiungere quella parità che finora non c’è stata».

La presidente azzurra della Provincia di Cosenza è inserita nel discorso della senatrice Tilde Minasi: «Succurro fa parte di un partito che ha votato in Senato l’Autonomia differenziata. Ma faccio una premessa, questa è una legge quadro, quindi ancora siamo all’inizio di un percorso. Non c’è nessun obbligo per le Regioni poi di andare in autonomia. Quindi se uno vuole non cambia niente ma io credo che invece questa sia una grossa opportunità perché ovviamente si partirà tutti dallo stesso livello, perché i Lep si stanno lavorando e quindi saranno finanziati e ovviamente poi partendo da uno stesso livello sarà responsabilità degli amministratori poter sfruttare l’opportunità di autonomia perché questo vuol dire che noi avremo modo di poter mettere in risalto quelle che sono le nostre peculiarità rispetto al passato e quindi puntare su quello che è il nostro potenziale che non è poco come Regione Calabria».

«Raccogliamo le tante adesioni e ci prepariamo a questa campagna elettorale per l’Europa e quindi cercheremo di farlo nel migliore dei modi – rassicura Filippo Mancuso, presidente del consiglio regionale della Calabria anche lui presente al raduno della Lega nella sede di Confindustria a Reggio Calabria – C’è chi vuole aderire al nostro progetto, e noi dobbiamo cercare tutti insieme di far cambiare quel retropensiero che c’è in molti cittadini che ci osservano, per far diventare questo partito un partito del territorio, un partito che si batte per i calabresi nel nostro territorio e quindi ecco cercare effettivamente di far diventare la lega una sigla che rappresenti in questo territorio, la Calabria e i calabresi». (rrc)

La Minasi spinge sull’internazionalizzazione dei prodotti calabresi

Il prossimo 15 novembre, alle 17:30, nella prestigiosa Sala Nassiriya del Senato a Roma, si terrà la conferenza di presentazione del progetto “Internazionalizzazione ed Eccellenze: valorizzazione dei prodotti Calabresi sul mercato estero, con Focus su formazione e promozione”.

L’evento su iniziativa della senatrice Tilde Minasi è ideato dall’imprenditore & Ceo – Esperto in Internazionalizzazione e Presidente del Com.it.es di New York, New Jersey, Connecticut e Bermuda, Alessandro Crocco, e coadiuvato dall’associazione “Brutium”.

L’obiettivo principale di questa iniziativa è promuovere l’internazionalizzazione dei prodotti “Made in Italy”, con particolare attenzione alla regione Calabria. Le attività pianificate includono seminari di sensibilizzazione sull’importanza dell’internazionalizzazione, la discussione di sfide e strategie per l’accesso ai mercati internazionali, offerta di formazione specializzata, opportunità di incontri B2b internazionali, collaborazioni istituzionali, e partnership strategiche.

Questi momenti saranno fondamentali per sensibilizzare e formare le Piccole e Medie Imprese calabresi sulle opportunità e le sfide dell’espansione internazionale, facilitare accordi commerciali e partnership strategiche, e promuovere una stretta collaborazione con Enti e Istituzioni a livello regionale, nazionale e internazionale.

L’obiettivo finale è incrementare significativamente le capacità esportatrici dei prodotti calabresi verso i mercati internazionali, favorendo l’innovazione, la formazione, la collaborazione e la crescita economica della Calabria attraverso l’espansione delle Pmi sui mercati esteri e lo sviluppo di solide relazioni commerciali internazionali.

Prenderanno parte, con un loro intervento, il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, la presidente dell’associazione “Brutium”, Gemma Gesualdi, e Francesco Napoli, presidente di Confapi Calabria e vicepresidente nazionale Confapi. (rrm)

Statale 106 Jonica, la Minasi ringrazia i ministri Salvini e Giorgetti per i fondi

«Con la Lega e Matteo Salvini, alle parole seguono sempre i fatti. Lo stiamo dimostrando ogni giorno, con i provvedimenti concreti che il suo Ministero e il Governo nel suo complesso stanno varando, a favore dei cittadini e delle imprese e, nel caso che più direttamente mi riguarda, a favore del Sud e della Calabria».

La senatrice Tilde Minasi apre così una nota a commento di quanto comunicato ieri dal Ministero alle Infrastrutture e Trasporti, guidato dal leader della Lega, riguardo la Statale 106 Jonica nella parte tra Sibari e Catanzaro.

«Salvini, che fin dal suo insediamento ci lavora con la massima dedizione, e il Ministro alle Finanze Giorgetti – sottolinea la senatrice – hanno appena firmato il decreto che individua i tratti della SS 106 da finanziare con i 3 miliardi di euro stanziati nella legge di bilancio 2023».

«Nei mesi passati – prosegue – si era tanto parlato, polemicamente e strumentalmente, del fatto che, a dire dei detrattori, non ci sarebbero stati fondi e stanziamenti precisi per il tanto atteso ammodernamento della 106, ma queste erano, come al solito, soltanto accuse false e strumentali, staccate dalla realtà: semplicemente non c’erano ancora progetti precisi e dovevano perfino essere ancora individuati i tratti su cui intervenire – ricorda ancora Minasi – per cui il finanziamento destinato all’arteria era stato solo spalmato su diverse annualità, appunto in attesa di indicazioni più concrete. Quanto stabilito ieri dai nostri Ministri dimostra che avevamo detto, ancora una volta, la verità: i soldi ci sono e verranno impiegati proficuamente, per lo sviluppo di una via di comunicazione fondamentale per il nostro territorio. Il Commissario straordinario e Anas potranno infatti avviare adesso le gare per far partire i cantieri, come promesso».

«Con il lavoro serio e fattivo – conclude la senatrice – continuiamo a smentire puntualmente le accuse e le polemiche di chi non trova altri appigli che le bugie e dimostriamo quanto il mio partito sia realmente sensibile alle nostre richieste e attento alle nostre esigenze. Ringrazio i Ministri Salvini e Giorgetti per questo!». (rrm)

Crisi del bergamotto, la Minasi interroga il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida

«Massima attenzione alla filiera del bergamotto in un momento particolarmente difficile. Le coltivazioni vanno preservate, per la loro importanza in vari settori e in primis per essere, l’area di Reggio Calabria, l’unico luogo in cui il frutto cresce con le caratteristiche organolettiche che lo hanno fatto conoscere in tutto il mondo. Per questo ho rivolto un’interrogazione al Ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida e sono in costante contatto con il sottosegretario Luigi D’Eramo che ha ben presente la problematica e si sta attivando in merito».

Così la senatrice reggina della Lega, Tilde Minasi, nell’esporre le tematiche elencate, appunto, nell’interrogazione prodotta, all’interno della quale, tra l’altro, si legge: «in particolare in Calabria, nell’area ionica reggina, il manifestarsi di fenomeni estremi di siccità e ondate di calore, è causa della desertificazione agricola della zona, con ricadute importanti sull’economia del territorio e sull’occupazione; area che si caratterizza principalmente per la coltivazione di bergamotto, storica coltura agrumicola presente fin dal 1750 e nota in tutto il mondo per la sua essenza, utilizzata in profumeria e in cosmetica, nonché per le proprietà nutraceutiche ed antiossidanti del frutto».

Tilde Minasi, rivolgendosi al titolare del dicastero interessato, ha fatto presente come «la coltivazione di bergamotto insiste su circa 2.000 ettari lungo 150 chilometri di costa e coinvolge circa 50 comuni da Villa San Giovanni a Monasterace, rappresentando un comparto produttivo identitario del territorio, che negli anni ha generato un indotto strategico per centinaia di aziende e lavoratori, i quali per generazioni hanno tratto dalla filiera dell’olio essenziale, e negli ultimi trent’anni anche dalla filiera del food, una importante fonte di reddito per sé e le loro famiglie».

Il tutto per delineare il contesto e sottolineare quanto pesi, a vari livelli, la situazione «di calamità inaspettata e dalle grandi dimensioni», con problematiche connesse alle condizioni atmosferiche, cioè le alte temperature che stanno procurando seri danni. «Per il prossimo autunno – ha scritto la senatrice – secondo stime, sarà disponibile soltanto il 10-20 per cento dei bergamotti previsti annualmente, e senza alcuna garanzia rispetto alla qualità del prodotto».

«L’adozione di una strategia idrica e idraulica – spiega ancora – basata su un corretto accumulo di acqua piovana tramite la realizzazione di piccoli e medi invasi, e l’introduzione di tecniche irrigue innovate e a basso consumo di acqua, rappresentano alcune delle azioni ritenute efficaci, se opportunamente finanziate, per garantire la salvaguardia e la ripresa delle produzioni di bergamotto nell’area di Reggio Calabria». Insomma un grido di allarme raccolto dalla rappresentate calabrese a palazzo Madama, che al ministro ha chiesto quali iniziative voglia adottare nel più breve tempo possibile per ristorare gli agricoltori del comparto bergamotticolo, e di farsi promotore dell’adozione di una strategia di lungo periodo per il settore in generale (produzioni ortofrutticole, vitivinicole e agrumicole) «al fine di affrontare lo stato di crisi del settore e mettere in atto le basi per il suo rilancio quale asset strategico dell’economia nazionale». (rrm)

Protocollo reinserimento sociale detenuti, Minasi: Si concretizza progetto di inclusione

L’assessore regionale alle Politiche Sociali, Tilde Minasi, ha partecipato, in qualità di coordinatrice nazionale della Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni, alla sottoscrizione del protocollo d’intesa tra il ministero della Giustizia, Conferenza Regioni e Cassa Ammende per il reinserimento sociale dei detenuti.

«Perché la pena possa realizzare il suo scopo rieducativo, come da Costituzione – ha detto la ministra Marta Cartabia al momento della firma – non è sufficiente una illuminata gestione delle carceri che accompagni adeguatamente il detenuto nel suo percorso personale, ma serve anche partire dall’idea che quel pezzo di società chiuso dietro le sbarre è parte integrante del territorio, della società tutta, che deve poter tornare a esprimere potenzialità positive e, per far questo, è fondamentale la collaborazione di Regioni, Enti locali, aziende sanitarie, tessuto imprenditoriale, terzo settore, che possano preparare il terreno per riaccogliere chi ha sbagliato.

«Oggi – ha proseguito – creiamo una cabina di regia che mette a sistema questa cooperazione, consegnando a chi verrà dopo di noi una struttura organizzativa stabile che potrà finalmente portare a compimento l’obiettivo costituzionale dell’esecuzione della pena, agendo anche sotto l’aspetto della prevenzione, attraverso la predisposizione di un ambiente esterno idoneo a ospitare la nuova vita del detenuto».

Le ha fatto eco Massimiliano Fedriga, ricordando l’importante lavoro collettivo preparatorio del protocollo, anche in seno alla Commissione politiche sociali delle Regioni, e parlando dei tre pilastri su cui si fondano le linee guida del protocollo stesso: «Inclusione sociale, determinante per prevenire il reato, giustizia riparativa e assistenza alle vittime dei reati. Un percorso, quello segnato dal protocollo  – ha sottolineato Fedriga – che va peraltro a tutela non solo del singolo detenuto, ma anche della collettività, preservandola dalla commissione di ulteriori reati».

«Ecco anche perché – ha continuato –è così preziosa l’azione unitaria di tutti i soggetti coinvolti, a partire dai numerosi dipartimenti regionali interessati (politiche sociali, salute, lavoro e così via), azione che, proprio grazie alla partecipazione su base regionale, potrà e dovrà poi essere declinata in maniera differenziata sui territori, a seconda delle diverse esigenze e caratteristiche. Grazie quindi a chi ha consentito che tutto questo fosse possibile».

Un grazie sentito è arrivato anche dal presidente della Cassa delle Ammende, Gherardo Colombo, a tutti i partner del progetto e in particolare «a chi sta lavorando all’interno della Conferenza delle Regioni, in primis la dott.ssa Minasi e la dott.ssa Calenda. Stiamo lavorando bene, anche nella struttura che presiedo – ha detto – C’è tanto di democratico in questo operare tutti insieme e c’è l’attuazione di tante parti della Costituzione. Faremo grandi cose, anche sotto il profilo dell’indicazione di un metodo».

Ha chiuso l’incontro l’intervento di Tilde Minasi, convinta assertrice, fin dal suo insediamento nell’Assessorato calabrese e nella Commissione Nazionale Politiche Sociali, dell’idea, ribadita anche dal Ministro, che le Politiche sociali tocchino trasversalmente tanti settori di azione e che, proprio per questo, richiedano «un raccordo tra tutte le Istituzioni che animano questo mondo per poter raggiungere gli obiettivi prefissati», tra cui, in questo caso, il successo dell’esecuzione della pena.

«Come commissione accogliamo con entusiasmo il protocollo – ha spiegato – che coinvolge più articolazioni statali. Si concretizza il concetto di inclusione. Come Istituzioni abbiamo il dovere di percorrere cammini sia verso la prevenzione, sia per il recupero e il reinserimento delle persone detenute e la collaborazione è il motore trainante per dare risposte adeguate ed efficaci alla piena attuazione dei diritti. Essere parte attiva dell’iter, come Regioni, è un’eccellente occasione per realizzare i propositi e di questo ringrazio il Presidente Fedriga».

«Le linee di indirizzo e cooperazione che vengono sottoscritte oggi – ha concluso – possono davvero contribuire a perseguire la giustizia riparativa a cui il Ministro Cartabia guarda con tanta attenzione. Vedo nel Governo la volontà tangibile di farsi promotore del benessere sociale, linfa vitale del nostro Stato e anche di questo voglio ringraziarla». (rrm)

Tilde Minasi ha deciso: rimarrà in Calabria come assessore regionale alle Politiche Sociali

Tilde Minasi ha fatto la sua scelta, decidendo di restare in Calabria e di continuare il suo percorso come assessore regionale alle Politiche Sociali.

«Restare in Calabria – ha spiegato – continuare a mantenere il ruolo di assessore, avanzare nel cammino intrapreso ad ottobre, è una scelta che affronto con rinnovato impegno, con maggiore voglia di fare, con ancora più stimoli per dare risposte ai territori, e, soprattutto, rappresenta una decisione meditata e compiuta anche grazie al rapporto costante e concreto con il segretario nazionale Matteo Salvini, in uno spirito di piena collaborazione e di attenzione alla nostra regione da parte non solo dello stesso Salvini ma dell’intera Lega».

«Dopo aver attraversato una particolare fase del mio percorso politico – ha aggiunto – il mio unico intento adesso è continuare a dedicarmi completamente ai progetti già avviati e a quelli ancora da attuare, alle idee da realizzare insieme al presidente Roberto Occhiuto ed alla giunta, con il quali, ogni giorno, si profonde il massimo per risolvere criticità e costruire, nonché quello di onorare il compito che ho assunto qualche mese addietro senza perdere l’entusiasmo soprattutto per ciò che, esperienze pregresse comprese, mi lega al mondo del sociale calabrese le cui buone pratiche possono incidere positivamente sia sulla quotidianità di tanti corregionali, sia sullo sviluppo della nostra realtà in senso più generale. Altrettanto impegno intendo destinarlo anche alla crescita della Lega, sempre all’insegna di un confronto sereno e propositivo con gli altri esponenti istituzionali, i dirigenti e i militanti».

«Non è stato facile – ha proseguito – arrivare alla fine di questo iter, anche perché si sono susseguite polemiche, provocazioni ed illazioni prive di fondamento alle quali ho preferito non rispondere, però era giusto che si agisse solo ed unicamente per la Calabria e per il partito, anche rinunciando, come accaduto, ad uno degli scranni più prestigiosi del nostro paese. Ed ogni azione ben ponderata richiede del tempo e crea un’attesa. Un passaggio che però non è scandito da alcuna recriminazione, perché lavorare per la nostra terra non solo è gratificante e mi riempie di orgoglio, ma lo considero un atto d’amore che non può e non deve dipendere dagli incarichi ricoperti».

«Molti, forse, al mio posto – ha concluso – avrebbero valutato soluzioni differenti, ma per quanto mi concerne ho ritenuto opportuno, come mio costume, non ricercare utilità personali, bensì pensare in maniera più ampia e costruttiva possibile senza condizionamento alcuno, con l’appoggio del segretario della Lega, guardando, insieme, solo a ciò che avrebbe potuto più adeguatamente garantire la comunità e i processi di ulteriore miglioramento per il partito che rappresento». (rrc)

SE RIPARTE REGGIO, RIPARTE LA CALABRIA
LA SFIDA DI OCCHIUTO SULL’EX CAPOLUOGO

di SANTO STRATI – Più che la devozione poté l’obbligo di coerenza con i cittadini di Reggio, ultimi di una Calabria già ultima. Sabato era festa della Madonna del Pilerio a Cosenza, alla quale il presidente della Regione è particolarmente devoto, ma Roberto Occhiuto ha voluto essere di presenza a Reggio, unitamente alla sua vice Giusy Princi (che la delega per le Azioni straordinarie per la Città di Reggio) e l’assessore (ancora per poco) Tilde Minasi, per presentare un programma che rivela soprattutto un’inversione di tendenza.

Erano anni che la Città di Reggio era stata tenuta in disparte, “cenerentola” ed ex capoluogo di regione, da qualsiasi progettualità e piani di sviluppo. A partire dall’Aeroporto dello Stretto ridotto a scalo da terzo mondo, con orari di volo impossibili e incompatibili con le esigenze della clientela anche della dirimpettaia Messina. 

Si cambia registro e dopo i primi cento giorni, Occhiuto vuole mostrare anche ai reggini una Calabria che non ti aspetti, ovvero una Regione attenta a tutti i calabresi, senza distinzione di latitudine o colore politico.

E così i “magnifici” tre del rilancio della Città metropolitana e della città dello Stretto hanno snocciolato in una conferenza stampa abbastanza affollata di deputati, sindaci e amministratori locali, i numeri di quello che la Regione pensa di fare a Reggio. Con un assunto principale: se riparte Reggio può ripartire tutta la Calabria. Una sfida che Roberto Occhiuto vuole portare avanti con convinzione – bisogna riconoscerglielo – e una determinazione che piace molto ai calabresi, un po’ meno all’opposizione. Il punto è che qualsiasi progetto di crescita, sviluppo e rilancio della Regione, anche alla luce della ripartizione dei fondi Pnrr e dei progetti in essere, non può prescindere da una auspicata “collaborazione” anche da parte di quell’opposizione che al governo centrale fa parte della insolita maggioranza allargata che s’è inventato il premier Draghi per il suo governo.

Le dichiarazioni d’esordio sono sufficientemente propositive: «Oggi presentiamo i risultati del lavoro di squadra che la Giunta ha realizzato impegnandosi in maniera sinergica. Sono stati tre mesi intensi nei quali abbiamo cercato di dare un’idea della Calabria diversa dal passato. Non è semplice, ma noi ce la stiamo mettendo tutta». Già, quando presentò la sua Giunta, Occhiuto aveva mostrato una certa idea di attenzione nei confronti dei reggini, assegnando alla vicepresidente Giusy Princi una delega mai vista in 50 anni di Regione: “Azioni di sviluppo per la Città Metropolitana di Reggio Calabria”. Se si pensa che Falcomatà, nonostante fosse dello stesso partito di Oliverio, non è mai riuscito in cinque anni a farsi assegnare le deleghe esecutive dalla Regione, s’intuisce che siamo davvero a una svolta epocale. 

Insomma, si cambia, ma, soprattutto, sarebbe opportuno che si cominciasse a mettere da parte localismi e campanilismi ormai antistorici e si remasse tutti insieme verso obiettivi di crescita che abbiano protagonisti i giovani, le donne, tutti i cittadini. Offrendo una sanità degna di questo nome, una mobilità adeguata, il rilancio di infrastrutture, stazioni, aeroporti, strade. E incentivazioni che facciano da attrattore convincente per gli investitori che aspettano di avere condizioni “irripetibili” per realizzare piani industriali al Sud. C’è la Zes, la zona economica speciale, legata al Porto di Gioia Tauro, nel cui retroporto possono trovare centinaia di nuove attività manifatturiere e microindustriali di trasformazione dei prodotti che arrivano via container. Il Porto di Gioia è una risorsa non solo per la Città metropolitana, tampoco per la regione, bensì è un volano di sviluppo per tutto il Mezzogiorno e l’area del Mediterraneo, ben oltre i confini nazionali.

Sono tutti elementi ben chiari al presidente Occhiuto, adeguatamente supportato da un’ottimo vicepresidente che, pur non dimenticando di essere orgogliosamente reggina, ha mostrato un grande equilibrio nelle scelte operative senza favoritismi e senza obiettivi finalizzati a singole realtà. 

«Non è facile – ha fatto notare la vicepresidente – stare al passo del presidente Occhiuto che vuole con forza una Calabria diversa. In campagna elettorale aveva detto che avrebbe dato a Reggio una centralità assoluta e lo ha fatto: tutti gli interventi sono connotati da una linea di azione impongono due elementi imprescindibili: trasparenza e merito. Il Presidente, sin dall’inizio, ha affermato che il merito non ha colore politico ma competenze e su questo piano, Occhiuto ha fatto una vera rivoluzione. Siamo orgogliosi dei risultati che caratterizzano la Provincia».

Analoga dichiarazione “d’amore” da parte di Tilde Minasi, reggina anche lei, prossima a lasciare – a quanto sembra – la delega di assessore alle Politiche Sociali a favore del seggio del Senato che le spetta di diritto, ma è incompatibile con l’incarico di assessore regionale: «Il presidente Occhiuto – ha detto la Minasi – ha cementato lo spirito di squadra e non si è mai sottratto a tutti i dossier portati alla sua attenzione. Conosciamo bene le criticità e la genesi di una Regione messa a dura prova nell’ultimo decennio e da reggina, non posso che ringraziare il Presidente per l’attenzione data all’Area Metropolitana di Reggio Calabria. Mi fa piacere che siano presenti i sindaci che saranno interessati ai vari progetti, occasioni uniche che ci spronano a seguire questo modus operandi incisivo che cambierà il futuro della Regione».

Occhiuto ha ovviamente gradito gli elogi delle «bravissime donne al mio fianco che stanno dando un importante contributo alla Giunta» e poi ha elencato le azioni in programma: «Abbiamo riprogrammato i fondi del Psc e hanno trovato finanziamento per 65 milioni di euro la strada per Polsi, investimento necessario per contrastare la ‘ndrangheta, 20 milioni per la SSV Reggio-Cardeto e 20 milioni saranno spesi per  la strada Fiumara-San Roberto (3,5 Km che vanno a completare SSV Campo Calabro – San Roberto). Abbiamo pensato anche a Gambarie e stiamo valutando di integrare i finanziamenti per la seggiovia e per una cabinovia». Non minore importanza è stata data alla gravissima e insostenibile situazione dello scalo reggino: «Ci sono i 25 milioni di euro per rilanciare l’aeroporto “Tito Minniti” stanziati nella legge di bilancio (del 2019, ndr) grazie all’emendamento Cannizzaro che vanno spesi bene ed è necessario fare un piano industriale per lo sviluppo dell’aeroporto. Ita Airways sta riducendo i voli disponibili per Reggio e la prossima settimana, parlerò con il dg per rivedere la decisione. Stiamo valutando anche di acquisire il totale della partecipazione di Sacal, ci hanno risposto che sono pronti a cedere il 52%, certo se riuscissimo ad acquisire l’intero pacchetto risolveremmo tutti i problemi».

La vicenda Sacal, la società di gestione dei tre aeroporti regionali che ha vistosamente penalizzato lo scalo di Reggio e quello di Crotone a vantaggio di quello di Lamezia, non presenta una soluzione facile: il “colpo di mano” che ha privatizzato la società (scoperto dallo stesso Occhiuto) grazie alla colpevole “cecità” della Regione, non può risolversi in un ulteriore vantaggio a favore di azionisti privati “pronti a vendere anche tutto”. Sulla Sacal pesa l’ipotesi di revoca della concessione e questo dovrebbe indurre a più quieti atteggiamenti dell’attuale compagine societaria nei confronti della Regione. L’ideale sarebbe “regionalizzare” per intero la società che dovrà gestire i tre aeroporti (individuando figure apicali capaci, competenti e in grado di creare un vero rilancio di rete), aprendo successivamente alle amministrazioni locali, ma anche ai privati. Oppure, nel caso di acquisizione della Sacal prevedere, come ha suggerito la task force reggina guidata da Salvatore Chindemi, creare uno scorporo della società con una delega speciale per lo scalo dello Stretto.

Naturalmente, Occhiuto ha parlato anche di Sanità: «La Calabria ha delle vere eccellenze – ha rimarcato – ma vanno organizzate meglio. Abbiamo centri vaccinali che hanno funzionato bene e visto che tra qualche mese ci si vaccinerà di meno, ho pensato che questi centri non vanno smantellati ma trasformati in luoghi fisici per fare prevenzione, per eseguire gli screening per le varie malattie. Quando dico di essere preoccupato per il sistema sanità reggino è perché il Commissariamento c’è stato per una approssimazione della gestione regionale e ha portato a non investire sulle strutture e sul personale. Per questo, ho fatto un investimento di 86 milioni di euro per apparecchiature e farò un altro decreto per ulteriori 50 mln di euro, sempre per attrezzature sanitarie. Ho sbloccato le assunzioni con concorsi a tempo indeterminato e, visto che l’Asp di Reggio Calabria potrebbe assumere 500 persone e, da anni, non riesce a farlo per un deficit amministrativo, ho chiesto al Governo di essere autorizzato dall’Agenas (agenzia nazionale per i servizi sanitari) per fare i concorsi al posto dell’azienda provinciale. Sulla sanità di Reggio Calabria c’è un grandissimo lavoro da fare e ci giochiamo tutto. Stiamo attivando con l’ospedale pediatrico “Bambino Gesù” un progetto importante ma ne parleremo tra qualche mese – conclude il Governatore -. Io guardo con attenzione la provincia di Reggio ma aiutatemi con idee e proposte anche se alla guida della Regione c’è un presidente di Cosenza».

Appunto, non importa il luogo di nascita del Presidente. Serve la voglia di realizzare un progetto comune, un ampio piano di sviluppo. 

Dopo i primi 100 giorni, tutto sommato di grande efficacia, i calabresi ora si aspettano qualche fuoco d’artificio. In riva allo Stretto hanno già cominciato. Ma non è una festa patronale: è in gioco il futuro dei nostri ragazzi, la qualità della vita dei cittadini, la risposta adeguata all’orgoglio di essere calabresi. (s)

Al via la creazione della rete dei servizi territoriali “Caffè Alzheimer”

A buon fine l’iniziativa dell’assessore alle Politiche Sociali Tilde Minasi con l’approvazione in Giunta dei cosiddetti “Caffè Alzheimer”, ovvero la creazione di una rete di servizi territoriali destinati alle persone affette dal morbo. «L’allungamento delle aspettative di vita – ha detto la Minasi – comporta una maggiore e più significativa presenza di appartenenti alla terza età nel contesto sociale. Ciò si traduce anche in una aumentata incidenza di determinate malattie di natura cognitiva. Ecco perché è importante realizzare degli approcci nuovi che diano opportunità diverse, ponendo al centro della nostra attenzione il benessere globale della persona e quello del familiare”.

L’assessore ha spiegato  che «alla luce, inoltre, di quanto l’interazione possa essere un pilastro importante nel percorso di chi è colpito da malattie legate alla demenza, ed alleggerire di conseguenza il carico assistenziale dei caregiver, ho sottoposto all’attenzione della Giunta regionale, che ne ha approvato pienamente la ratio, una delibera il cui obiettivo fosse proprio la rete dei servizi territoriali rivolti a quella fascia di utenza che presenta sindromi quali l’Alzheimer. Come ente, infatti, abbiamo ritenuto opportuno promuovere azioni integrate che guardino al sostegno, al sollievo e all’integrazione, pensando non solo ai centri diurni ma anche alla realizzazione di ulteriori spazi con la creazione dei cosiddetti ‘caffè Alzheimer’, i quali si pongono come vere e proprie palestre di relazione sia del malato con l’operatore, debitamente formato, che del familiare con quest’ultimo, nonché del miglioramento dei rapporti tra il paziente e i congiunti. Un intervento che, quindi, riguarda non solo i diretti interessati, ma anche chi vive costantemente le difficoltà connesse a determinate situazioni, così da fornire risposte specifiche e creare condizioni che siano benefiche sia per i pazienti che per le comunità».

«Infatti – prosegue l’assessore Minasi – per le persone con Alzheimer le cure sanitarie da sole non bastano, ed è necessario investire di più in quelle terapie psico-sociali che trovano il loro focus anche in questi luoghi di aggregazione e di recupero della socializzazione dove si impegnano i soggetti stimolandone le abilità e le capacità ancora presenti, con tutte le ricadute positive che ne conseguono. Il servizio, poi, si indirizza pure a chi accudisce i propri cari prevedendo anche quella sostituzione temporanea nelle responsabilità di cura durante l’orario di lavoro o comunque nei periodi di impossibilità e fornendo aiuto grazie al confronto con chi vive le stesse esperienze e con addetti specializzati. Il tutto non può che incidere favorevolmente sulla quotidianità dell’intero nucleo familiare che si trova a gestire un malato di Alzheimer, nonché sul malato stesso che, affrontando in maniera differente il decorso della patologia, può registrare miglioramenti anche sotto l’aspetto dei disturbi comportamentali. Questo percorso, insieme agli progetti messi in campo sino ad oggi dall’assessorato al Welfare, vuole strutturare un modello di politiche sociali volto ad un concreto attivismo dei beneficiari, cui non deve andare solo l’assistenza tout court senza che questa sia accompagnata da un progetto di vita sociale e personale che ne consenta integrazione e favorisca l’abbattimento di barriere di isolamento e solitudine». (dgr)

Tilde Minasi sul Recovery Plan: «la resilienza dei calabresi, la ripresa per gli altri»

La consigliera regionale della Lega Tilde Minasi ha fatto una brillante osservazione sul Recovery Plan predisposto dal Governo, distribuito con Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. «Le dichiarazioni – ha scritto – di autorevoli esponenti calabresi del Pd nazionale, l’assordante silenzio dei rappresentanti regionali domiciliati a Roma grazie al movimento che avrebbe dovuto aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno (per poi cercare solo il modo di rendere più comode le poltrone), stridono enormemente con il grido d’allarme lanciato da diverse voci politiche ed istituzionali della Calabria in merito l’attenzione riservata al nostro territorio dal Recovery Plan.

«È ignobile come la nostra regione sia letteralmente sparita dai radar del Governo, dai radar della maggioranza, dalle intenzioni anche minime di voler, approfittando di fondi che costituiscono un unicum nella storia europea, mitigare quantomeno le ataviche differenze che scandiscono l’Italia. Preoccupazioni, tra l’altro, espresse in tempi non sospetti dai governatori del Meridione che, ‘ca va sans dire’, non sono state recepite. Infatti registriamo, nelle bozze redatte, pochi spiccioli, idee infrastrutturali zero: il Ponte, usato evidentemente solo per riempire i mass media di note stampa, resta, fattivamente, un pensiero visionario; il porto di Gioia Tauro vedrà la ‘gioia’ solo nel nome della zona in cui insiste; i collegamenti godranno, forse, di blandi contentini; degli aeroporti non si hanno notizie, la statale 106 l’avranno dimenticata.

«E parliamo di programmi che a parole tutti avrebbero voluto realizzare o migliorare, utili per ottenere consensi, ma poi facili da accantonare quando si sarebbero potuti concretizzare. Capitolo a parte meriterebbe l’incapacità di programmazione e di lungimiranza, quella spinta che, grazie ad uno strumento finanziario imponente, avrebbe potuto provare a farci raggiungere almeno una vicinanza con gli standard del resto d’Italia e d’Europa. Con queste premesse, al contrario, il gap, pare destinato solo ad aumentare. Una vergogna!

«Almeno una cosa, forse, l’abbiamo capita. Il perché in Italia il Recovery Plan sia stato denominato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: la ripresa per gli altri, al Mezzogiorno la richiesta di resilienza, per dover, ancora, affrontare difficoltà e periodi complicati, questa volta creati ad hoc». (rp)