TORTORA (CS) – Lunedì il libro “The king’s story”

Lunedì 7 agosto, a Tortora Marina, alle 22, a Piazza Stella Maris, sarà presentato il libro The King’s Story, di Filippo e Lidia Matellicani, ed edito da Falco.

Oltre all’autrice, interverranno Gabriella Fondacaro, assessore alla Cultura del Comune di Tortora, il giornalista Martino Ciano, l’editore Michele Falco, Michele Pizzuti, Primario di Ematologia all’Ospedale San Carlo di Potenza, e la psicologa Letizia Raucci.

Metabolizzare un lutto è quanto di più arduo si possa affrontare. A maggior ragione se si tratta di un ragazzo di appena 29 anni, portato via da un destino beffardo in un tragico sabato mattina che non potrà essere dimenticato dai suoi affetti. Scrivere può essere terapeutico, e questo porta Lidia, sorella di Filippo, a mettere nero su bianco la vita di suo fratello in questa sofferta e sentita opera, nella quale si sofferma su ciò che questo ragazzo pieno di vita ha lasciato nel cuore di chi ha incrociato il suo sorriso contagioso.

Scritto in prima persona come se fosse proprio Filippo a farlo, questo libro ci porta a riflettere sulla paura del distacco da chi amiamo, e sulle certezze che tali eventi scompaginano e mettono a dura prova. Una morte che ha provato a negare diritti, libertà e voce a un ragazzo di soli 29 anni. La stessa voce della quale si fa megafono sua sorella Lidia, perché una vita non può finire con la morte: la vera fine arriva quando un uomo viene dimenticato. E lo scopo di questo libro è proprio mantenere vivo il ricordo di Filippo. (rcs)

Rapani (Fdi) presenta interpellanza per evitare riapertura impianto di San Sago a Tortora

Il senatore di Fdi, Ernesto Rapani, ha presentato una interpellanza al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, «per sapere se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per evitare la riapertura dell’impianto di San Sago a Tortora».

Tale impianto, per il parlamentare, «potrebbe essere in conflitto con le esigenze di tutela ambientale e della salute, sollecitando le Regioni interessate a svolgere un’istruttoria completa ed approfondita, che valuti attentamente, tra gli altri, la pericolosità dei rifiuti trattabili».

«Al Ministro, tra le premesse ho evidenziato che l’eventuale riapertura sta destando grande apprensione, tra cittadini, associazioni e istituzioni locali – ha aggiunto – perché negli anni oggetto di numerose denunce e procedimenti giudiziari per ipotesi di smaltimento illecito di rifiuti solidi urbani provenienti da Calabria, Campania e Basilicata e sversamento di liquami non depurati nel Tirreno. Le preoccupazioni aumentano se si considera che il sito rientra nella perimetrazione del Parco Nazionale del Pollino, l’area protetta più estesa d’Italia, il cui habitat riveste un ruolo fondamentale per la tutela di specie rare e in via di estinzione, e al fiume Noce. Sito nato oltre 30 anni fa come impianto pubblico autorizzato al trattamento dei reflui urbani comunali, poi riconvertito in impianto privato autorizzato al trattamento dei rifiuti speciali pericolosi e non solo».

«L’impianto, infatti – ha proseguito – dovrebbe trattare svariate tipologie di rifiuti speciali liquidi e fangosi provenienti, tra l’altro, da industria tessile, chimica e meccanica, nonché percolati prodotti dagli impianti di discarica e rifiuti provenienti da tutta Italia, che mettono a serio rischio ambientale un territorio come quello della Valle del Noce, tra Calabria e Basilicata, considerato un vero paradiso terrestre».

Rapani ha ricordato che secondo un atto di sindacato ispettivo del 13 gennaio 2022 «“già a partire dal 1992 vi è stato un susseguirsi di eventi riguardanti l’impianto: moria di pesci nel fiume tra l’impianto ed il mare; un tir sorpreso dai Carabinieri a riversare rifiuti pericolosi su un terreno adiacente il fiume Noce”, tutti episodi a cui hanno fatto seguito indagini della Procura di Paola e di Lagonegro ed anche un sequestro giudiziario, il 27 novembre 2013, che ha fermato l’attività delle macchine che trattavano 300 metri cubi di reflui urbani e industriali (in buona parte pericolosi) al giorno, per un totale di 110.000 metri cubi all’anno».

«Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola – ha sottolineato il senatore di Fdi nell’interrogazione – disponendo il sequestro preventivo dell’impianto ha riscontrato la presenza di numerose tubazioni volanti, predisposte sulle vasche per bypassare sezioni del processo depurativo, la completa disattivazione della sezione di depurazione relativa alla denitrificazione, l’inefficacia della sezione di depurazione relativa alla ossidazione, il non perfetto funzionamento del sistema di caricamento dei fanghi disidratati e l’inosservanza delle prescrizioni contenute/richiamate nell’Autorizzazione integrata ambientale».

«Da quanto appreso dalla stampa – ha concluso Ernesto Rapani – nei mesi scorsi erano state rinviate le Conferenze dei servizi in cui si sarebbe dovuto riesaminare l’Autorizzazione Integrata Ambientale, perché nella nota tecnica trasmessa, con parere negativo motivato, erano evidenziate, appunto, tutte le criticità della struttura, i vincoli sull’area e la sussistenza degli usi civici che, secondo il dipartimento Ambiente della Calabria, non incidono sul rilascio dell’Aia». (rp)

Domani a Montecitorio arrivano i comuni calabresi “Plastic free”

Le amministrazioni dei “Comuni Plastic Free” portano in Parlamento le loro esperienze virtuose con l’obiettivo di avere presto norme e decisioni politiche che possano concretamente sostenere un futuro dove limitare i rifiuti dispersi nell’ambiente. Tra loro anche Diamante, Scalea e Tortora (Cosenza), Melissa (Crotone) e Montepaone (Catanzaro). È questo l’obiettivo della giornata di approfondimento che si terrà presso la Sala della Regina, domani martedì 30 maggio, a Montecitorio tra Amministrazioni locali e Istituzionali nazionali promossa da Plastic Free Onlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica, con il sostegno del vice presidente della Camera dei Deputati, on. Sergio Costa.

Gli oltre 90 tra Sindaci e Assessori presenti si confronteranno con i parlamentari in due panel incentrati sugli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu: la “vita sott’acqua” e la “vita sulla terra”. Tra le proposte “Plastic Free”: la tutela e la salvaguardia dei fiumi, il contrasto all’abbandono degli pneumatici, al volo dei palloncini, all’abbandono dei mozziconi di sigaretta e il protocollo nazionale eco-eventi.

Interverranno, inoltre, Don Bruno Bignami, Direttore dell’Ufficio nazionale per l’Apostolato del Mare – Cei Conferenza Episcopale Italiana, sull’ecologia integrale come cura del mare e del territorio – Enciclica “Laudato Sì” di Papa Francesco; il delegato Anci per l’energia e i rifiuti, Carlo Salvemini e il sottosegretario Luigi D’Eramo, che porterà i saluti del Governo Meloni. (rrm)

Fino al 25 gennaio a Tortora e Praia a Mare le riprese della serie “Bologna Brigante”

Fino a mercoledì 25 gennaio, a Tortora e a Praia a Mare si terranno le riprese della serie Bologna Brigante, scritta e diretta da Giuseppe Martone Junior e prodotta da Tiro production con il sostegno della Regione Emilia Romagna e il supporto di Emilia-Romagna Film Commission e Calabria Film Commission.

La serie tv racconta la città di Bologna e i suoi abitanti. Le vicende si sviluppano in un intreccio di storie, che comprende anche il viaggio di giovane ragazzo calabrese trasferitosi a Bologna per dare fine a una vecchia vicenda familiare, che nasce da una storia riguardante il fenomeno del brigantaggio, realmente accaduta in Calabria all’inizio del 1900. 

Al termine delle riprese, alle 17,30, a Tortora, si terrà la conferenza stampa per presentare la serie.

Saranno presenti il sindaco di Tortora, Antonio Iorio, il Commissario straordinario della Fondazione Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande, e l’assessore al turismo, sport e spettacolo, Dorisa Grimaldi, oltre al regista Giuseppe Martone Junior, il produttore e compositore Michele Maccaferri, gli attori Dario De Luca e Andrea Marozzo e la costumista Marianna Pellino(rrm)

Nubifragio a Tortora, una iniziativa social per sensibilizzare le Istituzioni

Adottare, per una settimana o anche più, una foto del centro storico di Tortora. È questa l’iniziativa social lanciata dal Comune per sensibilizzare le istituzioni a intervenire a seguito del nubifragio che ha colpito la città lo scorso 13 ottobre.

Ma non si è mossa solo la macchina organizzativa, che si è attivata subito per ripristinare i collegamenti stradali e attenuare i disagi alla popolazione. Su Facebook, è stato l’assessore Biagio Praino a lanciare l’iniziativa: «Cambiamo l’immagine dei nostri profili almeno per una settimana. Usiamo una foto del Centro Storico di Tortora e, tutti insieme, chiediamo il sostegno delle istituzioni a partire dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Serve buon senso e concretezza».

Un gesto che, nel giro di poche ore, ha trovato l’adesione di centinaia di utenti e che continua a crescere. Si chiede, insomma, concretezza alle autorità preposte nel dare seguito agli attestati di solidarietà e vicinanza già espressi nell’immediatezza del disastro.

Ne ha dato conferma anche il sindaco di Tortora, Toni Iorio, che in un intervento video, anche questo sui social, ha fatto il punto della situazione indicando nel cuore pulsante del centro storico l’area nella quale si sono concentrate le principali criticità, a partire dall’inibizione di alcuni edifici ad esseri abitati.

Il primo cittadino ha ringraziato tutti gli operatori impegnati nei soccorsi e appartenenti a vari organi comunali e territoriali, i privati che hanno manifestato l’intenzione di mettere a disposizione strumenti e mezzi meccanici per le operazioni e le municipalità del territorio che hanno offerto quanto possibile.

Iorio ha poi illustrato l’esito delle ricognizioni svolte sui luoghi del disastro in collaborazione con rappresentanti delle strutture regionali preposte. La situazione è molto delicata, oltre che seriamente compromessa: gli interventi necessari sono imponenti, oltre che costosi, ma assolutamente necessari e non rimandabili.

Ecco perché serve tempismo e risoluzione da parte delle istituzioni a tutti i livelli. Azioni anche piccole e simboliche, come quella di adottare una foto di Tortora come immagine del proprio profilo social, possono servire a ricordare di “cosa”, adesso, la comunità tortorese ha bisogno. (rcs)

TORTORA (CS) – Italia Nostra: Rimossi i rifiuti al fiume noce

Italia Nostra – Sezione Alto Tirreno Cosentino, ha annunciato che sono stati rimossi tutti i rifiuti che inquinavano il Fiume Noce a Tortora.

«Si conclude in modo positivo un vicenda che dimostra come la cittadinanza attiva di singoli cittadini e dei volontari di un’ Associazione, può dare dei buoni risultati nell’interesse del Territorio» ha detto l’Associazione, spiegando che «dopo le segnalazioni indirizzate alle autorità tra cui il comune di Tortora, la prima il 26 luglio 2022 e la seconda il 29 agosto 2022 in merito al notevole quantitativo di rifiuti sversati nel fiume Noce, e dopo l’attenzione che sulla vicenda hanno suscitato i social e la stampa, nella giornata del 30 o 31 agosto 2022 il comune di Tortora ha provveduto alla rimozione di tutti i rifiuti».

Italia Nostra, poi, ha voluto fare delle riflessioni sulla vicenda, ossia che «i rifiuti che persone da definire delinquenti è dir poco, se non rimossi dal letto del fiume sarebbero finiti in mare; il mare è la risorsa più importante che abbiamo, inquinarlo ulteriormente vanificando gli sforzi che si stanno compiendo per un mare pulito significa essere autolesionisti e miopi; tutte le amministrazioni comunali del territorio devono avere la massima attenzione e controllo sui corsi d’acqua da cui proviene una buona parte dell’inquinamento marino».

E ancora: «sulla base della nostra esperienza maturata in questi anni sul territorio, vi diciamo, cari sindaci, chiudete tutti gli accessi all’alveo dei fiumi, dei canali e dei torrenti, e posizionate foto trappole per scovare chi potrebbe riaprirli come è avvenuto: è da questi accessi che passa la gran parte dei rifiuti che vengono scaricati nell’alveo dei fiumi; per quanto riguarda i rifiuti presenti nel fiume Noce, si è fatto appena in tempo, in quanto le fortissime precipitazioni di queste ore alimentando la piena del fiume avrebbero potuto trasportare tutto in mare, come certamente sarà avvenuto per gli altri fiumi, torrenti e canali presenti sul territorio».

«Il Comune di Tortora – ha spiegato l’Associazione dovrebbe chiedere la restituzione delle somme spese per la rimozione dei rifiuti dal fiume Noce al Dirigente della Regione Calabria Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente, in virtù della circolare n. 10 del 16 giugno 2022 del Presidente Occhiuto che prevedeva a carico del citato Dipartimento gli interventi da attuarsi per la rimozione dei rifiuti abbandonati nelle aree di pertinenza dei corpi idrici. Il Dipartimento in questione avvertito altre un mese fa non ha fatto niente». (rcs)

Impianto rifiuti a Tortora, Tavernise (M5S) alla Regione: Scongiurare danni irreversibili al Fiume Noce

Il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 StelleDavide Tavernise, ha depositato in Consiglio regionale una interrogazione a risposta scritta, chiedendo quali sono le iniziative che «intende assumere la Regione Calabria, per evitare irreversibili danni, ambientali ed economici, ad aree di grande pregio e a forte valenza turistica, quali il sito Sic <Valle del Noce> nonché ai  Comuni di Tortora, Praia a Mare, San Nicola Arcella».

«Prima di rilasciare autorizzazioni – ha proseguito – all’eventuale riapertura dell’impianto rifiuti pericolosi e non, in località  San Sago, oggi chiuso, ritiene la regione di dover svolgere, a tutela dei citati territori, un’istruttoria completa ed approfondita, non superficiale, dunque, come sembra sia stato fatto da parte della Regione Basilicata?».

«Considerati gli interessi costituzionali da tutelare, quali la salute, l’ambiente, l’economia del territorio – si legge – si ritiene di dover procedere ad una valutazione analitica, dettagliata, per tutte le tipologie di rifiuti di cui ai codici Cer, verificando sul posto la reale funzionalità dell’impianto al trattamento depurativo degli stessi, alla luce delle rilevanti problematiche susseguenti dal lontano 1992?».

«Si intende ricorrere a Valutazione di Impatto Ambientale – ha chiesto infine Tavernise– visto che l’impianto era autorizzato a trattare rifiuti riferiti a 322 codici Cer, molti dei quali rifiuti pericolosi, tra cui il petrolio, scaricando nel torrente Pizinno confluente, dopo brevissimo tragitto, nel fiume Noce?».

Nel 1992 l’autorizzazione del Comune di Tortora per un impianto privato destinato a trattare rifiuti liquidi speciali non pericolosi. Negli anni la conversione ad impianto, sempre privato, per il trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non. Il 27 novembre 2013, però, un sequestro giudiziario, disposto dalla Procura di Paola, ferma l’impianto. Ad essere contestate sono una serie di violazioni alle regole e ai limiti dettati dall’autorizzazione regionale. L’impianto, trattante 300 metri cubi al giorno di reflui urbani e industriali, in buona parte pericolosi, viene fermato anche dalla Regione Calabria, attraverso la sospensione della necessaria autorizzazione AIA. Impianto a tutt’oggi non funzionante.

Nel 2016, quindi, arrivano il dissequestro e la richiesta della Co.Gi.Fe. Ambiente S.r.l. di riprendere l’attività di smaltimento dei rifiuti. La Regione Calabria invita, così, l’azienda, a presentare, presso la Regione Basilicata, istanza di valutazione di incidenza rispetto al SIC Valle del Noce, sito di interesse comunitario che si estende fino alla regione lucana. Il 23 aprile del 2021 il parere favorevole all’istanza di valutazione di incidenza. Ma nel mese di dicembre la svolta. All’unanimità il Consiglio Regionale della Basilicata approva una mozione che impegna la Giunta lucana ad approfondire l’istruttoria, relativa alla valutazione di incidenza, sospendendo l’efficacia del provvedimento rilasciato e ad avviare un’interlocuzione con la Regione Calabria, titolato a rilasciare l’autorizzazione di riapertura.

Da qui l’interrogazione del M5S, a firma Tavernise, per scongiurare la malaugurata autorizzazione di riapertura.

 

 

TORTORA (CS) – Italia Nostra: L’ Ecosistema della Fiumarella in pericolo

Italia Nostra – Alto Tirreno Cosentino, si è rivolta all’Amministrazione comunale di Tortora affinché assuma un’iniziativa per salvaguardare l’ecosistema della Fiumarella, che è in pericolo, in quanto è prevista la realizzazione di una centralina idroelettrica, «i cui costi per l’ambiente potrebbero essere ingentissimi».

«Le procedure per la realizzazione dell’opera – viene spiegato in una nota – procedono speditamente. Siamo alla fase delle osservazioni al progetto. Tutti i nostri corsi d’acqua stanno subendo sempre più frequenti aggressioni: il fiume Noce, il Lao, l’Abate marco, ora è anche la volta della piccola Fiumarella di Tortora».
«L’esigenza di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili è diventata, ne più ne meno – continua la nota – che una vera e propria dilagante speculazione affaristica le cui vittime sono ora il paesaggio, ora queste vere e proprie oasi di biodiversità naturalistica. La Fiumarella di Tortora attraversa tutto il territorio comunale, da Est ad Ovest. Intorno alle acque cristalline di questo fiume a corso perenne si è sviluppata una lussureggiante vegetazione fluviale nei cui habitat trovano ricovero e vita specie animali e vegetali di importante interesse naturalistico e dove l’uomo può appagare la propria sete di bellezza».
«Perché compromettere tutto ciò – conclude la nota –  per qualche KW di energia in più di cui la Calabria non ha bisogno avendo già da tempo raggiunti gli obbiettivi assegnati? La fiumarella di Tortora non è meno importante del fiume Noce.
Ci rivolgiamo per questo all’Amministrazione comunale perché in questo spazio che le procedure assegnano, metta in campo un’iniziativa politica ed istituzionale per contrastare questo intervento, assolutamente in contrasto con gli interessi naturalistici, paesaggistici e culturali del territorio tortorese». (rcs)

 

De Caprio (FI): La Regione impegnata per risolvere problema impianto di smaltimento a Tortora

L’assessore regionale di Forza ItaliaAntonio De Caprio, nel corso di un Civico consesso straordinario, tenutosi nella palestra comunale di Tortora, ha ribadito che «la politica non può rimanere inerme, rispetto alla vicenda dell’impianto di smaltimento di rifiuti speciali, sito in località ‘’San Sago’».

All’incontro, hanno partecipato il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, e i sindaci della Valle del Noce. Il primo cittadino, Antonio Iorio, ha reso noto che il comune impugnerà il parere favorevole alla valutazione di impatto ambientale, rilasciato dalla Regione Basilicata.

«Porto a tutti voi – ha continuato De Caprio – la disponibilità delle istituzioni regionali di mantenere i riflettori accesi sul sito di San Sago. A tal fine, comunico che l’assessorato all’ambiente, retto da Sergio De Caprio, ha inviato una nota all’Arpacal e, per conoscenza, alla Procura della Repubblica di Paola, per monitorare la reale situazione dell’impianto». 

«Se necessario – ha dichiarato il presidente della commissione anti ‘Ndrangheta – trasferiremo in Regione un tavolo tecnico permanente, affinché si cominci ad intraprendere un percorso comune di rilancio del territorio e monitoraggio della struttura. Il bene comune va tutelato». 

«Bisogna mantenere alta l’attenzione – ha concluso De Caprio –. Il comprensorio non può essere abbandonato. La politica deve essere al fianco delle amministrazioni pubbliche e della popolazione. Questa la nostra missione».  (rcs)

PRAIA A MARE (CS) – L’allarme di Italia Nostra: centralina del Fiume Noce potrebbe fare danni anche in Calabria

Italia Nostra – sezione Alto Tirreno Cosentino ha lanciato l’allarme circa il danno che l’impianto idroelettrico del fiume Noce – che si trova in località Saporana di Trecchina – potrebbe arrecare lungo le coste di Tortora, Maratea, Praia a Mare.

Come riporta l’Associazione, infatti, è comparsa una nuova centralina che si va ad aggiungere a quella già realizzata poco più a monte: «si tratta di uno sbarramento in calcestruzzo, alto circa  5 metri, per intercettare la portata di acqua e convogliarla verso un impianto di produzione dell’energia elettrica ubicato a lato dello sbarramento». Come sottolineato da Italia Nostra, «è la prima prima opera realizzata di questo tipo ma pare siano  tante le proposte che sono state presentate da imprese private agli enti competenti (Autorità di Bacino e le due regioni Basilicata e Calabria). In passato i Comuni di Tortora e Maratea si sono sempre opposti ma, stavolta, non sono stati neppure interpellati».

«I danni – ha spiegato – che maggiormente provocano questi impianti, riguardano l’alterazione idrologica complessiva sia della portata che della temperatura che determinano gli impatti più severi sugli ecosistemi e non facilmente mitigabili, l’alterazione morfologica del corso d’acqua, l’abbassamento della falda acquifera ,  l’alterazione del trasporto solido, il mancato ripascimento delle zone costiere. Quest’ultimo aspetto è, certamente, il più significativo e grave degli effetti negativi che tale intervento sul Fiume Noce potrebbe  già produrre da subito lungo la costa Tortora, Maratea, Praia a Mare».

«Per tutte queste ragioni – ha spiegato l’Associazione – assolutamente fondamentali per gli equilibri ambientali dei territori costieri e per la loro stessa tenuta economica, Italia Nostra ha chiesto, in modo pressante,  all’Autorità di Bacino, ai competenti Dipartimento della Regione Calabria e Basilicata ed a tutte le altre autorità interessate: di conoscere gli studi eseguiti sul trasporto dei solidi a mare e la valutazione dell’impatto ambientale delle opere in costruzione con specifico riguardo agli effetti sul ripascimento naturale del litorale; di avviare un confronto stringente con gli Enti locali interessati e con i rappresentanti dei vari interessi legati al corso fluviale ed al litorale riguardo alle opere in costruzione; di sospendere  ed interrompere ogni altro eventuale intervento per la realizzazione di centraline idroelettriche fino a quando non sia stata svolta una profonda riflessione tecnico-ambientale sulle conseguenze negative presenti e future lungo il corso del fiume Noce e sul litorale».

«Da 20 anni è, infatti – ha detto ancora Italia Nostra – in corso un difficilissimo riordino dell’equilibrio del Fiume Noce con interventi di eliminazione e riduzione di quegli stessi sbarramenti che, ora, vengono rialzati senza memoria e responsabilità. Un riordino resosi necessario dopo che, alla fine degli anni ’90, l’abitato della Marina di Tortora era stato sfiorato da un alluvione disastrosa per pochi centimetri e dopo che il 30 dicembre 2000 una mareggiata aveva distrutto 80 abitazioni private e 500 metri di lungomare del Comune di Tortora. Cosa era successo ? Che in un impeto di cementificazione selvaggia – che già aveva interessato la fascia costiera negli anni del boom edilizio e seguenti – nel 1985-86 anche il Fiume Noce era stato interessato dalla costruzione di 45 briglie di salto negli ultimi 11 km di fiume dalla centrale idroelettrica in località San Sago di Tortora (e Parrutta di Trecchina) che hanno avuto un impatto devastante».

«Nei successivi 14 anni, dal 1986 al 2000 – ha spiegato Italia Nostra – la foce del Fiume Noce è arretrata di 130 metri, le spiagge di Tortora e di Castro- cucco di Maratea  sono arretrate in proporzione ed anche di 100 metri, il fiume Noce ha alzato il suo letto anche di 3 metri correndo nella piana di Castrocucco al disopra del piano di campagna protetto da argini che venivano alzati ogni anno per far fronte al pericolo di alluvione. Dal 2001, grazie alla spinta dei Comuni di Tortora e Maratea, le due Regioni, attraverso le due Autorità di bacino regionali, hanno approvato e finanziato un progetto di riordino che è andato avanti molto lentamente perché finanziato a piccoli stralci. Pur non avendo completato le opere di riordino in 20 anni, quegli interventi hanno permesso il riavanzamento della foce di oltre 70 metri ed hanno salvato in parte  fino ad oggi la spiaggia di Tortora e quella di Maratea Castrocucco».

«Fino ad oggi – ha spiegato ancora Italia Nostra – ma non sappiamo se lo sarà ancora in futuro. Infatti, gli interventi non sono completati ed i risultati conseguiti vengono messi a rischio da questa nuova opera che va in direzione contraria. Tutti possono, infatti, comprendere che uno sbarramento sul Fiume Noce a 7 km dal mare impedisce il ripascimento delle spiagge di Maratea e Tortora che sono alimentate dalle sabbie che arrivano durante le piene del fiume. Infatti il “trasporto solido fluviale”, così si chiama, viene interrotto dallo sbarramento ed il rischio di danni sul litorale è certo, certissimo alla luce anche delle esperienze già vissute negli scorsi decenni sullo stesso fiume. E, pur tuttavia, non sembra esserci memoria dei disastri recenti sul fiume Noce causati da opere d’ingegneria non ben valutate».

«Non sappiamo – hanno concluso – quali valutazioni strategiche abbiano portato ad autorizzare un opera siffatta, ma è necessario intervenire prima che sia troppo tardi. Gli Enti competenti, e in particolare l’Autorità di Bacino dell’Appennino Meridionale e le Regioni Basilicata e Calabria, devono spiegarci come è stato possibile autorizzare una tale opera  e se e come hanno valutato gli effetti sul litorale. Per due decenni le cose che scriviamo sono state documentate da studi e monitoraggi agli atti degli Enti competenti, che non solo le hanno condivise, ma hanno finanziato per oltre 2 milioni di euro ben quattro interventi di riordino del tratto terminale del fiume Noce nel 2001, 2003, 2005 e 2008 ed un quinto di completamento è in fase  avanzata per altri 2 milioni di euro. Questi atti tecnici avevano impedito, fino ad oggi, la costruzioni di sbarramenti per la produzione di energia elettrica sul tratto terminale del Fiume Noce. Che cosa ha fatto cambiare idea alle due regioni ed all’Autorità di Bacino?». (rcs)