L’OPINIONE/ Giorgio Castella: la vocazione turistica e il problema rifiuti

di GIORGIO CASTELLA – Chi ha avuto l’occasione di parlare con i turisti che hanno scelto di venire in Calabria, ha potuto constatare la loro contentezza. Sono stati incantati dalla bellezza che esprimono i territori calabresi, di vedere siti archeologici, borghi che sono stati crocevia di tanti popoli e conservano bellezza e storia, località marine e montane. I vacanzieri, hanno potuto  tuffarsi nell’acqua azzurra e cristallina del mare, scrutare i loro fondali, vedere le piccole isole e insenature mozzafiato lungo la fascia costiera.

Hanno potuto ammirare i tramonti incantevoli :quando il sole lentamente si allinea a livello  dell’acqua del mare, oppure, il fenomeno spettacolare del sole che si posa sulla bocca del cratere del vulcano Stromboli. Anche la cucina prelibata calabrese, ha un ruolo rilevante per accogliere i turisti. I loro occhi, hanno potuto osservare la ricchezza culturale e boschiva di cui è patrimonio la Calabria. 

Bisogna convincersi che l’asse portante dell’economia calabrese è il turismo.

Questo settore, può mettere in moto l’economia, rivitalizzare i territori, creare lavoro per i giovani. Serve un progetto organico di società, per sviluppare un turismo marino, montano, d’arte e religioso, capace di coinvolgere gli operatori nazionali e internazionali.

Sono parte integrante del progetto di società le scuole a indirizzo turistico e alberghiero, essi hanno il compito di formare i giovani operatori turistici.

Il Parco nazionale di Aspromonte deve, salvaguardare il patrimonio ambientale e paesaggistico, ma anche la quello di tracciare i sentieri e renderli percorribili in sicurezza.

Gli escursionisti vogliono conoscere la natura nascosta della montagna: ruscelli, cascate, gole, pareti rocciose, piante, animali e rifugi. Questi luoghi incantati daranno maggiore impulso alle associazioni di trekking nazionali di venire in Calabria, per conoscere la bellezza dell’Aspromonte e della Sila.

Per rilanciare il turismo di qualità è necessario investire sul materiale umano, avere passione e competenze professionali, cioè formare imprenditori che amano la propria terra e hanno la voglia di mettersi in gioco. Sono loro a proporre l’offerta turistica ai vacanzieri.

Difronte alla prospettiva di un turismo professionale, gli enti istituzionali della Calabria si devono attivare per offrire ai turisti, qualità e bellezza. A cominciare dal decoro urbano del territorio, che rappresenta un fattore rilevante per l’accoglienza del turista.

Non si aiuta il turismo, quando la spazzatura invade i marciapiedi delle città, dei paesi, e persino di molte località turistiche di eccellenza. 

L’odore soffocante della spazzatura, giunge persino nelle case sottostanti che costringe i suoi abitanti a serrare porte e finestre.  Tutto ciò avviene nel periodo del Covid-19, dove  le autorità governative sollecitano i cittadini  a lavarsi spesso le mani, all’utilizzo delle mascherine per evitare contagi.

Responsabile della gestione per lo smaltimento dei rifiuti è la Regione Calabria.

È lei che deve proporre un piano organino, avvalendosi di soggetti con professionalità e competenze in materia di rifiuti; sarebbe opportuno recarsi in quelle città virtuose che  hanno trasformato la spazzatura in risorsa produttiva. Se ogni Provincia o Città Metropolitana avesse il suo impianto ecologico di ultima generazione che producesse energia e fertilizzanti, avremmo posto fine alla continua emergenza.

Non si può più nascondere gli sprechi di denaro pubblico e quali interessi si nascondono dietro la continua emergenza! 

Bisogna porre fine a tale scempio! Il problema dei rifiuti  in Calabria non può essere taciuto. Non si può stare passivi di fronte alle discariche che bruciano, e inquinano le falde acquifere, ciò rappresenta un  vero disastro per l’agricoltura.

Per monetizzare il bello della Calabria, servono paesi ordinati, spiagge e mare pulito, e un prodotto culturale turistico. La Calabria emoziona i turisti. Ciò può rappresentare un settore trainante per la nostra economia. 

La prospettiva di rilancio del turismo, non può lasciare indifferenti i cittadini. Basta  piangersi addosso! La Calabria ospitale e accogliente, deve uscire dalla solitudine; dobbiamo sviluppare nuove energie positive per dare una svolta al turismo calabrese. Si faccia avanti una nuova classe politica  degna di questo nome; siamo stanchi delle tante  parole! Abbiamo bisogno di un progetto ambientalistico di società, che sabbia coinvolgere istituzioni locali, mondo del lavoro e cittadini. La gente onesta e laboriosa della Calabria vuole costruire futuro! (gs)

 

L’assessore Orsomarso: La Calabria al centro dell’agenda di Governo

«Mai come oggi,questa terra, anche grazie a chi in questo momento rappresenta le istituzioni, sta al centro dell’agenda di Governo» ha dichiarato l’assessore regionale al Turismo, Fausto Orsomarso, nel corso di un incontro con gli albergatori e operatori del turismo, al quale ha preso parte anche il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che si è svolto nel Museo del Mare di Tropea.

Presenti, anche il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, che ha evidenziato come «tanti italiani e tanti stranieri hanno scelto la Calabria per questa estate. Se le prenotazioni saranno confermate, e se ne arriveranno altre, sarà una stagione boom», il sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, e il presidente di Federalberghi CalabriaFabrizio D’Agostino.

«Noi – ha aggiunto Spirlì – ci crediamo moltissimo e finalmente l’Italia ha un ministro del Turismo che crede profondamente nella ripresa dell’Italia attraverso questo settore. La Calabria ha una vocazione turistica di cui tanti hanno parlato per decenni ma che, alla fine, nessuno ha davvero portato avanti».

«Qui, la cosa più importante – ha spiegato ancora il presidente – non è aspettarsi l’aiuto dal governo, dall’Europa o dalla Regione. È invece importante che ci credano gli imprenditori e i giovani con un progetto, con una proposta di impresa turistica. Perché l’imprenditoria turistica è quella che può arricchire la Calabria».

«Abbiamo – ha concluso – una grande ricettività garantita da hotel, b&b e palazzi patrizi; c’è una forte proposta enogastronomica, con ristoranti e punti di degustazione di eccellenti prodotti. Ma dobbiamo diventare competitivi: il turista, quando va via da qui, deve potersi collegare con un sito web per poter ricevere il prodotto che ha assaggiato a Tropea o nelle altre località calabresi».

«Si ricomincia, si riparte dopo questi mesi di pandemia. La novità – ha affermato il ministro – è che quest’anno ripartiamo e non ci fermiamo più. Ci sono i vaccini e, quindi, la stagione turistica finalmente si avvia e non si conclude a settembre-ottobre, ma andrà avanti anche nei mesi successivi. Quindi sarà una bella e lunga stagione».

«Questa regione ha la grinta, l’entusiasmo e il coraggio che ho trovato nelle parole e nei visi di tanti operatori calabresi. Alla Calabria – ha concluso Garavaglia – non manca niente. Lasciamoci alle spalle il brutto passato e ricominciamo».

«In questi mesi – ha rimarcato –, abbiamo dato il massimo e rivendicato un assessorato al Turismo. Il settore vale il 26% del Pil, ma l’obiettivo è di raggiungere il 40%. Abbiamo messo in campo azioni complementari a quelle del Governo nazionale, adottando misure di finanziamento per i nostri alberghi, anche fino a 250mila euro a fondo perduto. Altri due milioni di euro sono destinati ai tour operator, altri 10 ai lidi balneari».

«Abbiamo tante risorse – ha concluso Orsomarso – e la prossima settimana, a Milano, presenteremo “Calabria straordinaria”. Ci racconteremo in modo nuovo, attraverso i nostri cento marcatori identitari». (rvv)

Il ministro del Turismo Garavaglia: Bisogna lavorare molto sulle infrastrutture e sulla promozione

«La Calabria è una terra che ha tutto: mare, montagna, boschi. Qui si può sciare guardando il mare. Il nostro obiettivo è di allargare l’offerta turistica nel tempo e nello spazio» ha dichiarato il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, nel corso dell’incontro, in Cittadella regionale, con il presidente f.f. Nino Spirlì.

«Il turismo – ha spiegato – va sempre di più verso l’esperienza all’area aperta e la possibilità, quindi, di avere una regione che offre tutto consente un’offerta a tutto tondo. Per quanto riguarda i borghi, servono due condizioni: poterli raggiungere e farli conoscere. Bisogna lavorare molto sulle infrastrutture e sulla promozione».

La Calabria – ha concluso Garavaglia – è particolarmente forte sulla promozione digitale. Questo settore dovrà essere coltivato e messo in rete nell’hub nazionale».

«È una giornata importantissima perché la grande industria del turismo aveva necessità di una boccata d’ossigeno, di una sferzata di energia e di una conferma di vicinanza da parte di questo governo» ha dichiarato Spirlì, aggiungendo che «il ministro Garavaglia  è stato così sensibile nell’accogliere fin da subito l’invito che gli abbiamo rivolto. È arrivato sui nostri territori, sta incontrando gli operatori del settore, si sta confrontando con questa Calabria che ha voglia, necessità e urgenza di attestarsi finalmente come una delle regioni più turistiche d’Italia».

«L’interesse, il lavoro, la grande competenza del ministro e la nostra disponibilità ci porteranno sicuramente – ha concluso Spirlì – a dare alla Calabria una effettiva strada da percorrere affinché il turismo, tanto decantato come sogno e progetto, oggi diventi una realtà e un risultato ottenuto». (rcz)

L’imprenditore Franco Falcone: Non c’è collaborazione istituzionale per turismo in Calabria

«Non c’è sinergia, non c’è coordinamento e collaborazione istituzionale» per il turismo in Calabria. È l’allarme lanciato dall’imprenditore e presidente del gruppo BuoneVacanzeFranco Falcone, che denuncia «una solita noncuranza e mancanza di collaborazione da parte delle istituzioni locali verso una delle fonti di sostentamento principali per i calabresi che è il turismo. Un turismo unico nel suo genere che mette insieme mare e monti e offre ai visitatori la possibilità di scegliere più Calabrie».

«Consorzi di bonifica, comuni, provincia e regione devono unire le proprie capacità e risorse per operare all’unisono con obiettivi comuni per far crescere insieme la propria destinazione turistica. Niente può essere lasciato al caso: strade, rifiuti, manutenzione del verde, illuminazione, sicurezza, servizi sanitari tutto deve essere curato» ha spiegato Falcone, aggiungendo che «questo non si è verificato nella località turistica di Sibari dove, in questi giorni, Consorzio di bonifica della Sibaritide sta ultimando la pulizia dei canali di scolo. Operazione di riordino che sarebbe dovuta essere fatta nel mese di aprile per evitare che i turisti a stagione iniziata trovassero in mare uno spettacolo indecoroso con l’acqua completamente sporca di detriti ed erbacce».

«Sarebbe necessario – ha concluso – maggiore impegno e amore per il proprio territorio, per garantire agli albergatori fonti di sostentamento e creare un turismo di ritorno. Bisogna venire in Calabria e grazie all’accoglienza e ai servizi suscitare la voglia di voler tornare. È necessario, per questo, una maggiore cura dei dettagli e dei servizi per poter competere con altre regioni che per certi versi hanno anche meno in termini di bellezze paesaggistiche, sapori gastronomici e storie da conoscere». (gsp)

Filcams Cgil Area Vasta: Una campagna informativa in Calabria centrale su irregolarità che subiscono i lavoratori

La Filcams Cgil Area Vasta, per la tutela dei lavoratori del settore turistico, che sono i più colpiti dalla crisi, ha deciso di lanciare una campagna informativa in Calabria centrale «volta a mettere in evidenza, anche attraverso denunce mirate, tutte le irregolarità che i lavoratori eventualmente subiranno  durante la  stagione estiva». Lo ha reso noto Armando Labonia, segretario generale della Filcam Cgil Area Vasta, Catanzaro-Crotone-Vibo, che ha sottolineato come i lacoratori del comparto del turismo, e quindi della ristorazione e dei pubblici esercizi, il tasso di irregolari è molto alto».

«I lavoratori del Settore Turistico – ha spiegato – sono quelli  che hanno sempre sofferto di più della violazione dei diritti più elementari: questo dipende da una molteplicità di fattori che vanno dalla stagionalità dei rapporti, dalla mancata conoscenza delle norme contrattuali da parte di lavoratori molto spesso giovani e alla prima esperienza, e soprattutto dal bisogno, quella urgenza di lavorare per guadagnare che spinge tutti ad accontentarsi. E questo mentre continuiamo ad assistere a desolanti e al tempo stesso sorprendenti  dichiarazioni di imprenditori ed associazioni datoriali, in merito alla difficoltà a trovare maestranze, che siano disponibili a lavorare nella stagione appena iniziata. Tutti elementi che fanno del settore Turismo uno dei più colpiti dai danni della crisi post covid».

«Sono migliaia i lavoratori del turismo che – ha proseguito Labonia – a causa della crisi senza precedenti del settore, si ritrovano senza occupazione da più di un anno o, nella migliore delle ipotesi, in ammortizzatore sociale ininterrottamente dall’inizio della pandemia. Parliamo di camerieri, baristi, receptionist, custodi, cameriere ai piani, cuochi, ai quali, oggi come nel settore del Turismo della pre-pandemia, vengono imposte forme di lavoro irregolari o in nero e condizioni di lavoro insostenibili, in termini salariali, di diritti e tutele e sul versante della salute e della sicurezza: all’ordine del giorno, turni di lavoro più lunghi rispetto a quanto attestato in busta paga, anche il doppio rispetto alle ore dichiarate; ferie non pagate; riposi non concessi».

«Non accettiamo, che qualcuno possa insinuare che i nostri lavoratori privilegino il reddito di cittadinanza al lavoro – ha concluso Labonia – piuttosto si pensi a rispettare i contratti collettivi nazionali, gli inquadramenti e le condizioni salariali che possano  determinare finalmente un’occupazione regolare, stabile e dignitosa per quegli stessi lavoratori che sono stati privati per troppo tempo” dei loro diritti. Bisogna costruire un nuovo modello di Turismo, inclusivo e sostenibile, e può essere definito soltanto salvaguardando al contempo occupazione e professionalità. Sono questi i presupposti per consentire la ripresa delle imprese “virtuose” della filiera, che operano in un regime di legalità, tutelandole rispetto a quelle che  applicano Contratti pirata». (rcz)

Valanga di disdette nel turismo: le scelte discutibili del Governo

Mentre l’Italia inizia a ‘tingersi’ di bianco (da lunedì Friuli, Molise e Sardegna da settimana prossima Abruzzo, Liguria e Umbria e dal 14 giugno Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Emilia Romagna e Provincia di Trento), c’è la Calabria che, nonostante l’andamento della curva pandemica decisamente buona, rimane in un limbo di incertezza: non c’è una data precisa di quando dovrebbe diventare zona bianca.

In realtà una data ci sarebbe, o meglio, è stimata l’entrata della nostra regione tra il 21 e il 28 giugno, se i dati confermeranno, per tre settimane consecutive, un andamento al di sotto di 50 contagi ogni 100mila abitanti. Una incertezza che, tuttavia, crea un danno inimmaginabile a una Regione in cui il turismo vale il 25% del Pil e che, la scorsa estate, è stata scelta dal 5% degli italiani, come ha riferito l’Eurispes in un report di settembre 2020 di Enit e dell’Osservatorio nazionale del Turismo.

A parlare di «una decisione veramente assurda di rimandare ulteriormente il di zona bianca per la Calabria», è Pino Nisticò, scienziato di fama internazionale e già presidente della Regione Calabria, che ha avvertito che «ci saranno ingenti danni economici per gli operatori turistici e alberghieri in una terra dove da ogni parte del mondo arrivano richieste per le sue bellezze naturali, archeologiche, storiche, che nessuna regione può vantare in pari misura: c’è da prevedere una valanga di cancellazioni di prenotazioni per il mese di giugno».

«Mi auguro – ha aggiunto Nisticò – che il Governo ci ripensi alla luce del fatto che in Calabria il Covid ha dato un’incidenza di mortalità la più bassa rispetto a tutte le altre regioni d’Italia. Nonostante le terapie intensive non abbiano un numero ideale in caso di gravissime pandemie, pure hanno fatto fronte con grande dignità alle esigenze che si sono presentate durante tutta la pandemia. D’altro canto io sono convinto, anche in base a uno studio effettuato su mia richiesta dall’Unical che la Calabria per la sua configurazione geografica, una catena montuosa Pollino, Sila e Aspromonte, e il mare consente una continua brezza che mantiene l’aria la più pura rispetto alle altre regioni d’Italia, la più ricca d’ossigeno e la meno contaminata. Pertanto i burocrati e gli amici universitari dei comitati scientifici del ministero dovrebbero riflettere e usare di più la ragione, l’Etica piuttosto che formule matematiche e indici che creano soltanto danni prima di prendere decisioni avventate!».

Dello stesso avviso il prof. Franco Romeo, cardiologo di fama internazionale, della task force sanitaria regionale anticovid: «Se andiamo ad analizzare i dati – ha detto a Calabria.Live – riscontriamo un numero di decessi molto basso (1165) rispetto alla altre regioni: una cifra, per fortuna bassissima, proporzionata a una regione con poco meno di due milioni di abitanti. È questo il dato che va preso in considerazione, eppure nonostante la bassa mortalità e l’ottima risposta delle terapie intensive, dal Mistero della Salute si è deciso di rinviare ulteriormente la classificazione regionale. Si poteva comprendere e giustificare quella sorta di pregiudizio nei confronti della Calabria all’inizio della pandemia, ma non adesso, dopo un anno con i numeri che sono sotto gli occhi degli esperti. In Calabria i pazienti sono stati ospedalizzati quando necessario e le terapie intensive si sono rivelate sufficienti. A Tor Vergata con otto posti di terapia intensiva ricovero 850 pazienti l’anno, quindi i 140 posti in Calabria appaiono più che sufficienti per gestire non solo la crisi da covid, ma anche altre patologie come infarti e ictus. C’è sicuramente un problema di organizzazione, ma si può immaginare che il clima di delegittimazione alimenti questa sorta di pregiudizio che si ha nei confronti della regione, non tenendo conto delle conseguenze sul piano economico e sociale».

Una decisa presa di posizione sul mancato riconoscimento di regione bianca viene dal presidente di Confcommercio di Cosenza Klaus Algieri: «Un anno fa di questo periodo – ha detto – eravamo tra le regioni con il più basso indice di contagio. Oggi le cose sono molto diverse rischiamo di essere tra gli ultimi a diventare zona bianca di chi è la colpa? Solo dei contagi o c’è altro?».

Secondo Algieri, «Come al solito sono sempre le imprese ad essere penalizzate. La stagione turistica è alle porte, ma senza la tranquillità del passaggio in zona bianca i turisti hanno timore a spostarsi e di conseguenza le attività rimangono ferme nonostante siano pronte. Si prevede un boom di presenze nel mese di luglio, ma a causa di questo ritardo nel passaggio a zona bianca giugno sarà un altro mese di lavoro perso. Ancora una volta un’occasione mancata per ridare slancio alla nostra economia. Tutto questo per colpa non di certo degli imprenditori, che credono nel loro lavoro e continuano ad investire nelle loro attività, nonostante la crisi economica li abbia messi a dura prova. I sussidi servono a tamponare, l’unica cosa che ci può salvare è poter lavorare. E mentre le imprese fremono, la nostra politica regionale sta a guardare. Neanche dopo il difficile periodo trascorso si sono attrezzati per adeguare il sistema sanitario all’emergenza. Tutto è rimasto come era prima. Vane promesse mai realizzate, solo spot promozionali rimasti parole al vento. Bandi, iniziative e tanto altro ma quanto di questo ha effettivamente aiutato le imprese?

«La colpa è anche di alcuni corpi intermedi che invece di sollecitare azioni hanno assecondato interessi di parte non pensando minimamente al benessere delle imprese. Penso ad esempio al protocollo per le vaccinazioni sui luoghi di lavoro, ormai diventato carta straccia visto che dal prossimo tre giugno tutti avranno la possibilità di vaccinarsi, a parte noi e pochi altri nessuno ha sollevato la propria voce per protestare, nonostante la vaccinazione dei dipendenti delle imprese avrebbe dovuto rappresentare la priorità assoluta dopo quella delle categorie a rischio. E invece ci ritroviamo di nuovo con nulla in mano.

«La Calabria merita di più – conclude Algieri – merita una classe politica organizzata e competente che ascolti i problemi e li risolva, invece di crearne. La Calabria è una regione morta se non ci sono le punizioni per chi sbaglia. Merita di essere la punta di diamante dell’offerta turistica, enogastronomica e culturale non degli sberleffi delle trasmissioni televisive. La Calabria è quella degli imprenditori che lavorano non degli assenteisti o dei politici che scaldano la poltrona. Siamo stanchi di essere tra gli ultimi per colpe non nostre è tempo che ci venga riconosciuto il nostro reale valore».

«Mentre tante Regioni d’Italia si apprestano a diventare zona bianca sentendo il profumo della libertà ormai da tempo persa, la Calabria resta ferma a guardare in quanto probabilmente sarà tra le ultime a effettuare il passaggio. Cattiva gestione della sanità, rallentamento nella somministrazione dei vaccini, incompetenza diffusa tra gli organi deputati a governarci tutti fattori che impediscono alla nostra Regione di stare al passo con le altre Regioni d’Italia»: il pensiero del presidente Algieri, in Calabria, trova molta condivisione. (rrm)

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Fisascat Cisl Calabria: Serve un patto sociale per il turismo

Fortunato Lo Papa, segretario regionale della Fisascat Cisl Calabria, ha ribadito la necessità di un patto sociale per rilanciare il turismo, sottolineando come «non possiamo permetterci passi falsi; bisogna approfittare del rilancio dell’economia legato alle riaperture e investire in modo cospicuo per fare turismo di qualità».

«Chiediamo di investire sulla digitalizzazione e sulle reti per favorire lo smart-action (le vacanze in smart working) ma anche di scommettere sulla formazione del personale e nella destagionalizzazione dell’offerta» ha dichiarato Lo Papa, che avverte: «Guardare oltre il Covid, non significa perderlo di vista. Ricordo che non sono ancora partite levaccinazioni nelle aziende. Questo non è accettabile dopo mesi di dibattiti e protocolli. Si tratta di passi importanti all’interno di una catena volta a ristabilire una quotidianità persa».

Il settore turistico, in particolare, è stato lasciato senza alcun tipo di indicazione o di sostegno da parte della Regione e del Governo in merito alle paventate vaccinazioni del comparto.

 «Su questo aspetto c’è un silenzio assordante – ha proseguito – non si intravede un termine temporale entro il quale la questione potrebbe essere affrontata. Eppure, la consapevolezza che la vaccinazione di coloro che sono impegnati nel terziario, nei lidi, nei ristoranti e in tutto ciò che in estate attende di potere rinascere, sia fondamentale per potere ripartire, dovrebbe ormai essere penetrata nei livelli istituzionali che hanno poteri decisionali e gestionali».

La voragine economica aperta dal Covid ha lasciato per primi a casa i giovani e le donne, ecco perché secondo il cislino nella redazione di una road map economica e occupazionale bisognerà tenerne conto e puntare al loro reinserimento. Ma il sindacalista guarda anche alle opportunità messe in campo dal governo come il Recovery Plan che prevede contributi per l’ammodernamento delle strutture al fine di renderle sostenibili e competitive dal punto di vista ambientale e dei consumi.

«La Calabria può e deve ripartire – ha concluso – non mancano le risorse e le opportunità. Ma ognuno deve fare la sua parte. Ecco perché rinnovo l’invito ad un imminente patto sociale». (rcz)

Fabrizio D’Agostino (Federalberghi Calabria): La Calabria è pronta a ripartire

«Noi siamo pronti e nelle prossime settimane gran parte dei grandi villaggi turistici riapriranno i battenti – Sicurezza e Vacanza –  questo è il nostro obiettivo» ha dichiarato Fabrizio D’Agostino, presidente di Federalberghi Calabria, nel corso della 71esima Assemblea di Federalberghi, aggiungendo che «abbiamo invitato in Calabria il ministro del Turismo Massimo Garavaglia».

Presenti, anche i componenti regionali Helen Loiacono,  Giovanni Notarianni e Giancarlo Formica, oltre al direttore Francesco Perino.  

«L’annus horribilis che ci lasciamo alle spalle – ha dichiarato Bernabò Bocca, presidente nazionale di Federalberghi – ha prodotto devastazione e sconforto. Le nostre imprese e i nostri collaboratori hanno patito oltre ogni misura. Il turismo è senz’altro il settore economico che più soffre per gli effetti della pandemia e, al suo interno, le strutture turistico ricettive e termali sono quelle che stanno pagando il prezzo più alto. I dati ufficiali rilevano che il 2020 si è chiuso con una perdita di 233 milioni di presenze, equivalente ad un calo medio del 53,4%, con punte in alcune località oltre l’80% – ma siamo pronti a rilanciare il turismo».

«La decontribuzione – ha detto il ministro Garavaglia – è una modalità fondamentale per far ripartire il turismo perché non c’è ristoro o indennizzo che tenga. Quello che serve per chi lavora è avere la possibilità di ripartire, di fatturare e poter investire nel proprio capitale. Decontribuzione con meno vincoli che stupidamente limitano questa possibilità. Questo è il primo obiettivo e vedrete che nel decreto c’è per il settore una riposta molto importante». (rrm)

In copertina, Giancarlo Formica, Massimo Garavaglia e Fabrizio D’Agostino

Innocenza Giannuzzi: Incomprensibile posizione del Viminale per il turismo fuori Nazione

Innocenza Giannuzzi, vicepresidente di Confartigianato Imprese Catanzaro, ha commentato l’«incomprensibile posizione assunta dal Viminale», che consente il turismo fuori dall’Italia e non lo spostamento tra i Comuni e le regioni.

«Da una parte – ha detto – i cittadini vivono di restrizioni ferree che impediscono in zona rossa e arancione di varcare i confini persino dei propri comuni, dall’altra si permette di poter fare i “turisti” fuori Nazione, come riportato da SkyTg24. E il nostro turismo, invece? Tutte le attività collegate ad esso son state inibite, è da un anno intero che si sogna la ripartenza, ma nulla di concreto è stato fatto. E dire che siamo un Paese invidiato in tutto il mondo, per la nostra storia, la nostra cultura, le nostre eccellenze enogastronomiche, i nostri scorci di paradiso, l’eleganza della nostra terra. Eppure siamo a un passo dal baratro».

«E il Governo che fa? – ha aggiunto –. Autorizza i viaggi di piacere senza passaporti vaccinali, per poi magari ritrovarci dopo le vacanze pasquali pieni di varianti e continuare a vedere il nostro Bel Paese tramutarsi ancor di più in un deserto arido che inghiotte la nostra economia. Consentiamo i flussi turistici mentre viviamo di regioni rosse e altre arancioni, dell’aumento costante dei casi Covid, degli ospedali saturi, di vaccini che non arrivano o non vengono somministrati, di aziende piegate. Ma il turismo fuori Nazione lo consentiamo lo stesso, senza riflettere su ciò che potrebbe comportare una simile scelta».

«Auspichiamo, quantomeno – ha concluso – rigidi protocolli di isolamento e appositi test anti-Covid per i “vacanzieri” al momento del rientro in Italia, come avviene in altre Nazioni. Auspichiamo che la nostra economia possa essere tutelata e predisposta a una ripartenza, se vogliamo davvero uscire da questo infinito tunnel». (rcz)

Vertice in Cittadella per definire piano d’azione per rilanciare il settore del turismo

Nella Sala Verde della Cittadella regionale l’assessore regionale al Turismo, Fausto Orsomarso, ha incontrato le principali categorie del mondo produttivo turistico calabrese per definire un piano d’azione che rilanci il settore turistico colpito dalla crisi legata alla pandemia di Coronavirus, valutando le proposte e i contributi progettuali che provengono dagli operatori, condividendo percorsi e strategie.

Presenti anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo e il presidente f.f. Nino Spirlì.

«Portiamo avanti – ha dichiarato il presidente Spirlì – questa idea nuova di turismo in Calabria, attraverso una visione che non prevede compartimenti stagni tra diversi settori, ma un’integrazione piena con il mondo dell’agricoltura e dei beni culturali. Partiamo da questa strategia, voluta dal presidente Jole Santelli e condivisa e sostenuta da tutta la Giunta».

«Nonostante la pandemia – ha detto ancora Spirlì – i dati complessivi della scorsa stagione turistica in Calabria sono stati molto buoni. Ora lavoriamo con gli operatori del settore per rendere sempre più appetibile la nostra terra agli occhi dei tanti visitatori che, anche quest’anno, sceglieranno di trascorrere una vacanza in Calabria».

«Si tratta – ha sottolineato l’assessore Gallo – di una iniziativa importante nel segno della ripartenza e che vede la piena sintonia tra i settori Cultura, Turismo e Agricoltura della Regione. Credo che ci siano ampi margini di sviluppo e di crescita e per nuove progettualità».«Nei prossimi giorni – ha proseguito –, presenteremo un progetto integrato molto importante sui sentieri enogastronomici. La Giunta regionale continua a lavorare per come avrebbe voluto il presidente Santelli».

«Quello di oggi – ha spiegato l’assessore Orsomarso – è un incontro con tutti gli operatori del turismo che servirà ad affrontare al meglio l’estate 2021. Un’azione di ascolto di tutti i protagonisti del settore rispetto alla programmazione che la Regione vuole mettere in campo».

«La Giunta – ha concluso – ha appena approvato una delibera relativa a una serie di investimenti per la prossima stagione. Ora vogliamo confrontarci e organizzare una ripresa di un settore in cui la Calabria può e deve essere protagonista». (rcz)