Senese (Uil Calabria): La sanità calabrese sta peggio di prima

«La sanità della nostra regione, dopo 14 anni di commissariamento sta peggio di prima, nonostante il budget assegnato al comparto ammonti a quasi 4 miliardi, per la precisione  3,391 miliardi». È quanto ha denunciato Maria Elena Senese, segretaria generale di Uil Calabria, nel corso della manifestazione a Roma di Cgil e Uil.

«Da oltre 10 anni si attende la costruzione di tre nuovi ospedali, mentre nel tempo diversi nosocomi sono stati chiusi e, soprattutto, le aree interne del territorio hanno enormi problemi di assistenza sanitaria», ha detto la sindacalista che, in Piazza a Roma, ha voluto mettere in mostra un reportage fotografico«attraverso la quale vogliamo mettere in risalto tutti i ritardi della sanità calabrese, tutte le problematiche con le quali ogni giorno sono chiamati a fare i conti le calabresi e i calabresi. Nella convinzione che la “vergogna è di chi non fa”».

«Il primo dato che abbiamo voluto evidenziare – ha detto Senese – sono i Lea (livelli essenziali di assistenza) un coefficiente attraverso il quale si calcola il livello delle prestazioni e dei servizi che il servizio sanitario riesce ad erogare ai cittadini. Il numero che riguarda la Calabria è sceso a 125, praticamente il più basso d’Italia. La soglia minima fissata dal Ministero della Salute è 160».

«La Calabria è maglia nera per le liste d’attesa – ha evidenziato –. Nella nostra regione, sempre di più le persone che rinunciano a curarsi. La flessione ha riguardato tutte le fasce d’età, ma è maggiore in quella degli anziani, con riduzioni di sei punti per le donne e anche tra i minori che ricorrono a visite specialistiche o tra le donne adulte per gli accertamenti».

«Allo stesso tempo – ha concluso Mariaelena Senese – cresce il numero dei calabresi che si indebitano per curarsi e di quelli che sono costretti a lasciare la Calabria per curarsi: il 43% dei pazienti calabresi scappa da questa regione per curarsi, mentre fra Cosenza e Reggio Calabria si registra la spesa corrente più bassa con 1.748 euro a fronte di una media nazionale di 2.140 euro». (rrm)

L’OPINIONE / Maria Elena Senese: La Calabria ha bisogno di un piano contro emigrazione giovanile

di MARIA ELENA SENESE – La Calabria è una regione ricca di risorse umane e potenziale economico, tuttavia, l’emigrazione giovanile verso il Nord Italia e l’estero rischia di compromettere il futuro della nostra terra. Giovani le cui speranze vengono tradite dal Governo che, all’interno delle leggi di bilancio, non si cura di definire con esattezza le voci di spesa rivolte specificatamente ai giovani.

Persiste, infatti, il problema della esatta quantificazione della spesa pubblica destinata ai giovani e questo nonostante la presenza di un Dicastero dedicato alle politiche giovanili e nonostante l’introduzione nel bilancio dello Stato, come riscontrabile nell’ultimo report editato dall’Osservatorio nazionale della gioventù, della nuova voce “Incentivazione e sostegno alla gioventù”.

Di fronte a questa realtà preoccupante, come Uil proponiamo alla Regione Calabria la realizzazione di un piano d’azione mirato per contrastare l’emigrazione giovanile e offrire nuove occasioni di lavoro alle giovani generazioni.

Tenendo nella debita considerazione il fatto che, in questi anni, i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e la messa a terra della dotazione finanziaria messa a disposizione dall’Europa e dal Governo dovranno servire per riscrivere il presente e disegnare il futuro della Calabria.

Tra le principali proposte trova spazio lo sviluppo di un percorso di formazione duale: associando l’istruzione scolastica con l’apprendistato pratico presso le imprese.

Ma anche la promozione dell’imprenditorialità giovanile, attraverso incentivi fiscali, agevolazioni burocratiche e accesso facilitato al credito. Incentivare la creazione di start-up innovative e sostenibili, supportando i giovani imprenditori con programmi di tutoraggio e formazione manageriale.

La Uil Calabria, poi, ritiene indispensabile il potenziamento delle infrastrutture regioni. L’obiettivo da raggiungere dovrà essere quello di investire nel potenziamento delle infrastrutture di trasporto e connettività digitale, migliorando l’accessibilità della Calabria e facilitando gli scambi commerciali e il turismo. Questo favorirà la creazione di nuove attività economiche e l’attrazione di investimenti Sarà importante favorire la collaborazione tra il settore pubblico e privato per identificare opportunità di investimento e sviluppo economico, promuovendo partenariati tra imprese, istituzioni educative e enti di ricerca per favorire l’innovazione e la creazione di nuove imprese.

Infine, promuovere l’integrazione sociale e lavorativa dei migranti presenti sul territorio calabrese, offrendo percorsi di formazione linguistica, professionale e culturale che favoriscano la loro inclusione nella società e nel mercato del lavoro locale.

Implementare queste misure richiederà un impegno congiunto e coordinato da parte del governo regionale, delle istituzioni locali, delle associazioni di categoria e della società civile. È essenziale adottare politiche lungimiranti e sostenibili che possano garantire un futuro prospero e inclusivo per la Calabria e per le sue giovani generazioni

Per questo, la Uil Calabria invita il governo regionale, le istituzioni locali, le associazioni di categoria e la società civile a collaborare attivamente per implementare queste proposte e adottare politiche lungimiranti e sostenibili che possano garantire un futuro prospero e inclusivo per la Calabria e per le sue giovani generazioni. (mes)

[Maria Elena Senese è segretaria generale di Uil Calabria]

A Cosenza il sit-in di Cgil e Uil: Un protocollo per legalità e sicurezza

È necessario «farsi portavoce con il governo nazionale per potenziare l’organico nell’Ispettorato del lavoro e nelle aziende sanitarie perché è necessario che gli organi ispettivi lavorino in sinergia per aumentare i controlli». È quanto hanno ribadito Angelo SposatoMaria Elena Senese, rispettivamente segretari generali di Cgil e Uil Calabria, nel corso dell’incontro con il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, avvenuto durante la manifestazione di Cosenza per rivendicare maggiore sicurezza sul lavoro e meno precarietà.

Sono stati incontrati, anche, il capo di Gabinetto della Prefettura Giuseppe Di Martino e il funzionario Gianfranco Rovito. Nell’occasione, è stato chiesto ai vertici della Prefettura «di farsi portavoce dell’esigenza di un protocollo per la legalità e sicurezza e di misure di tracciabilità sulla spesa dei fondi comunitari e Pnrrr con la Regione».

«Nel settore dell’edilizia e dell’agricoltura – ha detto Maria Elena Senese – si registrano maggiormente infortuni mortali e per questi settori bisognerebbe prevedere organi ispettivi dedicati, con tecnici specializzati. La Calabria ha un triste primato, da noi c’è un problema di lavoro sommerso importante che si annida specialmente nei subappalti a cascata. Dobbiamo provare a fare un’inversione di marcia ma non solo da parte da nostra, abbiamo bisogno di tutti, lavoratori, istituzioni e aziende».

«Aver precarizzato il lavoro in questi anni, rendendolo più debole, sottopagato e sfruttato – ha aggiunto Sposato – ha creato una cultura del disvalore del lavoro e quando c’è disvalore anche la sicurezza viene meno. Abbiamo bisogno di norme che creino deterrenza contro chi vuole utilizzare il lavoro sfruttato e mettere in pericolo la vita dei lavoratori, serve introdurre il reato penale di omicidio sul lavoro e selezionare le imprese attraverso la patente a punti».

«Abbiamo chiesto alla prefetta di interfacciarsi con il presidente della Regione – ha spiegato – e segnalare che è necessario, sui venti miliardi di spesa che ci saranno su Pnrr e sulla programmazione comunitaria, di fare dei protocolli di legalità e rintracciabilità della spesa».

«Gli interventi devono essere selettivi – ha concluso – e dare premialità solo alle imprese che investono sulla sicurezza del lavoro, perché abbiamo visto che laddove sono stati fatti i protocolli di legalità, anche in grandi opere pubbliche, gli incidenti sul lavoro sono diminuiti».

Simone Celebre, segretario generale di Fillea Cgil Calabria, ha, invece, chiesto di sollecitare da subito alla Regione un’ordinanza per il lavoro durante le giornate più calde.

Da parte della Prefettura abbiamo avuto la disponibilità a veicolare le istanze a livello nazionale e regionale. (rcs)

Maria Elena Senese è la nuova segretaria generale di Uil Calabria

Prestigioso incarico per Maria Elena Senese, eletta nuova segretaria generale della Uil Calabria, succedendo a Santo Biondo. L’elezione è avvenuta all’unanimità nel corso del Consiglio confederale svoltosi a Maida.

«In questi dieci anni – ha detto Santo Biondo – abbiamo costruito una comunità, fatta di donne e di uomini, che ha lavorato tanto e che è pronta a lavorare tanto per il bene delle calabresi e dei calabresi. Una comunità che è pronta ad esercitare la giusta pressione sulla politica e le istituzioni per fare in modo che i tanti problemi della Calabria, a partire dalla sanità per finire alle infrastrutture, senza dimenticare i diritti civili e sociali di una terra bella ma difficile, vengano affrontati e risolti».

«Dobbiamo stare in mezzo alle persone – ha ribadito Senese – dobbiamo ascoltare le loro richieste e trasformarle in soluzioni. Questa terra non può accettare l’interminabile emorragia di giovani che scappano verso il Nord o verso l’estero. Per questo impegneremo la Regione Calabria affinché riesca ad approntare un piano di sviluppo occupazionale e sociale che, non disdegnando la cura del fenomeno migratorio, sia in grado di riscrivere il presente e ridisegnare il futuro della Calabria».

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto augurando alla nuova segretaria «i miei più calorosi auguri di buon lavoro e le congratulazioni per questo importante riconoscimento», ha ringraziato Biondo «con il quale, in questi primi anni del mio mandato, abbiamo positivamente lavorato in sinergia per affrontare e risolvere tante emergenze».

«La mia Giunta giudica fondamentale il confronto con i corpi intermed – ha concluso – con le associazioni di categoria e con i sindacati.
Sono certo che continueremo a collaborare positivamente con la Uil, con Maria Elena Senese e con il segretario generale nazionale, Pierpaolo Bombardieri, per far crescere e riqualificare il lavoro e lo sviluppo in Calabria». (rcz)

 

UilFpl Calabria: Regione solleciti Governo per finanziamenti per contrasto e cura disturbi alimentari

La Uilfpl Calabria e il Coordinamento Pari Opportunità di Uil Calabria, hanno chiesto che la Regione solleciti il Governo «a rendere strutturali i finanziamenti per il contrasto e la cura dei Dna e, per quanto di sua competenza, promuovendo – attraverso le Asp – il potenziamento di queste strutture dal punto di vista occupazione e finanziario».

Per il sindacato, infatti, «il mancato finanziamento del fondo nazionale per la cura dei disturbi alimentari è uno strappo che il governo deve, prontamente, ricucire. A poco può bastare, in questo senso, l’inserimento nel decreto Milleproroghe di un emendamento che ripristina, ma per il solo 2024, questo fondo in maniera parziale».

«Ciò che serve nell’affrontare questi disturbi – viene evidenziato – che sempre più spesso affliggono anche minori in tenera età, è la certezza delle cure. Per ottenere questo risultato, per far si che i centro operativi in tutta Italia – di cui tre operativi in Calabria secondo quanto segnalato dall’Istituto superiore di sanità – possano offrire concretamente le loro prestazioni e assicurare i giusti trattamenti a chi ne ha bisogno, è fondamentale poter contare su un sostegno economico e finanziario strutturale».

«Chi è affetto da questa patologia – si legge nella nota congiunta – ha bisogno di un’attenzione permanente. Per questo è di fondamentale importanza che i centri impegnati nella diagnosi e nella cura di questi disturbi abbiano a disposizione dei posti letto dedicati, cosa che per il momento è prevista sulla carta solo per il centro che, sempre stando ai dati dell’Istituto superiore di sanità, sarebbe operativo a Cetraro e non a Catanzaro e a Crotone».

«Avere dei posti letto a disposizione di ogni centro significa, da una parte – si legge ancora – seguire al meglio chi ne ha bisogno e, dall’altra, limitare il ricorso alla migrazione sanitaria, con effetti benefici immediati sia per chi deve farsi curare e sia per la casse della sanità calabrese sulle quali gravano i costi di chi sceglie di farsi curare fuori regione. Le strutture, poi, sono spesso a corto di personale e, quindi, in difficoltà nello gestire le richieste di tutti coloro che manifestano disturbi dell’alimentazione».

«La Regione Calabria nel 2023 ha finanziato per oltre 780 mila euro il Piano di attività per l’assistenza ai pazienti affetti da disturbi della nutrizione e dell’alimentazione – viene ricordato –. Il piano, di durata biennale, dovrebbe concludersi al 31 dicembre dell’anno in corso. Vista la complessità e la delicatezza dei problemi affrontati, spesso schiacciati da temi all’apparenza più importanti, è necessario prevedere il rinnovo del Piano e, anche in questo caso, potenziare e rendere pluriennale la dote finanziaria».

«La Regione Lombardia, solo per fare un esempio, ha erogato 6 milioni di euro quando i fondi nazionali sono stati sospesi. Nessuno deve mai dimenticare che stiamo parlando di persone fragili», hanno ricordato ancora, ritenendo «importante chiedere alla classe politica che ci governa il varo del decreto attuativo utile a strutturare il percorso autonomo nei Lea dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione».

«Solo l’applicazione della legge del 2021, infatti – conclude la nota – potrà rendere operativa un’area specifica all’interno dei Lea per i disturbi alimentali e, allo stesso tempo, prevedere un budget specifico che serva a obbligare ogni Regione ad attuare i Livelli essenziali di assistenza per questi disturbi». (rcz)

L’OPINIONE / Santo Biondo: La sicurezza sui luoghi di lavoro non è un costo

di SANTO BIONDO – La sicurezza sui luoghi di lavoro non è un costo. La morte di un operaio a Castrovillari, a poche ore di distanza dalla tragedia di Firenze, è l’ennesima tragedia inaccettabile. C’è bisogno di aumentare il numero degli ispettori del lavoro, bisogna istituire una Procura nazionale e istituire il reato di omicidio sul lavoro.

Mentre la nostra regione deve dotarsi della Commissione regionale sulla sicurezza e l’emersione del lavoro irregolare. Questo territorio deve fare da apripista nazionale in questa materia così delicata.

La statistica dei lutti, anche in Calabria, è impressionante. L’Osservatorio nazionale di Bologna sui morti sul lavoro stima che, solo lo scorso anno, nella nostra regione sono morti 46 lavoratori – uno ogni 40 mila abitanti – numero che sale a 86 se si prendono in considerazione anche quelli frutto di incidenti in itinere.

Le cinque province calabresi, poi, non brillano nella tragica classifica dei decessi. Se Reggio Calabria si aggiudica la medaglia di bronzo dell’Osservatorio nazionale di Bologna con 7 morti, fanno peggio Catanzaro (medaglia di latta con 10 morti); Cosenza (22 morti ogni e medaglia di latta); Crotone (6 morti e medaglia di legno) e Vibo Valentia (6 morti e medaglia di legno).

Questi numeri ci fanno capire che la situazione è particolarmente critica e peggiora sempre di più mentre il Governo fa orecchie da mercante davanti alle nostre richieste.

Mentre cresce il ricorso ai contratti pirata, mentre si tagliano le ore di formazione e si rigettano le proposte di un aggravio delle pene con l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro e all’istituzione di una procura nazionale dedicata alla lotta di questo drammatico fenomeno, l’Ispettorato del lavoro attende che venga colmato il vuoto di oltre 1000 ispettori in pianta organica e si realizzi la riforma sulla sicurezza sui luoghi di lavoro che giace nei cassetti del ministero da oltre 16 mesi.

Una carenza che impedisce, di fatto, di intensificare i controlli sulla filiera degli appalti e di aumentare le ispezioni, di rendere sicuri i cantieri, di chiudere le porte a tutte quelle aziende che non rispettano i contratti e non fanno della legalità la stella polare della loro intrapresa. (sb)

[Santo Biondo è segretario generale Uil Calabria]

Biondo (Uil): La Calabria non vuole morire di ‘ndrangheta

«La Uil Calabria sarà al fianco di don Luigi Ciotti e di tutti coloro che scenderanno in piazza a Cassano allo Ionio perché questa terra non vuole morire di ‘ndrangheta e vuole dire basta al giogo mafioso». È quanto ha dichiarato Santo Biondo, segretario generale di Uil Calabria, annunciando l’adesione alla mobilitazione contro la ‘ndrangheta organizzata da Libera per il 17 febbraio.

«Riteniamo quella della partecipazione un’arma importante nel contrasto alla criminalità organizzata – ha aggiunto – determinante per isolare tutti coloro che fanno della violenza lo strumento per esercitare la supremazia sul territorio, per distorcere le regole del vivere democratico, per metterne sotto scacco l’economia».

«Contro il malaffare – ha ribadito – è necessario alzare il muro della legalità e ogni componente della società, in Calabria soprattutto, deve operarsi per cementare il proprio mattone, rendere questo argine invalicabile».

«L’escalation criminale che si sta registrando sul territorio di Sibari e del suo comprensorio non ci lascia tranquilli – ha concluso –gli appetiti delle cosche sono diventati famelici anche alla luce degli importanti finanziamenti che vi sono stati indirizzati e per questo, nel chiedere allo Stato una rinnovata attenzione sulla Sibaritide in particolare ma su tutta la Calabria in generale,  intendiamo unirci a tutti coloro che non vogliono più tacere». (rcs)

Biondo (Uil): Ribadiamo il nostro no all’autonomia

«Davanti ai partecipanti dell’assemblea regionale del Pd, abbiamo ribadito la nostra contrarietà all’autonomia differenziata», ha dichiarato il segretario generale di Uil Calabria, Santo Biondo.

«Abbiamo ricordato ai parlamentari – ha detto – la necessità di frenare il progetto anticostituzionale dell’autonomia differenziata, devono farlo senza guardare all’appartenenza politica, perché mentre questa scellerata riforma va avanti in Parlamento non sono stati definiti i Livelli essenziali delle prestazioni».

«Il ministro Calderoli e il Governo – ha ricordato – vogliono sviare il problema di fondo e confondere l’opinione pubblica perché, sino ad oggi, non ci hanno detto quale sarà il costo del regionalismo differenziato e dove si andranno a prendere le risorse in conto capitale per realizzarlo e, soprattutto, evitano di dire come verranno finanziati i Lep per le regioni che non sceglieranno di aderire all’autonomia differenziata e che hanno una ridotta capacità fiscale».

«La perequazione delle risorse, proprie mentre assistiamo alla pesante riduzione del Fondo perequativo infrastrutturale – ha continuato –, è il tema fondamentale da approfondire e rendere chiaro agli italiani. Le modifiche prodotte, in questo anno di discussione, al Ddl Calderoli non vanno al cuore del problema, mentre in maniera subdola e colpevole, con il sostegno di parlamentari incapaci di opporsi a questa sfrenata secessione, si porta avanti un progetto che spaccherà in due l’Italia».

«È sulla partita economica che, nell’indifferenza di buona parte del ceto politico nazionale e locale, si giocherà il destino di una norma di bandiera che rischia di spaccare il Paese definitivamente in due, di allargare quei divari di cittadinanza già insopportabili allo stato dei fatti», ha detto Biondo, ribadendo come «prima di parlare di autonomia differenziata nei termini pretestuosi imposti dal ministro, sia di fondamentale importanza correggere e dare attuazione alla 42/09 che è la legge che contiene i criteri per dare attuazione al regionalismo differenziato per come è disegnato dalla Costituzione. Invece, non si vuole mettere sul tavolo il tema del residuo fiscale, tanto caro ad alcuni presidenti di regione del nord Italia, e della sua regolazione attraverso il fondo perequativo».

«Insieme al capitolo residuo fiscale, poi, vanno definiti fabbisogno e costi standard, al fine di determinare quanto serve a ogni regione per poter finanziarie i propri Lep», ha detto ancora, sottolineando come «se non si fa questa operazione, il divario si amplierà sempre di più, perché regioni che hanno le potenzialità di attrarre investimenti privati andranno ad ampliare le proprie entrate fiscali e, quindi, anche i propri fabbisogni e i propri servizi, e avranno la possibilità, per esempio, di aprire nuovi asili nido o di migliorare ancora di più le proprie politiche sociali ed occupazionali».
«Questo a discapito di quelle regioni che, come la Calabria – ha concluso –, sono svantaggiate per una questione di contesto e non riusciranno ad attrarre investimenti privati o addirittura perderanno investimenti e dunque perderanno capacità fiscale e, quindi, avranno meno servizi, non potranno far crescere gli interventi per migliorare il sistema scolastico o quello sanitario, e finiranno per vedere sempre più allargarsi il proprio divario rispetto al resto del Paese». (rvv)

La Uil Calabria presenta “La tua sicurezza non è uno yoyo”

Una nuova campagna della Uil contro i rischi che si possono correre sul posto del lavoro. La campagna “La tua sicurezza non è uno yoyo – Dopo un infortunio non si può tornare indietro”, dal 22 al 26 gennaio prossimo venturo, approderà presso la sede della Uil Calabria di piazza Matteotti 6 a Catanzaro.

Per presentare l’iniziativa, alle ore 10.30 del 22 gennaio 2024, si terrà un punto stampa cui prenderanno parte il segretario confederale della Uil, Santo Biondo; il coordinatore regionale della Uil Artigianato, Benedetto Cassala; il presidente dell’Ebac Calabria, Paolo D’Errico; il vice presidente dell’Ebac Calabria, Luigi Veraldi e il presidente di Opra Calabria, Michele Gigliotti.

In questa occasione, anche grazie alla presenza di un gazebo che ospiterà gli Rlst ed Rsb dell’artigianato saranno sperimentati “I laboratori giovanili per un welfare di successo nell’artigianato” dove gli studenti delle scuole superiori, prossimi alla vita lavorativa, potranno conoscere il mondo della bilateralità artigiana e avranno anche l’occasione di offrire una loro idea di sviluppo della cultura sicurezza nei luoghi di lavoro.

Gli Rlst della Uil artigianato somministreranno un primo questionario che consentirà agli studenti di esprimere le loro idee sulle prestazioni di welfare, al termine della compilazione verrà regalato loro uno yoyo (che richiama l’iniziativa).

Mentre un secondo questionario sarà consegnato ad ogni studente che avrà qualche giorno di tempo per esprimere, attraverso la compilazione, una propria idea utile a divulgare la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro.

All’esito tutte le idee saranno valutate da una commissione composta da un delegato Uil, uno Ebac, unitamente ad un delegato degli Rlst che ha distribuito i questionari. L’idea vincente sarà premiata con un monopattino elettrico Xiaomi. (rcz)

Rizzo (Uil RC): Il Governo è distratto alle richieste che maturano in Calabria

«Il Governo è molto distratto rispetto alle richieste del maturano in Calabria e, in particolare, rispetto a quelle che rappresentiamo quotidianamente su questo territorio». È quanto ha dichiarato Giuseppe Rizzo, eletto all’unanimità segretario di Uil Reggio Calabria.

«La vicenda legata al porto di Gioia Tauro, che si inserisce negli atavici e ancora irrisolti problemi della mobilità e della sanità, è il sintomo più preciso di quello che stiamo dicendo. Una vicenda, quella legata alla normativa europea, che ci è sembrata il frutto di una sciatteria generale della classe politica nazionale e locale e di una scarsa attenzione prestata ai segnali che arrivavano da Bruxelles da parte chi ha il compito di governare questo Paese», ha detto ancora Rizzo, nel corso dei lavori congressuali svoltosi nei saloni dell’Hotel La Lampara di Pellaro.

Presenti, anche, il segretario organizzativo della Uil, Emanuele Ronzoni, il segretario confederale della Uil, Santo Biondo. I lavori  sono stati moderati dal Segretario organizzativo della Uil Calabria, Anna Rita Mancuso.

Affiancheranno il neo Segretario generale della Uil di Reggio Calabria nel suo lavoro i componenti della nuova segreteria provinciale che, dopo il voto delle delegate e dei delegati al congresso, risulta così composta: Giuseppe Cantarella; Marisa Cogliandro; Gaetano Germoleo; Giacomo Larosa; Santoro Romeo e Gaetano Tomaselli. Mentre Francesco D’Amico è stato chiamato a ricoprire il ruolo di tesoriere della camera sindacale territoriale della Uil di Reggio Calabria.

«Noi siamo in grado di andare da soli senza sfigurare. La Uil è cresciuta – ha detto il Segretario organizzativo della Uil, Emanuele Ronzoni –  ed è diventata punto di riferimento sindacale nelle trattative con il Governo. Siamo in grado di determinare l’azione sindacale in questo Paese, grazie al nostro Segretario generale, alle nostre categorie, ai nostri rappresentanti territoriali. La linea di questo Governo è chiara, non è favore delle lavoratrici, dei lavoratori e dei pensionati e il prossimo anno sarà assai difficile e noi saremo sempre più impegnati nel non lasciare da solo chi è rimasto indietro. Solo facendo rete insieme si otterranno gli obiettivi che ci siamo prefissati».

Anche nell’intervento del Segretario confederale della Uil, Santo Biondo, sono riecheggiati temi di valenza nazionale.

«Questo Governo – ha detto Santo Biondo – è lontano dai problemi del Paese. Si muove per difendere interessi diversi da quelli collettivi. Lo stiamo dicendo senza sosta, lo stiamo sostenendo ai tavoli ministeriali ai quali siamo stati chiamati a partecipare ma il Governo non ci vuole ascoltare e per questo siamo scesi in piazza e non tarderemo a farlo se dovesse maturare la necessità di alzare il livello della nostra protesta». (rrc)