Il Rettore dell’Unical Nicola Leone nominato presidente del Comitato delle Università Calabresi

Prestigioso riconoscimento per Nicola Leone, eletto presidente del Comitato delle Università Calabresi, organo che si occupa di fornire pareri riguardo alla programmazione del sistema universitario, coordina iniziative in materia di orientamento, diritto allo studio e accesso all’istruzione universitaria.

L’elezione è avvenuta il 22 gennaio all’unanimità da parte dei rettori delle altre università calabresi e dei rappresentanti degli studenti. Il neo eletto resterà in carica fino al termine del mandato da rettore, portando con sé la sua vasta esperienza accademica e la sua visione strategica per la promozione della ricerca e dell’innovazione. La responsabilità della segreteria del Coruc è stata affidata alla dottoressa Maria Teresa Guaglianone che ha già una lunga esperienza nella gestione degli organi di governo dell’Università della Calabria.

Nicola Leone, nato a Diamante nel 1963, è professore ordinario di Informatica all’Unical e vanta un curriculum di straordinario spessore. Laureato in Matematica proprio all’Unical, già a 30 anni ha vinto un concorso da professore in Austria ottenendo la cattedra alla Technische Universität Wien, ma nel 2000 ha deciso di tornare nella sua terra natale per contribuire allo sviluppo della regione. Le sue ricerche spaziano dall’Intelligenza Artificiale alle Basi di Dati, ha creato un sistema di AI, chiamato DLV, utilizzato in università e centri di ricerca di tutto il mondo, sperimentato persino al Cern e alla Nasa. Ha formato un gruppo di ricerca di alto livello, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti scientifici nazionali e internazionali. Molti dei suoi allievi hanno ricevuto importanti premi nel campo dell’Intelligenza Artificiale e sono oggi professori universitari in Italia e all’estero.

Il suo impegno nell’insegnamento è notevole, ha creato un corso di laurea in Informatica che ha un tasso di occupazione del 100% a due soli mesi dalla laurea, con salari superiori alla media nazionale (dati Almalaurea). Ha ricoperto diverse posizioni di responsabilità all’Università della Calabria, dimostrando la sua dedizione alla promozione della qualità dell’istruzione e della ricerca. Ha, inoltre, ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per il suo lavoro, e le sue ricerche hanno avuto un impatto significativo nel campo dell’Intelligenza artificiale. 

Eletto Rettore dell’Unical nel 2019, Leone ha dato una forte spinta innovativa all’ateneo, dalla didattica all’internazionalizzazione, caratterizzando la sua azione sull’apertura dell’università al territorio e sul reclutamento di qualità. Inoltre, la sua azione politica sta costruendo un importante percorso inverso per i cosiddetti “cervelli in fuga”, attraendo in Calabria docenti e ricercatori che portano con sé esperienze, conoscenze e competenze acquisite in altre regioni o all’estero, con un impatto positivo sulla formazione di nuove generazioni di professionisti altamente qualificati.

La nomina di Leone a presidente del Coruc rafforzerà ulteriormente queste sinergie e contribuirà a consolidare il ruolo degli atenei calabresi nella ricerca scientifica e tecnologica, a livello nazionale e internazionale.

Il neo eletto presidente, nell’accettare la nomina, ha ringraziato i membri del Coruc per la fiducia accordatagli e ha assicurato il suo impegno per potenziare ulteriormente il sistema universitario regionale.

Il Rettore dell’Unical ha auspicato una forte sinergia tra le istituzioni accademiche calabresi e gli enti locali e regionali, nel reciproco rispetto dei ruoli istituzionali. La collaborazione, secondo Leone, sarà fondamentale per tracciare la via dell’innovazione e dello sviluppo per il futuro degli studenti calabresi, rispondendo appieno alle loro esigenze formative e occupazionali. (rcs)

L’Unical nel 2024 mette al centro gli studenti

di FRANCO BARTUCCI – Borse di studio, nuovi alloggi, strutture sportive e servizi di qualità. È su questo che l’Università della Calabria incentrerà le sue azioni per il 2024, mettendo al centro gli studenti attraverso 265 milioni di euro che sono stati approvati nel bilancio dal Senato Accademico.

Un risultato reso possibile dalla quadra che ha lavorato per predisporre tutti gli elaborati realizzativi, tra cui la prof.ssa Patrizia Piro per le sue competenze legate anche alla gestione del Campus universitario Centro Residenziale. Tornando ai fondi, questi saranno utilizzati per la riduzione della migrazione studentesca e degli abbandoni, l’innalzamento della produttività scientifica, il reclutamento di qualità, la realizzazione dei progetti del Pnrr, la terza missione e il supporto al sistema sanitario regionale. 

Forti investimenti saranno riservati a residenze e strutture sportive, all’efficientamento energetico e alle infrastrutture tecnologiche. Tra i punti principali il sostegno del diritto allo studio, l’attenzione al counseling psicologico e alla socialità, la programmazione e il reclutamento di qualità. Nel documento previsionale sono state accolte anche numerose proposte avanzate dai rappresentanti degli studenti e del personale tecnico amministrativo. 

Studenti

Per le borse di studio sono stati complessivamente previsti circa 21 milioni di euro per il 2024, a fronte dei 18,5 dell’anno precedente. Anche quest’anno previsti fondi di ateneo, in aumento a 3 milioni di euro. Per le collaborazioni part time sono stati stanziati 406.000 euro all’anno, con un aumento a 10 euro all’ora per i ragazzi impegnati in tale servizio. Il bilancio tiene conto anche dei capitoli inclusione e counseling psicologico per i quali arriveranno fondi per circa 100.000 euro, a fronte dei 60.000 dello scorso anno. Grazie all’aumento nel numero di psicologi, i colloqui potranno essere programmati tutti i giorni e il numero per studente passerà da 4 attuali a 6. Confermata anche quest’anno la destinazione dei proventi del 5X1000 per premiare gli studenti eccellenti, con un’ulteriore aggiunta di 90.000 euro da fondi di ateneo. Per la riduzione della migrazione studentesca e degli abbandoni sono stati previsti interventi di tutorato per un valore nel triennio pari a circa 1,7 milioni di euro, di cui circa 730.000 nel 2024.  Mentre per il 40° ciclo dottorale sono state previste 48 borse e fondi per la didattica.

Grande attenzione anche alla socialità: per la sistemazione di locali per attività commerciali sono stati stanziati 600.000 euro, partirà anche la nuova radio di ateneo con un investimento di circa 192.000 euro, mentre 60.000 serviranno a garantire un’aula studio per gli studenti fino a mezzanotte e nei weekend. In biblioteca sarà messo a disposizione degli studenti anche uno spazio per scambio libri. È stato stipulato, inoltre, il contratto per distributori di bevande e alimenti, mentre è in uscita la gara per la concessione del Caffè del Teatro Auditorium alla quale seguirà quella per la concessione della gestione dei due cinema.

Mobilità

È stato pubblicato il bando per l’attivazione del servizio navetta, precedentemente andato a vuoto, che prevede il trasporto gratuito ad uso esclusivo della comunità universitaria e si prevede di espletare la procedura entro gennaio 2024. Il vincitore avrà 4 mesi per acquisire i mezzi elettrici e avviare il servizio. Da qualche settimana è stato attivato il servizio per studenti e dipendenti per l’utilizzo della piattaforma di car pooling Be Pooler che consente di condividere gli spostamenti in auto tra più persone che viaggiano da o verso Unical, mentre è in fase di avvio la sperimentazione di un servizio gratuito di monopattini in condivisione all’interno del campus, per i quali si prevede di avviare la sperimentazione entro marzo 2024.

Strutture e infrastrutture

Investimenti totali per circa 65 milioni, di cui per le residenze più di 10 milioni, 9 per strutture sportive, 10 milioni sono destinati all’efficientamento energetico e 9 alle infrastrutture tecnologiche. Previsti a bilancio anche 100.000 euro per interventi di abbattimento di barriere architettoniche individuate con la mappatura effettuata e finalizzati a migliorare l’accessibilità alle strutture del Campus, concepito quando l’attenzione verso questo tema era ancora lontana.

Ricerca, reclutamento e internazionalizzazione

Per l’innalzamento della produttività scientifica sono stati stanziati per materiale bibliografico, riviste on-line ed accesso a banche dati (SBA) circa 2,6 milioni di euro. Sempre a sostegno della ricerca, sono stati destinati 350.000 euro per iniziative propedeutiche alla presentazione di progetti  Horizon Europe. Saranno assunti 45 ricercatori, 30 nel 2024 e 15 nel 2025, e continueranno le politiche di reclutamento che hanno consentito di attrarre studiosi di chiara fama e che favoriranno, anche nel prossimo anno, il “rientro di cervelli” dall’Italia e dall’estero all’Unical. Programmati anche dei posti di professore destinati alle progressioni di carriera dei docenti interni. Infine, per il miglioramento dell’attrattività internazionale dell’ateneo e della mobilità in uscita, sono stati resi disponibili nel triennio più di 2,4 milioni di euro.

Terza missione

Per azioni di trasferimento tecnologico e public engagement sono disponibili sul triennio circa 3 milioni destinati alla realizzazione del Palazzo delle innovazioni, presso l’ex Cud, il potenziamento degli incubatori di impresa, nonché la promozione di startup e spin-off, utilizzando anche i fondi dei progetti Pnrr e i finanziamenti dell’Ecosistema dell’innovazione Tech4you. Proseguirà l’attuazione del progetto sanità, con l’assunzione di specialisti universitari che prenderanno la guida dei reparti e consentiranno l’attivazione di importanti scuole di specializzazione medica.

Personale

Prevista, per il biennio 2024-2025, l’assicurazione sanitaria gratuita per tutti i dipendenti (800.000€). Stanziati fondi per la formazione e per la valorizzazione del personale tecnico amministrativo per l’importo di 558.000 euro. A breve, inoltre, l’assunzione a tempo indeterminato di 80 unità di personale, attingendo a graduatorie attive e ai 51 posti banditi per profili amministrativi e informatici. (fb)

 

Unical e Lega Navale insieme per la conoscenza e il monitoraggio del mare

Sviluppare attività di ricerca scientifica e di progetti congiunti su tematiche di interesse legate al mare, alla costa e alle acque interne, con particolare attenzione all’educazione e al monitoraggio ambientale. È questo l’obiettivo del protocollo siglato a Roma tra l’Università della Calabria e la Lega Navale Italiana.

«È molto importante per l’Università della Calabria l’accordo siglato con la Lega Navale Italiana perché ci consente di rafforzare la collaborazione sia dal punto di vista del monitoraggio ambientale che della ricerca per quanto riguarda il mare. Quest’anno l’Università della Calabria ha avviato un Corso di laurea in Tecnologie del Mare e della Navigazione che si aggiunge alle numerose attività scientifiche portate avanti dai nostri ricercatori nel contesto marino», ha dichiarato il professor Francesco Scarcello, Prorettore vicario dell’Unical.

«L’accordo con l’Università della Calabria amplia il numero di atenei con cui la Lega Navale Italiana collabora, in particolare nell’area della formazione e del monitoraggio dei parametri vitali del mare, delle coste e delle specie protette, con un numero sempre maggiore di soci coinvolti e di ricercatori e docenti che entreranno a far parte del nostro Centro Culturale Ambientale, il comitato tecnico-scientifico della LNI che supervisiona le attività dell’associazione in questo ambito», ha spiegato l’ammiraglio Donato Marzano, Presidente nazionale della Lega Navale Italiana. Il Protocollo d’intesa LNI-Unical contribuisce a rafforzare il legame dell’associazione con le istituzioni della Calabria.

Insieme al Prorettore Scarcello e al Presidente Marzano, erano presenti in occasione della firma dell’accordo il professor Giacinto Baggetta dell’Università della Calabria, già Presidente della LNI Sezione di Davoli, Gianni Liotti, Presidente della LNI Sezione di Crotone e Giovanni Pugliese, storico socio della Lega Navale e per anni alla guida del sodalizio crotonese. (rrm)

 

Il prefetto Franco Gabrielli apre il Master sull’Intelligence all’Unical

di FRANCO BARTUCCIServizi di Intelligence in Italia nel XXI secolo è il titolo della lezione tenuta dal prefetto Franco Gabrielli, Autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica nel Governo Draghi e attualmente delegato alla Sicurezza del Comune di Milano, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Il Prefetto Gabrielli ha esordito dichiarando la non ortodossia del suo approccio e sottolineando il rapporto, inversamente proporzionale, tra ciò che si fa e ciò che si propaganda. Ha poi evidenziato la percezione comune che, non di rado, associa il concetto di intelligence ai servizi deviati, chiarendo che si tratta di una accezione impropria e storicamente errata e chiarendo che in molte occasioni alcune parti degli apparati d’intelligence sono state più fedeli all’Alleanza Atlantica che alla Carta Costituzionale.

Il Prefetto ha poi ricordato l’importanza strategica dell’Intelligence, evidenziando una carenza di sensibilità nei confronti di tale disciplina da parte della società italiana. 

Secondo Gabrielli, la storia dei nostri Servizi si presenta come percorso frammentato, caratterizzato dalla mancanza di una legislazione unitaria, contraddistinta da un «sistema binario antagonista, con un forte anelito unitario» che il legislatore, con la prima legge del 1977, ha trasformato da “sistema binario antagonista in sistema ibrido”.  

Infatti il Sismi è stato associato al controspionaggio. consentendogli di operare all’interno del Paese e di assumere le vesti di Servizio generalista, mentre il Sisde era stato concentrato soprattutto sull’antiterrorismo, che allora insanguinava il Paese.

L’assetto dei Servizi si basava su una dualità tra gli apparati interno ed esterno, spesso in competizione tra loro che si manifestava nella competizione tra Sismi e Sisde, per dimostrare una presunta supremazia.

Ulteriore passo nella storia dell’intelligence italiana è rappresentato dalla legge 124 del 2007 che presenta requisiti favorevoli.

«Si tratta – dice Franco Gabrielli – di una legge di iniziativa parlamentare approvata all’unanimità, che ha attribuito all’Aisi il compito di controspionaggio sul territorio italiano, mantenendo all’Aise la responsabilità della controproliferazione anche all’interno, consentendo a quest’ultima struttura di operare entro i confini nazionali». 

Rimarcando il tema della frammentarietà del potere come limite del sistema italiano, il prefetto Gabrielli ha evidenziato la mancanza di un modello dinamico di controllo, esprimendo preoccupazione per il timore diffuso di un eccessivo accentramento del potere, che ritarda una “necessaria riforma dei Servizi”.

Individuando due missioni sostanziali per i Servizi, Gabrielli ha sottolineato prioritariamente l’urgenza di consentire al decisore politico di svolgere funzioni determinanti. Tuttavia – aggiunge l’ex Capo della Polizia – questo richiederebbe una «cultura dell’intelligence, in quanto lo scenario politico italiano contemporaneo considera l’intelligence erroneamente un mondo di dossieraggio mentre in realtà è un mondo con straordinario potenziale per tutelare gli interessi nazionali».

La seconda missione identificata da Gabrielli riguarda l’analisi delle informazioni, la cui quantità di dati è sterminata. Pertanto, la valutazione delle informazioni presuppone un’altissima specializzazione degli operatori di intelligence.

Con soli quattro mila operatori in organico nel comparto dei Servizi, Gabrielli ha posto l’accento sulla questione centrale della selezione e la “qualità umana” degli operatori di intelligence, osservando le differenze tra l’approccio degli operatori delle forze di polizia e quello degli operatori d’intelligence. 

Ha altresì ricordato due contributi che, in qualità di Autorità delegata, ha cercato di apportare alla crescita dell’intelligence: l’istituzione del “clandestine service”, che protegge gli operatori AISE negli scenari esteri, e la creazione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, facilitata dal Pnrr focalizzata sulla resilienza cibernetica. 

Su quest’ultimo aspetto, Franco Gabrielli ha delineato agli studenti del Master quattro pilastri: «cyber-resilienza, conferendo all’Acn un ruolo di coordinamento specifico; cyber intelligence, propria delle agenzie Aise e Aisi; cyber-defense, concernente il comparto militare; cyber-investigation prerogativa delle forze di polizia e in particolare della Polizia Postale». 

Ma Franco Gabrielli ha parlato infine dell’intelligence come di «un asset fondamentale dello Stato», precisando che i decisori politici devono rendersi consapevoli della sua rilevanza strategica e ricordando il rischio che le informazioni dell’intelligence siano ignorate, come a volte accaduto in passato.

Gabrielli ha quindi concluso, sostenendo che, «in un contesto sociale e politico dominato dai sondaggi, ogni argomento rischia di essere banalizzato, compresa l’intelligence che, sottratta al dibattito scientifico, diviene oggetto di discussione da bar».

Ha quindi chiarito che il rapporto tra politica e apparati di sicurezza è «profondamente connesso alla cultura che, come tutti i processi sociali, ha bisogno di tempo per essere compreso e utilizzato al meglio». 

Riguardo alla «riforma dei Servizi”, il Prefetto ha ribadito che rimane principalmente un problema culturale, per cui sono aumentate le resistenze, ricordando però che “la sicurezza è un bene comune che va al di là degli orientamenti politici  e che deve perseguire interessi generali».

Per gli studenti del Prof Mario Caligiuri, direttore all’Università della Calabria del Master, una lezione fondamentale, e seguita dall’inizio alla fine con un silenzio quasi religioso. Il via ufficiale al Master di Intelligence non poteva avere in realtà interlocutore più privilegiato di questo. (fb)

RENDE (CS) – Si presenta il progetto “A casa il cuore della Comunità”

Domani mattina, a Rende, alle 11, nella Sala Stampa dell’Università della Calabria, sarà presentato il progetto A casa il cuore della comunità dell’Associazione Conimieiocchi, consistente in laboratori di teatro sociale rivolti ai ragazzi dei quartieri popolari di Rende e Cosenza.

In continuità con i progetti realizzati negli ultimi due anni con le donne della Casa Circondariale di Castrovillari, l’iniziativa è rivolta ai minorenni di alcuni quartieri popolari dell’area urbana di Rende e Cosenza.

Il progetto nasce, infatti, dal bisogno emerso durante momenti di osservazione e monitoraggio dei laboratori teatrali svolti nella Casa Circondariale di Castrovillari – sezione femminile. Il tema più caro alle detenute era la relazione con i propri figli e l’impossibilità ad avere un contatto costante con loro. Scaturiva da ciò una complessa moltitudine emozionale, che grazie al teatro ha trovato la strada della trasformazione e consapevolezza. Da ciò ConimieiOcchi ha iniziato ad interrogarsi sulla necessità di lavorare con quei minori coinvolti in processi emotivi e sociali non facili da elaborare, in contesti urbani marginali, fuori dalle mura carcerarie.

L’obiettivo di “A casa il cuore della comunità” è quello di creare uno spazio di sperimentazione sociale e artistico, per sviluppare il senso di comunità e consapevolezza personale e collettiva, attraverso diversi laboratori creativi, distinti e complementari. Ovvero, il laboratorio di teatro con ragazze e ragazzi “Alla scoperta del tesoro della nostra comunità” che si configura come un piccolo viaggio di scoperta partendo dalla creazione del gruppo, il gioco, lo spazio magico del teatro, la ricerca delle storie, la scrittura creativa al fine di realizzare una performance finale da condividere con la comunità. Il “laboratorio di teatro sociale dedicato ai genitori”, finalizzato ad aprire uno spazio creativo e riflessivo sulle dinamiche genitoriali, attraverso il gioco, tecniche di teatro sociale, consapevolezza del sé e momenti di condivisione collettiva. E ancora, il laboratorio di espressione musicale con ragazze e ragazzi dal titolo Come suona il mondo intorno?, un’esperienza di scoperta dei luoghi e delle storie che animano la comunità, attraverso l’esplorazione dei suoni, degli elementi naturali, degli strumenti musicali e della voce.

Qui la guida sarà rappresentata da giochi esplorativi e di ascolto e infine sarà creata un’orchestra narrante che racconterà il quartiere e la comunità attraverso la musica. E, infine, il laboratorio video Racconto il mio quartiere con ragazze e ragazzi, percorso di avvicinamento alle tecniche multimediali per la realizzazione di piccoli video individuali e/o collettivi.

Le attività partiranno nel mese di gennaio prossimo nel cuore del quartiere Villaggio Europa di Rende, in stretta collaborazione con “La Casa dei diritti sociali”, e con Arci-Cosenza Aps, Centro Women’s Studies Università della Calabria, Polo Universitario Penitenziario-Università della Calabria, Auser di Rende.  “A casa il cuore della comunità” è co-finanziato dall’otto per mille della Chiesa Valdese.

Durante la conferenza stampa di martedì verrà presentato anche il documentario del progetto “A casa: il ritorno a noi”, regia di Antonio Cuda, con la partecipazione delle donne della sezione femminile di Castrovillari e un gruppo di donne dell’Auser di Rende. (rcs)

 

All’Unical riflessioni e sfide nell’antimafia

All’Università della Calabria si è svolto il convegno Dalle stragi nascono i fiori, con ospite d’onore Pino Maniaci, giornalista antimafia noto per il suo coraggio nell’affrontare le nefandezze di Cosa Nostra attraverso il suo lavoro a Telejato.

Moderato da Samuele Broccolo e Cesare Filice, l’incontro si è aperto con un’analisi delle ere stragiste di Cosa Nostra, con attenzione alle stragi di Capaci (1992) e di Via D’Amelio (1992). Maniaci ha guidato il pubblico attraverso queste tappe, evidenziando il profondo impatto sulla società siciliana e italiana. 

L’era stragista è stata descritta come un periodo oscuro, caratterizzato da attacchi devastanti che hanno cambiato il volto della lotta contro la mafia, segnando un punto di svolta nella percezione pubblica della criminalità organizzata.

Il giornalista ha condiviso riflessioni sulla trasformazione di Cosa Nostra nel corso del tempo, sottolineando i cambiamenti significativi subiti dall’organizzazione nel tentativo di adattarsi alle pressioni e modificare le sue strategie. 

L’analisi del passato ha fornito una chiave di lettura preziosa per comprendere l’attuale panorama della criminalità organizzata.

Il convegno ha esplorato il ruolo cruciale del giornalismo nella lotta contro Cosa Nostra. Pino Maniaci ha condiviso il suo impatto nel modellare l’opinione pubblica e sensibilizzare sulla reale portata del fenomeno mafioso. 

Il giornalista ha sottolineato l’importanza di una stampa libera e coraggiosa nel promuovere la verità, narrando le sfide incontrate nel suo lavoro giornalistico. 

Le minacce e le pressioni non hanno mai intaccato la sua determinazione, evidenziando il coraggio necessario per affrontare la mafia attraverso le pagine di un giornale, un microfono e una telecamera.

Esperienze Personali: Una Vita Tra Microfoni e Minacce

Maniaci ha condiviso momenti significativi della sua carriera, tra cui l’attacco subito. Il parallelo con l’attivismo di Peppino Impastato e le percosse subite hanno rivelato il prezzo personale pagato per la ricerca della verità. 

Maniaci ha aperto il suo cuore sulle conseguenze personali delle sue indagini, affrontando criticità familiari e personali e mostrando al pubblico il volto umano di chi si trova a sfidare il potere della mafia.

Il Ruolo dei Media: Una Luce Sul Crimine Organizzato

Maniaci ha evidenziato il ruolo chiave dei media nella lotta contro il crimine organizzato, sottolineando la necessità di una copertura mediatica responsabile, capace di mettere sotto i riflettori le attività criminali senza compromettere la sicurezza delle persone coinvolte. 

La responsabilità etica nel raccontare storie legate a Cosa Nostra è stata affrontata, bilanciando l’informazione pubblica con il rispetto per la privacy delle persone coinvolte. Il convegno si è concluso con uno sguardo al futuro.

Maniaci ha identificato le sfide che ancora affliggono la Sicilia e l’Italia nella lotta contro il crimine organizzato, esprimendo al contempo la speranza di un futuro più giusto e libero dalla minaccia mafiosa. 

In un dibattito aperto, sono emerse domande sulla corruzione nell’antimafia, sottolineando la necessità di riforme e vigilanza. Il caso di Silvana Saguto è stato portato all’attenzione del pubblico, evidenziando le criticità del sistema e suggerendo la necessità di affrontare le conseguenze delle false accuse.

Il convegno, organizzato dalle associazioni studentesche “Welcome to Unical” e “Aurora Agorà,” si è concluso con un’atmosfera carica di speranza, consapevole che, anche dalle tenebre delle stragi, possono nascere fiori di verità, giustizia e cambiamento. (rcs)

Giovedì si presenta la Ricerca sulla Valorizzazione di olio e territori agricoli rurali attraverso il Turismo delle Radici

Giovedì 14 dicembre, nell’Aula Sorrentino dell’Unical, alle 15, sarà presentata la Ricerca sulla valorizzazione di olio e territori agricoli rurali attraverso il Turismo delle Radici.

Dopo 3 anni dalla pubblicazione dell’ampio lavoro di ricerca sul “Turismo delle Radici” a firma di Sonia Ferrari, docente di marketing del turismo e marketing territoriale presso l’Università della Calabria, e Tiziana Nicotera, cultore della materia presso la stessa Università ed esperta del ramo, è maturata l’idea di allargarne i contenuti con un’ulteriore indagine, condotta dalle due ricercatrici con Anna Lo Presti dell’Università di Torino, in collaborazione con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA).

È nata, dunque, una nuova ricerca dal titolo: Turismo delle radici e promozione all’estero dei prodotti agroalimentari italiani: un focus sul settore olivicolo-oleario, svolta nell’ambito del progetto Oleario – Dove l’Italia lascia un segno.

Essa ha inteso scandagliare le potenzialità per ampliare il mercato del nostro agroalimentare e favorire lo sviluppo delle aree rurali a vocazione olivicola, un fenomeno che potrebbe interessare circa 60 milioni di italiani all’estero e un possibile introito di 8 miliardi di euro.

Essi mostrano che gli italiani emigrati che tornano come turisti per riscoprire le proprie radici sono fortemente legati alla terra dei propri avi (71%), ne apprezzano la cucina (83%), acquistano e  consumano prodotti agroalimentari italiani anche al ritorno dopo il viaggio (oltre il 61% li ha acquistati negli ultimi 6 mesi e oltre la metà li ha consumati anche più volte a settimana) e li promuovono  presso parenti e amici una volta tornati a casa (più dell’87% del totale). Infine, per oltre 73%, l’olio di oliva italiano è di qualità superiore, nonostante il mercato poco sviluppato all’estero – sia per la difficoltà a reperire il prodotto che per i prezzi elevati-.

Come illustreranno Ferrari, Nicotera e Lo Presti, sono state condotte due indagini.  Una prima indagine, di tipo qualitativo, ha esplorato il tema e offerto un primo approccio conoscitivo, utile alla definizione dell’indagine statistica. È stata svolta attraverso interviste in profondità e focus group che hanno coinvolto 40 soggetti, fra cui turisti delle radici, rappresentanti di associazioni di italiani all’estero e in Italia, amministratori pubblici, produttori di prodotti enogastronomici (in particolare oleari), rappresentanti di istituzioni, esperti e operatori turistici.

L’indagine statistica, a cui hanno partecipato oltre 600 turisti delle radici, è stata condotta attraverso un questionario strutturato, composto da 52 domande, disponibile on line in italiano, inglese, spagnolo e portoghese. Si è focalizzata sulla connessione che può sussistere tra viaggio delle radici in Italia e acquisto, consumo e promozione presso amici e conoscenti dei prodotti agroalimentari e del cibo italiano, sia durante il soggiorno in Italia, sia al rientro, indagando anche il possibile ruolo nel contrasto all’Italian Sounding. Relativamente all’olio, è stata evidenziata la scarsa consapevolezza sul mondo dell’olio extra vergine di oliva italiano non solo nel nostro Paese, ma, soprattutto, all’estero.

Dopo i saluti delle autorità, Alfio Cariola (direttore dipartimento DISCAG dell’Unical), Alessandra Pesce (Direttore CREA Politiche e Bioeconomia) ed Enzo Perri (Direttore CREA Centro Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura), Klaus Algieri (Presidente CCIAA e Confcommercio di Cosenza), Rosaria Succurro (Presidente della Provincia di Cosenza), Giovanni Maria De Vita (responsabile Turismo delle Radici del Ministero degli Esteri) e Gianluca Gallo (Assessore Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione della Regione Calabria), avranno inizio i lavori.

In apertura Sonia Ferrari, Tiziana Nicotera ed Anna Lo Presti descriveranno i principali risultati della ricerca. Successivamente Gabriella Lo Feudo del CREA tratterà il tema delle etichette e certificazioni come strumenti attrattivi per i viaggiatori delle radici mentre Emilia Reda del CREA discuterà dell’impatto del turismo delle radici sullo sviluppo delle aree rurali.

Il convegno proseguirà con uno spazio di interventi riservati ad alcuni rappresentanti di associazioni di categoria ed esperti, fra cui Maria Grazia Bertaroli (presidente Consorzio Turismo dell’Olio evo dop, igp e bio), Francesco Cosentini (direttore Coldiretti Calabria), Francesco Giacobbe (segretario 9° Commissione permanente Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato), Paola Granata (presidente Confagricoltura Cosenza), Mario Grillo (presidente nazionale Turismo Verde CIA), Lina Pecora (responsabile qualità O.P. Asprol Cosenza), Fabiola Pulieri  (giornalista ed esperta di oleoturismo) e Angelo Sollazzo (presidente Confederazione Italiani nel Mondo). Concluderà Giovanni Maria de Vita. (rcs)

Il sindaco di CS Caruso incontra gli studenti della magistrale in Valorizzazione dei sistemi turistici dell’Unical

Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, ha incontrato nel Salone di Rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, una delegazione di studenti del corso di laurea magistrale in valorizzazione dei sistemi turistici culturali dell’Unical, accompagnati dalla prof.ssa Sonia Ferrari.

«Sono stati proprio gli studenti a chiedermi questo incontro – ha spiegato Sonia Ferrari – per una riflessione ampia sulla città in relazione agli studi da loro portati avanti anche nel settore di sviluppo e marketing urbano. E’ importante, infatti, confrontarsi con il territorio e con le Istituzioni, per discutere e meglio capire come funzionano, per far meglio comprendere ai nostri studenti  che possono e devono avere un ruolo attivo  nella collettività».

«Sono da sempre convinta, infatti – ha aggiunto – che i nostri giovani non devono subire passivamente  ma essere protagonisti dei territori. Tutti, infatti, possiamo fare qualcosa per migliorare la vita nella città e, seguendo questa indicazione, proporre e far sviluppare idee imprenditoriali di qualità».

Il sindaco Franz Caruso, che ha accolto con piacere gli studenti Unical e la prof.ssa Ferrari, con la quale si è detto immediatamente concorde ed ha invitato gli studenti a proporre idee e progetti  per meglio valorizzare la città, anche al fine di accrescere la consapevolezza di quanto essa sia bella e ricca di storia. Sul punto, infatti, i giovani studenti di marketing territoriale si sono detti stupiti di quanto gli stessi cosentini non abbiano pienamente contezza del prestigio di Cosenza ritenendola un “non luogo” e quindi non una meta o una destinazione, ma una terra di passaggio.
«È vero – ha detto al tal proposito il sindaco Franz Caruso – anche io faccio questa amara valutazione e rispetto a ciò ho basato la mia azione politico/amministrativa per rilanciare l’immagine positiva ed il ruolo di prestigio che Cosenza occupa, ma che negli ultimi anni si erano molto offuscati. Abbiamo immediatamente interessato la nostra bellissima Cosenza Vecchia di cospicui finanziamenti con i progetti di Agenda urbana e del Cis, che la rivitalizzeranno anche perché dopo 50 anni abbiamo realizzato l’utopia inseguita da tanti miei predecessori di portare finalmente l’Unical ad abitare nel nostro centro storico con l’apertura del corso di laurea in infermieristica, ma anche destinando Palazzo Spadafora alle start-up dell’università e Palazzo Marini-Serra a 26 unità abitative per studenti. Di ciò ringrazio il magnifico rettore Nicola Leone con cui condivido una visione di sviluppo vasta del territorio cosentino, scevra da campanilismi».
Franz Caruso si è, quindi, soffermato molto sui due principali attrattori turistici della città,  Cosenza Vecchia appunto, ed il Mab  su cui si sta parimenti puntando molto e per il quale è stato attuato un progetto che consente di valorizzarlo ulteriormente attraverso la scansione del Qr code di una cartolina postale per avere direttamente sul proprio telefonino in 3d le installazioni in esso presenti.  Più in generale, sollecitato anche dalle domande dei giovani universitari, Franz Caruso ha posto l’accento anche sulle nuove azioni messe in campo per l’immediato futuro in cui occupa un posto di primo piano la candidatura di Cosenza a Capitale della Cultura 2026 con il nuovo step da superare il prossimo 15 dicembre  per rimanere tra le dieci città in lizza.
«Abbiamo operato in soli due anni una vera e propria rivoluzione, seppur in un situazione economico/finanziaria difficilissima e con la strada tutta in salita e piena di ostacoli  – ha concluso il sindaco Franz Caruso – che forse non abbiamo saputo neanche tanto comunicare, più interessati a lavorare che a mietere consenso. Sono convinto, però, che il cambiamento è già visibile. Se voi giovani studenti Unical avete da proporre idee e progetti, comunque, state certi che troverete in me e nella mia amministrazione udienza ed attenzione ed insieme troveremo il modo per attuarli».
Gli studenti hanno, quindi, ringraziato il sindaco Franz Caruso per l’attenzione loro prestata dicendosi soddisfatti ed entusiasti. (rcs)

Per Scienze Infermieristiche l’Unical torna al passato

di FRANCO BARTUCCI All’interno del complesso San Domenico nel centro storico di Cosenza è stato inaugurato un punto ristoro, utilizzabile anche come aula studio. Sottoscritte due convenzioni per bus e aree di sosta auto a tariffe agevolate per gli studenti di Scienze infermieristiche dell’Università della Calabria

A poche settimane dall’inaugurazione del corso di laurea triennale in infermieristica, l’Università della Calabria ha potenziato i servizi a beneficio degli studenti che stanno frequentando le prime lezioni all’interno del complesso monumentale di San Domenico, nel centro storico di Cosenza in rapporto alle attività pratiche presso l’azienda ospedaliera “Annunziata”.

Per garantire alle 119 matricole il pieno godimento del diritto allo studio e rendere più accogliente la sede formativa, l’Ateneo ha avviato una proficua interlocuzione con l’amministrazione comunale del capoluogo e con i gestori dei servizi, fornendo maggiori opportunità nei settori della ristorazione, della mobilità e dei trasporti.

Servizio mensa e alloggi 

È già attivo da qualche giorno un punto mensa all’interno del complesso di San Domenico, adiacente alle aule attrezzate per le attività didattiche. Lo spazio, arredato per la consumazione dei pasti forniti dal gestore del servizio nel campus, resta a disposizione degli studenti come aula studio al di fuori degli orari della mensa. È stato realizzato un servizio dedicato alla prenotazione dei menu e alla segnalazione di eventuali allergie, intolleranze o esigenze particolari legate al credo religioso.  Già a partire dallo scorso mese di ottobre, l’Unical aveva anche garantito l’accesso al punto ristoro della vicina azienda ospedaliera “Annunziata”, dove nel secondo periodo didattico gli studenti dovranno svolgere il tirocinio obbligatorio.

Agli studenti fuori sede risultati vincitori del bando per il diritto allo studio, inoltre, è già stato assegnato l’alloggio, dando la possibilità di optare per il soggiorno presso il Royal Hotel, a breve distanza da San Domenico.

Trasporti

L’Università della Calabria e il Consorzio Autolinee hanno stipulato una convenzione per garantire abbonamenti mensili a tariffe agevolate agli studenti del corso di laurea in Infermieristica che intendono effettuare gli spostamenti dall’Unical o da Rende verso il centro storico di Cosenza in autobus. Le corse attualmente programmate dal gestore dei servizi di trasporto pubblico tra l’area urbana e il campus – riconducibili alle Linee 136 e 138 (Quattromiglia-Cosenza e Unical-Cosenza) – consentono di raggiungere la fermata “Piazza Mancini”, distante 400 metri dal complesso di San Domenico, con frequenza di transito variabile tra 15 e 30 minuti. Gli studenti riceveranno una tessera individuale che consente l’accesso ai mezzi individuati in convenzione.

Con la stessa azienda che eroga il servizio è stata poi concordata la sperimentazione di un sistema di infomobilità, i cui destinatari principali saranno proprio gli studenti di Infermieristica. Tramite l’app Smart Campus, il sistema – sviluppato da Somos (Smart-Oriented Mobility Solutions), spin-off dell’Unical – permetterà agli utenti di conoscere in tempo reale lo scostamento tra gli orari di transito alle fermate programmati e quelli “correnti” e, pertanto, di organizzare al meglio i propri spostamenti.

Sosta auto

Chi raggiunge il complesso di San Domenico in auto potrà utilizzare il parcheggio del centro commerciale “I due Fiumi” (Piazza Giacomo Mancini) a tariffe estremamente scontate, grazie alla convenzione sottoscritta dall’Unical e da Saba Italia S.p.A., azienda che gestisce la struttura.  Gli studenti e i docenti interessati all’abbonamento dovranno presentare un’attestazione di iscrizione o un tesserino di riconoscimento, oltre alla copia della carta di circolazione del veicolo utilizzato.

Il ritorno del passato – Con la presenza di questo complesso universitario di San Domenico nel centro storico di Cosenza e gli accordi concordati per il servizio ristorazione e quello dei trasporti con il Consorzio Autolinee, per gli studenti di scienze infermieristiche si ritorna alla fase di partenza dell’anno accademico 1972/1973. Tutto era incentrato su Cosenza con gli alberghi ed istituti che ospitavano le prime matricole, nelle aule dell’Istituto Tecnico Fermi e in quelle dell’Inapli avvenivano le lezioni di Fisica e Scienze Economiche e Sociali, mentre per quelli d’ingegneria era stata costruita in tempi rapidi l’aula circolare dell’edificio polifunzionale ed il servizio di ristorazione veniva effettuato nel ristorante dell’Hotel Excelsior e presso il Pikadil in Corso d’Italia.

Gli autobus del Consorzio Autolinee facevano la spola tra Cosenza ed il Polifunzionale di Arcavacata portando gli studenti nel mese di febbraio del 1973 ad effettuare la prima protesta con relativo sciopero in contrada Roges di Rende chiedendo all’Atac di superare il Campagnano per garantire loro un servizio pubblico di trasporto fino al Polifunzionale di Arcavacata. Una richiesta che non poteva essere accolta in quanto Cosenza e Rende sono due aree urbane diverse e la legge non consentiva all’Atac di superare il fiume Campagnano, confine a Nord di città dei Bruzi.

Una situazione che persiste ancora oggi e che questa barriera dovrebbe cadere con la proposta di legge regionale che prevede la creazione della città unica, peraltro auspicata dai padri fondatori dell’UniCal nel 1971, tra Cosenza, Rende e Castrolibero con l’esclusione di Montalto Uffugo, che invece dovrebbe farne parte proprio perché in quel territorio, in base al progetto Gregotti, è previsto un insediamento importante dell’Università con la stazione ferroviaria sul tracciato Cosenza/Paola/Sibari. Un atteggiamento dannoso aggravato dai comitati contrari che si sono costituiti sia su Rende che su Cosenza che difendono la loro unicità comunale, mentre dimostrano di essere fuori dalla storia. (fb)

All’Unical il Premio Ali sul Mediterraneo Libri & Cultura Festival 2023

Prestigioso riconoscimento per l’Università della Calabria, che è stata insignita del Premio Internazionale Ali sul Mediterraneo Libri & Cultura 2023.

Un premio che, da dieci anni, viene assegnato alle personalità e alle istituzioni della cultura nazionale e internazionale che rappresentano un simbolo positivo per le nuove generazioni.

La cerimonia di consegna si è svolta sabato scorso all’Auditorium “Aiello” di San Pietro a Maida di Catanzaro, e ha visto la partecipazione del rettore Nicola Leone.

L’Unical, dunque, è stata premiata per «essere faro prezioso nella vita di migliaia di studenti. Per aver raggiunto posizioni di prestigio nelle classifiche mondiali. Per aver contribuito alla crescita umana e territoriale dell’Italia intera. Per essere simbolo di forza e di eccellenza, punto di riferimento per le nuove generazioni di studenti nazionali e internazionali».

Nel ricevere il Premio, un grande medaglione contenente le immagini di Ulisse e Nausicaa, simboli di esplorazione, coraggio e accoglienza, il rettore Nicola Leone ha ripercorso gli importanti risultati raggiunti dall’Università della Calabria negli ultimi anni, con il significativo aumento degli iscritti, fatto registrare per il quarto anno consecutivo, l’internazionalizzazione e il consolidato posizionamento nei ranking delle migliori università al mondo.

«L’Unical – ha sottolineato il Rettore – è nata per la Calabria ed è al servizio di tutti i calabresi, è un’eccellenza e un patrimonio prezioso della nostra regione di cui dobbiamo essere fieri. In più di 50 anni dalla sua fondazione ha consentito di conseguire la laurea a più di 100mila calabresi, molti dei quali non avrebbero potuto studiare. La nostra Università sente forte la missione sociale per cui è nata e vuole continuare svolgerla con l’obiettivo di elevare il livello formativo e socio-culturale in un contesto territoriale ancora debole e difficile».

L’attenzione per gli studenti è massima – ha concluso il Rettore – e siamo particolarmente orgogliosi del riconoscimento del Censis che pone l’Unical prima in Italia per la qualità dei servizi offerti agli studenti. È solo di pochi giorni fa, inoltre, la notizia dell’avvenuta assegnazione dell’alloggio universitario a tutti gli idonei al bando per il diritto allo studio, anche agli studenti non vincitori, che allo stato attuale non ne avrebbero diritto per la carenza dei fondi fin qui pervenuti da Stato e Regione».

«Per raggiungere questo importante risultato – ha continuato – abbiamo acquistato un nuovo complesso residenziale e fatto pure ricorso ad alcuni hotel della zona. Oggi l’Università della Calabria è la prima in Italia in quanto ad alloggi per studenti iscritti, contrastando con fatti concreti l’emergenza abitativa ed il caro affitti che affligge gli studenti del Paese».

Unical, quindi, «è un tesoro e una gioia positiva di questa regione», hanno evidenziato gli organizzatori del Premio, che è stato assegnato anche a Tommaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’Università per stranieri di Siena, e alla poetessa ugandese Susan Kiguli, che si è collegata in streaming dall’Università di Makerere, per la raccolta di poesie “Terre che piangono”.

A testimoniare il percorso che deve unire scuola e università nel motivare e formare le giovani generazioni calabresi, su invito degli organizzatori il Rettore ha poi consegnato, a sua volta, i premi alle scuole e agli alunni che si sono distinti nella sezione “Arte e scrittura creativa” del Premio Ali sul Mediterraneo sul tema: “Un’idea per la mia Calabria”, dove è emerso tutto l’amore e la bellezza di questa terra vista con gli occhi dei più piccoli. (rcz)