All’Unical il Premio Danza Calabria

Domani, al Tau dell’Unical, si terrà la quinta edizione del Premio Danza Calabria “Tina Adamo”, organizzato dall’Associazione Centro Danza “Ilaria Dima”.

Alla manifestazione parteciperanno più di 35 scuole e 450 ballerini provenienti da tutto il Centro Sud. “Una gratificazione enorme”, tengono a ribadire dalla scuola. Con una giuria di qualità assolutamente di valore e prestigio: segno inequivocabile della crescita del premio in questi anni.

«Il Premio è un connubio perfetto che promuove talento, passione e ambizione dei nostri giovani ballerini», fanno sapere gli organizzatori. Un progetto che ha come scopo ultimo quello di valorizzare danzatori che vogliono far diventare la loro passione una professione. Il Premio è stato intitolato alla maestra “Tina Adamo”, insegnante di danza scomparsa prematuramente nel luglio del 2019 dando alla luce il suo secondogenito.

«La Maestra Tina Adamo ha sempre avuto come obiettivo quello di avvicinare alla danza i giovani, attraverso la sua passione e la sua professionalità, ma anche e soprattutto con il suo immenso sorriso», spiegano i maestri Antonio De Luca e Ilaria Dima che hanno deciso di far rivivere, attraverso il Premio, la passione e l’obiettivo della M° Tina Adamo.

L’evento è vestito di internazionalità: con il supporto del Maestro Gaetano Posterino, che è l’Artistic Director For Europe”, viene dato ai giovani danzatori calabresi e non, la possibilità di ricevere importanti borse di studio al 100% all’interno di Accademie e Compagnie in tutta Europa. Tutto ciò grazie anche alla presenza in giuria di Maestri e Coreografi Internazionali.

«Questo permette ai danzatori di vivere un’esperienza unica che gli permetterà di ampliare il loro bagaglio artistico, ma anche lavorativo», assicurano De Luca e Dima.

La novità da quest’anno? Il Premio alla Migliore Scuola di Danza, premio in denaro che ha come obiettivo quello di riconoscere l’eccellenza tra le scuole di danza partecipanti. Una festa insomma. Dove ci sarà da ballare, di divertirsi e di sognare. (rcs)

All’Unical al via il congresso regionale Sinv sull’ictus giovanile – Prevenzione, diagnosi e trattamento

Ha preso il via, all’Università della Calabria, il quarto Congresso regionale della Società Italiana Interdisciplinare Neurovascolare, sul tema dell’ictus giovanile.

L’obiettivo del convegno è fornire una panoramica completa sulla patologia cerebrovascolare acuta nei pazienti giovani. In Italia, si stima che ogni anno circa 12.000 persone di età inferiore ai 55 anni siano colpite da questa malattia. Il rischio di ictus nella fascia di età più giovane è in aumento a causa della diffusione di condizioni predisponenti come ipertensione arteriosa, diabete, iperomocisteinemia, emicrania, obesità, sedentarietà, alimentazione scorretta e l’uso di sostanze d’abuso come alcol e droghe.

Il convegno sarà suddiviso in tre sessioni. La prima sessione si concentrerà sui fattori di rischio modificabili e non modificabili, inclusi i disturbi metabolici che possono causare la patologia cerebrovascolare. Nella seconda sessione si discuterà dell’importanza della neurosonologia, una tecnica di neuroimaging non invasiva che consente una diagnosi più accurata e rapida della malattia cerebrovascolare. L’ultima sessione si concentrerà sul ruolo della genetica e della terapia farmacologica nella prevenzione dell’ictus sin dalla giovane età, nonché sul trattamento delle complicanze post-ictus come depressione, insonnia e decadimento cognitivo.
I contenuti del convegno saranno di interesse per gli studenti universitari dei corsi di studio biomedico-sanitari, come Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, Farmacia, Medicina e Chirurgia, Informazione Scientifica del Farmaco e dei Prodotti per la Salute, Assistenza Sanitaria, Infermieristica, ecc.
Il convegno è inoltre rivolto a medici di diverse specialità, infermieri, fisioterapisti e tecnici di neurofisiopatologia. Il congresso è organizzato dai responsabili scientifici Antonio Siniscalchi, neurologo, e Diana Amantea. Durante il convegno, interverranno diversi esperti nel campo dell’ictus giovanile. Tra i moderatori ci saranno Antonino Cervarolo, Andrea Corsonello e Maria Teresa Manes.
Gli interventi affronteranno vari argomenti legati all’ictus giovanile. Diana Amantea parlerà dei meccanismi patofisiologici del danno cerebrale nell’ictus, mentre Ermanno Pisani discuterà dei fattori di rischio. Bambina Russo parlerà della malattia di Fabry e del rischio di ictus, mentre Roberta Ambrosio parlerà delle mitocondropatie e dell’ictus. Maria Teresa Manes affronterà il tema dell’ictus cardioembolico, mentre Cristiano Azzini parlerà dell’ictus e della cocaina.
Fortunata Tripodi parlerà della genetica e dell’ictus, mentre Antonella La Russa parlerà dei diversi fenotipi clinici, genotipi e strutture di alfa-galattosidasi mutante nella malattia di Fabry. Rosario Iannacchero parlerà delle correlazioni tra emicrania e ictus per una prevenzione efficace. Alberto Polimeni discuterà dei farmaci antipertensivi e antidislipidemici nella prevenzione dell’ictus, mentre Achiropita Curti parlerà del rischio metabolico e nutraceutico nella prevenzione. Andrea Corsonello affronterà il tema del declino cognitivo nel post-ictus giovanile e delle relative strategie di prevenzione e trattamento. Maria Cristina Cervarolo parlerà del trattamento della patologia steno-ostruttiva carotidea secondo le linee guida, mentre Sandra Paglionico discuterà della correlazione tra insonnia e ictus nella prevenzione.
Il convegno si concluderà con una sessione di discussione, durante la quale i partecipanti avranno l’opportunità di porre domande e approfondire gli argomenti trattati. In conclusione, il IV° Congresso Regionale SINV sul tema dell’ictus giovanile sarà un’importante occasione per approfondire le conoscenze sulla patologia cerebrovascolare acuta nei pazienti giovani e per discutere delle strategie di prevenzione e trattamento. Sarà un evento di grande interesse per gli studenti universitari e per i professionisti del settore sanitario. (rcs)

L’Unical pronta ad accogliere gli studenti dal Medio Oriente

di FRANCO BARTUCCIIl Senato Accademico dell’Università della Calabria ha approvato una Mozione che condanna l’attacco terroristico di Hamas, auspica l’immediata cessazione delle azioni militari e il rilascio degli ostaggi.  

Una bandiera della pace listata a lutto è stata esposta sul piazzale d’ingresso del ponte Pietro Bucci dell’Università della Calabria. Un atto simbolico, adottato dal Senato Accademico dell’Università della Calabria, di condanna contro la drammatica guerra tra Israele e Palestina. Così come simbolico e sentito è stato il minuto di silenzio osservato in apertura della seduta svoltasi martedì 21 novembre 2023.

Ma l’organo direttivo ha voluto andare oltre i simboli, con un atto formale e ha approvato all’unanimità una mozione che impegna l’Unical “a promuovere azioni di accoglienza, sostegno e concreta solidarietà per le comunità accademiche che oggi vivono scenari di conflitto in Medio Oriente, in Ucraina e a qualunque altra latitudine, in linea con i principi che l’Ateneo esprime e che di recente hanno già portato all’introduzione di borse di studio e di ricerca o forme di esonero dai contributi studenteschi, a favore di rifugiati e profughi di guerra”.

L’Unical segue con sgomento e preoccupazione – si legge nella mozione – «l’evolversi del conflitto in Medio Oriente, dove il feroce attacco terroristico di Hamas, dello scorso 7 ottobre 2023, ha seminato orrore e morte nella popolazione civile israeliana e il rapimento di centinaia di persone, e dove le tensioni israelo-palestinesi sono state esacerbate dalla conseguente azione militare del Governo di Israele che, isolando e accerchiando la striscia di Gaza e colpendo anche obiettivi non militari, sta riducendo in condizioni drammatiche la popolazione civile palestinese, causando gravi perdite di vite umane, soprattutto tra i bambini».

Si sottolinea, poi, «che l’azione istituzionale dell’Università della Calabria è da sempre ispirata ai valori universali della tutela dei diritti umani, della pace, della democrazia, della libertà, dell’accoglienza di ogni diversità, della cooperazione e della solidarietà”, ricordando come l’Unical “abbia tradizionalmente sostenuto le comunità accademiche di tutto il mondo che vivono una situazione di rischio nei Paesi di origine e subiscono limitazioni e restrizioni nelle ricerca e nell’insegnamento, promuovendo molteplici attività e concrete iniziative di supporto».

Il Senato accademico, in sintonia con la posizione assunta dalla Crui, auspica quindi «il rilascio di tutti gli ostaggi e l’immediata cessazione delle operazioni militari in tutte le zone di guerra attraverso azioni volte a recuperare gli strumenti della politica e della diplomazia, che favoriscano il dialogo e una idea di Pace fondata sul pluralismo religioso e sul rispetto dei diritti umani internazionalmente riconosciuti». 

La considerazione finale è un messaggio di «sentita vicinanza e solidarietà a tutte le popolazioni la cui vita è stata sconvolta dalle barbarie della violenza e della guerra e, in particolare, alle studentesse e agli studenti israeliani e palestinesi comunque coinvolti nei tragici eventi».

Entrando nel merito specifico della Mozione approvata per la “pace” dal Senato Accademico dell’Università della Calabria si evidenzia in particolare la manifestazione di condanna verso qualsiasi forma di violazione dei diritti umani e di risoluzione armata delle controversie, nello spirito della previsione Costituzionale sancita all’art. 11, secondo cui “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”; mentre viene ribadito  il valore del proprio pluralismo e della propria indipendenza da ogni condizionamento e discriminazione di carattere ideologico, religioso, politico o economico, con particolare riguardo al pieno ed effettivo rispetto della vita e delle libertà di religione, di manifestazione del pensiero e di scienza.

La Mozione infine auspica, come letteralmente scritto, il rilascio di tutti gli ostaggi e l’immediata cessazione delle operazioni militari in tutte le zone di guerra attraverso azioni volte a recuperare gli strumenti della politica e della diplomazia, che favoriscano il dialogo e una idea di Pace fondata sul pluralismo religioso e sul rispetto dei diritti umani internazionalmente riconosciuti.

Esprime la propria più sentita vicinanza e solidarietà a tutte le popolazioni la cui vita è stata sconvolta dalle barbarie della violenza e della guerra e, in particolare, alle studentesse e agli studenti israeliani e palestinesi comunque coinvolti nei tragici eventi.

Si impegna a promuovere azioni di accoglienza, sostegno e concreta solidarietà per le comunità accademiche che oggi vivono scenari di conflitto in Medio Oriente, in Ucraina e a qualunque altra latitudine, in linea con i principi che l’Ateneo esprime e che di recente hanno già portato all’introduzione di borse di studio e di ricerca o forme di esonero dai contributi studenteschi, a favore di rifugiati e profughi di guerra.

La mobilitazione studentesca dell’UniCal per la Palestina, che si è manifestata attraverso varie iniziative ed assemblee ha visto pure il presidio fuori dall’aula della seduta del Senato Accademico; mentre hanno pure occupato l’aula “Umberto Caldora in assemblea permanente, denotando sulla vicenda una particolare sensibilità.

Va detto che nella storia dell’Università della Calabria la problematica palestinese è sempre stata negli anni, da parte di  movimenti studenteschi ed alcuni docenti dell’area sociologica/ politica, sotto osservazione e vicinanza. Quanto è successo lo scorso 7 ottobre nei pressi di Gaza con l’azione terroristica violenta e disumana da parte degli uomini di Hamas pone dei grossi problemi dal punto di vista umano, sociale e storico. Come sulla reazione distruttiva del governo israeliano nei confronti della città di Gaza, che coinvolge i civili con migliaia di morti, alla ricerca di Hamas.

C’è una domanda che tutto ciò impone, per capire dove stanno le responsabilità di entrambe le azioni di violenza che portano alla mobilitazione in ambito universitario nazionale ed internazionale come nella società civile.

Per anni Hamas ha costruito nel sottosuolo di Gaza una rete di tunnel aventi come scopo di condurre le azioni conflittuali che vediamo in questi giorni, non certamente altro. Chi ha consentito nel silenzio più totale, di quella cittadinanza, di realizzare quanto progettato?

Adesso occorre pacificamente pensare al futuro nel realizzare due nazioni due popoli con l’obiettivo di creare concordia e sviluppo. L’UniCal, per le condizioni che si trova oggi ad ospitare tantissimi studenti stranieri, oltre 1300 provenienti da 97 paesi del mondo, è nelle condizioni culturalmente, socialmente e religiosamente di dare un segnale forte di pace vissuta e di concordia sul campo adoperandosi a fare del Campus Universitario di Arcavacata un “Giardino di Pace”, per come sto scrivendo da più tempo sulle pagine di questo giornale. (fb)

L’Agroalimentare calabrese sotto osservazione e promozione all’UniCal

di FRANCO BARTUCCIIl ruolo della ricerca scientifica nella promozione della qualità dei prodotti Agroalimentari del territorio calabrese, su questo tema si è svolto, presso l’University Club dell’Università della Calabria, una giornata di studio promossa da UniCal- Quasiora e dal Crea (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria).

 L’iniziativa ha avuto una motivazione particolare legata alla presentazione delle attività del laboratorio “Quasiora” agli stakeholders del settore agroalimentare e di proporre un nuovo concetto di collaborazione tra istituzioni regionali, produttori ed enti di ricerca operanti nel comparto.

Il laboratorio Quasiora, il cui acronimo sta per QUAlità, SIcurezza ed ORigine degli Alimenti, istituito nel 2008 dal prof. Giovanni Sindona, scomparso tre anni addietro, fa parte della infrastruttura di ricerca diffusa denominata Agrinfra, finanziata dalla regione Calabria sui fondi Pac della comunità Europea. Esso è specializzato nello sviluppo di nuove metodologie di indagine chimica basata sulla spettrometria di massa, una tecnica di analisi molto accurata e specifica.

 All’iniziativa, organizzata dal prof. Leonardo Di Donna, dalla dott.ssa Lucia Bartella e dalla dott.ssa Ilaria Santoro, ricercatori del Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche dell’Unical, e dal Centro Crea-Ofa di Rende, hanno partecipato, i rappresentanti delle associazioni di categoria, Confagricoltura, Coldiretti e Cia, il mondo della produzione olivicola, ed agrumicola e le istituzioni regionali rappresentate dall’Assessore all’Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione avv. Gianluca Gallo.

 L’incontro si è aperto con un intervento del prof. Sebastiano Andò, professore emerito del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, il quale ha inteso commemorare il compianto Professore Giovanni Sindona, ideatore e fondatore del laboratorio Quasiora, attraverso la narrazione della ultraventennale collaborazione svoltasi tra i dipartimenti di Chimica e di Farmacia. Una collaborazione intensa svoltasi tra due accademici dell’UniCal, entrambi legati da una profonda amicizia e stima, oltre che della comune appartenenza di origine siciliana, la quale ha portato a un non trascurabile contributo necessario alla nascita dell’attuale corso di Laurea in Medicina.

Ai saluti istituzionali hanno partecipato il Prorettore Vicario dell’Università della Calabria, Prof. Francesco Scarcello, la Prof.ssa Anna Napoli, direttrice del Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche, e l’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo; proprio l’intervento di quest’ultimo ha sottolineato come la ricerca scientifica applicata è diventata di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo del comparto agroalimentare Calabrese: in particolare, l’assessore ha evidenziato la necessità di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per qualificare i prodotti tipici della nostra regione, a cominciare dall’olio di oliva e non tralasciando le produzioni agrumicole Calabresi tipiche quali il cedro, la clementina, il bergamotto ed il limone.

Il workshop è proseguito con la presentazione delle attività del Quasiora da parte del prof. Di Donna, responsabile del laboratorio, il quale prendendo spunto dal precedente intervento dell’Assessore Gallo, ha evidenziato come le nuove metodologie di spettrometria di massa sviluppate dal suo gruppo di ricerca siano in grado di incrementare il valore aggiunto dei nostri prodotti proponendo indagini chimiche specifiche su marker molecolari rappresentativi della qualità dell’alimento, che sono in grado di fornire una sorta di “distinguibilità” ai prodotti nostrani.

Le nuove metodologie di indagine chimica sono state applicate alla determinazione dei fenoli dell’olio extra vergine di oliva, al riconoscimento di marker nutraceutici nel bergamotto denominati HMG-flavonoidi, ed alla scoperta dei folati nel frutto del cedro e della clementina, quali nuovi principi attivi nutraceutici di grande interesse. L’intervento si è concluso con l’introduzione della tavola rotonda alla quale hanno partecipato il dott. Enzo Perri, del centro Crea-Ofa, la prof.ssa Donatella Armentano, delegata alle infrastrutture di ricerca ed ai laboratori dell’Università della Calabria, il dott. Angelo Adduci, presidente del consorzio del Cedro di Calabria, il dott. Antonino Sgrò, presidente della federazione dei dottori agronomi e forestali della Calabria, la dott.ssa Paola Granata, presidente provinciale della Confagricoltura e il dott. Nicodemo Podella, presidente regionale CIA. 

Nella tavola rotonda, che ha visto la partecipazione attiva della platea, si è discusso della situazione attuale del settore agroalimentare calabrese e delle prospettive di sviluppo che può essere innescato dalla cooperazione tra mondo produttivo e ricerca. Il workshop è poi proseguito con le relazioni scientifiche che hanno visto gli interventi della dott.ssa Bartella, che ha illustrato le recenti ricerche del Quasiora effettuate nell’ambito dei progetti Psr Calabria – Misura 16.1, 16.2 in collaborazione con l’azienda agricola Pratticò e con il consorzio del cedro di Calabria, della dott.ssa Gabriella Lo Feudo, ricercatrice del Crea-Ofs di Rende che ha evidenziato le opportunità offerte dalle etichettature alimentari in materia di qualità, del dott. Enzo Perri, che ha descritto lo stato attuale della filiera olivicola Calabrese, ed infine del dott. Massimo Paturzo, Responsabile della gestione della proprietà intellettuale, dell’ufficio Area Ricerca, Innovazione e Impatto Sociale dell’Università della Calabria, che ha proposto una interessante presentazione sulle potenzialità offerte dal trasferimento tecnologico delle ricerche effettuate nell’università. (fb)

All’Unical la mostra fotografica su Julian Assange

Si intitola Harry Up! la mostra fotografica etica che s’inaugura il 28 novembre, alle 17.30, al Dam dell’Università della Calabria. All’inaugurazione della mostra sarà presente, oltre alla reporter Antonietta Chiodo, la giornalista Tiziana Barillà.

La mostra fotografica, sostenuta dal collettivo Filorosso e da Free Assange Italia, il gruppo che riunisce attivisti per Assange in varie parti d’Italia, racconta il lavoro delle persone attive in tutta Italia per la liberazione del giornalista australiano ingiustamente rinchiuso da circa 5 anni nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nei dintorni di Londra. 

Il calvario di Assange ebbe inizio a causa delle pubblicazioni su Wikileaks – la piattaforma di cui il giornalista australiano era cofondatore – di rivelazioni su crimini di guerra ed atrocità di vario genere perpetrate dai governi del cosiddetto occidente democratico. 

La sua detenzione è una estrema dimostrazione della violazione dei diritti umani nei confronti di una persona che intendeva svolgere liberamente il suo lavoro di giornalista e soprattutto garantire al mondo una informazione libera che dovrebbe essere alla base di ogni democrazia. 

La mostra fotografica è un viaggio lungo lo stivale che racconta le esperienze di attivismo di persone comuni che si spendono in molte iniziative finalizzate a sensibilizzare l’opinione pubblica sul caso Assange.

L’esposizione si potrà visitare fino al 16 dicembre. (rcs)

 

L’Unical pronta ad accogliere studenti dal Medio Oriente

Il Senato accademico dell’Università della Calabria ha approvato all’unanimità una mozione che impegna l’Unical «a promuovere azioni di accoglienza, sostegno e concreta solidarietà per le comunità accademiche che oggi vivono scenari di conflitto in Medio Oriente, in Ucraina e a qualunque altra latitudine, in linea con i principi che l’Ateneo esprime e che di recente hanno già portato all’introduzione di borse di studio e di ricerca o forme di esonero dai contributi studenteschi, a favore di rifugiati e profughi di guerra».

L’Unical segue con sgomento e preoccupazione – si legge nella mozione – «l’evolversi del conflitto in Medio Oriente, dove il feroce attacco terroristico di Hamas, dello scorso 7 ottobre 2023, ha seminato orrore e morte nella popolazione civile israeliana e il rapimento di centinaia di persone, e dove le tensioni israelo-palestinesi sono state esacerbate dalla conseguente azione militare del Governo di Israele che, isolando e accerchiando la striscia di Gaza e colpendo anche obiettivi non militari, sta riducendo in condizioni drammatiche la popolazione civile palestinese, causando gravi perdite di vite umane, soprattutto tra i bambini».

Si sottolinea, poi, «che l’azione istituzionale dell’Università della Calabria è da sempre ispirata ai valori universali della tutela dei diritti umani, della pace, della democrazia, della libertà, dell’accoglienza di ogni diversità, della cooperazione e della solidarietà», ricordando come l’Unical «abbia tradizionalmente sostenuto le comunità accademiche di tutto il mondo che vivono una situazione di rischio nei Paesi di origine e subiscono limitazioni e restrizioni nelle ricerca e nell’insegnamento, promuovendo molteplici attività e concrete iniziative di supporto».

Il Senato accademico, in sintonia con la posizione assunta dalla Crui, auspica quindi «il rilascio di tutti gli ostaggi e l’immediata cessazione delle operazioni militari in tutte le zone di guerra attraverso azioni volte a recuperare gli strumenti della politica e della diplomazia, che favoriscano il dialogo e una idea di Pace fondata sul pluralismo religioso e sul rispetto dei diritti umani internazionalmente riconosciuti». 

La considerazione finale è un messaggio di «sentita vicinanza e solidarietà a tutte le popolazioni la cui vita è stata sconvolta dalle barbarie della violenza e della guerra e, in particolare, alle studentesse e agli studenti israeliani e palestinesi comunque coinvolti nei tragici eventi». (rcs)

RENDE (CS) – Lunedì si inaugura la mostra “La Vetrina delle Scuole per lo sviluppo sostenibile e l’ambiente”

Lunedì 20 novembre, al Rimuseum – Museo dell’Ambiente di Rende, s’inaugura la mostra La Vetrina delle Scuole per lo sviluppo sostenibile e l’ambiente, organizzata dal Simu – Sistema Museale dell’Università della Calabria.

Si tratta di una mostra dedicata alle scuole secondarie di secondo grado in cui presentare e condividere con altre scuole il loro lavoro e le loro idee. L’esposizione si potrà visitare fino al 31 dicembre. (rcs)

L’unical selezionata nella terna dei progetti per la missione spaziale europea

di FRANCO BARTUCCIAncora una bella notizia che si riversa sull’Università della Calabria denotando la qualità della ricerca scientifica che vi si svolge a livello internazionale facendo emergere la bravura e preparazione in campo scientifico dei suoi docenti e ricercatori. Stiamo parlando in questo momento degli studi che vengono fatti nel Dipartimento di Fisica, con direttore il prof. Riccardo Barberi, per quanto riguarda il progetto “Plasma Observatory” che studierà l’interazione tra vento solare e campi magnetici attraverso sette satelliti; o meglio studierà la magnetosfera, l’impatto del vento solare e lo spazio che circonda il nostro pianeta.

Tutto questo è Plasma Observatory, la missione selezionata dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) che vede coinvolta in prima linea l’Università della Calabria. Uno dei responsabili dell’importante progetto, infatti, è il prof. Francesco Valentini, docente presso lo stesso Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria. Si tratta di una delle tre missioni individuate per l’avvio della fase di studio di fattibilità tecnica e scientifica, nell’ambito del bando proposto da Esa per missioni spaziali attinente la classe Medium.

I lavori di progettazione della missione sono iniziati nel 2021 e solo dopo ben tre fasi di valutazione – e due anni di duro lavoro e di ricerca scientifica – Esa ha selezionato tre dei circa quaranta progetti presentati: Theseus, incentrato sullo studio dei lampi di raggi gamma (GRB, dall’inglese gamma ray bursts) nell’Universo, M-Matisse, che studierà l’atmosfera, la ionosfera e la magnetosfera di Marte e, appunto, Plasma Observatory.

Plasma Observatory e il ruolo dell’Università della Calabria

Lo scienziato Francesco Valentini è membro dello scientific core team di sviluppo del progetto, nel quale coordina il gruppo di lavoro incaricato di condurre simulazioni numeriche di supporto alla scienza di Plasma Observatory. Un ruolo di assoluto rilievo per l’Unical – che avrà potere decisionale e di gestione delle fasi di studio di fattibilità – ma anche un prestigioso riconoscimento per la ricerca svolta nel Dipartimento di Fisica. Valentini, in particolare, era già stato scelto dall’Esa per il Solar System and Exploration Working Group (SSEWG) e recentemente è stato nominato tra i responsabili del progetto AutomaticS in spAce exPloration che usa l’intelligenza artificiale per le missioni spaziali.

La cabina di regia di Plasma Observatory, in cui sono coinvolte centinaia di ricercatori e ricercatrici di tutto il mondo, è in gran parte italiana: Maria Federica Marcucci, ricercatrice dell’Istituto nazionale di astrofisica, è la Lead Proposer ed è affiancata da Alessandro Retinò (Co-leader), attualmente ricercatore del “Centre National de la Recherche Scientifique” in Francia.

L’Interazione tra vento solare e Campi Magnetici

La magnetosfera è una sorta di scudo che protegge la Terra dalle particelle cariche e altamente energetiche (principalmente elettroni e protoni) continuamente espulse dagli strati più esterni dell’atmosfera solare, consentendo così la vita come la conosciamo sul nostro pianeta. Questo flusso di particelle, chiamato vento solare, viaggia a grandissima velocità nello spazio e interagisce con i campi magnetici dei pianeti e, in particolare, con quello della Terra. Quando il vento solare investe il campo magnetico terrestre, si genera un’onda d’urto (shock) e le particelle cariche sono deviate intorno all’ostacolo, così come l’acqua scorre intorno a un masso lungo il corso di un fiume.

La missione spaziale Plasma Observatory ha lo scopo di compiere sofisticate misure in situ dei campi elettrici e magnetici e delle proprietà del plasma (l’insieme delle particelle cariche che costituiscono il vento solare), attraverso una costellazione di sette satelliti (una madre e sei figlie), in modo da consentire una ricostruzione tridimensionale e a due scale spaziali diverse (simultaneamente) della magnetosfera terrestre, dello shock terrestre e dello spazio intorno alla Terra.

Perché studiare la Magnetosfera?

Se la magnetosfera non esistesse, l’atmosfera terrestre verrebbe irrimediabilmente erosa dal vento solare e le radiazioni dannose renderebbero impossibile la vita sulla Terra. Pertanto, lo studio di questo sistema fisico estremamente complesso è di grande rilevanza: non solo aiuta a comprendere meglio il pianeta Terra per proteggerlo, ma offre anche un’ampia gamma di benefici scientifici, tecnologici ed educativi che influenzano positivamente la comprensione dell’Universo e il nostro modo di vivere. Monitorare la magnetosfera, per esempio, consente di prevedere e comprendere meglio le tempeste solari, contribuisce allo sviluppo di tecnologie spaziali avanzate e può innescare un processo di innovazione in numerosi altri campi, come l’ingegneria e la medicina. L’esplorazione della magnetosfera, infine, può essere fondamentale anche nella ricerca di vita extraterrestre. La presenza di un campo magnetico – cruciale per preservare condizioni favorevoli alla vita – può essere un importante indice di abitabilità di un altro pianeta.

Per il prof. Francesco Valentini costituisce “Un’avventura mozzafiato”

Francesco Valentini si è detto entusiasta del prestigioso risultato raggiunto: «Con Plasma Observatory – ha dichiarato – l’Unical è in prima linea in un’avventura scientifica mozzafiato. Ci aspetta un periodo intenso di studio e ricerca, che siamo pronti ad affrontare con entusiasmo e determinazione; fra tre anni scopriremo se la nostra missione partirà per il suo viaggio nello spazio, portando con sé anche un pezzo di Calabria».

Al termine della phase A, infatti, che durerà circa tre anni, una sola missione – ci dichiara – verrà selezionata per essere lanciata nello spazio nel 2037 con un budget, messo a disposizione da Esa, di circa 600 milioni di euro. Nel frattempo, con la fase di studio di fattibilità finanziata dalle agenzie nazionali, l’ateneo di Rende riceverà le risorse necessarie per condurre le ricerche e far crescere giovani scienziati nei prossimi 36 mesi.

Per il Rettore Nicola Leone emerge il ruolo primario dell’UniCal nella Fisica Spaziale

«L’Unical riveste un ruolo ormai consolidato nel campo della fisica spaziale – ha dichiarato il rettore Nicola Leone – grazie ad un gruppo di docenti e ricercatori di cui siamo orgogliosi e che, negli ultimi anni, ha assicurato una crescente partecipazione del nostro ateneo in diversi progetti di missioni spaziali, dimostrando competenza in questo settore affascinante e di grande rilevanza scientifica. Non a caso l’Unical, infatti, fa parte del partenariato Spazio del Pnrr nell’ambito del progetto Space it Up».   (fb)                                                                            

Il Consorzio del Cedro ospite dell’Unical per convegno sul ruolo della ricerca nella promozione dei prodotti

Ci sarà anche il Consorzio del Cedro di Calabria al convegno Il ruolo della ricerca scientifica nella promozione della qualità dei prodotti agroalimentari del territorio calabrese, in programma all’Unical il 14 novembre.

L’evento mira a promuovere una riflessione sulle più recenti scoperte scientifiche nel campo della produzione agroalimentare, con particolare riferimento alla valorizzazione dei prodotti d’eccellenza calabresi come il Cedro di Santa Maria del Cedro Dop.

Il Consorzio, impegnato da anni nella tutela e nella promozione di uno dei prodotti simbolo della regione, si unisce con a questa importante iniziativa, che rappresenta un’occasione importante per condividere conoscenze e innovazioni, e per favorire lo sviluppo sostenibile del settore agroalimentare nel contesto locale.

Durante il convegno, verranno presentate le ultime ricerche e gli sviluppi tecnologici attuati per garantire la tracciabilità e l’autenticità del cedro calabrese, mettendo in luce l’impegno costante della ricerca volta a garantire uno standard qualitativo dei nostri prodotti sempre più elevato, in linea con le sempre crescenti esigenze del mercato e dei consumatori.

La partecipazione a questa importante iniziativa si inserisce perfettamente nella mission dell’Ente e mira a fornire un contributo rilevante alla discussione sul potenziale della ricerca scientifica nel consolidamento e nella promozione della qualità dei prodotti agroalimentari del territorio calabrese. Tale impegno si sviluppa all’interno di una già avviata sinergia istituzionale con il Dipartimento di Agricoltura della Regione Calabria e con il Dipartimento di Chimica dell’Unical, un legame reso possibile anche grazie al lavoro condotto dal compianto Prof. Giovanni Sindona, fondatore del laboratorio Quasiora, la cui attività verrà ricordata nel corso del convegno. (rcs)

La città unica nell’area della Valle del Crati è funzionale all’Unical

di FRANCO BARTUCCISembra che si sia concluso il giro delle audizioni istituzionali presso la Regione Calabria con la commissione Affari Istituzionali, presieduta dalla consigliera Luciana De Francesco, e che a breve, dopo un esame di tutte le audizioni registrate nell’arco degli ultimi tre mesi e la predisposizione del piano di fattibilità (da più voci richiesto), al quale sta lavorando un gruppo di esperti, è nell’intenzione della commissione procedere a un nuovo giro di consultazioni.

Il primo giro intanto si è concluso con l’audizione del Sindaco di Cosenza, Franz Caruso, del Presidente dell’Anci e della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, nonché dei commissari del Comune di Rende. Ancora una volta abbiamo letto dichiarazioni tipicamente burocratiche che non fanno altro a porre problemi e ripensamenti che allungano i tempi nell’ordine normale delle cose, mentre è fondamentale essere decisi ed operativi su ciò che può nascere dal disegno della nuova città unica nella Valle del Crati. 

Apprezziamo la dichiarazione del Presidente dell’Anci e della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, che ha subito affermato con precisione e sicurezza di essere favorevole da sempre per la creazione della città unica, oggetto di discussione da cinquant’anni per effetto della presenza dell’Università a Nord di Cosenza vincolata alla creazione ed al miglioramento di un sistema infrastrutturale viario di collegamento con i vari centri urbani del territorio calabrese unendo la fascia tirrenica con quella jonica. 

Non si possono accettare, perché ne ritardano l’esecuzione, le dichiarazioni tipo: «Siamo per la città unica, ma vediamo…». Quel vediamo non è altro che la tipica dichiarazione burocratica di immobilismo. Oppure «Siamo per una nuova città metropolitana», non pensando che una volta realizzata la città unica partono automaticamente con le infrastrutture stradali e ferroviarie ed in primis l’alta velocità e la metro Settimo di Montalto Uffugo/Università/ Rende/Cosenza centro storico/ con diramazione Sila e Valle d’Esaro, le condizioni di allargamento per la città metropolitana. Ed ancora il rimarcare sulle storie di predissesto e dissesto di Cosenza e Rende che ne condizionano l’impegno realizzativo, oppure farne oggetto di conflitto tra forze politiche di centro destra e centro sinistra. 

Mentre di fatto è stato detto che ormai urbanisticamente esiste tra Cosenza, Rende e Castrolibero, in quanto unite strutturalmente negli edifici e divisi dal Campagnano, una forma urbana di città unica con tre municipi. Altrettanto è importante pensare ed assicurare alla società servizi e strutture legate al suo benessere e sviluppo.

Ciò che ancora una volta si continua ad ignorare è che la nuova grande città unica, che chiamerei “CoReCaMo”, chiama in causa l’Università della Calabria, in quanto la città unica è funzionale a questo centro prestigioso regionale di cultura, formazione e ricerca, nato nel 1971 (anno insediamento organi amministrativi-politici, didattici-scientifici), la cui dimensione, con il passare del tempo, va assumendo un carattere internazionale a tutto vantaggio della società che vi gravata attorno, a condizione che ne sia ultimato il progetto, il cui asse va dalla Statale 107 al tracciato ferroviario Cosenza/Paola/Sibari con punto di passaggio e transito in località Settimo di Montalto Uffugo. 

Questa è una storia che ha un inizio e una data precisa con la nascita dell’Università della Calabria, il cui Comitato Tecnico Amministrativo con presidente il Rettore prof. Beniamino Andreatta nella seduta del 31 luglio 1971, svoltasi nella sala consiliare del Comune di città dei Bruzi, scelse di insediare il progetto della nascente Università a Nord di Cosenza sui territori dei comuni di Rende e Montalto Uffugo.

Una scelta che fu contestata per un paio di mesi, attraverso gli organi d’informazione, da vari politici ed associazioni del territorio, che ambivano vederla in altri luoghi, tranne che dai sindaci di Rende Francesco Principe e Montalto Uffugo, come dal Sindaco di Cosenza Fausto Lio e del Presidente della Provincia, Francesco De Munno. Una scelta che fu fatta sulla base di alcune certezze importanti che avrebbero consentito di creare delle condizioni migliori per uno sviluppo urbano più armonioso in un’area urbana più ampia per la creazione di una nuova grande città, tanto che si parlò del “sogno della grande Cosenza”.

Ciò che metterei in nota ed in negativo al Presidente della Commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale Luciana De Francesco è la totale assenza consultiva del Rettore dell’Università della Calabria o suo delegato, come del Sindaco di Montalto Uffugo per effetto del progetto dell’Università della Calabria, i cui elaborati progettuali (Gregotti) prevedono una estensione di sviluppo urbanistico di superamento del confine di Rende (fiume Settimo) per estendersi su quello di Montalto Uffugo  fino ad incrociate il tratto ferroviario in precedenza indicato.

Anche il silenzio dell’Università non è da giustificare in questa vicenda in quanto facilmente può essere letta in modo negativo sul rapporto mancato tra l’Ateneo, il territorio e le loro istituzioni, le cui condizioni migliori si sarebbero potute creare con una sostanziosa celebrazione del 50° anniversario del primo anno accademico 1972/1973, conclusosi come tempo temporale il 31 ottobre appena trascorso nel silenzio più totale con il rimpianto di molti.

Eppure la stessa Università avrebbe da guadagnarci, se collegata alle istituzioni ed alla società, per portare a compimento le proprie strutture dei progetti Gregotti e Martensson con l’utilizzo dei fondi europei del Pnrr, del quale si parla ancora oggi che né l’Italia e neanche la Calabria saranno in grado di utilizzarli al suo scadere. Sarebbe una grande “iattura” per dirla volgarmente ed inganno nei confronti dei cittadini calabresi.    (fb)