di PINO NANO – Io non so chi abbia immaginato e organizzato questa pagina Facebook (https://www.facebook.com/VariaPalmi/?locale=it_IT.) sulla Varia di Palmi, ma chi lo ha fatto ha reso alla città e alla gente di Palmi un servizio di immenso valore sociale.
Per giorni mi sono rammaricato di non poter vedere la Varia di quest’anno, poi invece ho scoperto l’esistenza di questo sito e confesso di aver vissuto le tensioni e le emozioni più belle della città di Palmi in presa diretta, come se io in realtà vivessi a Palmi e non invece a migliaia di chilometri dal Carro Sacro. Per giunta anche una diretta Fb, che ha riproposto sulla “rete” l’immagine di centinaia di migliaia di persone in piazza per assistere allo spettacolo più bello e più emozionante di questa lunga estate calabrese.
I 200 portatori del Carro Sacro, vestiti tutti di bianco e con il fazzoletto al collo della propria corporazione in realtà sembravano molti di più. Un effetto scenico irripetibile, da film colossal.
Oggi, la prima idea che mi viene in mente è che sarebbe bello se un giorno un regista, che avesse voglia di raccontare la Calabria in maniera diversa dai soliti clichè di “terra di mafia”, venisse a Palmi e ne facesse un film da portare poi in giro per il mondo.
Non so se il sindaco di Palmi ci ha mai pensato, o anche lo stesso Presidente della Regione Roberto Occhiuto, sempre così sensibile a questi temi venendo lui da una esperienza televisiva importante, ma vi assicuro che ci sono tutti gli ingredienti possibili e immaginabili perché uno spettacolo di folla e di popolo come questo della Varia di Palmi possa davvero diventare patrimonio comune di milioni di persone in tutto il mondo.
Un docufilm di questo tipo non costerebbe neanche tantissimo. Anzi, sarebbe un’operazione culturale quasi a costo zero. Non devi pagare le comparse, perché in piazza trovi già centinaia di migliaia di persone. Non devi pagare i costumi, perché tradizione vuole che ognuno si faccia cucire il proprio, soprattutto gli Mbuttaturi.
Non devi pagare gli scenografi, perché Palmi e il mare sottostante sono già di per sé una magia cinematografica senza pari, e senza tempo. Non devi pagare gli esperti musicali, perché le nenie, le musiche e le preghiere che si cantano per strada sono già sufficienti a riempire l’atmosfera.
Non devi pagare il fitto del Carro Sacro, perché lo trovi già pronto per la scasata. Ci pensano i palmesi a realizzarlo dall’inizio alla fine.
Non devi neanche pagare gli addobbi esterni delle case, ci pensano da sole le donne di Palmi a farlo per l’arrivo della festa.
E dalla tua parte troveresti l’amore viscerale e il senso esasperato di ospitalità che appartiene alla nostra cultura e alla gente di Calabria.
In questi casi basta un regista bravo, e una squadra di ripresa che venga a Palmi per una settimana e segua in presa diretta le varie fasi della festa. E poi la parte finale del montaggio, ma con tutto quello che c’è in piazza il giorno della Varia, sarebbe un gioco da ragazzi.
E poi? E poi suggerirei al Presidente della Regione Roberto Occhiuto di presentare il film al Festival del Cinema di Venezia, di solito si tiene la seconda settimana di settembre, quindi il prossimo settembre 2024, come documentario antropologico “dedicato” alla Calabria e ai calabresi.
Ne sono certo, sarebbe un successo mediatico senza precedenti. Non credo possa esserci analisi antropologica migliore e più efficace di questa per raccontare in televisione o al cinema la profonda tradizione religiosa e popolare del Sud del Paese.
Domenica guardavo in televisione le immagini di questo immenso bagno di folla, era una vera e propria marea umana, gente dovunque, che si muoveva all’unisono, migliaia e migliaia di braccia protese verso l’alto, donne bambini e intere famiglie per mano ad ammirare lo spettacolo dell’animella, e poi il tripudio finale dei fuochi d’artificio, uno spettacolo nello spettacolo.
Palmi “forever”, la Varia per sempre, e con la Varia, la gente di Palmi e il popolo della Piana.
La Varia di Palmi è indiscutibilmente mille emozioni diverse, insieme.
C’è l’animella sospesa e legata a questa macchina trionfale alta 17 metri che ondeggia nell’aria sorridendo e salutando il mondo sottostante, c’è la gente appesa ai balconi delle case, ci sono migliaia di ragazzi e ragazze stipati come sardine ai lati del Carro sacro, ci sono gli eroi della festa, i mbuttaturi, sotto il carro da trainare, dettagli e frammenti di vita che emozionano ma incutono anche un pizzico di timore. È il timore ancestrale che all’improvviso possa accadere qualcosa di indesiderato.
Basta nulla perché qualcuno nella ressa si faccia male, inciampi, venga travolto dagli altri, e invece no. Tutto domenica scorsa è filato liscio, organizzazione perfetta, impeccabile, ogni particolare della festa curato con attenzione maniacale, ogni spostamento calcolato al millimetro, ogni uomo del servizio d’ordine al suo posto, impegnato a controllare che nessuno potesse farsi male.
Oltre 200 mila persone in piazza sono un rodeo. U una parata infernale. Sono soprattutto un manifesto corale di gioia e dolori, di attese e speranze, gente che per vedere la scasata è arrivata a Palmi alle sette del mattino, per rientrare poi a casa dopo le tre della notte, e dopo aver goduto di un concerto sublime come quello che Loredana Bertè ha saputo regalare alla sua terra natale. Rieccola la grande Loredana Bertè, lei che è nata a due passi da Palmi, e che a Bagnara ha vissuto le sue prime gioie e le delusioni più cocenti, per poi emigrare via per sempre.
Anche per lei la Varia di Palmi è stato un trionfale ritorno a casa, e francamente non si poteva immaginare concerto più bello e più rock da regalare alla città della piana.
Grazie ancora Palmi, per questo spettacolo bellissimo, di grande civiltà.
Grazie ancora Palmi, per averci fatto sognare, anche se da lontano.
Grazie ancora Palmi, per averci fatto commuovere.
La Varia di Palmi è oggi a giusta ragione Patrimonio dell’Unesco, ma non si potrebbe davvero immaginare uno spettacolo più bello di questo da nessun’altra parte al mondo.
Ma non lo dico da figlio di Calabria quale io sono. Lo dico da osservatore attento e rigoroso del costume italiano e delle tradizioni religiose di questo nostro Paese.
Il vero trionfo della pietà popolare. Tutto questo è la Varia di Palmi. Con i suoi numeri da record, l’attesa di questi giorni che hanno preceduto la scasata, il rumore assordante del cannone che dà il via alla sfilata finale, la Varia dei Bambini, e chi più ne ha più ne metta.
Sul palco d’onore in piazza l’altra sera, accanto al sindaco, al vescovo della diocesi e alle massime autorità istituzionali dell’intera provincia c’era anche Gregorio Corigliano, mio compagno di vita in Rai per quasi 40 anni, figlio anche lui della Piana, il suo paese di origine era Eranova, poi è diventato San Ferdinando, siamo ai margini di Rosarno, e a due passi dal porto di Gioia Tauro, e che da lì domenica sera mi ha chiamato al telefono per dirmi «Se tu fossi qui assisteresti ad uno spettacolo unico al mondo. Hai fatto bene a convincermi a venire». Bellissimo lo stesso.
Grazie Palmi, per questa immensa e smisurata testimonianza di fede.
Guai a pensare o a scrivere che la Calabria sia solo disperazione e malaffare. La Calabria vera è anche la Varia di Palmi, è questa folla immensa che si riversa per le strade della città, e trova il tempo per pregare e per stare insieme.
Palmi e la Varia, eccolo per un giorno il cuore vero di questa regione. Uno spettacolo irripetibile. Anzi no.
Lo spettacolo è solo rinviato di un anno, perché il sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio ha già annunciato che la prossima edizione della Varia sarà l’anno prossimo, il 24 agosto del 2024.
Speriamo di poterci essere. Ancora Grazie Palmi. (pn)
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