Aeroporti. L’imprenditore Pino Falduto: questo piano è una presa in giro per i reggini

L’imprenditore reggino Pino Falduto (un passato da assessore nella Giunta di Italo Falcomatà, un’altra vita fa) architetto e visionario operatore (è suo il Centro commerciale Porto Bolaro a Pellaro e la magnifica Marina realizzata a fianco, con un porticciolo turistico molto apprezzati dai diportisti dello Stretto), dopo aver letto il piano operativo della Regione per utilizzare i fondi (215m5 milioni) del Fondo di Coesione e sviluppo, scuote la testa e boccia totalmente il progetto. E per prima cosa manda un minuzioso dossier a 22 potenziali interlocutori («non risponde mai nessuno», tra cui il Presidente dell’Enac (l’ente dell’Aviazione Civile), sindaci, prefetti, Procura della Repubblica, etc.

Scrive a nome del Comitato spontaneo costituitosi a Reggio di Calabria, in difesa della struttura aeroportuale della città, per contestare – tra l’altro – le limitazioni al volo ancora attive, nonostante la bocciatura da parte del Tar di diversi anni fa-

Premesso che – si legge nel documento –
• L’aeroporto di Reggio di Calabria sia da molti anni afflitto da una crisi causata dalla mancata presenza di vettori aerei in grado di soddisfare le richieste della città e di praticare una politica tariffaria congrua alla domanda del Bacino d’Utenza dello Stretto tra Reggio e Messina.

• Come da Report 1/2017 “Stato di Attuazione degli Investimenti Aeroportuali in Italia” (URL: https://www.enac.gov.it/…/N123…/report_1_2017_stampa.pdf) e Precedenti, pubblicati nel sito ENAC, in cui la stessa metteva in evidenza le cause del progressivo calo dell’utenza, tra cui la più gravosa era ed è tutt’ora riferita al mancato collegamento della struttura con la Ferrovia e i collegamenti marittimi con Messina, Isole Eolie e Taormina.

• Tali difficoltà erano e sono note alle varie P.A. e enti competenti che per cercare di superare tali difficoltà hanno realizzato importanti investimenti pubblici ed in particolare la Stazione Ferroviaria (Aeroporto) e il Pontile per l’Attracco di Aliscafi e vari. 

• La Stazione (Aeroporto) sia perfettamente funzionante e aperta al pubblico ma inutilizzabile dall’Utenza dell’Aeroporto in quanto la viabilità di collegamento è de facto ostruita e il Pontile lasciato in stato di abbandono da ormai diversi anni.

• Il Parlamento Italiano ha stanziato un finanziamento di circa 25 Milioni di Euro per la valorizzazione della Struttura.

• Sacal ha in sfregio ad ogni ragionevole valutazione inteso utilizzare queste ingenti risorse per frazionare gli Interventi in 9 micro-progetti che non affrontano i problemi citati (da voi evidenziati) e che peraltro non tengono conto della previsione d’istituzione dell’Area ZES.

• In data 27 Gennaio 2020 un Gruppo Imprenditoriale Reggino ha offerto, gratuitamente, un progetto preliminare e uno studio di fattibilità per la realizzazione di una nuova aerostazione da realizzare all’interno dell’area aeroportuale in corrispondenza della fermata della Ferrovia e del Pontile che prevede un costo complessivo di realizzazione pari a circa 32 milioni di Euro.

• Il Comune di Reggio Calabria ha già approvato un progetto per la realizzazione della nuova viabilità di collegamento tra il Centro Città e la Stazione (Aeroporto), il Pontile e l’eventuale Nuova Aerostazione.                                                          .

• in data 4 ototbre 2022 il Presidente della Giunta Regionale ha firmato un Cis per il rilancio a fini turistici degli Aeroporti Calabresi senza prevedere nessun tipo di intervento per collegare l’Aeroporto di Reggio Calabria alla fermata ferroviaria e al pontile, pregiudicando lo sviluppo turistico della infrastruttura. 

 CIÒ PREMESSO:

Si chiede di sapere quali valutazioni siano state eseguite per giustificare la realizzazione di opere minimali (i 9 micro-progetti di cui sopra) sulla vecchia Aerostazione che non porteranno nessun cambiamento in termini di inter-modalità tra le varie strutture, di cui sopra, e pertanto nessun miglioramento in termini di Funzionalità dell’Aeroporto e di Attrattività dello stesso. 

Le condizioni economiche dell’Italia e della nostra città in particolare non possono consentire di continuare a spendere denaro pubblico senza possedere la certezza di un ritorno in termini di risultati.

Si invitano le Autorità in Indirizzo di avviare ogni utile approfondimento al fine di evitare che anche questa occasione diventi un’occasione persa.

“Il presidente dell’Aeroclub reggino e il comandante Catizzone: «Aspettative deluse. Le implementazioni non hanno avuto effetto sulla pista, soggetta a limitazioni»

Redazione – 21 Dicembre 2021 14:00

Aeroporto dello Stretto, Sculco: «Chi ha a cuore le sorti si attivi per il suo sviluppo»

«Lo storico Aeroporto dello Stretto ancora una volta viene deluso nelle sue legittime aspettative di uscita da una condizione di “limitazione” che non trova oggettivo riscontro in quella che dovrebbe essere la normale operatività di una pista – 15/33 – sia pure con proprie, specifiche peculiarità, ma non certo proibitiva». Così in una nota il presidente dell’Aeroclub dello Stretto Rino Sculco e il comandante Antonio Catizzone.

«Già dall’emissione delle limitazioni, dovute al vento ed alla pioggia, il TAR di Reggio Calabria, con sentenza n. 45/2001 del 24.01.2001, aveva imposto la rimozione di tali limitazioni, ritenendo le motivazioni addotte dal ricorrente fondate. Da allora, 20.12.2000, tale sentenza è rimasta inapplicata! Qual è, a tutt’oggi, la necessità di mantenere tali limitazioni?».

«Dal 2000 ad oggi l’industria aeronautica ha introdotto nuovi sistemi di controllo della posizione ed ha migliorato le prestazioni dei velivoli impiegati a tal punto da rendere la posizione dell’aeronave sicura al metro. Queste implementazioni, però, non hanno avuto alcun effetto sulla pista (15/33) dell’Aeroporto di Reggio Calabria, per essere essa stessa limitata. A nulla valgono, quindi, le migliori performance dei velivoli impiegati ed i migliori sistemi di radionavigazione».

«Poi, in tema di orografia dell’Aeroporto certo essa presenta peculiari caratteristiche che però non si discostano molto da quelle di altri aeroporti nazionali quali, ad esempio, quelli di: Firenze, Genova e Perugia, solo per citarne alcuni. Tali aeroporti però, a differenza del “nostro”, non soffrono la medesima condizione essendo gli stessi facilmente fruibili da tutti gli operatori. Esemplificando, le condizioni microclimatiche ed orografiche dei suddetti aeroporti impongono considerazioni e manovre non semplici o usuali; ciò nonostante tutti i piloti, siano essi comandanti che copiloti possono operare quelle piste senza un particolare addestramento, economicamente oneroso».

«Ad avviso di chi scrive l’Aeroporto di Reggio Calabria non vede ancora la possibilità di una concreta crescita per la mancata volontà di superare qualcosa che non sarebbe dovuta mai nascere e che già negli anni 2000 un Tribunale Amministrativo aveva disposto di eliminare. Non si capisce perché ancora oggi con: l’abbassamento della collina di Mortara, l’addolcimento della curva di avvicinamento per finale pista 33 e l’importante riduzione della c.d. “corda molle” della medesima pista 15/33; il tutto con l’aggiunta del miglioramento delle radio assistenze e delle procedure di avvicinamento (RNP), non si voglia dare seguito alla richiesta di diminuzione/eliminazione delle limitazioni che gravano sul nostro Aeroporto. (rrc)

Volare Cis: Biondo (Uil) serve una cabina di regia per gestire i fondi

Sul Contratto Interistituzionale di Sviluppo “Volare”, la Uil calabrese si mostra decisamente ottimista anche se, come avverte il segretario generale della Calabria Santo Biondo, per portare a termine il progetto occorre pensare subito a una cabina di regia che controlli la spesa e coinvolga tutti gli attori istituzionali impegnati sul piano del rilancio degli aeroporti calabresi.

«L’incontro avuto, da remoto, con il presidente Occhiuto, il Ministro Carfagna e l’Agenzia coesione territoriale per parlare del Contratto istituzionale – scrive in una nota il segretario generale Santo Biondo – è l’ennesimo passo compiuto verso il rilancio degli aeroporti calabresi.

Intanto, dobbiamo dire con chiarezza che apprezziamo l’utilizzo del Cis come strumento acceleratore della spesa per quanto riguarda il Fondo sociale di coesione 14/20. Per noi, infatti, imprimere una spinta decisa alla spesa sui Fondi di coesione è un fattore importante che deve preludere ad un’azione di investimento efficace di tutte le risorse europee messe a disposizione della Calabria. 

Riteniamo importante, poi, il fatto che il Contratto istituzionale di sviluppo non venga inteso come uno strumento utile a svuotare il cassetto dei Comuni dentro il quale sono stati riposti progetti ancora inevasi o di difficile realizzazione.

Siamo convinti, ancora, che per il rilancio della Calabria sia necessario concentrare le risorse su asset strategici ben determinati, senza dissipare gli stessi in mille rivoli che sanno di clientela e nulla più.

Il Contratto istituzionale di sviluppo “Volare” si muove in questa direzione e concentra le proprie attenzioni su un settore strategico per la ripartenza della nostra regione qual è quello del trasporto aereo. Il provvedimento, stanziando 215 milioni di euro, si muove in direzione del rilancio dei tre scali calabresi. 

Adesso, però, inizia il cammino più difficile. Da oggi sarà necessario attivare un’azione di verifica costante della tabella di marcia in riferimento alla fase di attuazione del Contratto istituzionale di sviluppo sottoscritto a Roma. 

Per questo siamo convinti che sia necessario dare vita ad una cabina regia che, con il coordinamento dal presidente della giunta  regionale, si attivi per monitorare il corretto andamento della spesa all’interno del Cis Calabria e abbia come primo obiettivo quello di verificare che le risorse siano spese in una logica di complementarietà con gli altri fondi europei.

Ma non solo. Alla cabina di regia, ancora, spetterà il compito di analizzare gli impatti occupazionali degli interventi messi in campo per la Calabria, al fine di ricercare e dare corpo ad una occupazione di qualità, che rispetti gli standard di sicurezza, garantisca la parità di genere e sia messa al riparo da azioni illegali e appetiti lontani dalla legge.

Insieme alla cura di questi aspetti, poi, la cabina di regia sarà chiamata ad incidere sulla filiera del subappalto ed esercitare la giusta sorveglianza sociale, nella convinzione che il Contratto istituzionale di sviluppo sia importante e strategico e debba essere portato a termine.

Ribadiamo, infine, che per il rilancio del settore aeroportuale calabrese siano importanti gli investimenti infrastrutturali, ma sia necessario il riconoscimento della continuità territoriale e l’adozione da parte di Sacal di un piano che non metta in concorrenza i tre scali calabresi ma li faccia lavorare in complementarietà.