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Tavernise (M5S) presenta interrogazione per mancata riapertura dell’Ospedale di Praia

Tavernise (M5S) presenta interrogazione per mancata riapertura dell’Ospedale di Praia

Il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, ha presentato una interrogazione al presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, «per chiedere quali azioni intenda adottare per garantire la piena e definitiva riapertura dell’Ospedale di Praia a Mare nel rispetto delle disposizioni normative e delle sentenze del Consiglio di Stato».

«La mancata attuazione delle sentenze del Consiglio di Stato – ha spiegato – e l’inerzia che si protrae da anni stanno privando i cittadini dell’alto Tirreno cosentino di un diritto fondamentale: l’accesso a cure adeguate e tempestive».

«L’Ospedale di Praia a Mare, chiuso nel 2010 e trasformato in Capt – ha proseguito il consigliere – è stato al centro di una lunga battaglia legale condotta dai cittadini e dalle istituzioni locali. Le numerose sentenze del Consiglio di Stato hanno chiarito, senza margine di interpretazione, che la struttura deve essere ripristinata come Presidio Ospedaliero di Base. Nel 2017, anche il cosiddetto “Decreto Sciabica” ha ribadito la necessità di riaprire la struttura quale ospedale di base».
«Tuttavia, a oggi, queste disposizioni rimangono disattese», ha rilevato Tavernise, ricordando come «l’ultimo intervento del Consiglio di Stato, con ordinanza del 7 novembre 2024, ha addirittura portato alla nomina di un nuovo Commissario ad acta, incaricato di verificare se le scelte esecutive adottate dal Commissario Occhiuto con il DCA n. 198 del 12 luglio 2023 rispettino quanto stabilito nelle sentenze precedenti e nel Decreto Sciabica. Una decisione che sottolinea ancora una volta le gravi inadempienze della struttura commissariale calabrese».
«Nel frattempo, la situazione dell’Ospedale di Praia a Mare resta allarmante – ha proseguito –. Il personale medico è insufficiente: due soli radiologi, uno dei quali in aspettativa, rendono impossibile il pieno utilizzo della risonanza magnetica, acquistata cinque anni fa e ancora sottoutilizzata. Il Pronto Soccorso opera con un solo medico strutturato, due medici cubani e un medico a contratto, mentre il reparto di Medicina, pur disponendo di 20 posti letto, è privo di attrezzature essenziali come un ecocardiografo e un elettrobisturi. Anche gli ambulatori specialistici soffrono di gravi carenze, con l’assenza di figure fondamentali come l’otorinolaringoiatra e il pediatra».
«Tutto questo si traduce in un danno incalcolabile per i cittadini, costretti a viaggi estenuanti verso altre strutture o, nei casi più gravi, verso altre regioni, aggravando il fenomeno della mobilità passiva e la perdita economica per la sanità calabrese», ha detto Tavernise, sottolineando come «la salute dei cittadini non può più aspettare». (rcs)