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Protesta a Reggio per le strutture psichiatriche

Tilde Minasi: dopo l’Hospice ora si pensi alle strutture psichiatriche in Calabria

La consigliera regionale Tilde Minasi ha dichiarato che l’accreditamento dell’Hospice ‘Via delle Stelle’ «rappresenta un tassello fondamentale che cristallizza il nostro impegno a beneficio di una struttura da anni fiore all’occhiello del territorio reggino per tutte le attività che svolge con abnegazione e professionalità, nonostante i difficili periodi che ne hanno scandito la storia.  Un passaggio che testimonia un cambio di passo nel settore rispetto al passato: quindi non solo buona volontà e presa in carico della vicenda da parte del presidente Spirlì e del dirigente regionale Autorizzazioni e Accreditamenti, Cosimo Caridi, ma un vero lavoro di squadra che ha prodotto un risultato atteso ed auspicato, aprendo anche nuovi scenari per le altre strutture nella medesima situazione. E proprio conoscendo la sensibilità del governatore Spirlì, sono certa che la stessa attenzione sarà riservata alle esigenze delle strutture psichiatriche impegnate, ormai da più di 30 anni, in tale servizio.

«Prestazioni mai venute meno, pur a fronte di disagi di natura burocratica legati all’accreditamento ed alle autorizzazioni, e a mancanze di remunerazioni per diverso tempo. Nonostante questo gli operatori hanno, con continuità, garantito il loro prezioso apporto, colmando, quando necessario, le insufficienze sanitarie, soprattutto in piena pandemia. A tali problematiche si aggiungono anche ostacoli connessi al mantenimento, nelle strutture preesistenti, di un certo numero di posti per determinate tipologie di pazienti quali anziani e diversamente abili. Ciò che al momento viene richiesto, infatti, e che noi faremo in modo venga accolto celermente, è la riconvocazione da parte del presidente Spirlì e del commissario alla Sanità di un apposito tavolo tecnico che affronti la questione messa in luce dalle stesse. Un iter che seguirò personalmente affinché vengano tutelati e corrisposti gli interessi non solo delle strutture coinvolte e di chi vi opera quotidianamente, ma soprattutto, dei pazienti e delle loro famiglie».  (rp)