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Tirocinanti calabresi, il consigliere Di Natale (Iric) presenta una interrogazione alla Santelli

Finalmente, se così si può dire, qualcuno decide di prendere in mano la situazione dei tirocinanti calabresi che, proprio ieri, denunciavano la decisione della Regione Calabria di non attivare più tirocini e il rischio di essere mandati a lavorare nel privato. Si tratta del consigliere regionale di Io Resto in CalabriaGraziano di Natale, che ha annunciato di aver depositato «una specifica ‘interrogazione a risposta scritta ex art. 121’ rivolta alla Presidente, onorevole Jole Santelli».

«Ho inteso, così, sollevare il problema – spiega Di Natale – ricordando che oramai da anni questo rappresenta uno degli aspetti più delicati delle politiche del lavoro e del welfare della Regione Calabria e che l’obiettivo della politica regionale in materia era quella di promuovere il tirocinio come misura di politica attiva con finalità formativa, onde creare un contatto diretto tra soggetto ospitante e tirocinante, al fine di favorire l’arricchimento delle conoscenze, l’acquisizione di competenze professionali e infine giungere al pieno reinserimento lavorativo».

«Ho anche rimarcato – continua – che, in virtù dell’esperienza acquisita nel corso degli anni, i tirocinanti costituiscono una risorsa importante rispetto al buon andamento dell’apparato burocratico-amministrativo a fronte di endemiche carenze di organico. Hanno acquisito competenze professionali specifiche presso gli enti ospitanti e soprattutto gli enti locali, il cui organico è nella maggior parte dei casi sottodimensionato, riuscendo a garantire i servizi essenziali ai cittadini proprio grazie all’apporto dei tirocinanti».

«Si tratta di un problema di notevole importanza, una grave questione sociale che riguarda migliaia di famiglie calabresi – aggiunge Di Natale – ma direi che ci troviamo di fronte anche a un’importante risorsa per la nostra terra. Nonostante, però, l’importante contributo professionale dei tirocinanti presso gli enti ospitanti, questi lavoratori hanno sempre mantenuto uno stato di precarietà inaccettabile, tant’è che non è previsto in favore degli stessi nessun trattamento previdenziale e contributivo, percependo una retribuzione mensile di soli 500 euro». 

«Certo – conclude Di Natale – questa categoria di lavoratori è stata dimenticata anche dalle politiche governative. Dimostrazione ne è che è stata esclusa anche dal DL ‘Cura Italia’, lasciando 7.000 famiglie calabresi, la maggior parte monoreddito, prive dei mezzi necessari per vivere in un momento storico delicato come quello dovuto alla pandemia. Ancora più forte, però, è la preoccupazione sul futuro lavorativo dei tirocinanti dopo le notizie sull’intenzione della Regione di dirottare questi lavoratori nel settore privato, vanificando, in tal modo, sia le competenze professionali acquisite dopo anni ed anni di formazione professionale nei settori in cui operano e, sia l’entità delle risorse pubbliche investite e finanziate. La scelta obbligata rimane, a mio parere, quella di mettere in campo misure idonee atte a riconoscere la dignità che questi lavoratori meritano, attraverso politiche volte a portare alla stabilizzazione delle posizioni lavorative». (rrm)