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Transizione energetica, la Calabria più competitiva con l’auricolare

«La riduzione del costo e l’efficientamento dei consumi energetici rappresenteranno le chiavi di lettura e di azione nel governo sempre delle nostre società. Anzi, diventeranno l’unità di misura dello sviluppo durevole dei territori. In questa prospettiva, per una delle regioni con maggiore biodiversità d’Europa come la Calabria, con la sua storia e identità agricola ed agroalimentare, la via della eco-sostenibilità è obbligata. Deve essere considerata la principale strategia vincente per rendere finalmente tutto il tessuto imprenditoriale complessivamente più competitivo su scala europea e globale. Con il Bando Agrisolare 2023, ci sono oggi importantissime risorse del Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr) messe a disposizione. Abbiamo il dovere di coglierle, nella consapevolezza che soltanto ammodernandoci ed allineandoci agli standard dei nostri competitor internazionali potremo poi distinguerci e vincere con la qualità delle nostre produzioni e trasformazioni».

È stato, questo, uno dei passaggi principali dell’intervento di Vincenzo D’Agostino, amministratore delegato di Omnia Energia Spa, dal 2002 prima società di servizi energetici (Esco) nel Sud Italia, con una consolidata esperienza e competenza nell’installazione di impianti fotovoltaici, prendendo la parola alla tavola rotonda promossa in collaborazione con l’Associazione Fatto in Calabria, ospitata nella cornice della Wayouth X Reunion dal titolo Viaggiare a dieci nodi, iniziativa svoltasi nei giorni scorsi a Crotone alla quale ha partecipato anche il magistrato Nicola Gratteri.

All’evento, organizzato da Wayouth aps, associazione nata in seno al Ministero dell’Istruzione che dal 2017 si pone l’obiettivo di rendere i giovani motori del cambiamento, insieme a D’Agostino sono intervenuti anche Fortunato Amarelli ad di Amarelli Fabbrica di Liquirizia, Katia Oliva presidente di Fatto in Calabria, Marco Oloferne Curti, coordinatore Ance Giovani Sud.

«Clima, biodiversità, orografia e qualità delle produzioni – ha aggiunto – rappresentano qui un formidabile valore aggiunto perché il previsto adeguamento degli impianti in termini di governo della risorsa energetica si traduca di fatto in una molla di complessivo rilancio per l’economia circolare con ricadute sociali e ritorni economici diretti ed indiretti, non solo per le imprese beneficiarie del Bando Agrisolare. Perché ridurre i costi ed anche ridurre l’acquisto di energia da altre regioni, significa non solo elevare la qualità ma anche stimolare reddito locale e moltiplicatori di crescita; una prospettiva non solo possibile ma anche dietro l’angolo, rispetto alla quale – ha concluso D’Agostino – dobbiamo però sapere esigere esperienza, merito, competenza, visione e capacità di problem solving».

Pubblicato sul sito del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, questo secondo Bando Agrisolare, rispetto a quello 2022 prevede un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. Fino al 2026 le risorse a disposizione ammontano a 1.500 milioni di euro. Le domande dovranno essere presentate tramite Piattaforma informatica del Gse, a partire dalle ore 12 del 12 settembre 2023 e fino alle ore 12 del 12 ottobre 2023. Tra le importanti novità previste vi è un raddoppio della potenza di picco massima installabile che passa da 500 a 1000 kWp ed un raddoppio della spesa massima ammissibile per i sistemi di accumulo e ricarica che passa da 50 mila a 100 mila euro. Sono soggetti a finanziamento i progetti che prevedono l’acquisto e la posa in opera di pannelli fotovoltaici sulle coperture di fabbricati strumentali all’attività dei soggetti beneficiari, compresi quelli destinati alla ricezione ed ospitalità nell’ambito dell’attività agrituristica. I beneficiari sono le imprese del settore della produzione agricola primaria con l’obiettivo di soddisfare il proprio autoconsumo; quelle della trasformazione di prodotti agricoli, della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli e della produzione agricola primaria, senza il vincolo dell’autoconsumo. (rcz)