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Palazzo San Giorgio

Tre mesi di respiro per il Comune di Reggio, per il dissesto c’è tempo

È un buon segnale, non è la soluzione, ma i tre mesi di respiro accordati al Comune di Reggio permettono di bypassare la grave situazione amministrativa col differimento dell’approvazione del bilancio di previsione che era prevista entro il 30 aprile. La Conferenza Stato-regioni di stamattina, alla quale ha preso parte anche il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà, ha difatti approvato la richiesta di proroga dei termini degli adempimenti contabili per gli Enti Locali colpiti dalla sentenza della Corte Costituzionale che revocava la dilazione trentennale del debito.

In verità, l’Amministrazione di Falcomatà spera che il Governo nel decreto Salva-Roma trovi i fondi da destinare anche agli altri comuni in fase di pre-dissesto (e sono tanti). Una soluzione che agevolerebbe il Comuni spiazzati dalla sentenza della Corte Costituzionale: c’è naturalmente un punto interrogativo grande quanto un palazzo, vista la disputa che si è accesa nell’Esecutivo sul decreto che dovrà azzerare il debito della Capitale e non è possibile fare previsioni a breve termine. Per questo l’allungamento dei termini è stato accolto come una boccata d’ossigeno che apre tanti scenari per evitare la dichiarazione di dissesto.

«Ci aspettiamo – ha dichiarato Falcomatà, dopo la riunione di oggi al Ministero dell’Interno – che alle parole seguano i fatti. Il vice-ministro Laura Castelli, che sta dimostrando una costante attenzione alle esigenze rappresentate dai sindaci, ha espresso chiaramente l’intenzione di voler dare seguito già in una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri, al pacchetto di norme per i Comuni che abbiamo condiviso, insieme ai sindaci e grazie alla positiva interlocuzione avviata con l’ANCI. Continueremo a monitorare la situazione nei prossimi giorni affinché si possa arrivare in breve tempo, ben prima della scadenza fissata, ad una soluzione definitiva di una vicenda che avrebbe pesanti conseguenze su decine di Comuni italiano e soprattutto sui loro cittadini incolpevoli». (rrm)