AIUTI FINANZIARI DELLA REGIONE CALABRIA PER AIUTARE HOTEL E RISTORANTI MESSI IN GINOCCHIO DAL COVID;
Al mare in Calabria

TURISMO, 60 MILIONI PER L’ACCOGLIENZA.
E UNA CENA AI FORESTIERI: SARÀ TROPPO?

La Giunta al gran completo ha convocato i giornalisti a Germaneto per presentare le azioni post-covid previste per aiutare il comparto del turismo, ormai in crisi profonda. Visto che si parla di turismo, non sarebbe stato male prevedere una conferenza stampa anche in streaming con possibilità di intervento a distanza: i giornalisti del Centro-Nord  non vengono a Catanzaro per guardare le slide di PowerPoint. O si organizza un itinerario di visite guidate, per incentivare e promuovere i viaggi in regione, oppure meglio usare la tecnologia: ma, a quanto pare, sembra troppo difficile anche per una regione che fa del digitale uno dei suoi asset più strategici…

Comunque, gli interventi di aiuto ci sono e quanto meno mostrano una certa sensibilità nei confronti di operatori che almeno per un terzo non riaprono e per un altro terzo pensavano di chiudere subito. Il problema è noto: la pandemia oltre alla sua terribile scia di morti e di malati da terapia intensiva, ha creato devastazioni di natura psicologica. Paura, dubbi, perplessità, pochi quattrini da spendere, e il risultato è sotto gli occhi di tutti: alberghi chiusi (a Roma su 1200 hanno riaperto solo 200 per fare un esempio), ristoranti con pochi clienti e, comunque, insufficienti a coprire anche solo le spese di gestione. Prenotazioni vicine allo zero e un mese di giugno da dimenticare.

Cosa mette in campo la Giunta Santelli? È stato spiegato che «il comparto turistico rappresenta un asset fondante per la Regione Calabria. La pandemia ha significativamente contratto il PIL regionale e, in particolare quello legato al turismo. Il rischio che una crisi congiunturale di comparto possa in un sistema economico fragile come il nostro possa cronicizzarsi, divenendo strutturale, impone un approccio sistemico e strutturato per il sostegno e rilancio del settore». La Regione, quindi  ha inteso porre in campo 4 misure, tra loro interconnesse, che per la prima volta richiedono uno sforzo congiunto con gli operatori di settore per sostenere il comparto

Ecco le quattro misure:

— Accogli Calabria (previsto un contributo una tantum a fondo perduto alle singole strutture ricettive in funzione delle presenze registrate nel 2018);

— Stai In Calabria (previsto un sostegno alle famiglie calabresi che soggiornano almeno 3 notti in una struttura ricettiva regionale)

— Accoglienza Calabria (la Regione offre una cena durante un soggiorno in Calabria a turisti extraregionali)

— In Calabria (previsto un voucher di 200€ a favore dei giovani tra i 18 e i 24 anni per attività collaterali al turismo e per la cultura).

Alcune di queste, per la verità, erano già state annunciate nei giorni scorsi e non avevano trovato larghi consensi. Soprattutto quello per i ragazzi: 200 euro da spendere in strutture calabresi non sono pochi, ma diventano risibili per chi ha la possibilità di andare in vacanza. Se ha disponibilità (diversamente quest’anno niente mare con gli amici) i 200 euro saranno buoni per pagare un po’ di cene. Forse andava studiato qualcosa di più efficace per consentire ai nostri ragazzi, quelli che hanno famiglie con obiettive difficoltà economiche, di affrontare  in modo diverso questa insolita stagione estiva.

Per contro, gli aiuti previsti per le strutture ricettive sono più serie e sostanziose: con Accogli Calabria viene erogato un contributo una tantum alle strutture ricettive, sino ad un massimo di 160.000 €. Tra gli impegni che assumono i beneficiari c’è quello di sostenere le altre misure regionali, emettendo il buono cena ai turisti non regionali e accogliendo le famiglie che presentano il voucher Stai in Calabria. In buona sostanza, per accedere agli aiuti occorre dare disponibilità ad accettare i voucher previsti per le famiglie  e offrire la cena ai turisti extraregionali. Questa della cena, diciamo la verità, ricorda tanto il cocktail di benvenuto che in era pre-covid tutti i villaggi turistici organizzavano peri nuovi arrivati. Non fosse mai che il turista veneto – incurante delle imprecazioni di Zaia per la pubblicità comparativa di Klaus Davi – ci resti male a non non trovare una cena di benvenuto…

Sono queste le innovative idee di una Regione che ancora sconta l’assenza per cinque anni (grazie presidente Oliverio) di un assessore al turismo? Ben vengano gli aiuti al comparto, dove albergatori e ristoratori sono quasi alla canna del gas, ma gli incentivi per attrarre turisti e forestieri dovrebbero essere ben altri. Tipo un voucher in buoni benzina da ritirare in Calabria per chi scende in macchina o un noleggio agevolato (se non gratuito) di auto per gli altri vacanzieri per incentivarli a scoprire il territorio. Purtroppo, dobbiamo ancora una volta notare che l’improvvisazione regna sovrana, nonostante la grande fatica dell’assessore Orsomarso che non sappiamo come faccia a districarsi tra cassa integrazione e turismo (oltre a un altro bel po’ di deleghe) e la grande disponibilità di tutti, a partire dalla presidente Jole. Sembra che manchi una strategia sull’attrazione turistica, mancano gli strumenti per agevolare e facilitare chi voglia venire in Calabria. E non sarà l’ottimo (siamo sicuri) lavoro di Gabriele Muccino a mutare le cose:il regista con la presidente Jole oggi pomeriggio incontra la stampa a Favella della Corte (Corigliano-Rossano) dove ci sarà il primo ciak.  Un progetto cinematografico che vede la Calabria protagonista e che ha entusiasmato tutta la Giunta (non hanno firmato, perché assenti, gli assessori Catalfamo e Gallo). Un promofilm, un cortometraggio, forse un anche paio di spot, con una grande firma internazionale, significa avere una visione strategica del settore? Non riusciamo a nascondere qualche perplessità.

Dalla breve presentazione che un solerte ufficio stampa ha rilasciato c’è già da mettersi le mani nei capelli: «Un piccolo grande film che racconta la regione degli agrumi. Un viaggio tra le Clementine, coltivate in Calabria sin dagli anni ’30, i cui agrumeti disposti a filari sono parte integrante del paesaggio; il Cedro, descritto nella Bibbia come il frutto sacro dell’albero più bello, profumatissimo ed eterno, coltivato nella Riviera dei cedri nella sua varietà migliore; il Bergamotto, l’ ”oro verde”, coltivato nel cuore della Locride; il Limone di Rocca Imperiale». Intanto, il bergamotto è di Reggio Calabria (dop) e non della Locride e poi non è l'”oro verde” (denominazione riservata all’olio calabrese). Se è questa la narrazione che verrà fuori, c’è da stare freschi. E siccome siamo in estate, accontentiamoci! (s)