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Sacal

Uiltrasporti Calabria: Sacal presenti il proprio piano industriale

La segreteria di Uiltrasporti Calabria, ha chiesto alla Sacal di presentare il proprio piano industriale, in quanto la società che gestisce il sistema portuale calabrese, «non può chiudersi nel proprio cerchio e affrontare in camera caritatis la discussione su quello che dovrebbe essere il nuovo disegno del sistema trasportistico via aerea della Calabria».

Il sindacato, infatti, ha ribadito «la necessità di avviare il confronto con Sacal, al fine di verificare gli impatti occupazionali sul piano di rilancio, di concretizzare un percorso che favorisca la stabilizzazione del precariato e, soprattutto, di studiare la possibilità di mettere in campo, in maniera complementare, un piano graduale di assunzioni, convinti come siamo di una strategia che metta insieme governo locale e nazionale possa essere determinante per rilanciare il sistema trasportistico regionale».

«Il management di Sacal – ha proseguito la Segreteria – ha l’obbligo istituzionale di confrontarsi con il sindacato sul piano industriale, in maniera ampia e circostanziata, ha l’obbligo di confrontarsi le con amministrazioni locali sul futuro di quello che è uno degli assi strategici dell’economica regionale. Si tratta di un fatto di garbo istituzionale dal quale amministratore delegato della società non può sottrarsi anche alla luce delle difficoltà oggettive alle quali il sistema dei trasporti si è trovato costretto a rispondere per via di una crisi senza precedenti, amplificata dagli imprevedibili eventi pandemici».

«Anche per questo – ha proseguito la Segreteria – soprattutto per trovare una via nuova per contrastare le ricadute economiche e sociali del Covid-19, chiediamo apertamente un confronto serio, aperto e costruttivo, al fine di programmare la ripresa del settore che, secondo noi, non può che puntare su di un piano industriale moderno, efficiente, concorrenziale ma che, soprattutto, non faccia torti di campanile e riconosca pari dignità e pari impegno di Sacal sullo sviluppo di tutti gli scali aeroportuali calabresi, una crescita in termini economici che, nella nostra visione, è necessario sia complementare e non conflittuale».

«Riconoscendo il ruolo di punto di riferimento internazionale al quale è assurto lo scalo di Lamezia Terme, infatti – si legge in una nota – siamo convinti che anche Crotone e Reggio Calabria debbano trovare la loro giusta collocazione all’interno di un piano industriale di rilancio di tutto il sistema integrato dei trasporti regionali».

«Oggi – si legge ancora – di questo ne siamo fermamente convinti, esiste la possibilità di dare una solida spinta in questa direzione. È determinante, però, saper mettere bene a frutto la grande dote economica e finanziaria che l’Europa, con i suoi finanziamenti confluiti nel Pnrr, e il Governo italiano sono pronti a mettere in campo. Solo il loro corretto utilizzo, lo stiamo ripetendo da tempo, potrà offrire alla Calabria la seria possibilità di ridurre quella forte, fortissima, marginalità nella quale è stata confinata da un sistema di trasporti aerei e ferroviari inadeguati alle reali richieste di mobilità verso il resto dell’Italia e dell’Europa».

«La Calabria, anche la Calabria – ha detto Uiltrasporti Calabria – sente forte la necessità di ridurre il gap – in termini infrastrutturali ma anche di tempi – che la separa dal resto del mondo. Lo ribadiamo ancora una volta, con convinzione, in questa fase così delicata è impensabile non prendere seriamente in considerazione la necessità di dare corso a quella continuità territoriale, peraltro riconosciuta dalle leggi 27 dicembre 2002 numero 289 e dalla numero 350 del 2003, che consentirebbe ad Alitalia di non lasciare per sempre le piste di atterraggio degli aeroporti di Reggio Calabria e Crotone».

«Queste due città – ha detto ancora la Segreteria – non possono essere lasciate sole davanti al loro destino. E’ inammissibile che quanto sta accadendo avvenga anche nei confronti di un centro come Crotone, che rischia di diventare un’isola dentro un territorio che stenta ad uscire dalla crisi, e della Città metropolitana reggina, l’unica città metropolitana in Italia che rischia di non avere un aeroporto. Rispetto al futuro di Reggio Calabria, poi, non si comprende quale possa essere il progetto di sviluppo di quello che sembra destinato a diventare solo un contenitore di enti. Fare venir meno Alitalia vuole dire far venire meno ogni possibilità di sviluppo per questi due importanti centri della Calabria e per tutto il territorio della regione. Qualsiasi progetto di sviluppo senza la presenza del vettore nazionale sarebbe zoppo».

«A poco, poi – è stato detto – possono servire gli interventi delle compagnie low cost. Senza l’intervento economico pubblico, senza una partecipazione diretta della Regione e dello Stato, infatti, queste società non investiranno mai sul territorio calabrese. Anche alla luce di questo, quindi, riteniamo fondamentale che la politica nazionale e regionale metta in atto un’azione forte e concreta al fine di prevedere il finanziamento della continuità territoriale, l’unico strumento che potrebbe scongiurare l’abbandono definitivo di Alitalia dalle rotte calabresi».

«Oggi, più che mai – è stato evidenziato – bisogna assolutamente aprire il confronto con le parti sociali e con le istituzioni sul piano industriale. Un piano di rilancio che deve essere assolutamente concertato con il sindacato e le istituzioni perché non è più accettabile un’ulteriore carenza di investimenti finalizzati al potenziamento di tutto il sistema aeroportuale calabrese. Sacal, poi, non può negare alla Città metropolitana la possibilità di entrare a far parte organicamente – attraverso l’acquisto di un pacchetto di quote partecipative – della cabina di regia del sistema aeroportuale regionale».

«Vogliamo sommessamente ricordare, infatti – ha concluso – che la società – quando ha acquisito la gestione organica degli aeroporti calabresi, ha assunto l’impegno di aprirsi in maniera non pregiudiziale nei confronti di tutti i territori». (rcz)