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Il prof. Giancarlo Fortino in CIna con alcuni suoi studenti

Un ponte con la Cina: prestigioso riconoscimento al prof. Giancarlo Fortino di Unical

di FRANCO BARTUCCI – Il prestigioso riconoscimento internazionale al prof. Giancarlo Fortino, docente dell’Università della Calabria è una di quelle notizie che riempiono d’orgoglio tutti i calabresi e mettono in evidenza la qualità e la competenza dei nostri ricercatori, apprezzati e valorizzati da tutto il mondo.
Il prof. Fortino è professore Ordinario di sistemi di elaborazione delle informazioni del Dipartimento di Ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica (DIMES), delegato del Rettore, prof. Nicola Leone, alle azioni di internazionalizzazione extra UE, come la Cina

e l’Australia, nonché direttore del Master di II Livello INTER-IoT, ch’è stato inserito nella lista degli Highly CitedResearchersTM 2020, stilata annualmente da Clarivate/Web of Science, nell’area Computer Science.  È attualmente l’unico professore d’informatica di una università italiana nella lista tra i 124 presenti,  provenienti dalle università e centri di ricerca più prestigiosi del mondo (Harvard, Accademia Cinese delle Scienze, Stanford, Berkeley, Tsinghua, Oxford, Cambridge, Imperial College London, Max Planck Society tedesca, ecc).

La lista di Highly CitedResearchers è guidata dagli USA con il 41.5% di propri ricercatori e seguita dalla Cina con 12.1%, mentre l’Italia è appena fuori le top 10 con l’1,4%. Nell’area Computer Science (Informatica), la prima in classifica è la Cina con il 37% di propri ricercatori seguita dagli Stati Uniti con il 9,7%.

La lista identifica I ricercatori che hanno dimostrato una influenza significativa nel proprio campo attraverso la pubblicazione di molteplici articoli altamente citati durante l’ultimo decennio. La lista quindi celebra quei ricercatori eccezionali che stanno avendo un enorme impatto sulla comunità di ricerca misurato sulla base del tasso al quale il loro lavoro è citato dagli altri ricercatori nel mondo.

Negli ultimi dieci anni ha instaurato, quale figura istituzionale dell’Università della Calabria, un rapporto stabile con delle Università Cinesi: Huazhong University of Science and Technology, Huazhong Agricultural University, Shanghai Maritime University, l’istituto SIAT dell’Accademia Cinese delle Scienze e per ultimo con la Wuhan University of Technology, con le quali durante la fase iniziale della pandemia del Covid-19 si è instaurato un reciproco rapporto di solidarietà e collaborazione scientifica e sociale.

Un rapporto che ha delle radici profonde grazie ad un accordo instaurato nel mese di ottobre del 1979 tra l’Università della Calabria e la Repubblica Popolare Cinese che consentì l’arrivo nel campus universitario di Arcavacata, per primi in Italia, di un nucleo di sedici studenti cinesi, che hanno ancora oggi una folta rappresentanza e contatti sviluppatisi, a livello anche scientifico, dai professori, Enrico Drioli (Ingegneria chimica) e Sebastiano Andò (Farmacia), oltre ovvio allo stesso prof. Fortino, che da dieci anni ne coordina e cura, con prestigio, tale canale di rapporti. Per ritornare alla complessità delle sue conoscenze e rapporti internazionali ed in particolare al riconoscimento sopraggiunto in questi giorni gli abbiamo rivolto delle domande:

– Che significa per lei aver raggiunto questo prestigioso traguardo?

«L’ingresso dentro la lista Highly CitedResearchers di Web of Science/Clarivate è senza dubbio il riconoscimento bibliometrico più importante a livello internazionale per un ricercatore. Non le nascondo la grande soddisfazione che provo come ricercatore per le ulteriori “porte” che si apriranno a me personalmente ed al mio gruppo di ricerca sul panorama nazionale e internazionale, ma penso anche alla mia Università della Calabria (Unical), che beneficerà significativamente di questo risultato ad esempio nelle classifiche internazionali quali la prestigiosa ARWU (ShanghaiRanking’sAcademic Ranking of World Universities) che premia le università che hanno ricercatori “altamente citati».

– Quali sono le sue ricerche che reputa essere le più importanti nella sua carriera?

La mia carriera ormai è lunga più di 25 anni. Ho iniziato a fare ricerca durante la mia tesi di laurea nel lontano 1994. Senza dubbio le ricerche che mi hanno portato maggiore visibilità e quindi “molte citazioni”, oltre che soddisfazioni scientifico-tecnologiche, da parte dei colleghi internazionali, sono quelle relative ai sistemi di computazione indossabili basati su reti di sensori corporali. In particolare, le pubblicazioni prodotte nell’ambito del progetto open-source “SPINE (Signal Processing In Node Environment)”, che ho fondato con i Telecom Italia Lab, l’Università californiana di Berkeley, la UT Dallas, e di cui ho la responsabilità scientifica dal 2007, le quali hanno avuto un impatto notevole sulla comunità scientifica internazionale in termini sia di nuove metodologie che di sistemi innovativi.

– Qualcuno dice che lei è quasi uno “straniero”, cosa risponde?     

«Effettivamente nella mia carriera ho viaggiato molto e lavorato con molteplici ed importanti università ed istituti di ricerca internazionali, dagli Stati Uniti all’Europa, dalla Cina all’Australia. Ma ci tengo a precisare che mi sono laureato presso l’Unical in Ingegneria Informatica, ho preso un dottorato di ricerca presso l’Unical in Ingegneria dei Sistemi ed Informatica, sono diventato ricercatore presso l’Unical in sistemi di elaborazione delle informazioni, poi professore associato ed infine ordinario. Direi proprio di essere un figlio dell’Unical, oltre che calabrese e paolano, e ne vado molto “orgoglioso”. Credo fortemente che la Calabria abbia nell’Unical il suo più grande potenziale«.

– Che progetti ha per il futuro? Ha qualcosa in cantiere?

«Mi ha fatto sorridere! Solitamente ogni volta che ho raggiunto un traguardo importante, qualcuno mi ha detto: “ma adesso ti calmi?” Beh, a questo giro, nessuno me l’ha chiesto. Chi mi conosce sa che io rilancio sempre. Soprattutto perché il mio lavoro è il mio “hobby” da sempre, da quando avevo dodici anni e “smanettavo” con il mio primo computer, il mio caro Sinclair ZX Spectrum 48K, programmandolo in linguaggio Basic. Memorie a parte, sto attualmente preparando un progetto proprio sui sistemi di calcolo indossabili collettivi e cognitivi (ma non posso dire altro), con cui spero di poter dare un ulteriore contributo sia alla comunità scientifica che a quella tecnologica che alla società tutta. Infatti, proprio questi sistemi potrebbero permettere di realizzare una piattaforma per il monitoraggio in tempo reale di pandemie quali quella che purtroppo stiamo vivendo e per la quale non esistono ancora sistemi di monitoraggio e controllo automatici davvero efficaci». (fb)