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Valorizzare l’olivicoltura e le aree rurali con il Turismo delle radici

Valorizzare l’olivicoltura e le aree rurali con il Turismo delle radici

di FRANCO BARTUCCIDopo 3 anni dalla pubblicazione dell’ampio lavoro di ricerca sul “Turismo delle Radici” a firma di Sonia Ferrari, docente di marketing del turismo e marketing territoriale presso l’Università della Calabria, e Tiziana Nicotera, cultore della materia presso la stessa Università ed esperta del ramo, è maturata l’idea di allargarne i contenuti e le aspettative conducendo il tutto in collaborazione con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (Crea). È nata, dunque, una nuova ricerca dal titolo: Turismo delle radici e prodotti agroalimentari. Percorsi e strategie per valorizzare l’olivicoltura e le aree rurali.

Lo studio, che nasce nell’ambito del progetto “Oleario-Dove l’Italia lascia un segno” del Crea, finanziato dall’Unione Europea, coinvolge, oltre al Crea, il Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche dell’UniCal, nonché la prof.ssa Anna Lo Presti, dell’Università di Torino.

In poco più di un anno di lavoro si è fatta una indagine mirata ad analizzare il fenomeno della promozione delle produzioni agroalimentari italiane all’estero, con un focus sul comparto olivicolo-oleario, grazie all’interesse e all’azione dei turisti delle radici, ovvero emigrati e loro discendenti che vogliono riconnettersi con la propria terra d’origine o della propria famiglia durante le vacanze.

I risultati del lavoro saranno presentati a Roma, giovedì 9 novembre 2023 alle ore 9,30, presso Hotel NH Vittorio Veneto, su corso Italia, 1, nell’ambito del convegno: “Turismo delle radici e prodotti agroalimentari. Percorsi e strategie per valorizzare l’olivicoltura e le aree rurali”.

Ad aprire i lavori sarà Milena Verrascina, del Crea – Centro Politiche e Bioeconomia; mentre a seguire Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera dell’Università della Calabria con Anna Lo Presti, dell’Università di Torino, parleranno sul tema: Turismo delle radici e promozione all’estero dei prodotti agroalimentari italiani: un focus sul settore olivicolo-oleario.

Il programma prevede poi una relazione sul tema: ”Etichette e certificazioni, strumenti attrattivi per i viaggiatori delle radici”, a cura di Gabriella Lo Feudo, del Crea – Centro Orticoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura; mentre del tema: “Il turismo delle radici per lo sviluppo delle aree rurali” ne parlerà Barbara Zanetti, del Crea – Centro Politiche e Bieconomia.

Successivamente è prevista una Tavola rotonda con la partecipazione di: Francesca Baldereschi, Responsabile nazionale della Guida Extravergini – Slow Food; Simone Marrucci, Responsabile Percorsi turistici dell’Associazione città dell’olio; Emilio Milich, Responsabile Turismo Slow; e Fabiola Pulieri, giornalista.

Il convegno si chiuderà per le 13,00 con uno spazio di interventi riservati a dei rappresentanti degli italiani all’estero: Marite Perrella, Membro del Consiglio direttivo della Faca e del Comites; Marcello Carrara, Presidente della Federazione delle Società Italiane di Mar del Plata e zona; Mario Tapia, Presidente dell’Associazione dei Calabresi in Cile.

“Il turismo e l’enogastronomia – ci dice la professoressa Sonia Ferrari – sono settori fortemente interconnessi. Oggi crescono in modo significativo vari segmenti del turismo enogastronomico, come il turismo del vino e l’oleoturismo. I turisti delle radici sono particolarmente interessati ai cosiddetti “prodotti nostalgia”, ossia beni tradizionali locali, principalmente prodotti alimentari, strettamente associati alla terra delle proprie radici, che per questi turisti hanno il “sapore di casa” e che acquistano per la loro qualità, ma soprattutto perché ricordano la madre patria. Oltre a comprare beni del luogo di origine della loro famiglia, i turisti delle radici diventano veri e propri ambasciatori all’estero del made in Italy. Tutto ciò – conclude – può favorire le esportazioni, stimolare le produzioni locali, aumentare l’orgoglio della comunità e contribuire a limitare l’impatto negativo del fenomeno dell’Italian Sounding. Attraverso il turismo delle radici si possono promuovere le produzioni locali insieme ai territori stessi, anche grazie a marchi territoriali”. (fb)