di SANTO STRATI – Un governo di larghe intese che guardi più alle competenze e alle capacità individuali, piuttosto che alle convenienze dei partiti. È un’idea sorprendente che non trova ancora riscontri diretti, ma siamo convinti che la Presidente Jole Santelli ci stia pensando già da qualche settimana. Maturata dopo il feedback positivo dei due primi assessori che ha raggiunto consensi inaspettati: la Presidente non lo dice, ma nei suoi occhi e nel viso un po’ affaticato, si legge una carica vitale che spiazza tutti: «La Jole vi sorprenderà!». Non l’abbiamo sentita dire questa frase né da lei né da altri, ma è facile coglierla in uno sguardo che difficilmente inganna.
Il ragionamento è molto semplice. La presidente ha solo cinque caselle da riempire per la sua Giunta. Ci sono cambiali e cambialette da onorare con i partiti della coalizione e con chi, stando in retroguardia senza presentarsi in lista, aspetta ora il dovuto riconoscimento: troppo lungo l’elenco dei pretendenti, troppo elevato il rischio di scontentare l’uno per far sorridere l’altro e portarsi per un’intera legislatura strascichi di veleni e dispettucci. E allora ecco l’idea, “pazza” ma vincente: un governo regionale di larghe intese, trasversale alla politica, dove contano non i simboli di partito ma la voglia di operare a favore della Calabria, facendo leva su competenze acclamate, slegate da vincoli politici. L’obiettivo è comune e la sfida che attende la Calabria nei prossimi mesi e nei prossimi anni non può ridursi a un usuale, quanto trito e ritrito, risultato di accordi di Palazzo per misurare il potere e conquistarne ancora di più.
La crisi del coronavirus che, grazie al cielo, facendo gli scongiuri, ha appena sfiorato la Calabria, in realtà si rivelerà anche per la Calabria una tragedia di carattere economico-sociale che nessun catastrofista di mestiere avrebbe potuto immaginare. Al di là del dovuto rispetto che va riservato prima di ogni cosa alle vittime del virus, perché il costo delle vite umane non ha prezzo, le conseguenze in termini di occupazione, mancato sviluppo e recessione garantita saranno terribili e ce le porteremo per tutto questo 2020. Anno bisesto anno funesto?
Prendiamo i primi due assessori della Presidente Santelli. Non concordate con le segreterie dei partiti, convincenti e ammirate in maniera trasversale dai calabresi di ogni colore politico, sono scelte che hanno spiazzato i mestieranti della politica: indicano che sono state decise “in solitudine” con la determinazione tipica dei leader. La Jole vi sorprenderà: e se contro ogni previsione continuasse nella sua strepitosa, felice e formidabile idea di decidere da sola, senza tener conto degli impegni presi prima della campagna elettorale? Che sorpresa magnifica per i calabresi! La Jole conquisterebbe tutti, superando qualunque barriera ideologica, mostrando di avere a cuore una cosa soltanto, quella di far diventare la sua Calabria una regione “normale”. Una terra non arida e improduttiva, ma fertile e ricca di risorse, a cominciare dagli uomini e dalle donne che, a malincuore, son dovuti andare via. Una terra ricchissima di cultura e patrimonio artistico (bastano i bronzi di Riace e l’inestimabile tesoro di quel che rimane della civiltà magnogreca), attenta e generosa con l’ambiente con i suoi tre parchi nazionali, le splendide montagne, gli 800 e passa chilometri di coste, la mitezza del clima, il profondo senso di accoglienza della sua gente. La California d’Europa, anche dal punto di vista tecnologico visti i continui successi delle nostre università nel campo dell’intelligenza artificiale (di cui il rettore Unical Nicola Leone è un’eccellenza mondiale) e dell’innovazione tecnologica. È quella che dovrà diventare, con l’impegno di tutti, per il bene comune.
Stop. Smettiamola di sognare e torniamo coi piedi per terra. E immaginiamo una Giunta Santelli dove a fianco di Capitano Ultimo e dell’astrofisica Sandra Savaglio ci troviamo, tanto per fare un nome, Pino Gentile (senz’offesa, on., sia ben chiaro) che forte del suoi 7821 voti che non sono riusciti a farlo tornare a Palazzo Campanella aspira a un assessorato. Già vicepresidente del Consiglio regionale nella passata legislatura, Gentile rappresenta il passato che ritorna, il trionfo delle logiche della politica che pesa le forze in campo e paga il dovuto (?) tributo, anche a costo di non fare gli interessi dei calabresi. Sia ben chiaro, massimo rispetto per Gentile: se i calabresi lo hanno votato in così tanti vuol dire che lo stimano e lo apprezzano, semmai è la malasorte (e una stupida legge elettorale) che lo ha tenuto fuori da Palazzo Campanella. Immaginiamo di vedere in Giunta i soliti noti, magari incompetenti di natura ma politicamente dotati di grande appeal. Quanto durerà? Saranno scelte premianti per lo sviluppo della Calabria? È lecito avere qualche perplessità.
La Presidente Santelli questo ragionamento lo sta facendo, ne siamo convinti. Ha la grande opportunità di mostrare di avere gli attributi che pochi le riconoscono, ovvero la capacità di capire cosa è meglio per la sua terra, cosa veramente si aspettano da lei i suoi elettori e cosa non s’aspettano i suoi avversari. Solo un comune sforzo di maggioranza e opposizione porterà una ventata di aria fresca nel futuro da costruire per la Calabria. Questa sarebbe una rivoluzione sorprendente e senza precedenti, la grande opzione che la Presidente si va a giocare nei prossimi giorni. E il suo essere donna, siamo convinti, l’aiuterà nella scelta così azzardata di mescolare sacro e profano, bianco e nero, dritto e rovescio, nel suo futuro governo.
L’assurda legge regionale, che vieta il voto disgiunto (che ha penalizzato assai e non poco il cav. Callipo) e non consente il voto di genere, fissa in 7 il numero massimo degli assessori e va cambiata prima possibile. Guardiamo al numero degli assessori, perché fissarne il numero per statuto? Non sarebbe più corretto lasciare al Governatore la scelta di quante persone servono per la sua squadra? Tanto per fare un esempio, al Turismo ne servirebbero due (e con Oliverio non c’era proprio), uno per il turismo interno e uno per quello internazionale; i beni culturali faranno a metà con la ricerca scientifica e l’istruzione, e sarà dura perché dimezza l’impegno. E la reputazione? Un assessorato alla reputazione – a lungo caldeggiato da Giuseppe Nucera, ex candidato presidente del movimento La Calabria che vogliamo e imprenditore turistico innovatore – non servirebbe? Con magari con il massmediologo Klaus Davi, che si è già detto disponibile a offrire il suo aiuto, al quale la Calabria deve ancora dire grazie per il suo impegno per San Luca.
Ci sono tante risorse umane da scoprire e mettere alla guida dei pochi assessorati, dove comunque già lavorano dirigenti capaci e ispirati totalmente alla legalità, per fare una rivoluzione “gentile” (scusi ex vicepresidente, non è rivolto a lei) che sappia cogliere idee e suggestioni che provengono da intellettuali, industriali, imprenditori, scienziati, docenti. Teste pensanti che sanno cosa significa lavoro, sacrificio e impegno. E che sognano, al di là della loro appartenenza politica, una Calabria che finalmente alza la testa, cresce e offre prospettive ai propri giovani. Ci sono tanti progetti che vanno realizzati, c’è il Piano per il Sud che è un magnifico libro delle idee le cui pagine vuote vanno scritte da gente determinata e competente, questa volta con soldi veri da spendere. C’è l’innovazione dei giovani scienziati delle nostre straordinarie Università, c’è la passione di chi vuol mettersi in gioco pur avendo conquistato il successo nel lavoro e nell’impresa: Presidente Jole, anche qui potrebbe avere qualche imbarazzo nella scelta, ma si fidi dell’istinto di donna che, in genere, non sbaglia mai.
Questa si chiama svolta. La odieranno i suoi ex-sodali pentiti di averla appoggiata e sostenuta fino alla vittoria elettorale, ma cosa deve temere? Avrà il consenso della gente comune, di chi l’ha votata convita e chi chi le ha negato il voto, costretto felicemente a ricredersi. La sua esperienza politica, Presidente Jole, l’aiuterà a fare il “colpaccio” che nessuno si aspetta. E quale migliore presidente del Consiglio del capo dell’opposizione? Pippo Callipo sarebbe la magnifica guida di un’assemblea impegnata, ripetiamo, in modo trasversale, a cercare e trovare il meglio del meglio per la Calabria… Accidenti, stiamo correndo troppo. Fermiamoci. Tra sogni e immaginazione, rischiamo di far perdere il filo o di confondere le idee. È solo una provocazione – lo ammettiamo – ma non si sa mai. Lo scopriremo tra pochi giorni. Auguri, Presidente Jole. (s)