È stata scongiurata l’ipotesi di dissesto finanziario per il Comune di Vibo Valentia. È quanto ha stabilito la Corte dei Conti – Sezioni Riunite, nel corso dell’udienza, ritenendo non valutabile il Piano di riequilibrio in quanto non vi erano i presupposti per ricorrere alla procedura avviata dall’allora Commissario Straordinario alla guida di Palazzo Luigi Razza.
Un caso unico nel suo genere, in quanto ha ribaltato le decisioni fino ad oggi assunte dalla magistratura contabile della regionale e dal ministero dell’Interno sul caso di Vibo.
Secondo la magistratura contabile non si poteva ricorrere alla procedura di riequilibrio e dunque il Piano non poteva essere adottato e quindi valutato, così come non potevano essere adottate le istruttorie successive del Ministero dell’Interno e della sezione regionale Calabria della Corte dei Conti. La decisione delle sezioni Riunite è dunque indipendente dal termine del 31 dicembre 2022 considerato nell’udienza del 18 gennaio 2023 perentorio per la rimodulazione e comunque con il Milleproroghe posticipato al 31 marzo 2023.
Non più una questione di termini ma la decisione è altra. Il Comune di Vibo Valentia non può andare in dissesto non perché sia stato bocciato il Piano, ma perché il piano non poteva e non può essere valutato. La procedura di riequilibrio, come richiamato nella delibera n. 24 del 28 dicembre 2022 della Corte dei conti sezioni Riunite, è stata avviata prima dell’insediamento dell’amministrazione Limardo, per l’esattezza con delibera numero 18 del Commissario Straordinario adottata un mese prima delle elezioni.
Il Piano non si valuta e non si riformula e pertanto non ci sono i presupposti per dichiararlo bocciato e avviare il dissesto. Si dovrà ora lavorare per inquadrare insieme al Governo e al Ministero dell’Interno il nuovo scenario.
Si porta a conoscenza di tutta la collettività del dispositivo letto al termine dell’udienza odierna con il quale il Collegio ha accertato la mancata produzione degli effetti di cui all’art. 243-quater comma 7 TUEL (dichiarazione del dissesto). Dispositivo in cui trovano invece applicazione gli art. 268 e 268 bis che rimandano, per l’adozione delle misure necessarie per il risanamento, all’intesa tra il Ministero dell’Interno e il sindaco.
«Prendiamo atto – ha dichiarato il sindaco Maria Limardo, presente all’udienza – di una situazione nuova ed oggettivamente inaspettata, come delineata dalle sezioni unite, che se da un lato scongiura il possibile dissesto dell’Ente, dall’altro prospetta l’attuazione di nuovi strumenti che comunque non inficiano i risultati contabili, di alleggerimento del deficit strutturale, fin qui perseguiti anche per effetto di entrate derivate dall’attività intrapresa negli anni da questa amministrazione».
«Siamo altresì consapevoli – ha continuato – della complessità di una situazione che stiamo affrontando con tutti gli strumenti a nostra disposizione, con l’obiettivo che mai verrà meno che è quello di perseguire un’azione di risanamento che possa portare il nostro Comune nelle condizioni che merita». (rvv)