Per Momento Civico di Villa San Giovanni il sindaco Caminiti, sulla vicenda indennità, «perde la faccia». Le ragioni sono spiegate in una lunga nota.
«La tragicomica vicenda del percepimento delle indennità – scrive Momento Civico – ricorda l’immagine del film “TotòTruffa” con il principe Antonio De Curtis che provava a vendere “Fontana di Trevi” allo sprovveduto americano. Così l’amministrazione comunale, ha pensato di essere un “rappresentante di bollicine d’aria” ritenendo di avere di fronte dei cittadini sprovveduti, cui “piazzare” una verità cotta al momento. Non c’è dubbio alcuno che la campagna elettorale della Caminiti si sia basata sull’affermazione che ove avessero vinto le elezioni, si sarebbero fatti carico “sebbene in discontinuità dei danni provocati dalla politica con la dichiarazione di dissesto”, rinunciando alla indennità finché non fosse cessata la condizione di dissesto. Dissesto che – sempre a detta della Caminiti – avrebbero fatto pagare ai politici ed alle imprese che lo avevano provocato. Con una versione corretta e, usando un eufemismo, molto edulcorata, la città ha invece appreso di essere stata fregata e non una sola volta, dal momento che da agosto scorso risulta che sindaco e le altre cariche istituzionali percepiscano le indennità ma anche che gli atti in nostro possesso, firmati impropriamente dal Segretario Comunale per conto dei dirigenti interrogati, dicono che non risulti alcuna deliberazione o altra indicazione sulla rinunzia alle indennità. Il che vuole ulteriormente dire che le affermazioni consegnate alla stampa dalla maggioranza, siano totalmente difformi dalla verità».
Continua Momento Civico: «Il tentativo di mascherare una verità ormai grandemente diffusa, è poi contenuto nella stessa nota stampa, laddove oggi vorrebbero far credere che il loro impegno si sarebbe esaurito una volta approvato il “bilancio stabilmente riequilibrato”. Non sappiamo se sia cosa peggiore dimostrare di non avere alcuna dimestichezza con le norme che regolano i comuni in dissesto o se arrendersi all’evidenza di una clamorosa bugia che per dignità, una volta scoperta, dovrebbe portare ad un solo e inevitabile atto. E difatti, la norma prevede che i comuni permangono in una situazione di dissesto per 5 anni non da quando il bilancio riequilibrato viene approvato – peraltro dal Ministero – ma da quando viene redatta l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. Delle due una: o ci troviamo di fronte alla totale incompetenza politico-amministrativa, oppure è stata raccontata una bugia che non ha eguali, perché il comune resterà in dissesto per 5 anni e la sollenne promessa era quella di non percepire le indennità fino alla definizione del dissesto. Che la verità raccontata riconduca alla bugia, è poi desumibile dal fatto che le dichiarazioni e le interviste di cui si beava il sindaco, attestano che le risorse delle indennità sarebbero state, mensilmente, utilizzate per interventi che la città avrebbe indicato di volta in volta, mentre la realtà dice altro, nel senso che mai si è registrata una richiesta in tal senso, da parte dell’amministrazione comunale, rivolta alla Comunità. Comunità che continuerà a pagare caramente per i prossimi 5 anni, al posto delle “società di capitali” che avrebbero dovuto pagare il dissesto, con buona pace degli elettori a cui rimane l’amaro in bocca e la delusione per ciò che avrebbe potuto essere e che invece non sarà più».
«Finalmente cade la maschera della Caminiti – conclude la nota – di cui si odono chiaramente i rumori delle unghie che disperatamente strisciano sugli specchi e che usa il pretesto di un finanziamento di Città metropolitana, destinato alla Street art, per affrontare nel modo peggiore una vicenda che, quand’anche ce ne fosse ancora bisogno, dimostra la perdita totale di dignità e credibilità». (rrc)