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Scuola: si torna alla Dad?

Cuzzupi (Ugl Scuola): Occorre pensare a un nuovo modello scuola

Ornella Cuzzupi, segretario nazionale di Ugl Scuola, ha ribadito la necessitò di una «vera e propria riforma complessiva dell’Istituzione scolastica, anche i tanto paventati sogni derivanti dal Pnrr (che sembra ormai la panacea a tutti i mali) si infrangeranno sullo scoglio della realtà».

«La scuola va ricostituita nel suo complesso – ha evidenziato – e l’occasione fornita dal momento non può essere gettata al vento! Gli eventi che si stanno verificando ormai quotidianamente dimostrano come si sia arrivati al capolinea e il voler proseguire su tale strada comporta una sciagurata visione del futuro».

«L’edilizia scolastica – ha spiegato – il sistema d’immissione di forze nuove negli organici con meccanismi più aderenti la realtà e meno burocratizzati, la rivisitazione del processo che deve condurre i ragazzi verso il mondo del lavoro, il rispetto dovuto e la valorizzazione delle figure professionali sino ad arrivare all’analisi critica e propositiva della struttura pedagogica stessa sono temi da mettere sul tavolo subito. Un confronto per il quale il Ministero deve mostrare il coraggio sino ad ora mancato e misurarsi, attraverso idee e progetti, con tutti non solo con chi li fa comodo. È banale – sottolinea la sindacalista – dire che la scuola non è formazione professionale, certo ma la scuola deve essere preparazione al lavoro in maniera seria e sicura».

«Poche ore di alternanza che appaiono più come “sfruttamento d’immagine” che – ha detto ancora – come contributo serio alle logiche educative sono prive di senso e possono generare, come è stato, drammi difficili a comprendere e sui quali hanno ragione i ragazzi a protestare. Occorre che la scuola prepari al domani e lo faccia in ogni suo aspetto. Circostanze come quella legata al prof. Morabito sono il chiaro riferimento di come non sia possibile immaginare una scuola fuori dal mondo o uguale dappertutto».

«Occorre – ha concluso – che sia posta massima attenzione ai territori, la scuola deve rappresentare il concime per la crescita dei luoghi e delle logiche di legalità. I docenti non possono, ne devono essere lasciati soli in preda all’approssimazione come la pandemia ha dimostrato. Per questi motivi invitiamo il Primo Ministro e il Ministro Bianchi ad un confronto aperto e pubblico che serva a tracciare le linee per un futuro della scuola che non sia fatto solo di chiacchiere e soldi da spendere senza una corretta programmazione». (rcz)