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COSENZA – Trecroci sulla rete scolastica: «Il problema è l’impoverimento dell’offerta educativa»

«In merito alle rassicurazioni provenienti dal Presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, sulle procedure per la definizione della rete scolastica con riferimento alle nuove norme ministeriali in tema di dimensionamento è opportuno precisare che il problema non è la “chiusura di istituti scolastici” quanto l’impoverimento dell’offerta formativa con effetti impattanti sugli studenti e sulle famiglie dovuto all’accorpamento tra istituti con la nomina di un unico dirigente».

E’ quanto afferma in una nota il consigliere comunale, delegato del sindaco Franz Caruso alla Pubblica Istruzione, Aldo Trecroci, che prosegue: «Ciò significherà la creazione di scuole con dimensioni sempre più grandi e plessi sparsi su un territorio vasto che, con particolare riferimento alle nostre realtà, montane e spesso disagiate per trasporto pubblico locale e viabilità, tacendo ovviamente le difficoltà di tipo economico/sociali delle nostre comunità pure fondamentali, comporterà un significativo impoverimento degli standard qualitativi della scuola pubblica e del sistema educativo. I numeri dei tagli, peraltro, in Calabria, come in tutto il Mezzogiorno del Paese, sono allarmanti e riguardano, per il prossimo triennio, ben 79 autonomie scolastiche, di cui 29 solo nella provincia di Cosenza, che è la più estesa e popolosa della nostra regione. Su tali questioni mi sarei aspettato una presa di posizione oggettiva del Presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, nel corso della conferenza d’ambito svoltasi martedì scorso nella sala degli Stemmi a cui, peraltro, non ha neanche inteso partecipare demandando la rappresentanza dell’Ente all’avv. Marco Ambrogio, consulente a titolo gratuito della Presidente Succurro per “l’espletamento dell’attività di supporto alla realizzazione delle linee programmatiche di governo dell’amministrazione provinciale cosentina”».

«Detto ciò – conclude il consigliere Aldo Trecroci – auspico che le azioni che si porteranno avanti tengano in conto principalmente il diritto allo studio che si deve garantire ai nostri studenti, non piegate, pertanto, a logiche e interessi particolari ma all’applicazione delle linee guida per poter limitare i danni di una normativa nazionale troppo semplicistica». (rcs)