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COSENZA – Giornata mondiale dell’Alzheimer: il sindaco Caruso nella struttura di Sant’Ippolito

Di Alzheimer in Italia soffre un numero sempre più elevato di persone. Una patologia seria, perché neurodegenerativa, con un decorso a volte lento e variabile da individuo a individuo e che interessa in Italia, secondo i dati del Cnr, il 6,4 % della popolazione. Dati secondo i quali si ipotizza che nel 2050 il numero delle persone affette da questa patologia e da altre forme di demenza tenderà a triplicarsi. A mantenere desta l’attenzione sull’Alzheimer, l’Amministrazione comunale di Cosenza, guidata dal sindaco Franz Caruso, che, con l’Assessore alla salute Maria Teresa De Marco e l’Associazione “Il mio blu”, ha dato vita, dal marzo di quest’anno, al Caffè Alzheimer di Sant’Ippolito, una struttura sorta con il dichiarato proposito di limitare, per gli utenti che lo frequentano, attualmente circa 40 – ma le richieste sono in aumento – l’impatto della loro condizione disabilitante e per stimolare le loro residue capacità, favorendone l’integrazione attraverso l’abbattimento di ogni barriera di isolamento e solitudine. Ieri sera, in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer, è stata promossa, proprio nella struttura di Sant’Ippolito, una riflessione a 360 gradi, alla presenza del sindaco Franz Caruso e dell’assessore Maria Teresa De Marco. Alla discussione ha preso parte anche la parlamentare della deputazione cosentina, on.Simona Loizzo.

«L’Alzheimer – ha sottolineato Franz Caruso – è purtroppo una malattia che sta prendendo sempre più piede e che si sta diffondendo in tutte le realtà e quindi anche nella nostra, che non ne è esente. Spesso – ha aggiunto – i malati di Alzheimer e le loro famiglie sono lasciati a se stessi, senza punti di riferimento, e vivono la solitudine nell’ambito delle proprie abitazioni. Noi, invece, abbiamo messo in piedi qualcosa di particolarmente significativo perché questa struttura comunale, inizialmente destinata ad altre attività, era chiusa da tempo e quando ci è arrivata la proposta dell’Associazione “Il mio blu” di Mimmo Mazzei, abbiamo immediatamente detto sì, grazie a Maria Teresa De Marco che ha seguito passo passo questa iniziativa. E lo abbiamo fatto – ha rimarcato Franz Caruso – anzitutto perché mancava un punto di riferimento sociale per le famiglie, dove ammalati e nuclei familiari potessero stare insieme e dove poter vivere normalmente, pur nella difficoltà della patologia».

Il Sindaco ha spiegato ulteriormente la seconda ragione per la quale è stata accolta con favore la proposta de “Il mio blu”. «Perché il Caffè Alzheimer nasce a Sant’Ippolito, in una periferia della nostra città, una zona da sempre lasciata a se stessa e poco considerata. E noi, dal primo momento, abbiamo detto che la nostra azione amministrativa avrebbe preso le mosse proprio dalle periferie, nel pieno convincimento che Cosenza non è solo l’isola pedonale, ma è tutto quello che ci sta intorno. Avere, pertanto, la possibilità di utilizzare una struttura pubblica per rendere un servizio alla nostra comunità, credo che non sia solo doveroso, ma rappresenti anche l’obiettivo che ogni amministratore deve mettere in campo. Riscontrare oggi il risultato che il Caffè Alzheimer ha conseguito è per noi motivo di particolare orgoglio».

Il Sindaco ha poi espresso la sua soddisfazione per l’importante lavoro svolto dai volontari che operano nella struttura e che «consentono che vada avanti e viva oltre quella che è la nostra intenzione. La nostra missione è questa. Il Caffè Alzheimer non cura, non è una struttura sanitaria, però è un punto di riferimento importante perché aiuta coloro i quali hanno difficoltà”. Franz Caruso ha evidenziato anche la sinergia che sul “Caffè Alzheimer” si è stabilita con l’On.Simona Loizzo “che ha messo al servizio il suo impegno per portare avanti questo progetto, perché le differenze politiche non possono prevalere, in quanto non c’è destra e sinistra di fronte al bisogno. Se si tiene alla propria comunità e ai propri concittadini, si deve lavorare per mettere in campo iniziative e aiutare chi non è fortunato come noi. Anche la diversità ha diritto di vivere dignitosamente e di vivere, pur nella sua difficoltà, le positività dello stare insieme».

Per Maria Teresa De Marco, nella sua duplice veste di assessore alla salute e di medico, «è importante accendere i riflettori sull’Alzheimer che progressivamente porta ad uno stato di completa dipendenza, essendo una malattia totalmente invalidante, così come è di grande impatto sulle famiglie e sui servizi assistenziali. Fondamentali sono la prevenzione e la diagnosi precoce. E’ importante che il paziente venga subito indirizzato presso l’Uva che è l’unità di valutazione Alzheimer, affinché possa iniziare il più presto possibile un percorso diagnostico-terapeutico. Noi – ha aggiunto De Marco – non vogliamo sostituirci a quello che è il ruolo primario dello specialista, ma soltanto essere di supporto ed interagire con il quotidiano del paziente. Il Caffè Alzheimer per noi rappresenta una scelta significativa ed efficace perché abbiamo puntato proprio sulla socializzazione dei pazienti, delle famiglie e dei caregiver che si trovano ad affrontare una solitudine esistenziale legata a questa esperienza dolorosa e difficile. Abbiamo voluto che i pazienti si sentissero subito partecipi e coinvolti in attività che sono costruite proprio per l’inclusione e la condivisione, il sollievo, il sorriso».

De Marco ha, infine, preannunciato una nuova iniziativa per il prossimo 10 ottobre. Significativo il contributo offerto alla discussione dall’on.Simona Loizzo, membro della commissione sanità e cultura della Camera dei deputati e presidente dell’intergruppo bicamerale di sanità digitale. Loizzo ha rivolto parole di ringraziamento al Sindaco Franz Caruso e all’Assessore De Marco “per aver donato alla comunità questa struttura e averla resa viva. Il rischio di alcune strutture – ha aggiunto la parlamentare – è andare a concentrare in poche stanze e in pochi metri i malati e quindi isolarli. Cosa che non è accaduta con il Caffè Alzheimer. Bisogna investire sulla sanità territoriale di prossimità che si avvicina al paziente e ai suoi bisogni». A moderare gli interventi, Emanuela Rovito, Presidente dell’Associazione “Mission Life”. (rcs)