di SANTO STRATI – Ci sarebbe piaciuto ascoltare e raccontare le emozioni dei delegati esteri rimasti senza fiato davanti allo spettacolo dello Stretto (che dal Castello di Altafiumara è davvero unico), ma non ce lo hanno permesso. Tutti i giornalisti sono stati raccolti in un accogliente (e ben climatizzato) media center, senza possibilità di alcun contatto diretto (o indiretto).
«Però siete molto vicini…», è stata la sconsolata risposta giustificatoria della funzionaria incaricata.
Così è stato impossibile seguire la presentazione fatta ai delegati alle 10.30 sia del Porto di Gioia Tauro, sia del Ponte sullo Stretto.
«Poi arrivano le foto e i comunicati e il filmati». E allo stesso modo è stato impossibile seguire la visita delle delegazioni al Porto di Gioia (“non è prevista la presenza della stampa”).
No, caro ministro Tajani, quest’idea di un giornalismo con materiali precotti – che sicuramente da ex giornalista non le appartiene – è assolutamente inaccettabile. Prima di tutto perché mortifica il lavoro giornalistico: i fotografi e gli operatori video possono cambiare mestiere, visto che foto e video dell’evento (ad esclusione di un veloce incontro col ministro tedesco) non si possono fare in diretta, e i giornalisti possono starsene in ufficio o a casa, visto devono aspettare i comunicati stampa ufficiali. Che sono sicuramente di grande utilità per riscontrare i nomi dei delegati o il titolo dei vari incontri, ma finisce qui.
I giornalisti hanno il diritto di ascoltare, incontrare i protagonisti di un evento, vedere di persona cosa succede, per raccontare in libertà e riferire ai lettori. Questo è peggio delle conferenze stampa senza domande (che piacciono alla premier Giorgia), è solo l’inizio della fine del giornalismo. Qualcuno (ma non certo il vicepremier e ministro – giornalista – Tajani) pensa che si possa fare informazione (non comunicazione) solo con i social e i comunicati stampa, con video e foto “fornite”, senza la “fondamentale” intermediazione dei giornalisti.
No, tutto questo è intollerabile e inaccettabile. Ordine dei giornalisti, se ci sei batti un colpo. (s)