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PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Le tre deroghe Amato e l'accesso alla pensione di vecchiaia

PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Le tre deroghe Amato e l’accesso alla pensione di vecchiaia

di UGO BIANCO  – Il sistema pensionistico italiano, noto per la sua complessità e per le numerose modifiche intervenute negli ultimi decenni, prevede una pensione di vecchiaia per coloro che non hanno raggiunto i venti anni di contribuzione.

Prima di esaminare i requisiti minimi per questa tipologia di assicurati, è utile ricordare l’articolo 24 comma 6 del Decreto Legge n. 201/2011 (Riforma Fornero), che in via ordinaria per il 2024, fissa l’età pensionabile a 67 anni, con almeno 20 anni di contribuzione. Tuttavia, esistono alcune alternative, al raggiungimento della medesima età, per chi ha accumulato almeno 15 anni di contributi (780 settimane).

Lo prevede l’articolo 2 co. 3 del D.lgs n. 503/1992 (c.d. Deroghe Amato), che preserva tre eccezioni per lasciare l’attività lavorativa. Beneficiano della prima deroga, chi ha almeno 15 anni di contributi antecedenti al 31 dicembre 1992. Sono validi i versamenti obbligatori, volontari, figurativi e da riscatto. Gli oneri da riscatto possono essere effettuati anche dopo il 1992, l’importante che si riferiscono a periodi precedenti del medesimo periodo. Rientrano in questa categoria: gli iscritti al fondo pensione lavoratori dipendenti (FPLD), alle gestioni speciali del lavoro autonomo, gli ex Enpals e gli ex Inpdap.

La seconda deroga riguarda chi ha almeno 15 anni di contribuzione, collocata anche dopo il 31 dicembre 1992, ed essere titolare di autorizzazione ai versamenti volontari, entro la medesima data, anche senza aver provveduto a nessun pagamento. Non rientra in questa casistica il settore pubblico. Tant’è che per i regimi ex Inpdap, ex FS ed ex Ipost, l’istituto dei contributi volontari è stato introdotto a partire dal 12 luglio 1997.

Infine, la terza deroga, un po’ più complessa, prevede il diritto alla pensione di vecchiaia alle seguenti condizioni: 1) un’anzianità assicurativa di 25 anni (il primo contributo deve essere versato 25 anni prima della decorrenza); 2) 15 anni di contribuzione nel fondo pensione lavoratori dipendenti, in un fondo sostitutivo o esonerativo; 3) almeno 10 anni lavorativi e discontinui, coperti da meno di 52 settimane di contribuzione per anno. (ub)

[Ugo Bianco è presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi]