PRIMO ATTO DELLA NUOVA ZONA ECONOMICA SPECIALE: INSEDIATO IL COMITATO D’INDIRIZZO;
ZES Calabria

Tra delusione e speranze ora decolla la ZES. Da Gioia Tauro riparte davvero la Calabria?

di SANTO STRATI – Con l’insediamento del Comitato d’indirizzo (che dovrà amministrarla) parte ufficialmente la Zona Economica Speciale (ZES) della Calabria. Un’area che da Gioia Tauro fino a Reggio offrirà incentivi e agevolazioni straordinarie per chi vorrà investire e creare insediamenti produttivi che si traducano in nuova occupazione e, soprattutto, sviluppo e crescita del territorio. La ZES rappresenta l’ultima spiaggia, l’ultimo treno da non perdere per la crescita e lo sviluppo di un territorio sottoutilizzato, pur ricchissimo di risorse umane e di opportunità industriali. C’è, purtroppo, il rischio che, come gran parte delle cose destinate a far crescere industrialmente questa regione, anche la ZES possa diventare un’ottima idea lasciata morire non oltre le buone intenzioni. E qui occorre che i calabresi tutti siano attenti e vigili che non finisca, come al solito, in farsa: buoni propositi e zero realizzazioni. Occorre una forte pressione su chi ci governa sia a livello nazionale che regionale, sui parlamentari, sui consiglieri comunali, persino sugli amministratori locali, perché questa grande, grandissima, opportunità abbia l’attenzione necessaria e l’impegno di tutti per diventare il volano della rinascita, della crescita, della ripartenza verso uno sviluppo non più rinviabile.

La mancata indicazione del Porto di Gioia Tauro come referente per la Via della Sera è una delusione che ancora brucia (anche se non è detta l’ultima parola), quindi è lecito immaginare che l’esecuzione di tutti gli adempimenti necessari perché tutto funzioni adeguatamente possa subire rallentamenti, rinvii, e lungaggini burocratiche che ne assicurerebbero il fallimento. Non si tratta di essere pessimisti, ma realisti, se è vero che anche i fondi europei destinati alla Calabria tornano indietro inutilizzati, se è vero che per dare il via ai progetti di qualsiasi attività industriale o manifatturiera in Calabria ci sono tempi di attesa in grado di scoraggiare il più volenteroso degli imprenditori.

Per chi non lo sapesse le Zone Economiche Speciali vengono individuate in aree depresse che devono attrarre investimenti, motivando le imprese attraverso uno speciale regime fiscale e con incentivi vari, tra cui la semplificazione amministrativa e sgravi contributivi. In poche parole, chi investe nella ZES paga meno tasse e gode di numerose agevolazioni se crea occupazione. La ZES calabrese dell’area di Gioia Tauro ha solo in parte le infrastrutture necessarie a garantire gli insediamenti produttivi (porti, aeroporti, logistica, ecc), quindi c’è anche l’opportunità di un grande progetto infrastrutturale che si tradurrebbe in occupazione e lavoro per la popolazione residente. Il Piano di Sviluppo Strategico della regione Calabria è stato approvato col il DGR 100 il 29 marzo dello scorso anno: c’è voluto, però, un anno per la prima riunione del Comitato di indirizzo che amministrerà la ZES.

Insediato il Comitato d'Indirizzo della Zes Calabria
Insediato il Comitato d’Indirizzo della ZES Calabria

Il Comitato di indirizzo insediatosi ieri (con l’attuale commissario dell’Autorità portuale di Gioia Andrea Agostinelli, la dott.ssa Bianca Maria Scalet, che rappresenta il Consiglio dei Ministri, il prof. Francesco Aiello dell’Unical, in rappresentanza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e il dott. Tommaso Calabrò dirigente generale della Struttura di coordinamento della programmazione nazionale della Regione Calabria) si è già dato una prima scadenza a metà aprile per mettere in atto le necessarie attività per il corretto funzionamento della Zes. È già un buon segnale che non si vuol perdere tempo prezioso: le aziende interessate devono capire subito quanto vale in termini fiscali il vantaggio di investire nella Zes, serve individuare le procedure per gli insediamenti produttivi, occorre che ci sia chiarezza sui diritti e i doveri derivanti dalla cosiddetta “fiscalità di vantaggio”.

Di fatto, il credito d’imposta che la ZES propone agli investitori non è ancora uno strumento funzionante e le risorse stanziate (già dal Governo Gentiloni) appaiono troppo scarse per permettere la creazione di aree industriali di grande respiro. «È anche auspicabile – sostiene a questo proposito il prof. Aiello – che il Governo Conte concretizzi il proprio impegno verso il Sud, aumentando i fondi nazionali per la fiscalità di vantaggio delle aree ZES: i 210 milioni di euro stanziati per il triennio 2018-2020 (e non ancora utilizzati) dal precedente governo Gentiloni sono poca cosa per consentire di creare nelle ZES del Mezzogiorno serie agglomerazioni spaziali di attività industriali. Se il Governo pensa che le ZES siano uno strumento adeguato per promuovere l’industrializzazione del Sud, è necessario aumentare significativamente i fondi per la fiscalità di vantaggio. La proposta al Governo non può che essere avanzata dal Ministro del Sud Barbara Lezzi».

Soddisfatto il Presidente della Regione Mario Oliverio: «Si apre, finalmente, – ha dichiarato – la fase attuativa del piano, che saluto con particolare gioia poiché da oggi diventano concrete le prospettive di sviluppo in esso contenute. La ZES farà crescere l’economia globale della regione ed i suoi livelli occupazionali attraverso un incremento degli investimenti anche esteri ed un aumento delle esportazioni, grazie alla semplificazione amministrativa, alla disponibilità di infrastrutture messe nelle aree industriali, portuali e aeroportuali, agli incentivi fiscali previsti dal decreto istitutivo e agli ulteriori incentivi regionali per investimenti delle imprese che si vorranno allocare nelle aree di riferimento, ben 2400 ettari».

Secondo il prof. Aiello c’è l’esigenza immediata «di conoscere i modi e i tempi per l’avvio delle procedure insediative nella ZES. Il Decreto Semplificazioni ha fissato le regole generali sulla sburocratizzazione delle procedure, ma ora, su base regionale, è necessario declinarle in atti concreti prevedendo, come primo atto, l’istituzione di uno Sportello ZES. Esiste, inoltre, – sottolinea Aiello – una domanda di sicurezza e di protezione che dovrà necessariamente essere soddisfatta anch’essa in modo celere al fine di non vanificare tutti gli sforzi che si stanno facendo in questi mesi.  La questione è di competenza del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, i cui immediati provvedimenti potrebbero essere complementari alla progettualità prevista dalla Regione Calabria in tema di sicurezza».

Un altro aspetto da non sottostimare riguarda i collegamenti ferroviari (quasi inesistenti) tra il Porto di Gioia e il resto del Paese. La rete ferroviaria rappresenta non solo un elemento di valorizzazione delle attività portuali ma un’opportunità straordinaria per lo sviluppo della ZES mediante collegamenti che abbatterebbero i costi distribuitivi. La ZES può dunque diventare l’elemento trainante di tutta l’economia calabrese, anche di quella non legata all’intermodalità (auspicabile) del Porto di Gioia. I trasporti in Calabria sono in uno stato pietoso, la rete ferroviaria va completamente ripensata, e, se da un lato, l’Autostrada del Mediterraneo, l’A2, gestita dall’ANAS, mostra i segni di un adeguamento da troppo tempo atteso, rimane aperto il nodo della strada della morte, la Statale 106, di cui si parla sempre, contando ogni giorno nuove vittime, ma su cui non si vedono interventi risolutivi. C’è fin troppo lavoro per i ministri Danilo Toninelli (Infrastrutture) e Barbara Lezzi (Sud). Incrociamo le dita e auguriamoci che i titolari dei due dicasteri si sveglino dal loro improvvido torpore su tutto ciò che riguarda il Mezzogiorno. (s)