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Giuseppe Conte e Giulia Grillo

Ancora polemiche per il Consiglio dei Ministri a Reggio: critiche dal centrodestra

Ancora polemiche sulla riunione del Consiglio dei Ministri convocata a Reggio Calabria. Da parte dei consiglieri regionali del Centrodestra (CdL- FdI/Gruppo Misto-FI-Moderati per la Calabria-Ncd) viene un giudizio tranciante sull’occasione mancata da parte dell’Esecutivo di lanciare segnali concreti per la crescita e lo sviluppo.

«Una parata elettorale, tra molto fumo e niente arrosto. Noi guardiamo ai fatti – dicono i consiglieri regionali del centrodestra – ed i fatti ci dicono di una grande delusione rispetto alle aspettative della vigilia». Nel mirino, anzitutto, le scelte in materia di sanità: «La decisione di togliere alla Regione ogni competenza in fatto di sanità fino a tutto il 2020, se da un lato certifica il fallimento dell’operato della giunta Oliverio, peraltro secondo quanto anni andiamo denunciando noi, dall’altro segna l’avanzare di un atteggiamento per molti versi speculare a quello di Oliverio: incapacità di puntare sul dialogo e di accompagnare la Calabria, nel confronto col Governo, verso la perduta normalità, con LEA almeno vicini alla media e servizi efficienti. Nulla di tutto ciò. Si fa esattamente quel che si rimprovera ad Oliverio ed in questo c’è la mortificazione della democrazia e delle istituzioni. Non bastasse, si affidano le chiavi del comparto ad Invitalia, nuova stazione unica, ed Agenas, l’agenzia dei conti della salute che fin qui è stata una delle protagoniste del lungo inverno sanitario calabrese, e che ora terrà la contabilità delle aziende sanitarie. Insomma, altro che novità e cambiamento: per questo vigileremo ad ogni livello per impedire che questo scontro, che di certo approderà davanti alla Corte costituzionale, non venga pagato, come al solito, dai calabresi».

A non convincere sono anche altre misure, ovvero «i tanti silenzi di un Consiglio dei Ministri convocato a Reggio per dare un segno tangibile dell’opera di contrasto alle tante emergenze calabresi ma in realtà conclusosi senza alcun provvedimento concreto in tale direzione». Lo proverebbero, secondo il centrodestra calabrese, «le battute fuori luogo riservate ai lavoratori precari dal premier Conte, con l’invito a richiedere il reddito di cittadinanza. Probabilmente tra qualche settimana il presidente del consiglio, come già fatto in riferimento alla sua affermazione secondo la quale il 2019 sarebbe stato un anno bellissimo, si rimangerà le sue parole. Restano, intanto, la sgradevole e per nulla rassicurante sensazione di un premier completamente all’oscuro della questione del precariato e delle normative di riferimento, ma pure l’insopportabile aria di sufficienza con la quale si è affrontato un problema ancora senza soluzione». E se nessun cenno è arrivato sui temi del lavoro, calma piatta anche sul versante delle infrastrutture.

«Ci si riunisce in Calabria per approvare il decreto sbloccacantieri – attaccano i gruppi consiliari regionali del centrodestra – e non si trova modo di spendere una parola chiara e definitiva sull’ammodernamento della statale 106, tra Roseto e Sibari, e da Sibari in giù? Nulla di più se non un generico impegno sul destino del porto di Gioia Tauro? Nemmeno un pensiero al Patto per la Calabria ed ai suoi finanziamenti, congelati come i fondi che servirebbero per far decollare le Zone economiche speciali? Distrazioni e silenzi che fanno male: senza infrastrutture, investimenti e lavoro non si estirperà mai la malapianta della ‘ndrangheta, pure presente in tutti i discorsi di presidente e ministri».

Concludono i consiglieri regionali del centrodestra: «Poco, troppo poco è emerso da un CdM presentato come epocale ma chiusosi senza grandi sussulti. Di ben altro, che non dei soliti finanziamenti già promessi dal Governo precedente, ha bisogno la Calabria per risollevarsi. Ed il Governo guidato dal M5S, che qui ha fatto incetta di voti, ha la grande responsabilità non solo di attuare le promesse, ma di essere davvero altra cosa rispetto all’era renziana. A giudicare da quel che s’è visto ieri, l’annuncite non è ancora passata di moda. E questo, per la nostra terra, non è affatto una buona notizia».

Anche la deputata azzurra Maria Tripodi  ha stigmatizzato l’iniziativa dell’Esecutivo: «Il dl Sanità approvato dal Cdm – ha detto la Tripodi – non è altro che l’ennesimo slogan del governo gialloverde, con l’aggravante di una sequela di sprechi che vanno sotto il nome di compensi maggiorati per i manager del settore, un’autentico schiaffo ai calabresi gravati già da costi esorbitanti per i servizi sanitari basilari. Il tema della Sanità non può essere derubricato ad una semplice passerella negli ospedali a favore di telecamera, il decreto è privo delle soluzioni che invece necessiterebbero, non è un caso che alcuni sindaci chiedano strutture ospedaliere adeguate ai bisogni del territorio. L’esecutivo di Conte e Company dà l’ennesima dimostrazione di approssimazione, pressapochismo e inadeguatezza». (rp)