Il consigliere comunale Antonino Minicuci ha scritto al Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, per chiedere lo scioglimento del Comune, a causa delle «numerose violazioni di legge riscontrate all’interno del Consiglio comunale».
«La misura è colma – ha dichiarato –. Non è possibile operare in un contesto in cui la democrazia consiliare ed i diritti dei consiglieri di minoranza vengono costantemente calpestati. Per quanto riguarda i verbali delle sedute consiliari, sin dall’insediamento del Consiglio comunale, avvenuto in data 26.10.2020, non sono stati redatti. In questo modo, non vi è la possibilità di conoscere e rappresentare le gravi illegittimità verificatesi nelle varie sedute».
«Questo – ha aggiunto – va palesemente in contrapposizione con quanto previsto nell’art.66, comma 3, del vigente regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale e che prevede l’apertura delle sedute consiliari previa approvazione dei verbali delle sedute precedenti. Ad oggi –sottolinea Minicuci nella Pec inviata al Prefetto – noi consiglieri non abbiamo avuto la possibilità ne’ di leggere né di approvare i verbali di alcuna seduta. Ciò rappresenta una grave violazione delle norme regolamentari».
Il capo dell’opposizione fa riferimento anche agli articoli 13 e 14, in particolare all’art. 13 comma 1 che assicura ai gruppi consiliari «la disponibilità di locali ed adeguate risorse umane, finanziarie e strumentali, idonee al loro funzionamento».
«Locali – ha detto ancora – che sono stati assegnati con grande ritardo e senza alcuna dotazione. Nel locale in cui si trova il gruppo “Lega” ed il gruppo “Minicuci Sindaco” non vi è traccia di un computer né di carta , di altro materiale di cancelleria e non è stato assegnato alcun dipendente. Le violazioni riscontrate sono oramai all’ordine del giorno. Vi è stato, ad esempio, il mancato rispetto dei termini, sanciti dalla normativa vigente, per il deposito e la messa a disposizione dei consiglieri comunali della documentazione relativa alla trattazione delle linee programmatiche del Sindaco, nonché è stata impedita la discussione del punto all’ordine del giorno, sull’erroneo convincimento del presidente del consiglio e del sindaco che i consiglieri non potessero intervenire».
«La messa a disposizione – ha detto ancora – della documentazione necessaria per la corretta valutazione dei correlati argomenti all’ordine del giorno del consiglio comunale, costituisce una formalità d’adempiere d’ufficio e non coincide con lo speciale diritto d’accesso previsto , da ultimo, dall’articolo 43, comma 2, del d.lgs 267/2000. Dal tenore della disposizione regolamentare è evidente che la documentazione doveva essere posta a disposizione dei consiglieri almeno 48 ore prima della seduta del Consiglio».
Il già candidato a sindaco di Reggio Calabria ha evidenziato come il consiglio comunale reggino faccia specie rispetto al resto d’Italia.
«Il sindaco e il presidente del Consiglio – ha detto ancora – negano ai consiglieri di intervenire su temi importanti e delicati, credo si tratti di un unicum. È oramai acclarato che siamo in presenza di una Amministrazione che ha compiuto e compie gravi e reiterate violazioni di legge».
Minicuci, nel documentare altre irregolarità (ad esempio la mancata istituzione da parte dell’Amministrazione della Commissione Speciale, prevista dall’art.42 ultimo comma, che fa venir meno il principio di tutela delle minoranze previsto dallo statuto oltre che dal regolamento) conclude la Pec invitando il Prefetto Mariani ad adottare i provvedimenti del caso.
«Secondo quanto previsto dall’art. 141 del Testo Unico degli Enti Locali – ha riferito – le gravi e numerose violazioni di legge perpetrate all’interno del consiglio comunale di Reggio Calabria costituiscono elementi più che sufficienti per richiedere lo scioglimento dello stesso. Per queste ragioni chiedo che sia dato riscontro rispetto a quanto documentato». (rrc)