Parte, il 16 settembre, a Rende, la 56esima edizione del Settembre Rendese, storica manifestazione che, quest’anno, s’incentrerà sui Diritti civili.
Un’edizione che si impone subito all’attenzione generale per il suo cartellone ricco di artisti internazionali, fortemente voluti dal nuovo direttore artistico, un rendese doc come Alfredo De Luca, già direttore artistico del Rende Teatro Festival e del Teatro dei Ruderi di Cirella.
Matilde Brandi sarà la madrina del Settembre rendese 2021 e il 17 settembre nel centro storico condurrà la “Notte degli Artisti”.
Si parte, il 16 settembre, con la presentazione in anteprima de Gli Aragonesi di Napoli dello storico Giuseppe Caridi, l’inaugurazione della mostra di Mimmo Vercillo, l’apertura dei percorsi enologici e culinari, gli spettacoli degli artisti di strada tra le vie del cuore antico della città: «Ripartire dal centro storico, soprattutto in questo determinato periodo, significa dare un messaggio di concretezza, valorizzare il nostro patrimonio identitario» ha dichiarato il sindaco di Rende, Marcello Manna.
«Per questo – ha aggiunto – abbiamo pensato ad una serie di iniziative che rilancino la nostra città e il modo di rivivere gli spazi urbani in maniera più sostenibile. Puntare su cultura, socialità, inclusione, verde, sport significa costruire percorsi sinergici che possono portare i nostri territori a divenire attrattori di crescita».
Oltre alla musica, spazio all’arte e alla letteratura: «Geni Comuni quest’anno, oltre agli artisti emergenti in concorso, avrà in esposizione opere dei maestri Andy Warhol Mario Schifano, Mimmo Rotella, Emilio Isgrò, Aurelio Amendola, Salvatore Fiume, Giosetta Fioroni, Ugo Nespolo. Inoltre, il panel dedicato alla presentazione dei libri sarà ricco e con ospiti illustri, oltre ai consueti appuntamenti promossi con il Premio Sila, al quale ci lega una longeva collaborazione».
Quest’anno, particolare attenzione sarà data al tema dei diritti civili: «la nostra città è storicamente solidale, multiculturale, votata alla parità. Crediamo fortemente che promuovere spazi di democrazia partecipativa possa moltiplicare le azioni di inclusività fattiva. La cultura, la conoscenza sono le armi più potenti che abbiamo per moltiplicare il patrimonio umano, comunitario e sociale che caratterizza le nostre comunità», ha proseguito il primo cittadino.
Tanti i momenti di approfondimento e riflessione intorno al tema al Museo del Presente: il 20 settembre l’autore Francesco Lepore, giornalista de Linkiesta, presenta Il delitto di Giarre con Paolo Patanè e Marco Marchese, storia di un delitto insoluto che s’intreccia alle lotte LGBT+ in Italia.
Il 25 settembre, in occasione della Chiamata globale dell’Associazione Rawa per sostenere le donne dell’Afghanistan, Rende risponderà con la proiezione di IAmTheRevolution, il film di Benedetta Argentieri che ha dato voce alle militanti per l’uguaglianza di genere in Afghanistan, Iraq e Rojava Kurdistan e Siria.
Seguirà, poi, un dibattito con Linda Bergamo (Cisda), Domenico Bilotti ( Unicz) e Giovanna Vingelli (Centro Women’s Studies “Milly Villa” ).
Infine, il 1° ottobre riparte Latitudini Ribelli con la presentazione dell’Archivio Desaparecido: storie di desaparecidos italiani in America, progetto del Centro di giornalismo permanente nato grazie al crowdfunding di Produzioni dal basso e al sostegno di Repubblica, Left, Il Manifesto. Il giornalista Alfredo Sprovieri, che insieme a Elena Basso e Marco Mastrandrea ha realizzato l’archivio, illustrerà il progetto arricchito, per l’occasione, dalle chitarre di Gianluca Veltri e Antonio Mascaro.
«Sarà un’edizione che, idealmente – ha spiegato ancora Manna – riparte dall’opera 19:83 realizzato dallo street artist Jorit in occasione della scorsa edizione: quel pugno chiuso in segno di protesta degli atleti afroamericani che, alle olimpiadi del ’68 a Città del Messico, sul podio a capo chino, protestarono in nome dei diritti civili negati, è simbolo della nostra città e ci accompagnerà anche per Settembre Rendese 56».
«La ripartenza in un’epoca storica che richiede a noi tutti il massimo impegno – ha concluso – affinché l’uguaglianza sociale, l’inclusività e la valorizzazione dei diversi patrimoni identitari della nostra comunità siano sistema valoriale condiviso deve parlare ancora la lingua della nostra costituzione: pari dignità e uguaglianza dei diritti per tutti, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». (rcs)