La senatrice de L’Alternativa c’è, Bianca Laura Granato, ha chiesto che il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, chiarisca in merito alla somma di denaro da versare per il riconoscimento di Catanzaro a Città Europea dello Sport 2023.
«Il sindaco di Catanzaro e tutta l’amministrazione – ha detto Granato – piangono di gioia perché il Capoluogo di Regione, e anche Rende e sembra anche qualche altra città in Italia, sarà Città dello Sport 2023. Anche noi gioiamo, ma solo perché arrivano dei segni di vita da Palazzo de Nobili, già da settimane intontito dalla campagna elettorale, imbavagliato da santini e fac simili, narcotizzato dall’attesa di quello che succederà dopo. Con buona pace dei cittadini che devono aspettare la ripresa di un’attività che possa garantire loro servizi di qualità e quelli per cui pagano le tasse».
«E, poi – ha proseguito – piangiamo e basta perché si continua ad esaltare questo riconoscimento che arriva dall’Aces come se Catanzaro fosse stata inserita nell’elenco delle città che possono aspirare al Nobel per la pace, invece esultiamo per un titolo che a quanto pare viene dato da un’associazione no-profit, ma che per la candidatura vuole 2.350 in denaro. Risulta vera questa informazione caro sindaco? Non a caso ci sono anche altre città dello Sport in giro per l’Italia. Non è compito nostro sindacare l’operato dei commissari che ispezionano le strutture sportive di Catanzaro dipingendole come all’avanguardia e pronte ad ospitare le Olimpiadi».
«Ma conterà qualcosa che non ci sono spazi a misura di disabili? – ha concluso la Granato –. Che non c’è traccia di una programmazione in grado di coinvolgere le associazioni sportive che ogni anno faticano a rimanere in piedi perché non riescono a sopportare i costi delle sedi dove allenarsi; non abbiamo notizie di una regolamentazione che permetta a tutti di accedere ad impianti sportivi a norma, in sicurezza. Non metto in dubbio che Catanzaro sia una città ricca di strutture sportive e che arriveranno finanziamenti per realizzarne degli altri e stratosferici: il problema è la gestione, per evitare che il degrado e l’incuria cancellino ogni opportunità di utilizzo per mancanza di manutenzione. Vorremmo avere delle risposte anche su questo». (rp)