Il 20 novembre, all’ex Stac di Catanzaro, s’inaugura la mostra L’essenziale del Superfluo: I miei burattini pazzi organizzata dall’artista Giampiero De Santis, visitabile fino al 4 dicembre.
Con questo apparentemente ossimoro contenuto nel titolo l’autore ha voluto evidenziare il profondo legame tra i due concetti di essenziale e superfluo, apparentemente contrapposti eppure raffiguranti il medesimo ciclo di vita. Con una assoluta intuizione, l’autore ha messo in risalto che l’essenzialità di una cosa in un dato tempo diviene spessissimo superfluo in un tempo successivo, quando quella cosa ha cessato la funzione originaria per cui era stata creata. Nella condizione di superfluo la cosa sarebbe destinata ad essere buttata via.
Il recupero, il riclico, il riuso interrompono invece questo flusso, perché il superfluo diviene “essenziale” in una nuova forma, in un nuovo contesto, in una nuova vita. Nona caso, alla domanda su quale sarebbe la colonna sonora della sua attività artistica, ha senza dubbio risposto con una strofa di una nota canzone: “… Mentre il mondo cade a pezzi…Mi allontano dagli eccessi e dalle cattive abitudini. Tornerò all’origine...”.
L’artista, dopo oltre 15 anni di presidenza di un’associazione culturale, che gli ha permesso di conoscere e approfondire diverse materie e toccare diverse situazioni e temi tra cui quelli ambientali, dal 2018 ha iniziato ad occuparsi, da autodidatta, di riciclo artistico-creativo e upcycling con la creazione del progetto “I burattini pazzi”: (omaggio nel nome del progetto a Geppetto/Collodi – creatore di Pinocchio, il burattino nato da un semplice pezzo di legno – e alla pazzia intesa come genialità, sulla scia dell’elogio della follia di Erasmo da Rotterdam)
Un progetto nato in casa, sviluppatosi quasi per gioco con le proprie figlie, quando è stato creato un micro-laboratorio, nella casa in cui sono stati “dati alla luce” una serie di personaggi di fantasia; burattini umanoidi – l’omaggio a Geppetto – creati con il recupero di vecchi oggetti, vecchie scatole di latta, legno, particolari scatole e altri materiali assemblati con bulloni, rondelle, viti recuperate in cantine, garage di amici, conoscenti e familiari. Oggi i burattini formano una famiglia di oltre 80 piccole sculture.
I personaggi assemblati ci raccontano, quasi a corredo, una simpatica e pazza storia (l’omaggio a Collodi) ispirata dal personaggio, storia di pura fantasia, a volte ambientata in un luogo calabrese, altre volte che racconta vicende di calabresità. Le storie, che hanno corredato ogni singola piccola opera dell’autore, hanno tenuto compagnia ai lettori dei social nel lungo periodo legato a chiusure e restrizioni dettate dal Covid.
Nel percorso dell’autore, seppur breve, sono nati successivamente, altri due progetti: lo ScARToMatto e il NonSenso. Il primo, lo ScARToMatto, rappresenta una nuova serie di burattini nati dagli scarti dello scarto, cioè tutti gli scarti sono stati raccolti in delle scatole di plexiglass (che formano la pancia/corpo del burattino) quasi a testimoniare il lavoro fatto e trasformarsi in piccole capsule del futuro, sempre con lo steso fine: usare materiali di scarto da riciclare e recuperare destinandolo a nuova vita.
Il secondo, il NonSenso, rappresenta un terzo micro-progetto che racchiude opere/sculture nate da pensieri legati all’osservazione di alcuni materiali recuperati o che hanno suscitato nell’artista l’idea di un messaggio interiore da divulgare. Collage, decollage (anche qui un omaggio stavolta ad un grande calabrese e Catanzarese, il Maestro Rotella), scultura, pittura, e altre tecniche miste alla base della serie NonSenso. (rcz)