Domani a Roma, alle 18, al Centro di Cultura Calabrese Cassiodoro, saranno presentati i libri “Le tre vite di Lisa” di Margherita Eichberg e Maurizio Federico e “Non chiediamo a Dio perché ce lo ha tolto, lo ringraziamo per avercelo dato” di Giacomo Saccomanno.
La manifestazione è organizzata dall’Associazione Lisa, La Casa di Giacomo, dal Centro Cassiodoro e dall’Accademia Calabra.
Si parte con i saluti di Domenico Naccari, vice presidente dell’Accademia Calabra e di Agnese Eichberg, di Lisa Odv. Modera Gyìiuseppe Germanò, dell’Università La Sapienza di Roma. Intervengono Margherita Eichberg, Maurizio Federico, Laura Bergese e Giacomo Saccomanno.
«Si tratta di due libri – ha spiegato Saccomanno – legati alla amara e triste storia di due bambini che, per evidenti errori sanitari, sono deceduti eppur potevano essere salvati. Un sistema sanitario poco diligente che, spesso, pensa prima ai propri personali interessi e poi a quelli dei pazienti. Vite parallele nella tristezza di momenti in cui la speranza era alla base dei sentimenti dei genitori, spezzata dagli accadimenti e dalla mancanza di vera missione per gli operatori che avrebbero dovuto maggiormente essere presenti e consapevoli che avevano in mano la vita di due piccoli essere umani a cui è stata tolta la possibilità di vivere. Storie parallele legate da ansie, speranze, dolore e amarezza».
«Lisa, una ragazza adottata e che aveva trovato una famiglia amorevole e una nuova vita e che, invece, è stata strozzata da una sanità, a volte approssimativa, senza quel cuore pulsante dell’amore per il proprio lavoro. Quasi un numero. Giacomo Francesco, un bimbo speciale che ha subito alla nascita un intervento errato e che poi, per evidente negligenza del sistema sanitario, è stato portato alla morte. 31 dicembre: un arrivo concordato a Roma per essere operato e salvato e che, invece, non ha trovato nessuno! Durante la notte la morte! I libri raccontano queste strazianti storie e mettono in luce non tanto il cattivo funzionamento della struttura sanitaria, quanto l’indifferenza di alcuni medici che, a volte, non si rendono conto di essere i giudici della vita o della morte delle persone ed in questo caso di due splendidi bambini», ha proseguito Saccomanno. (rrm)