Sono stati mille i delegati dell’Unsic – Unione nazionale sindacale imprenditori e coltivatori, che, riunitosi a Roma, hanno non solo celebrato i traguardi dell’organizzazione datoriale.
E lo hanno fatto nel corso del terzo Congresso nazionale, dal titolo “Sfide e opportunità dell’impresa moderna: giustizia sociale, sostenibilità economica, compatibilità ambientale” e svoltosi a Roma dal 5 all’8 marzo 2025 al Rome Marriott Park Hotel. Presenti delegati giunti da tutta Italia e dall’estero per confrontarsi e confermare l’attinenza comune ai valori dell’organizzazione, dimostrando la capillarità della rete Unsic nel territorio nazionale e internazionale.
L’Associazione sindacale datoriale di via Bargoni, presieduta da Domenico Mamone, con oltre 4mila uffici in Italia e all’estero tra Caf, sedi di Patronato, Caa, ecc., membro del “parlamentino” del Cnel, nella quattro giorni ha, anche, festeggiato i suoi 25 anni di attività, facendo il punto su una fase particolarmente complessa per il tessuto produttivo del Paese.
I conflitti in corso, i rischi di ripresa dell’inflazione, la crisi energetica, la spada di Damocle dei dazi, la speculazione finanziaria, gli alti tassi d’interesse della Banca centrale europea, le pressioni della concorrenza asiatica costituiscono alcuni dei fattori congiunturali d’incertezza che sono stati al centro dei lavori aperti dal presidente Domenico Mamone con la sua relazione.
Sono state, anche, affrontate questioni epocali come le straordinarie innovazioni tecnologiche dagli effetti imprevedibili, i cambiamenti climatici, il ritorno dei protezionismi, l’inverno demografico, il declino dell’Europa.
«Più che di intelligenza artificiale occorrerebbe parlare di intelligenza relazionale», ha detto Mamone nella sua relazione, citando l’economista Leonardo Becchetti.
Hanno partecipato al congresso i ministri Salvini, Valditara e Locatelli (quest’ultima attraverso un messaggio), i sottosegretari D’Eramo e Durigon, i senatori Damiani (FI) e Germanà (Lega) e l’onorevole Laureti (Pd).
Hanno preso parte ai lavori anche i rappresentanti di organi istituzionali e accademici, tra cui Inps, Infocamere e Cim, e di numerose organizzazioni sindacali. Presenti oltre mille delegati appartenenti all’associazione datoriale,
Due i panel, entrambi nella mattinata di venerdì 7 marzo: il primo sul “ruolo sociale dei Caf e Patronati” a cui hanno preso parte, tra gli altri, i parlamentari Borghese e Nesci e l’ex ministro Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione Bruno Buozzi. A seguire, quello sulla formazione continua e sul mercato del lavoro nella transizione ecologica e digitale, con gli accademici Ballistreri e Marino.
«Il congresso ha rappresentato un momento cruciale per riaffermare l’impegno dell’Unsic verso una visione moderna del sindacato, capace di affrontare con responsabilità le sfide globali e di proporre soluzioni concrete per uno sviluppo armonioso del sistema produttivo italiano», è il commento di Domenico Mamone, presidente dell’Unsic.
I quattro giorni di lavori si sono conclusi proprio con la rielezione di Domenico Mamone a presidente e con l’approvazione di un documento politico finale quale manifesto della proiezione dell’Unsic nei prossimi cinque anni.