Domani sera, al Parco Archeologico Scolacium di Borgia, alle 22, in scena Madama Butterfly, una produzione di Armonie d’Arte con l’Orchestra internazionale della Campania diretta dal Leonardo Quadrini, il Coro lirico Cilea diretto dal Claudio Bagnato ed i danzatori di “Create Danza”, con la regia di Chiara Giordano e Alessio Rizzitello, moving director e light designer Filippo Stabile, costumi Nicola Galea e assistente regia e di produzione Josephine Cariati.
Lo spettacolo rientra nell’ambito di Armonie d’Arte Festival, diretto da Chiara Giordano, e prevede una speciale promozione dedicata a tutte le donne: l’accesso gratuito al Parco per assistere alla pièce che vede nel cast il soprano Maria Teresa Leva (Madama Butterfly / Cio Cio-san) senza timore di smentita la migliore Butterfly italiana sulla scena internazionale, il raffinato tenore Mickael Spadaccini (B. F. Pinkerton), la più giovane ma solida Michela Rago servente di Cio Cio-san (mezzo soprano), e più veterani Silvano Paolillo baritono (Sharpless, console degli Stati Uniti a Nagasaki), Carmelo Caruso (Goro, nakodo) (tenore), già apprezzati in molte altre produzioni precedenti del Festival.
«Un’opera complessa – ha spiegato Giordano – e potremmo dire con una visione musicale e tematica contemporanea, per tessitura musicale e contenuti testuali. In questo mood si colloca la volontà registica di sottolineare Butterfly come icona, senza tempo, di un profilo femminile abusato; così si è pensato di articolare i tre atti in 3 modalità stilistiche diverse e che, insieme nell’unità operistica, restituiscano anche una valorialità etica ed estetica appunto unitaria: Butterfly è una donna di ogni tempo, tradizionale, presente, e in qualche modo futuristico, o comunque senza il tempo che connota persone e cose. Lo sforzo di un Festival, deve essere, infatti, proporre nuove riflessioni, nuovi tentativi di lettura, nuovi allestimenti, nuova produzione artistica, anche in presenza di repertori consolidati e direi quasi sacri».
«In luogo poi come il Parco Scolacium – ha concluso – del tutto unconventional per lo spettacolo dal vivo, produrre l’Opera lirica è certamente un’operazione molto difficile, quasi da opera Lab, ma lo sforzo appare proprio per questo affascinante, forse persino necessario». (rcz)