È stato molto bravo ed efficace il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio arch. Carmelo Malacrino nella sua diretta con Geo, l’apprezzata trasmissione di Rai3 condotta da Sveva Sagramola. Un bel racconto sugli Eroi venuti dal mare, vanto e orgoglio del Museo reggino, testimonianza straordinaria dell’arte classica del V secolo a.C., tra le pochissime sculture arrivate intatte ai nostri giorni, messaggeri della civiltà millenaria della Magna Grecia.
Il direttore Malacrino non ha mai nascosto l’entusiasmo che guida il suo lavoro, con l’instancabile passione del ricercatore e del divulgatore che mette la propria competenza al servizio di tutti: non è stata, quella in diretta tv, una lezione noiosa di storia dell’arte, al contrario il suo è stato un magnifico racconto intessuto di curiosità e di dettagli che funzionano a stuzzicare interesse e curiosità.
Reggio ha un tesoro ancora pressoché sconosciuto al resto del mondo: servono, però, molte più trasmissioni come quella della Sagramola, le cui finalità divulgative raggiungono sempre un invidiabile successo, serve una narrazione, competente e “pulita” come quella offerta ieri dal direttore Malacrino, ma serve anche l’impegno di amministratori e forze politiche perché si possa costruire un turismo di cultura con il traino dei Bronzi. L’arch. Malacrino non nasconde, giustamente, l’orgoglio di custodire il Museo delle meraviglie della Magna Grecia (e non solo ci sono straordinarie testimonianze dell’antichità e delle ere geologiche che hanno lasciato segni indelebili): quando la pandemia lo permetterà – dovrà impegnarsi a raccontare la storia dei Bronzi e del Museo (che dirige in maniera eccellente) a tutto il mondo. E dovrà contare sul sostegno concreto della Regione, degli amministratori locali, dello stesso ministero del Turismo perché attraverso i Bronzi possa essere veicolato il messaggio del mediterraneo culla della civiltà del mondo moderno.
Fino ad oggi si è data scarsa importanza all’attrazione che i due Bronzi di Calabria (Riace è solo il luogo del ritrovamento) riuscirebbero a suscitare con un’adeguata campagna di comunicazione a respiro mondiale. Nel 2022 saranno 50 anni che i Bronzi vennero scoperti nelle acque dello Jonio: oggi meritano di diventare patrimonio dell’umanità. L’Unesco dovrebbe metterli sotto la propria tutela: sarebbe il giusto riconoscimento a un tesoro che il mondo merita di scoprire e condividere. Con la coinvolgente passione del direttore Malacrino – si può dire, senza sbagliare – non sarà un’impresa ardua. Grazie, direttore. (s)