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I tesori archeologici della Locride, un patrimonio poco conosciuto

Capitale Italiana della Cultura, la Locride rimane in attesa ma non perde l’entusiasmo

di ARISTIDE BAVANon si hanno ancora notizie della nuova data prevista per la individuazione delle 10 finaliste per concorrere a Capitale della cultura 2025 ( questa data era prevista per il 15 novembre).

Dalla sede del Gal Terre Locride, struttura dalla quale è partita l’iniziativa della candidatura della Locride all’importante titolo, ipotizzano che la data potrebbe slittare a fine dicembre ma di certo non c’è ancora nulla. Lo slittamento di questa data, comunque, non ha intaccato l’entusiasmo che si è creato attorno a Locride Capitale della cultura 2025, sostenuta dalla Città Metropolitana e dalla stessa Regione  Calabria anche perché – lo hanno ribadito il Presidente del Gal Francesco Macrì e gli “esperti”  Guido Mignolli e Antonio Blandi – il vero obiettivo della “sfida” non è la vittoria del titolo ma piuttosto la straordinaria opportunità  che si sta creando  per il territorio dove si sono accesi molti riflettori sulle sue indubbie potenzialità.

Una eventuale qualificazione della Locride tra le dieci finaliste potrebbe essere certamente un fatto di notevole rilevanza, e nessuno nasconde che anche questo è un obiettivo che si vorrebbe raggiungere,  ma in ogni caso resta il fermento che si è creato, e non solo nella Locride, per le opportunità che la candidatura, in ogni caso, si sta portando appresso. Il territorio della Locride  pur forte di grandi potenzialità, è sempre rimasto ai margini dei grandi circuiti nazionali anche a causa delle carenti iniziative unitarie che hanno caratterizzato il recente (e remoto) passato.

La candidatura – e il clamore che si è creato attorno – è servita, intanto, anche a dare stimoli nuovi alle istituzioni locali e intercomunali facendo pure risaltare- ove ce ne fosse stato bisogno –  talune necessità di primaria importanza per garantire  un assetto del  territorio che oggi si trova in condizioni non certamente ottimali soprattutto per una serie di motivi ben noti da tempo. La sinergia che si è creata attorno alla candidatura è stata anche occasione  per concertare un percorso condiviso che consenta alle istituzioni, alle associazioni, ed in generale all’intera comunità della Locride, di remare nella stessa direzione e soprattutto di mettere a fuoco la necessità di cominciare a dare soluzione ai problemi più impellenti tenendo conto del corposo programma che è stato presentato dalla Città Metropolitana, su input del Gar Terre Locridee e dell’Associazione ” Officine delle idee”  a supporto dell’iniziativa.

Legittimamente si può, e si deve, auspicare, nuova attenzione su un territorio  come questo della Locride che – nessuno lo può disconoscere – rappresenta una terra di cultura storica straordinaria, tramandata dai tempi antichi, oltre ad essere terra forte di una grande patrimonio naturalistico e paesaggistico. Una Locride che con questa candidatura vuole offrire “Tutta un’altra storia” rispetto all’immagine deturpata negli ultimi decenni da vicende che ne avevano fatto quasi una marchio di fabbrica senza che si tenesse conto dei tanti altri aspetti positivi che c’erano, e ci sono, al suo interno.

Ecco perché, come ripetono i responsabili del Gal in ogni occasione, comunque vadano le cose, la candidatura della Locride è un importante punto di partenza per una ipotesi progettuale che guarda molto lontano e che si pone l’obiettivo compiuto di “mettere a sistema”  le molteplici  potenzialità  qui esistenti e i luoghi,  affascinanti e ricchi di storia e cultura, che  gravitano in tutto il territorio. Nella sostanza, forse è proprio questa la grande forza che si porta appresso la candidatura: la capacità che ha portato tante comunità, sempre divise da sciocchi campanili, a ritrovarsi in un’unica comunità con la voglia di affrontare insieme un percorso particolare che come afferma Guido Mignolli «è un percorso che indica una storia grande, scolpita nelle stratificazioni del territorio, un patrimonio storico-culturale con unicità significative, un ambiente carico di contraddizioni ma ancora ricco di biodiversità come pochi. Antichissime volte sotterranee, miniere del ferro che entrano nel cuore della montagna dietro porte bellissime, donne che hanno sfidato il mare per costruire città del sole, borghi che sembrano scaturire dalla roccia, centinaia di orchidee “diverse” che colorano la terra».

Non  sono cose di poco conto. E probabilmente molti cittadini della Locride si erano anche scordati di queste grandi potenzialità che, appunto, grazie a questa candidatura stanno nuovamente emergendo e potrebbero, se l’ipotesi progettuale andrà in porto, cambiare il volto  dell’intero territorio.  (ab)