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CATANZARO – Il monologo ispirato alla storia di Saverio e Rachele incanta il pubblico

Palazzo De Nobili e l’Oratorio della Chiesa del Carmine, nella giornata di ieri, hanno fatto da cornice a due eventi unici che hanno visto una grande partecipazione di pubblico. “Non ti ho mai baciato” il monologo interpretato da Claudia Olivadese scritto da Franco Corapi e diretto da Vincenzo Lazzaro – che la produzione di A farla amare ha scelto di riportare in scena dopo il successo della passata edizione per consentirne una maggiore fruizione – ha letteralmente incantato l’attento pubblico della rassegna che ha affollato il Palazzo comunale sia durante lo spettacolo delle 17 che durante la replica delle 19.

Alle 22.30 invece è stata la volta del concerto della giovanissima musicista e cantautrice napoletana Alessandra Tumolillo nell’Oratorio della Chiesa del Carmine. Una vera e propria standing ovation ha salutato l’esibizione della musicista, la quale ha offerto un repertorio fatto di pezzi inediti e classici della musica italiana rivisitati in chiave jazz.

La rassegna prosegue oggi alle 18 nella Sala Concerti di Palazzo De Nobili con gli Hoodoo Doctors & The Kazoompet Machine. Un viaggio alla riscoperta della storia del blues “ante litteram” e di una strumentazione fatta di kazoo, banjo, mandolino e stompbox, patrimonio della tradizione povera proto-jazz.

Un giornalista che volle restare anonimo in un famoso articolo comparso sul “Times” di New Orleans il 20 giugno del 1918 scrisse che “la musica jazz è la storia sincopata e contrappuntata dell’impudicizia”.

Più di cent’anni dopo, lungi dall’essere state prosciugate, queste acque fangose sono ancora la fonte ideale alla quale si recano ad abbeverarsi artisti da tutto il mondo, tra i quali gli Hodoo Doctors, cresciuti e tutt’ora attivi nel panorama musicale italiano con diverse formazioni, che con questo progetto approfondiscono il folclore roots americano, in particolar modo lo stile che i musicologi definiscono pre-War blues, quello dei primi decenni del ‘900.

Gli Hoodoo Doctors & the Kazoompet Machine ripercorrono la storia del blues “ante litteram” e delle prime “Jug Band”, formazioni di musicisti attive soprattutto a Memphis e Chicago tra la fine degli anni ‘20 ed i primi anni ’40. Il percorso musicale parte da vivaci atmosfere rag-time, skiffle e boogie woogie, passando per i classici del blues più moderno ma quasi reinventandoli, per finire con uno swing ancestrale sempre godibilmente presente. Il tutto è proposto suonando strumenti poco utilizzati o del tutto assenti nel blues elettrico dei giorni nostri.

Lo stile è personale e alta è l’attenzione al dettaglio nella strumentazione dell’epoca: kazoo, banjo, mandolino, stompbox, tutti patrimonio della tradizione povera proto-jazz, assieme all’uso stesso della voce impostata che dialoga nei diversi pezzi riproponendo e rinnovando le atmosfere ed i suoni delle vecchie scricchiolanti gommalacche.

Il loro stile si immerge nelle frattaglie della musica nera e creola americana, precisamente nel jazz delle origini, nel dixieland e nel ragtime.

Tra atmosfere di spettrali mangrovie, crocicchi, magia nera e danze da barrelhouse con gli Hoodoo Doctors & the Kazoompet machine sarà come sentirsi un pesce gatto nel Mississippi. (rcz)